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    Prove di adesione Ue per l’Ucraina: von der Leyen e 15 commissari a Kiev per “incontri approfonditi” con il governo

    Bruxelles – È iniziato il giorno che entrerà nei libri di storia delle istituzioni dell’Unione Europea per la sua portata simbolica nel sostegno dell’Ue all’Ucraina. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e 15 membri del suo gabinetto (su 27) sono a Kiev per una sorta di mini-Collegio dei commissari nella capitale del Paese invaso dall’esercito russo da quasi un anno. “Siamo qui insieme per dimostrare che l’Ue è al fianco dell’Ucraina con la stessa fermezza di sempre e per approfondire ulteriormente il nostro sostegno e la nostra cooperazione“, ha fatto sapere la numero uno della Commissione all’arrivo a Kiev, in un appuntamento di cui si conoscono pochissime informazioni per questioni di sicurezza e incolumità degli stessi membri dell’esecutivo comunitario.
    Da sinistra: la vicepremier dell’Ucraina, Olha Stefanishyna, e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a Kiev (2 febbraio 2023)
    L’appuntamento era stato anticipato dai servizi della Commissione già a metà gennaio, senza indicazioni sulla data e sui commissari che sicuramente avrebbero preso parte al confronto con le rispettive controparti del governo guidato da Denys Shmyhal. Certa invece la presenza di von der Leyen, che domani (3 febbraio) parteciperà al vertice Ue-Ucraina con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, e dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky: si tratta del quarto viaggio a Kiev per la numero uno della Commissione dall’inizio dell’invasione russa – dal primo nell’aprile dello scorso anno per consegnare il questionario di adesione Ue e omaggiare le vittime di Bucha, all’ultima visita in cui ha visto il suo nome iscritto nella ‘Walk of the Brave’. Ma “questa volta sono qui con il mio team di commissari”, per un appuntamento che rappresenta “un forte simbolo del sostegno della Commissione all’Ucraina di fronte all’aggressione immotivata e ingiustificata della Russia”, sottolinea l’esecutivo Ue in una nota.
    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente dell’Ucraina, a Kiev per la consegna del questionario di preparazione della candidatura all’adesione Ue (8 aprile 2022)
    Ad accompagnare von der Leyen a Kiev ci sono sei vicepresidenti (per il Digitale, Margrethe Vestager, per l’Economia, Valdis Dombrovskis, l’alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, per i Valori e la Trasparenza, Věra Jourová, e per la Promozione del nostro stile di vita europeo, Margaritis Schinas), mentre a Bruxelles è rimasto il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans, che rappresenta la linea di continuità del gabinetto von der Leyen in caso di “estrema necessità”, aveva specificato alla stampa la scorsa settimana il portavoce-capo della Commissione, Eric Mamer. A completare la squadra del Berlaymont in missione a Kiev ci sono i commissari per l’Economia, Paolo Gentiloni, per l’Occupazione e i diritti sociali, Nicolas Schmit, per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, per la Giustizia, Didier Reynders, per gli Affari interni, Ylva Johansson, per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, per il Vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness, e per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius.
    I temi di confronto tra la Commissione Ue e il governo ucraino
    Come fanno sapere alti funzionari Ue, l’obiettivo è quello di rafforzare il dialogo e la cooperazione in alcuni settori-chiave come il supporto finanziario e umanitario, l’aumento delle sanzioni contro la Russia – “entro febbraio” la Commissione dovrebbe presentare agli Stati membri la proposta per il decimo pacchetto – e l’implementazione dell’Accordo di associazione Ue-Ucraina e della zona di libero scambio per il commercio. Di primaria importanza il confronto tra i membri della Commissione Ue e del governo ucraino per tracciare un bilancio del percorso del Paese verso l’adesione all’Unione, con un focus specifico sullo Stato di diritto e “gli ultimi sforzi in materia di anti-corruzione”, specificano le fonti. Si discuterà anche la questione del pagamento della prima tranche da 3 miliardi di euro del pacchetto di assistenza macrofinanziaria da 18 miliardi di euro complessivi per il 2023: centrale la discussione sulla situazione sul campo “per capire dove indirizzare precisamente il budget“.

