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    A New York si delineano le sette priorità contro l’insicurezza alimentare globale. Michel: “Test dell’ordine internazionale”

    Bruxelles – È tempo di passare ai fatti per contrastare l’insicurezza che sta mettendo a rischio i sistemi alimentari in tutto il mondo. E a New York, a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, si cerca una soluzione mediata da Unione Europea, Stati Uniti e Unione Africana: “Possiamo superare l’insicurezza alimentare globale solo lavorando insieme per creare partenariati innovativi“, è il messaggio-chiave della Dichiarazione firmata nella nottata europea tra martedì 20 e mercoledì 21 settembre dai leader del Summit sulla Sicurezza Alimentare Globale.
    Con oltre cento Stati membri delle Nazioni Unite che hanno approvato la Roadmap per la sicurezza alimentare globale, la Dichiarazione fissa l’obiettivo di contrastare “l’impatto combinato di una pandemia globale, le crescenti pressioni dovute alla crisi climatica, gli alti prezzi dell’energia e dei fertilizzanti e i conflitti prolungati, tra cui l’invasione della Russia in Ucraina”, che hanno aumentato “drasticamente” l’insicurezza alimentare globale, “soprattutto per i più vulnerabili”. Lo scatto che porta dalle parole ai fatti si esplicita in sette linee d’azione specifiche “per rispondere ai bisogni umanitari immediati e costruire sistemi agricoli e alimentari più resilienti”.
    Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, al Summit sulla Sicurezza Alimentare Globale (20 settembre 2022)
    Prima di tutto servono nuove donazioni finanziarie aggiuntive alle principali organizzazioni umanitarie per fornire più assistenza umanitaria “immediata e salvavita”, comprese donazioni in natura e costi associati per la consegna di prodotti alimentari di base “in base alle esigenze valutate”. Vanno poi mantenuti aperti i mercati alimentari, dei fertilizzanti e dell’agricoltura, evitando misure restrittive “ingiustificate” come i divieti di esportazione, che “aumentano la volatilità del mercato”. Al contrario, i leader del Summit sulla Sicurezza Alimentare Globale vogliono sostenere un aumento della produzione di fertilizzanti – “laddove possibile e necessario” – per compensare le carenze e accelerare le innovazioni, e allo stesso tempo accelerare l’agricoltura e i sistemi alimentari sostenibili, favorendo i Paesi più colpiti in loco sia a livello di produttività agricola sia di transizione energetica per gli agricoltori di qualsiasi dimensione. Di qui la necessità di aumentare gli investimenti in ricerca e tecnologia per “sviluppare e implementare innovazioni agricole basate sulla scienza e resistenti al clima, comprese le sementi”, ma anche di monitorare i mercati che influenzano i sistemi alimentari, garantendo la “piena trasparenza” e condividendo dati e informazioni “affidabili e tempestive”.
    “Questa crisi va ben oltre il cibo, stiamo affrontando una crisi del costo della vita, una crisi causata dalla ‘tempesta perfetta’ delle sfide alimentari, energetiche ed economiche”, ha sottolineato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nel suo intervento al Summit di New York. “Siamo qui per trovare soluzioni collettive per contrastare l’insicurezza alimentare, insieme all’Africa e insieme al resto del mondo“, ha aggiunto Michel, sottolineando la necessità di più coordinamento e più denaro”, come sta dimostrando lo sforzo dell’Unione Europea di mettere sul tavolo “quasi 8 miliardi di euro fino al 2024 per fornire aiuti umanitari e soluzioni a breve e lungo termine”.
    Se la guerra del Cremlino in Ucraina è “un test del nostro ordine internazionale basato sulle regole“, la risposta coordinata non può che passare dalle Nazioni Unite e da tutti i partner “che credono nella cooperazione globale”, ha esortato il presidente Michel all’azione. L’esportazione dei cereali dall’Ucraina è ancora una delle principali priorità, dopo mesi di blocco e di bombardamento dei porti del Mar Nero da parte della marina russa: “Le nostre corsie di solidarietà Ue-Ucraina hanno trasportato più di 10 milioni di tonnellate di prodotti alimentari e l’Iniziativa per il grano del Mar Nero, guidata dalle Nazioni Unite, sta facendo la differenza”. Contrariamente a quanto affermato dagli organi di propaganda di Putin, “questo cibo arriva in Africa, Medio Oriente e Asia” e “contribuisce a stabilizzare i mercati”, ha messo in chiaro infine il numero uno del Consiglio Ue.

    Donazioni finanziarie aggiuntive, stop a misure restrittive ingiustificate, aumento della produzione di fertilizzanti e monitoraggio dei mercati. Il presidente del Consiglio Ue spinge su una “risposta coordinata” che passi dalle Nazioni Unite e dai partner “che credono nella cooperazione globale”

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    L’Ucraina riceverà “con urgenza” altri 5 miliardi di euro come assistenza macro-finanziaria dall’Unione Europea

    Bruxelles – Meno di due settimane dalla proposta della Commissione Ue per chiudere il processo formale di approvazione della nuova tranche di assistenza macro-finanziaria all’Ucraina. Con il via libera di oggi (martedì 20 settembre) da parte del Consiglio dell’Ue – quello dei co-legislatori del Parlamento Europeo era arrivato durante la sessione plenaria della scorsa settimana – le istituzioni comunitarie hanno dimostrato ancora una volta dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina una capacità di risposta celere alle necessità di Kiev. Dopo il primo miliardo già erogato a inizio agosto, i Ventisette hanno adottato la decisione di fornire “con urgenza” altri 5 miliardi di euro all’Ucraina, all’interno di un pacchetto di assistenza macro-finanziaria complessivo da 9 miliardi.
    Si sbloccano così due terzi di quello che al Consiglio Europeo di fine maggio era stato definito un “impegno mostre” da parte dell’Unione. A questo punto dovrebbe essere seguita “rapidamente” l’adozione della terza tranche, che metta a disposizione i rimanenti 3 miliardi di euro “una volta definita la struttura di tale assistenza”, si legge nella decisione del Consiglio Affari Generali riunitosi oggi a Bruxelles. Come aveva ricordato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al momento della presentazione della proposta lo scorso 7 settembre, l’intero pacchetto di assistenza macro-finanziaria si pone l’obiettivo di “aiutare l’Ucraina a far fronte alle immediate necessità finanziarie causate dalla brutale invasione russa“, anche considerato il fatto che “Kiev ha bisogno di 5 miliardi di euro al mese solo per garantire i servizi di base, come salari e pensioni”.
    Oltre all’enorme sforzo di assistenza quasi ultimato, l’Ue ha già stanziato un pacchetto da 1,2 miliardi a pochi giorni dall’inizio della guerra del Cremlino in Ucraina, proprio considerato il rischio di invasione russa. Dopo il 24 febbraio, invece, sono arrivati anche aiuti umanitari (pari a 335 milioni), per aiutare i civili ucraini colpiti dalla guerra, e finanziamenti militari (2,5 miliardi) attraverso l’European Peace Facility, lo strumento fuori bilancio per la prevenzione dei conflitti, la costruzione della pace e il rafforzamento della sicurezza internazionale, attraverso il finanziamento di azioni operative nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (Pesc) che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa. Complessivamente, si parla di 10 miliardi di euro messi a disposizione dall’Unione all’Ucraina per affrontare la guerra e le sue conseguenze sulla popolazione.