    President @vonderleyen & 15 other members of the College of Commissioners are traveling to Kyiv for a College-to-Government meeting
    A strong symbol of 🇪🇺 support for Ukraine in the face of Russia’s aggression
    Our press release: https://t.co/5ibYy8o3bv https://t.co/vdUCeNpEgF
    — Dana Spinant (@DanaSpinant) February 2, 2023

    Metà dei membri del Collegio hanno accompagnato la numero uno dell’esecutivo comunitario per un confronto con le rispettive controparti ucraine: focus sulla messa a terra dell’assistenza macrofinanziaria, sulle riforme sullo Stato di diritto e sulle sanzioni contro la Russia

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    È stato inaugurato in Polonia il nuovo hub rescEu per l’assistenza energetica d’emergenza all’Ucraina

    Bruxelles – Poco più di un mese per allestire un hub energetico a sostegno dell’Ucraina, per fronteggiare i sempre più ricorrenti attacchi russi alle infrastrutture civili nel Paese. Il commissario europeo per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha inaugurato ufficialmente questa mattina (26 gennaio) il nuovo hub rescEu in Polonia, “un centro logistico per la fornitura di assistenza energetica di emergenza all’Ucraina”, che permetterà a tutti i partner internazionali di Kiev, pubblici e privati, di mettere a disposizione del Paese sotto attacco strumenti per garantire i mezzi di sopravvivenza della popolazione civile.

    Today I am in Poland to meet the 🇵🇱 PM @MorawieckiM and inaugurate the new #rescEU hub in Poland, a logistical centre for delivering emergency energy assistance to 🇺🇦. This new EU hub will also allow the international partners and private sector to channel their donations to 🇺🇦. https://t.co/5O30y9QU9m
    — Janez Lenarčič (@JanezLenarcic) January 26, 2023

    “La Polonia è in prima linea nei progetti attivi attuati nell’ambito dello strumento di protezione civile dell’Ue rescEU”, è quanto sottolinea il portavoce del governo polacco, Piotr Müller. Oltre all’hub energetico inaugurato oggi, Varsavia sta realizzando “un progetto di donazione di energia raccogliendo attrezzature e generatori di corrente che saranno trasferiti in Ucraina”, un’iniziativa “particolarmente importante quando l’invasore russo prende di mira le infrastrutture critiche del Paese e le interruzioni di corrente in Ucraina sono regolari”. All’inaugurazione dell’hub energetico il commissario Lenarčič ha voluto sottolineare che “sin dal primo giorno di guerra abbiamo lavorato fianco a fianco con le autorità polacche per garantire una consegna rapida e organizzata di aiuti salvavita da tutta Europa all’Ucraina” e ora, attraverso l’hub energetico, “partner internazionali e settore privato potranno incanalare le loro donazioni all’Ucraina” in modo più rapido.
    Il commissario europeo per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič (26 gennaio 2023)
    Nell’hub energetico strategico saranno convogliati generatori di emergenza, per cui Bruxelles ha stanziato 114 milioni di Europa per l’acquisto da parte di Varsavia: da quelli di piccole dimensioni per alimentare singole abitazioni, a quelli più grandi adatti a mantenere in funzione gli edifici pubblici e i servizi essenziali. Saranno immediatamente consegnati a Kiev mille nuovi generatori provenienti dalla riserva rescEu in Polonia, che si aggiungono agli oltre 800 già inviati in tutto il Paese dall’inizio dell’invasione russa (gli ultimi 40 sono stati convogliati a 30 ospedali nelle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia, Mykolaiv e Kherson). Attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue sono stati inviati anche 100 generatori di piccola e media potenza dalla Francia, 19 dalla Slovacchia, 23 dalla Germania, 52 trasformatori dalla Lituania e 4 sistemi di alimentazione di emergenza dalla Polonia.
    L’hub energetico e il supporto Ue all’Ucraina
    A dimostrazione dell’importanza dell’hub energetico e del sostegno su questo fronte da parte dell’Unione Europea, lo scorso 9 gennaio il vicepresidente della Commissione Ue per il Green Deal, Frans Timmermans, ha incontrato a Kiev il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il primo ministro, Denys Shmyhal, per un confronto sui bisogni immediati di fronte agli attacchi intensificati della Russia contro le infrastrutture critiche del Paese e sulle potenzialità di azioni coordinate per ridurre l’influenza di Mosca nel settore energetico dell’Ue.
    L’incontro tra il vicepresidente della Commissione Europea per il Green Deal, Frans Timmermans, e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a Kiev (9 gennaio 2023)
    Lo stesso tema sarà portato sul tavolo del vertice Ue-Ucraina in programma il 3 febbraio a Kiev, come confermato al termine della conversazione telefonica tra il presidente Zelensky e la numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, del 2 gennaio. Sul piano del sostegno immediato entro la fine del mese arriverà il primo lotto di 15 milioni di lampade a Led finanziate dall’Ue. Un primo passo dell’impegno a sborsare 30 milioni di euro per l’acquisto di 30 milioni di lampade al led, “che sono oggi vitali per portare luce all’Ucraina” aveva spiegato la stessa presidente von der Leyen alla conferenza internazionale di solidarietà di Parigi lo scorso 13 dicembre: “Si potrà così risparmiare un gigawatt di elettricità, che è equivalente alla produzione annuale di una centrale nucleare”.