    Via libero definitivo dal Consiglio dell’Ue alla proposta della Commissione, che sblocca due terzi dei 9 miliardi promessi a Kiev (di cui uno è già stato approvato a inizio agosto). I passaggi formali da parte dei Ventisette e degli eurodeputati sono stati completati in meno di due settimane

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    Il nome di Ursula von der Leyen è stato inciso nella ‘Walk of the Brave’ di Kiev: “Simbolo del legame tra Ue e Ucraina”

    Bruxelles – La terza è quella della consacrazione. Se la prima volta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a Kiev era servita per esprimere vicinanza al popolo e alle istituzioni dell’Ucraina e per indicare la strada del Paese verso l’adesione all’Unione, e la seconda per portare un segnale concreto di sostegno prima del vertice cruciale dei leader Ue sulla questione, la visita di oggi (giovedì 15 settembre) ha sancito l’ingresso della numero uno dell’esecutivo comunitario nella ‘Walk of the Brave’, la strada con i nomi dei valorosi che hanno combattuto al fianco di Kiev contro la Russia.
    “Sono onorata di essere tornata qui a Kiev, ma soprattuto di vedere quanto la città sia cambiata in meglio, la vita è tornata”, ha esordito von der Leyen nel suo intervento alla stampa con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. “Voglio ringraziarvi dal profondo del cuore per l’onorificenza che ho ricevuto oggi”, ha continuato, facendo riferimento non solo al nome inciso sulla strada ‘dei coraggiosi’, ma anche alla medaglia di prima classe dell’Ordine di Jaroslav il Saggio (uno dei più alti riconoscimenti a chi si è distinto per i servizi allo Stato e al popolo ucraino) consegnatale oggi dallo stesso leader di Kiev: “La prendo a nome dei milioni di europei che sostengono l’Ucraina, credo che sia un bellissimo simbolo del legame tra l’Ucraina e l’Unione Europea“.
    A proposito del legame tra Kiev e Bruxelles, la presidente von der Leyen ha ricordato la presenza di ieri della first lady ucraina, Olena Zelenska, a Strasburgo durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione alla plenaria del Parlamento Ue: “La standing ovation con cui è stata accolta è stata commovente ed era palpabile il calore e l’amicizia” nell’emiciclo. E, come anticipato proprio nell’intervento a Strasburgo, la numero uno dell’esecutivo Ue ha reso noto che con Kiev si è discusso di come “lavorare in modo da avere una profonda integrazione dell’economia ucraina nel Mercato Unico“, a partire dall’abolizione delle tariffe roaming reciproche per gli utenti ucraini e comunitari. Anche il presidente Zelensky ha sostenuto che per il Paese è “prioritario” entrare nel Mercato Unico, dove circolano liberamente beni, servizi e capitali, così come accedere alla zona ‘free roaming’.

    Dear Volodymyr @ZelenskyyUA, thank you so much for the award of the First Class of the Order of Yaroslav the Wise.
    This is a great honour.  I accept it in the name of all EU citizens. And as a symbol of our strong bond. pic.twitter.com/6W8JPLTao3
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 15, 2022

    Per quanto riguarda il capitolo sull’adesione all’Unione, “il processo è ben avviato, è impressionante vedere la velocità, la determinazione, la precisione con cui state procedendo“, ha confermato von der Leyen. Finto stupore tradito da una battuta ben studiata: “Non devo dire che accelereremo il processo, perché lo state già facendo voi e questo è molto positivo”. Parallelamente, è l’aspetto economico quello che si vuole invece far procedere in modo spedito. Dopo il lavoro fatto sulle corsie di solidarietà per il grano, sulla sospensione dei dazi sulle esportazioni ucraine e sul collegamento di Kiev alla rete elettrica europea – “che ricorderete avevamo già in piano entro il 2024 prima della guerra, e invece ci siamo riusciti in due settimane e da allora l’Ucraina sta fornendo elettricità all’Unione Europea” – si dovrà “proseguire con l’eliminazione delle barriere non tariffarie, su cui lavoreranno i nostri esperti”. L’obiettivo finale è l’accesso dell’Ucraina nel Mercato Unico e nell’Unione Europea, particolarmente ambizioso mentre il Paese ancora affronta una guerra lacerante. Ma le promesse di von der Leyen a Kiev godono – ancora di più da oggi – di enorme credito in Ucraina.