    Il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha dato il via alle operazioni ufficiali del centro logistico per il trasferimento di aiuti rapidi in caso di attacco alle infrastrutture energetiche da parte dell’esercito russo. Servirà anche convogliare donazioni private e internazionali a Kiev

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    Il cancelliere tedesco Scholz conferma: invierà due battaglioni di carri armati Leopard 2 all’Ucraina

    Bruxelles – Dopo settimane di stallo si sono sbloccate le trattative per l’invio dei carri armati pesanti Leopard 2 dalla Germania all’Ucraina, a soli due giorni dalle intense discussioni del primo Consiglio Affari Esteri del 2023 a Bruxelles. A renderlo noto è stato lo stesso governo federale tedesco, attraverso una nota pubblicata dal portavoce Steffen Hebestreit, al termine della riunione del Consiglio dei ministri: “Il cancelliere federale [Olaf Scholz, ndr] ha annunciato oggi un ulteriore supporto all’Ucraina con la consegna di carri armati Leopard 2“. Una decisione che non coinvolge solo la Germania, ma anche altri partner occidentali del Paese sotto attacco russo dal 24 febbraio 2022: “L’approvazione sarà data anche ai Paesi partner, il tutto è strettamente coordinato a livello internazionale”, ha aggiunto il portavoce del governo di Berlino.
    Carro armato Leopard 2 (credits: Patrik Stollarz / Afp)
    La questione dell’invio dei Panzer di fattura tedesca all’Ucraina è stato al centro del confronto tra gli alleati della Nato venerdì scorso (20 gennaio) alla riunione del gruppo di contatto di Ramstein, con le pressioni non solo dei partner dell’Europa orientale, ma anche degli Stati Uniti. Secondo la stampa tedesca Berlino aveva specificato di essere pronta a inviare i Leopard 2 solo se Washington si fosse impegnata ad accompagnarli a carri armati Abrams di produzione statunitense. Ieri sera (24 gennaio) il Wall Street Journal ha anticipato la decisione del presidente Joe Biden di autorizzare la fornitura di tank pesanti a Kiev, mentre il quotidiano tedesco Der Spiegel ha reso nota la volontà del governo federale di sbloccare i mezzi militari che potrebbero avere un impatto decisivo sui teatri di battaglia in Ucraina, quando l’esercito russo lancerà con tutta probabilità in primavera una nuova offensiva.
    La decisione della Germania di fornire direttamente all’Ucraina i carri armati Leopard 2 “rafforzerà ulteriormente il sostegno militare” a Kiev: “È il risultato di intense consultazioni con i più stretti partner europei e internazionali della Germania”, è quanto specificato da Scholz rispetto a una “ben nota linea di sostegno all’Ucraina al meglio delle nostre possibilità”. A questo punto saranno assemblati “rapidamente due battaglioni di carri armati Leopard 2” – di cui “una compagnia di 14 proveniente dalle scorte della Bundeswehr” (le forze armate tedesche) sarà fornita “in una prima fase” – mentre inizierà “rapidamente” l’addestramento degli equipaggi ucraini in Germania: “Oltre all’addestramento, il pacchetto comprenderà anche la logistica, le munizioni e la manutenzione dei sistemi”, specifica la nota del governo tedesco.
    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato “sinceramente” il cancelliere in una telefonata, della quale ha reso conto in un Tweet:

    German main battle tanks, further broadening of defense support & training missions, green light for partners to supply similar weapons. Just heard about these important & timely decisions in a call with @OlafScholz. Sincerely grateful to the Chancellor and all our friends in 🇩🇪.
    — Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) January 25, 2023

    Parallelamente è arrivato anche il via libera all’invio anche da parte di altri partner: “La Germania fornirà ai Paesi partner che vogliono consegnare rapidamente all’Ucraina i carri armati Leopard-2 dalle loro scorte le relative autorizzazioni per il trasferimento”. Attualmente i carri armati pesanti di produzione tedesca in Europa sono utilizzati da Austria, Danimarca, Finlandia, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria, ma non possono essere trasferiti in Paesi terzi senza l’autorizzazione di Berlino. Già al Consiglio Affari Esteri di lunedì la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, aveva precisato che Berlino non avrebbe comunque vietato l’esportazione dei Leopard 2 all’Ucraina da parte di chi li avesse in dotazione nelle proprie forze armate.

    Im Kabinett hat der @Bundeskanzler heute weitere Unterstützung an die #Ukraine mit der Lieferung von #Leopard 2 Panzern angekündigt. Auch Partnerländern wird eine entsprechende Genehmigung erteilt. Das ist eng mit den internationalen Partnern abgestimmt. https://t.co/e31Kf3V1oi
    — Steffen Hebestreit (@RegSprecher) January 25, 2023

    La Germania fornirà in una prima fase una compagnia di 14 Panzer delle forze armate tedesche e di addestrare immediatamente gli equipaggi ucraini. Via libera anche agli altri Paesi partner che vogliano metterli a disposizione di Kiev dalle proprie scorte

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    A Bruxelles si accende il tema dei carri armati all’Ucraina. E si sbloccano altri 500 milioni di euro di supporto militare

    Bruxelles – Nel primo Consiglio Affari Esteri del 2023 – che “non poteva che iniziare con la guerra russa in Ucraina, visto che la situazione militare è rimasta invariata”, come ha sottolineato l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell – sul tavolo c’è il tema più caldo di queste settimane. L’invio dei carri armati Leopard tedeschi a Kiev, una delle questioni più divisive tra gli alleati occidentali del Paese sotto attacco di Mosca dal 24 febbraio dello scorso anno. “Ne abbiamo discusso e la ministra tedesca [Annalena Baerbock, ndr] ha detto chiaramente che Berlino non ostacolerà i Paesi che vogliono esportarli“, ha messo in chiaro lo stesso alto rappresentante Ue alla stampa al termine del vertice di oggi (23 gennaio).
    L’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock (23 gennaio 2023)
    La posizione delle istituzioni comunitarie è chiara, dal Consiglio al Parlamento Ue, ed è una spinta al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a rompere gli indugi sull’invio di carri armati pesanti che potrebbero avere un impatto decisivo sui teatri di battaglia in Ucraina, quando l’esercito russo lancerà con tutta probabilità in primavera una nuova offensiva. “Sono stato chiaro su quali armi dovrebbero essere fornite a Kiev”, ha ribadito Borrell riferendosi ai Leopard II in dotazione della Bundeswehr, le forze armate della Germania. L’alto rappresentate Ue ha però anche voluto smorzare le polemiche, ricordando che alla riunione del gruppo di contatto della Nato venerdì scorso (20 gennaio) “il risultato è stato molto positivo, con la determinazione dell’Europa e degli Stati Uniti a incrementare gli aiuti militari anche con altri mezzi“. Anche se per il momento Berlino tentenna ancora sull’invio dei carri armati richiesti da Kiev, è “da apprezzare” il fatto che comunque “non ne vieterà l’esportazione ad altri Paesi che ne avessero”.
    A margine del Consiglio Affari Esteri la stessa ministra tedesca Baerbock ha voluto ricordare che “faremo tutto il possibile per difendere l’Ucraina ed è importante che come partner internazionali agiamo insieme a sostegno del diritto all’autodifesa” di Kiev. Nessuna dichiarazione esplicita sui carri armati Leopard, ma il tema è caldissimo e oggi si sono visti i primi tiepidi segnali di apertura sulla questione da parte della Germania. Dopo l’incontro di ieri (22 gennaio) tra il cancelliere tedesco Scholz e il presidente francese, Emmanuel Macron, la ministra degli Esteri della Francia, Catherine Colonna, ha spiegato alla stampa che “tutte le opzioni sono sul tavolo e ci sarà una consultazione collettiva tra i partner, ma abbiamo già mandato carri leggeri” e Parigi non esclude di inviare a Kiev i propri carri armati pesanti Leclerc. Per quanto riguarda invece l’Italia, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, non si è sbilanciato con i giornalisti: “Non facciamo parte di questo dibattito, ne abbiamo parlato oggi tra ministri, ma la discussione proseguirà a livello bilaterale” tra Francia e Germania.
    Oltre ai carri armati tedeschi, i 500 milioni di euro dall’Ue
    L’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il ministro della Difesa italiano, Antonio Tajani (23 gennaio 2023)
    Una giornata di discussioni tra ministri senza decisioni formali, ma con un confronto sul sostegno armato all’Ucraina che registra altri passi in avanti a livello Ue. “Abbiamo un accordo politico sulla settima tranche di aiuti militari da 500 milioni di euro e su un’ulteriore misura di assistenza da 35 milioni di euro per la missione di formazione militare dei soldati ucraini“, ha reso noto Borrell. Il nuovo esborso dei Ventisette si inserisce all’interno del Fondo europeo per la pace e, come fatto notare in un tweet dal presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha portato il supporto a Kiev a “oltre 11,5 miliardi di euro”.
    L’European Peace Facility è lo strumento fuori bilancio per la prevenzione dei conflitti, la costruzione della pace e il rafforzamento della sicurezza internazionale, attraverso il finanziamento di azioni operative nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (Pesc) che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa. Solo nel 2022 sono stati stanziati da Bruxelles attraversi questo strumento 11 miliardi di euro a favore degli acquisti militari di Kiev per contrastare l’esercito russo. “L’Ucraina ha bisogno di più armi per respingere l’aggressione della Russia“, ha ricordato Michel, mentre l’alto rappresentante Borrell ha fatto notare che “l’Ue è primo donatore per gli aiuti all’Ucraina con 49 miliardi di euro sul piano militare, finanziario e umanitario”.