    Nel corso della sua terza visita nella capitale la leader dell’esecutivo comunitario ha ricevuto dal presidente Zelensky anche l’onorificenza dell’Ordine di Jaroslav il Saggio. Al centro delle discussioni l’integrazione del Paese nel Mercato Unico, a partire dalla zona ‘free roaming’

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    Von der Leyen torna a Kiev dopo il discorso sullo Stato dell’Unione: “Illustrerò a Zelensky benefici del Mercato Unico”

    Bruxelles – Il ritorno in Ucraina dopo cinque mesi. L’8 aprile la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, indicava la strada del Paese verso l’adesione all’Unione, oggi (mercoledì 14 settembre) la numero uno dell’esecutivo comunitario aprirà le porte di Kiev al Mercato Unico. “Questa è una delle più grandi storie di successo dell’Europa, ora è giunto il momento di farne una storia di successo anche per i nostri amici ucraini”, ha annunciato von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2022.
    Di fronte alla plenaria del Parlamento Europeo e parlando occhi negli occhi all’ospite d’onore, la first lady ucraina Olena Zelenska (arrivata ieri sera a Strasburgo per l’occasione), la presidente von der Leyen ha dato la notizia che si recherà a Kiev per “discutere in dettaglio con il presidente, Volodymyr Zelensky” del progetto, che prevederà la collaborazione tra la Commissione e l’Ucraina per “garantire un accesso senza soluzione di continuità al Mercato Unico e viceversa”. La base di tutto il lavoro sarà costituito dalla prosecuzione del lavoro fatto sulle corsie di solidarietà per il grano, sulla sospensione dei dazi sulle esportazioni ucraine e sul collegamento di Kiev alla rete elettrica europea “previsto inizialmente per il 2024, ma ci siamo riusciti in due settimane, e oggi l’Ucraina esporta elettricità verso di noi”. Ecco perché von der Leyen vuole “espandere in modo significativo questo commercio reciprocamente vantaggioso” e “mobilitare tutta la potenza del nostro Mercato Unico per contribuire ad accelerare la crescita e a creare opportunità”:  il punto di approdo non può essere altro che “far entrare l’Ucraina nella nostra area di libero scambio europea“, anche a fronte di un piccolo aumento dei costi per gli operatori di mercato dell’Unione.
    Da sinistra: la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, la first lady ucraina, Olena Zelenska, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen (14 settembre 2022)
    Prima di recarsi a Kiev, von der Leyen ha voluto omaggiare “il coraggio dell’Ucraina, che ha il volto delle donne e degli uomini che si ergono contro l’aggressore russo“. Un esempio è arrivato proprio dalla moglie del presidente ucraino che “a poche settimane dall’inizio dell’invasione ha guidato silenziosamente una folla di genitori di bimbi uccisi dai russi, per appendere agli alberi piccole bandierine, uno per ciascun morto”. Il merito di Zelenska e del presidente Zelensky è stato quello di “essere rimasti e aver difeso Kiev, dando coraggio all’intera nazione“. Ecco perché per tutte le istituzioni comunitarie “è un onore avere la first lady qui con noi”, ha sottolineato la numero uno della Commissione, che proprio da lei ha saputo che “ogni giorno i genitori mettono nella cartella dei propri figli un pacchetto di emergenza con acqua, cibo, necessario medico e cambio intimo, senza sapere se li rivedranno all’uscita di scuola nel pomeriggio”. Di qui l’impegno dell’Unione a “ricostruire le 70 scuole distrutte dalle bombe russe” con uno stanziamento di “100 milioni di euro per far ripartire dai bambini il futuro del Paese”.
    Mai nella storia dello Stato dell’Unione (dal 2007) un presidente della Commissione ha rivolto il suo discorso alla plenaria dell’Eurocamera mentre una guerra andava in scena sul suolo europeo. “Quella mattina del 24 febbraio ci siamo svegliati scossi dal volto del male senza pietà e dalla brutalità della guerra”, ha ricordato la presidente von der Leyen. Da allora, “un continente intero si è levato in un moto di solidarietà”, dimostrando di essere “all’altezza della sfida”, ha sottolineato il successo la numero uno dell’esecutivo Ue: “Se 15 anni fa abbiamo impiegato anni per rispondere alla crisi finanziaria e due anni fa poche settimane con la pandemia, quest’anno non appena le truppe russe hanno attraversato frontiera ucraina, la nostra risposta è stata decisa e immediata”. I messaggi sono chiari e precisi: “Abbiamo riportato in superficie la forza dell’Unione“, “si sfidano autocrazia e democrazia”, “con la nostra solidarietà Putin fallirà e l’Ucraina e l’Europa vinceranno”.
    Non manca anche un mea culpa da parte della presidente von der Leyen – simile a quello fatto ieri in plenaria dalla premier finlandese, Sanna Marin – sull’atteggiamento dell’Unione nei confronti della Russia di Putin nel recente passato: “Dovevamo ascoltare chi lo conosceva, come Anna Politkovskaja e i giornalisti che hanno pagato la loro esposizione con la vita, o la Georgia, la Moldova, l’opposizione bielorussa, la Polonia e i Baltici, che da anni ci segnalavano che Putin non si sarebbe fermato”. Allo stesso tempo, il riscatto è misurabile nelle sanzioni “più pesanti mai viste” contro la Russia: “Abbiamo tagliato tre quarti del settore finanziario a livello internazionale, quasi mille aziende hanno abbandonato il Paese, la produzione delle auto è calata del 75 per cento rispetto al 2021, la flotta aerea è a terra perché non ha pezzi di ricambio e l’industria è a brandelli”. La colpa di tutto ciò è del Cremlino, che “ha messo l’economia russa sulla strada della distruzione totale”, ha ricordato von der Leyen, ribadendo senza mezzi termini che “le sanzioni rimarranno, dobbiamo essere risoluti, perché non è questo il momento di toglierle”.