    At today’s #FAC, the FMs reached a political agreement on additional military support to #Ukraine under the European Peace Facility. We remain steadfast in our support for the Ukrainian Armed Forces. @TobiasBillstrom pic.twitter.com/rtR9B820kp
    — Swedish Presidency of the Council of the EU (@sweden2023eu) January 23, 2023

    Sul tavolo del Consiglio Affari Esteri il supporto a Kiev con i Leopard tedeschi. Borrell: “Berlino non ostacola i Paesi che vogliono esportarli”. Salgono a 3,6 miliardi di euro i finanziamenti concessi nell’ambito dell’European Peace Facility dall’inizio dell’invasione russa

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    Per Michel “il 2023 sarà l’anno della vittoria e della pace” per l’Ucraina e chiede ai Ventisette di inviare carri armati a Kiev

    Bruxelles – La terza volta in un anno, la prima di un 2023 che “sarà l’anno della vittoria e della pace” per l’Ucraina. Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, è tornato a Kiev oggi (19 gennaio) su invito del leader del Paese, Volodymyr Zelensky, per partecipare alla sessione plenaria della Verkhovna Rada, il Parlamento monocamerale. “Abbiamo ascoltato il vostro messaggio, avete bisogno di più sistemi di difesa aerea e di artiglieria, di più munizioni e sono fermamente convinto che debbano essere consegnati i carri armati“, ha messo in chiaro il numero uno del Consiglio: “Vogliamo sostenervi perché siamo consapevoli che le prossime settimane potrebbero essere decisive per ciò che verrà” sul campo di battaglia.
    L’intervento del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, alla Verkhovna Rada (Kiev, 19 gennaio 2023)
    Dopo aver reso noto questa mattina di essere nuovamente in viaggio verso Kiev – a due settimane dal vertice Ue-Ucraina che si terrà proprio nella capitale del Paese sotto attacco russo – Michel ha voluto sottolineare davanti ai deputati ucraini che “per quasi un anno il mondo ha guardato con orrore alla guerra“, come mostrato dalla “brutalità della Russia a Soledar, a Bakhmut e in tante altre città e villaggi”. Il recente attacco russo a un condominio di Dnipro “è l’ultimo di una lunga lista di crimini” del Cremlino, per cui “tutti i responsabili, senza eccezioni, saranno chiamati a rispondere“, ha promesso Michel. Lo scenario è quello della fine della guerra di aggressione – che l’Unione caldeggia – e per questo motivo le istituzioni comunitarie sostengono “l’iniziativa del presidente Zelensky sul piano di pace in 10 punti”, ha messo in chiaro il numero uno del Consiglio, anticipando che sarà sul tavolo del vertice del 3 febbraio con il presidente ucraino e la leader della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
    Da sinistra: il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a Kiev (19 gennaio 2023)
    Ma prima l’Ucraina “dovrà vincere la guerra”. E questo per Bruxelles passerà inevitabilmente dal supporto militare dei Ventisette: “Avete bisogno di più sistemi di difesa aerea, più missili a lungo raggio, munizioni e soprattutto avete bisogno di carri armati, proprio ora“. Proprio ieri (18 gennaio) anche gli eurodeputati hanno messo nero su bianco nel rapporto annuale sulla politica estera e di sicurezza comune che i Paesi membri Ue devono “immediatamente dispiegare armi moderne e un sistema di difesa aerea di nuova generazione”, con un’esortazione esplicita al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, di consegnare all’Ucraina i carri armati Leopard 2 “senza ulteriori ritardi”. In quasi un anno di guerra i Ventisette hanno mobilitato 11 miliardi di euro in sostegno militare (sia attraverso il Fondo europeo per la pace, sia come impegno bilaterale) e stanno addestrando 15 mila soldati ucraini con una missione di formazione militare ad hoc.
    Il sostegno europeo all’Ucraina è considerato dal presidente Michel una difesa anche della stessa Unione Europea, “che abbiamo forgiato dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, ancorata alla dignità umana, alla libertà e alla solidarietà”. I missili contro le città ucraine “sono missili lanciati contro tutto ciò in cui crede l’Ue”, ma Kiev ha fatto una scelta di campo, chiedendo di aderire all’Unione. “A giugno abbiamo preso una decisione che per molti era impensabile“, ovvero quella di concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue: “Non dobbiamo lesinare gli sforzi per trasformare questa promessa il più rapidamente possibile in realtà”, è l’esortazione di Michel ai capi di Stato e di governo dei Paesi membri. Il “sogno” del numero uno del Consiglio è che “un giorno, spero presto, un ucraino ricopra il mio posto”, o quello di “presidente del Parlamento o della Commissione Europea”.

    Nearly a year after Russia’s brutal attack against the Ukrainian people and the values and principles of European democracy, I am touched to be back on Ukrainian soil today. Watch the press conference after the meeting with President @ZelenskyyUA. https://t.co/8Ovi6aQBfR
    — Charles Michel (@CharlesMichel) January 19, 2023

    Il presidente del Consiglio Ue è tornato nella capitale ucraina, dove si è rivolto alla plenaria della Verkhovna Rada (il Parlamento monocamerale): “Sogno che un giorno un ucraino ricopra il mio posto”. Sostegno al piano di pace in 10 punti di Zelensky, in vista del vertice del 3 febbraio

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    L’Ue si stringe attorno all’Ucraina per la “tragedia” dello schianto dell’elicottero in cui è morto il ministro dell’Interno

    Bruxelles – Le istituzioni dell’Unione Europea esprimono la propria vicinanza all’Ucraina dopo la morte di 16 persone – tra cui il ministro degli Interni, Denys Monastyrskyi – nello schianto di questa mattina (18 gennaio) dell’elicottero a Brovary, alla periferia di Kiev. “La tragedia colpisce il cuore dell’Ucraina devastata dalla guerra, siamo in lutto con voi”, ha commentato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, esprimendo le condoglianze al presidente del Paese, Volodymyr Zelensky, e al popolo ucraino.
    Le operazioni antincendio a Brovary (Kiev) dopo lo schianto dell’elicottero del ministro degli Interni, Denys Monastyrskyi (18 gennaio 2023)
    Secondo quanto riportano le autorità ucraine, poco dopo le 8 di mattina l’elicottero su cui viaggiava il ministro Monastyrskyi con il suo vice, Yevhen Yenin, e il segretario di Stato del ministero, Yuriy Lubkovich, avrebbe impattato il tetto di un asilo, prima di schiantarsi su un altro edificio. Ancora non sono chiare le cause dello schianto, né se si sia trattato di un incidente o di un sabotaggio. Secondo alcuni testimoni oculari il velivolo sarebbe stato già in fiamme prima dell’impatto con gli edifici e il primo ministro, Denys Shmyhal, ha annunciato che saranno aperte indagini per chiarire se c’è stato un sabotaggio, un malfunzionamento o una qualche violazione delle regole di sicurezza del volo. Oltre alle tre figure di spicco del ministero degli Interni hanno perso la vita anche i tre membri dell’equipaggio e tre bambini, mentre a terra altre 30 persone sono rimaste ferite (tra cui 12 minori).
    “Ho il cuore spezzato dalla notizia devastante dell’incidente dell’elicottero vicino all’asilo di Brovary, vicino a Kiev”, ha scritto su Twitter la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, che pochi minuti prima di fronte all’emiciclo di Strasburgo si era rivolta direttamente ai colleghi, riportando la notizia: “Penso di parlare a nome di tutti in quest’Aula sul fatto che i nostri pensieri vanno al coraggioso popolo ucraino e alle famiglie del ministro e del vice-ministro”. Anche il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, si è unito al “dolore dell’Ucraina per il tragico incidente dell’elicottero a Brovary”, definendo il ministro Monastyrsky “un grande amico dell’Ue”. Si dice “profondamente scossa” la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, che avrebbe dovuto incontrare la controparte ucraina a inizio febbraio per l’incontro tra i membri del Collegio dei commissari e quelli del governo Shmyhal. “Denys è un vero eroe ucraino, che nell’ultimo anno ha guidato [l’Ucraina, ndr] con coraggio e stoicismo“, ha aggiunto Johansson: “Lavorare con lui quest’anno è stato un onore”.