    Nel suo intervento annuale alla sessione plenaria del Parlamento Ue, la presidente della Commissione ha annunciato che “faremo entrare l’Ucraina nella nostra area di libero scambio”. La promessa davanti alla first lady, Olena Zelenska: “Sarete parte di una storia di successo”

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    La first lady ucraina Olena Zelenska è a Strasburgo ospite di von der Leyen. Parteciperà al discorso sullo Stato dell’Unione

    Bruxelles – La seconda volta di un coniuge Zelensky alla sessione plenaria del Parlamento Europeo, la prima fisicamente di persona. La first lady ucraina, Olena Zelenska, è arrivata a Strasburgo, dove gli eurodeputati sono riuniti in sessione plenaria, e domani (mercoledì 14 settembre) parteciperà come “ospite d’onore” al discorso sullo Stato dell’Unione che sarà pronunciato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
    A darne notizia è stata la stessa numero uno dell’esecutivo comunitario in un tweet, confermando le indiscrezioni arrivate nel pomeriggio di Strasburgo: “Sono lieta di dare il benvenuto alla first lady ucraina Olena Zelenska”. Il messaggio della presidente von der Leyen è sempre di sostegno assoluto a Kiev – “L’Europa sarà al vostro fianco in ogni momento” – a partire dal “coraggio del popolo ucraino che ha commosso e ispirato il mondo intero”. Ecco perché l’Unione e l’Ucraina resteranno “forti insieme” di fronte all’aggressione armata russa.
    Non era mai successo prima che il presidente o la first lady dell’Ucraina prendessero parte di persona a una sessione di un’Assemblea parlamentare fuori dai confini del Paese. A una settimana dall’inizio dell’invasione russa era stato lo stesso leader ucraino, Volodymyr Zelensky, a prendere parola davanti all’emiciclo di Bruxelles (durante una sessione plenaria straordinaria), esortando per la prima volta gli eurodeputati a “sostenere la nostra adesione all’Unione”. Una prospettiva che sembrava allora quasi utopistica, ma che ha portato le istituzioni comunitarie a dare una risposta accelerata sulle prime fasi dell’allargamento e un sostegno praticamente incondizionato a Kiev dal punto di vista finanziario, umanitario e militare.
    Dopo tre mesi era stato il presidente della Verchovna Rada (il Parlamento ucraino), Ruslan Stefančuk, a recarsi invece di persona all’emiciclo dell’Eurocamera a Strasburgo, per “cogliere il senso di sostegno per tutta l’Ucraina” dell’Unione. Ora tocca a Olena Zelenska. Al momento non si sa ancora se pronuncerà un discorso davanti all’emiciclo, ma gli occhi – anche quando von der Leyen aprirà il suo intervento con il tema dell’Ucraina – saranno tutti su di lei.