    Heartbroken with devastating news of helicopter crash next to kindergarten in Brovary near Kyiv.
    My thoughts are with families & loved ones of Ukraine’s Internal Affairs Minister Denys Monastyrskyi and those killed in this terrible tragedy, including children.#StandWithUkraine pic.twitter.com/abr4Cnj9yV
    — Roberta Metsola (@EP_President) January 18, 2023

    Il supporto all’Ucraina da Strasburgo
    Intanto dalla plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo arrivano esortazioni esplicite per un’azione ancora più decisa a sostegno del Paese invaso dalla Russia dal 24 febbraio dello scorso anno. “Continueremo a supportare militarmente Kiev finché necessario, anche con un aumento del fondo dell’European Peace Facility”, ha assicurato il presidente Michel, intervenendo davanti agli eurodeputati: “Personalmente sono a favore dell’invio di carri armati“, ha aggiunto il numero uno del Consiglio, atteso fra due settimane a Kiev per il vertice Ue-Ucraina insieme a von der Leyen e Zelensky.
    A proposito delle consegne di armi al partner sotto attacco, gli eurodeputati hanno messo nero su bianco nel rapporto annuale sulla politica estera e di sicurezza comune – adottato oggi con 407 voti a favore, 92 contrari e 142 astenuti – che i Paesi membri devono “immediatamente dispiegare armi moderne e un sistema di difesa aerea di nuova generazione”, con un’esortazione esplicita al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, di consegnare a Kiev i carri armati Leopard 2 “senza ulteriori ritardi”. La motivazione alla base riguarda il fatto che “l’Ucraina sta difendendo la sua integrità territoriale all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale” e ha “urgentemente bisogno di aiuti militari e di armi pesanti per vincere la guerra”, sottolineano gli eurodeputati.

    Il velivolo ha impattato il tetto di un asilo a Brovary (alla periferia di Kiev), causando il decesso del ministro Monastyrskyi e altre 15 persone, tra cui 3 bambini. Ancora non è chiaro se si è trattato di un incidente o di un sabotaggio: “Colpisce il cuore dell’Ucraina devastata dalla guerra”

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    Una trasferta senza precedenti. I membri della Commissione Ue valutano una riunione di alto livello a Kiev a febbraio