    I am delighted to welcome First Lady Olena @ZelenskaUA, my guest of honour for tomorrow’s State of the Union address.
    The courage of Ukrainian people has touched and inspired the world. 
    Europe will stand with you every step of the way.
    We will #StandStrongTogether#SOTEU pic.twitter.com/Ig6lHqefK2
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 13, 2022

    Lo ha annunciato la stessa presidente della Commissione, che domani delineerà davanti all’emiciclo dell’Eurocamera lo stato di salute dell’Ue: “Sono lieta di darle il benvenuto come ospite d’onore, il coraggio del popolo ucraino ha commosso e ispirato il mondo intero”

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    I Ventisette hanno dato il via libera alla missione di addestramento dell’esercito ucraino coordinata dall’Ue

    Bruxelles – L’intesa politica c’è e per il momento è sufficiente. “Tutti i Paesi membri hanno appoggiato la proposta di definire i parametri per una missione di addestramento dell’esercito ucraino coordinata dall’Unione Europea”, ha annunciato oggi (martedì 30 agosto) l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al termine del Consiglio Difesa informale a Praga. Non si tratta di una decisione ufficiale, perché i vertici informali non hanno questo potere, ma il via libera al lavoro preparatorio sui “parametri legali e operativi” e sul “concetto di gestione della crisi” in Ucraina va direttamente in questa direzione.
    “Dobbiamo essere veloci e ambiziosi, dimostrando flessibilità a sostegno delle richieste a diversi livelli e con le tempistiche di cui hanno bisogno le forze ucraine”, ha sottolineato l’alto rappresentante Borrell, ricordando che durante tutta l’estate “c’è stato un continuo flusso di supporto militare a Kiev, che non si è mai fermato”. Tuttavia, “dobbiamo anche rigenerare le forze ucraine, addestrando i soldati e le capacità militari” di un esercito che “combatterà a lungo”. È qui che si inserisce la proposta già ventilata una settimana fa di una missione d’addestramento dell’esercito ucraino da parte dell’Ue: “Ci sono molte iniziative da parte degli Stati membri”, ha ricordato Borrell, “ma dobbiamo assicurare coerenza a questi sforzi di fronte agli sforzi enormi sostenuti“.
    L’obiettivo non è sostituire completamente quanto già stanno facendo i Ventisette (“Se la Francia fornisce un tipo particolare di armi, penserà anche all’addestramento apposito”, ha precisato Borrell), ma di considerare “tutti gli aspetti dell’addestramento per far funzionare un corpo complesso come un esercito”. A partire dalle richieste di Kiev sul breve, medio e lungo periodo, Bruxelles potrà coordinare una missione “mettendo insieme le migliori competenze degli Stati membri”. Per esempio, “l’addestramento di alto livello, l’organizzazione logistica e di assistenza medica, la protezione da armi chimiche, nucleari e biologiche”, è quanto si sa al momento sul futuro supporto Ue, che scatterà al momento del via libera formale dei 27 ministri. “Non è qualcosa che si fa dal giorno alla notte”, ha avvertito l’alto rappresentante, ma se l’Unione Europea vuole fare un salto di livello nell’addestramento dell’esercito ucraino, dovrà “sfruttare le risorse migliori degli Stati membri e metterle insieme, identificando i parametri che delimiteranno questa azione comune”.