    Bruxelles – A quasi un anno dall’inizio della guerra russa in Ucraina la Commissione Ue è alla ricerca di nuove occasioni per rafforzare il proprio messaggio di sostegno al Paese partner sul fronte orientale, con una solidarietà fatta di azioni simboliche e di discussioni tecniche e politiche sempre più intense con Kiev. Tra questi c’è l’appuntamento già annunciato per il 3 febbraio in territorio ucraino per il vertice Ue-Ucraina, a cui parteciperanno la presidente della Commissione e quello del Consiglio Ue). Ma la prossima mossa del gabinetto von der Leyen potrebbe essere un appuntamento senza precedenti, che dovrebbe portare diversi membri dell’esecutivo comunitario a sedersi al tavolo del confronto con le rispettive controparti del governo ucraino proprio a Kiev, nel mese di febbraio. Quando si chiuderà il primo anno di invasione russa e di lotta del popolo ucraino a difesa del proprio Paese, con il contributo decisivo dell’Unione Europea.
    I membri della Commissione Europea durante il seminario del Collegio dei commissari (11 gennaio 2023)
    Dopo le anticipazioni di Politico, diversi funzionari europei hanno confermato a Eunews che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha proposto ieri (11 gennaio) durante il seminario del Collegio dei commissari l’incontro con il governo guidato da Denys Shmyhal nella capitale ucraina a febbraio. Una data ancora non è stata fissata, ma sono due i momenti del mese su cui prestare attenzione.
    Il primo è all’inizio di febbraio, quando von der Leyen (insieme al presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel) si recherà a Kiev per il vertice Ue-Ucraina con il presidente del Paese, Volodymyr Zelensky. Lunedì (9 gennaio) sono arrivate conferme anche dalla presidenza di turno del Consiglio dell’Ue che l’appuntamento del 3 febbraio non si terrà a Bruxelles – come inizialmente previsto – ma in Ucraina, e la presenza della numero uno dell’esecutivo comunitario rende molto verosimile che l’occasione possa essere sfruttata dai membri del suo gabinetto per accodarsi e incontrare quelli del governo ucraino nei giorni immediatamente precedenti o successivi. Il secondo momento è la fine del mese: il 24 febbraio cadrà l’anno esatto dall’inizio della resistenza ucraina e non è da escludere un forte gesto simbolico da parte della Commissione Ue per ribadire nuovamente la solidarietà al popolo e all’establishment politico del Paese.
    Chi potrebbe partecipare per la Commissione Ue
    Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, e della Commissione Europea, Ursula von der Leyen (Kiev, 15 settembre 2022)
    Come ricordano le fonti, in linea di principio l’invito è aperto a tutti i commissari e le commissarie, a prescindere da quanto i dossier di propria responsabilità siano legati all’Ucraina. L’incontro con i ministre e le ministre del governo ucraino dovrebbe rappresentare un approfondimento dei rapporti con Kiev a 360 gradi, anche considerata la candidatura del Paese all’adesione Ue e la necessità di valutare sia i progressi nell’attuazione delle sette raccomandazioni della Commissione sia le prospettive di integrazione nel Mercato Unico. Ma la decisione di recarsi nella capitale ucraina sarà completamente volontaria per ciascuno dei membri del gabinetto von der Leyen e i funzionari europei precisano che le risposte definitive arriveranno solo nelle prossime settimane (anche quando sarà stabilita una data ufficiale).
    Al momento le fonti si sbilanciano solo su pochi nomi. A quanto si apprende a Bruxelles, sembra comunque molto probabile – al netto di impegni inderogabili – la presenza dell’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, considerato il suo ruolo centrale per i rapporti con l’Ucraina in questa anno di guerra. Lo stesso si può dire del commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, che le fonti fanno sapere aver parlato intensamente ieri con la presidente von der Leyen a margine del seminario. Altamente probabile è anche la presenza del vicepresidente esecutivo per l’Economia e commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis, mentre sta valutando la possibilità di partecipare il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski.

    Funzionari europei confermano a Eunews che la presidente von der Leyen ha proposto ai commissari di incontrare le rispettive controparti ucraine per discutere di tutti i dossier sulla solidarietà contro l’invasione russa. Non c’è ancora una data, ma arrivano i primi ‘sì’ ufficiosi

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    Il 3 febbraio vertice Ue-Ucraina, Zelensky invitato nella capitale d’Europa

    Bruxelles – Il 12 ottobre di un anno fa calava il sipario a Kiev il 23° vertice tra l’Unione europea e l’Ucraina con il fermo sostegno di Bruxelles all’indipendenza e territoriale del Paese e l’estensione le sanzioni economiche contro la Russia per l’annessione illegale della Crimea del 2014. Oggi (22 dicembre) fonti europee confermano che il prossimo vertice tra Bruxelles e Kiev si terrà nella capitale belga il 3 febbraio e il formato sarà lo stesso: Ursula von der Leyen, a nome della Commissione europea, Charles Michel in rappresentanza del Consiglio europeo, e Volodymyr Zelenskyy a nome dell’Ucraina.
    A essere diverso sarà lo scenario, perché da quel 12 ottobre tutto è cambiato per l’Ucraina e per i rapporti tra Unione europea e Kiev. Sullo sfondo del futuro Summit la guerra di Russia in Ucraina, iniziata con l’invasione del territorio di Kiev il 24 febbraio scorso. Visto il contesto in cui prenderà le mosse il Summit, per il momento nessuna conferma su dove avrà luogo il Summit. A quanto si apprende, Michel avrebbe invitato il presidente Zelensky a visitare la capitale belga anche se la visita non sarebbe collegata al Vertice. Il summit non sarà con tutti i leader dei 27 Stati membri, ma manterrà il formato tradizionale con i presidenti del Consiglio e della Commissione europea.
    Non è difficile immaginare che le conseguenze della guerra, sul piano economico, energetico e della ricostruzione, saranno al centro del Summit di Bruxelles. Ma lo scenario sarà diverso anche perché dallo scorso giugno, Kiev è ufficialmente un Paese candidato all’adesione all’UE, in quello che è stato un decisionale mai così veloce da parte della Commissione, accelerato senza dubbio dalla guerra.

    Il vertice non sarà con tutti i leader dei 27 Stati membri, ma manterrà il formato tradizionale con i presidenti del Consiglio europeo, Charles Michel, e della Commissione europea, Ursula von der Leyen. La presenza a Bruxelles del presidente ucraino ancora non confermata