    I ministri della Difesa hanno espresso la volontà politica di appoggiare la proposta dell’alto rappresentante Borrell di “definire i parametri legali e operativi” di un’iniziativa europea a sostengo di Kiev, che metta in contatto “le migliori competenze di ogni Stato membro”

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    L’Ue celebra il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina e della “lotta per difendere i valori e principi europei”

    Bruxelles – Una bandiera di 30 metri giallo-blu, per unire Kiev all’Unione Europea nel Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina. A presenziare alla cerimonia alla Grand-Place di Bruxelles, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, vestita con la camicia blu e la giacca gialla – i colori nazionali ucraini – che già aveva indossato in occasione dell’annuncio sul parere favorevole per la concessione dello status di Paese candidato all’adesione Ue. In occasione del 24 agosto, festività nazionale ucraina che commemora la dichiarazione di indipendenza dall’Unione Sovietica del 1991, le istituzioni comunitarie hanno fatto sentire la propria vicinanza a Kiev, impegnata in una nuova lotta per la sovranità contro la Russia – questa volta non sovietica, ma del regime di Putin.
    La sede della Commissione Europea a Bruxelles illuminata con i colori della bandiera dell’Ucraina
    “State combattendo per difendere la vostra sovranità e per proteggere la vostra libertà di fronte a un’aggressione, noi non potremo mai eguagliare i sacrifici che fate ogni giorno, ma possiamo e saremo al vostro fianco“, è stato il messaggio inviato dalla stessa presidente von der Leyen al popolo ucraino prima della sua partecipazione alla manifestazione. L’Ue ha dimostrato questo impegno “fin dall’inizio” attraverso sostegno economico, militare e umanitario: “Sosteniamo i vostri coraggiosi soldati in prima linea, i vostri funzionari e la società civile sul fronte interno”, ma anche attraverso l’accoglienza delle famiglie “che hanno cercato rifugio” nell’Unione e degli “oltre 3 milioni di bambini ucraini” nelle scuole europee. La promessa – che ricalca quella fatta a maggio al Parlamento Ue e all’impegno in sede G7 della Germania di Olaf Scholz annunciato ieri (martedì 23 agosto) al summit della Piattaforma per la Crimea – è di “ricostruire le vostre città, mattone dopo mattone, e ripiantare i vostri campi, seme per seme“, all’interno di una prospettiva che vede Ucraina e Unione Europea “insieme”.
    Tutte le istituzioni comunitarie si sono illuminate di giallo e blu per il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina e un messaggio di sostegno è arrivato da ciascun presidente. “State combattendo per difendere la vostra patria e il futuro del vostro Paese, ma anche per difendere i nostri valori e i principi europei“, ha dichiarato il numero uno del Consiglio Ue, Charles Michel. È per questo motivo che “il vostro futuro è il nostro futuro comune” e l’Unione è pronta a “sostenervi il più possibile per proteggere la vostra indipendenza, la vostra sovranità e la vostra integrità territoriale”. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha sottolineato che “il significato del Giorno dell’Indipendenza di quest’anno è più che mai convincente”, perché i cittadini dell’Ucraina “combattono per le loro vite, le loro famiglie, il loro Paese, i loro valori, le loro scelte e la loro libertà. Per la loro indipendenza”. Con l’hashtag #StandWithUkraine, lanciato dall’Eurocamera e dalla Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino), la presidente Metsola ha assicurato che “il nostro sostegno non si fermerà qui” e andrà avanti “per tutto il tempo necessario”, come le ha fatto eco Michel.

    The significance of this year’s 🇺🇦 Independence Day is more compelling than ever before.
    Strong & brave Ukrainians fighting for their lives, families, country, values, choices & freedom.
    For their independence.
    🇪🇺 will always #StandWithUkraine. Our support will not stop here. pic.twitter.com/QLy2H44s1H
    — Roberta Metsola (@EP_President) August 24, 2022

    In occasione del 24 agosto le istituzioni comunitarie hanno inviato un messaggio di supporto alla difesa di Kiev dall’invasione russa. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, presente alla cerimonia alla Grand-Place di Bruxelles con una bandiera giallo-blu di 30 metri

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    L’ex-presidente dell’Ucraina Janukovyč è finito nella lista delle sanzioni Ue per aver aiutato i separatisti filo-russi

    Bruxelles – Dentro anche l’ex-presidente ucraino Viktor Janukovyč e il figlio Oleksandr nella lista di sanzioni dell’Ue. Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso di inserire tra i soggetti colpiti dalle misure restrittive il numero uno a Kiev dal 2010 al 2014, a causa delle sue operazioni “tese a destabilizzare il Paese e a tutelare i propri interessi economici” dopo il trasferimento in Russia e nel contesto dell’invasione dell’Ucraina voluta dal Cremlino. Al figlio del presidente ucraino sono anche imputate transazioni con i gruppi separatisti nella regione ucraina del Donbass.
    A sole due settimane dall’ultima tornata di sanzioni (il pacchetto maintenance and alignement, aggiornamento e allineamento), si allunga così a 1.214 individui e 108 entità la lista di chi in Russia è colpito delle misure restrittive dell’Ue, con l’ingresso di un pezzo da novanta come l’ex-presidente ucraino Janukovyč. Come viene sottolineato nella descrizione riportata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue, “durante il suo mandato Janukovyč ha perseguito una politica filorussa”, al punto che un tribunale ucraino lo ha riconosciuto “colpevole di tradimento per aver cercato di reprimere le manifestazioni filo-occidentali del 2014“, ovvero la sollevazione popolare di piazza Maidan che lo ha destituito nel febbraio di otto anni fa. Da allora Janukovyč “ha favorito l’ingerenza militare russa in Ucraina invitando” il presidente Putin “a inviare truppe russe” nel Paese nel marzo dello stesso anno e “ha sostenuto politici filorussi che ricoprivano cariche pubbliche nella Crimea occupata” dall’esercito di Mosca (dove la sua famiglia possiede una catena di negozi e proprietà immobiliari nel paese di Otradnoye).
    Per quanto riguarda il figlio Oleksandr Janukovyč, è noto il suo ruolo di uomo d’affari finanziatore della creazione delle Repubbliche popolari separatiste nel Donbass. “Grazie agli stretti legami con i separatisti filorussi, ha acquisito attività economiche essenziali” in questi territori – ricorda il testo delle sanzioni – in particolare nei settori dell’energia, del carbone e immobiliare: “I suoi progetti di sviluppo immobiliare nella cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk sono stati protetti dal battaglione separatista Oplot”, nell’elenco delle sanzioni Ue dal febbraio del 2015.
    Per tutte queste ragioni Janukovyč padre e figlio sono ritenuti “responsabili di aver attivamente sostenuto o attuato azioni e politiche che minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina“, traendo anche vantaggio dall’annessione russa della Crimea e della destabilizzazione delle regioni orientali che in queste settimane sotto il costante fuoco dell’esercito russo. Come per gli altri soggetti colpiti dalle sanzioni Ue, anche per l’ex-presidente ucraino è previsto il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi a sua disposizione da parte dei cittadini dell’Unione, oltre al divieto di viaggio che impedisce l’ingresso o il transito attraverso il territorio dei Paesi membri e dei partner allineati.

    Il Consiglio dell’Ue ha deciso di inserire Viktor e il figlio Oleksandr Janukovyč per il “ruolo svolto nel minare o minacciare l’integrità territoriale, sovranità e indipendenza” del Paese e per aver condotto “transazioni con i gruppi separatisti nella regione ucraina del Donbas”