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    Italia-Turchia, Erdogan: “Parole di Draghi indecenti”

    Roma – Quella “dichiarazione del presidente del Consiglio italiano è stata una totale maleducazione. Parole indecenti”. A una settimana da quelle accuse,  Recep Tayyip Erdogan, citato dall’agenzia Anadolu, ha replicato al premier Mario Draghi che in una conferenza stampa lo aveva definito “dittatore”. Parole che erano state pronunciate dal premier commentando il Sofagate, l’incidente della sedia mancante per Ursula von der Leyen in occasione dell’incontro UE Turchia.
    Il presidente turco, ha poi ribadito il paragone con il ventennio già fatto dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu: “Prima di fare una dichiarazione del genere bisogna conoscere la propria storia”.
    La tensione tra Italia e Turchia dunque resta ancora alta, nonostante gli sforzi delle diplomazie che in questi giorni hanno lavorato per smorzare. La vicenda ha poi messo in allarme gli operatori economici e fatto temere riflessi sugli scambi molto vantaggiosi per entrambi i Paesi che raggiungono i 15 miliardi di euro (7,7 miliardi di export e 7,2 miliardi di importazioni).
    Un punto su cui il presidente turco nella sua replica ha rincarato la dose concludendo che “Draghi ha purtroppo danneggiato lo sviluppo delle relazioni Turchia-Italia”.

    Il presidente turco dopo una settimana ha replicato all’attacco di Draghi che lo aveva definito “dittatore”

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    Michel sul caso della sedia ad Ankara: “Non mi sono alzato per creare un incidente più grande”

    Bruxelles – Assicura che non si dimette. Resta al suo posto, come fatto ad Ankara nel corso di una visita ufficiale fonte di polemiche e tensioni che difende e da cui si difende. Charles Michel decide di rompere il silenzio sulla vicenda “sofagate” negli studi dell’emittente belga francofona LN24. Qui il presidente del Consiglio europeo torna sull’episodio della sedia mancante nella sala delle riunioni con il presidente turco Recep Tayiip Erdogan e l’aver lasciato correre sul fatto che la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, sia rimasta dapprima in piedi e poi in disparte su un divanetto.
    “Probabilmente è stato un errore, ma non mi sono alzato dalla sedia per paura di creare un incidente ancor più grave” di quello appena venutosi a creare, e “compromettere mesi di attività diplomatica per una stabilità nelle nostre relazioni”, la difesa di Michel, criticato da più parti. “Le relazioni con la Turchia sono in crisi da anni“, insiste, e c’è la necessità di disinnescare le tensioni. Perché al di là di tutto l’Europa ha un disperato bisogno della Turchia. “Sull’immigrazione dobbiamo cooperare con i Paesi terzi, ed è per questo che bisogna dialogare con la Turchia“. Perché se Ankara toglie il tappo e inizia a far arrivare in Europa i profughi siriani allora l’Ue rischia di saltare, e questo lo sanno tutti, e non solo in Turchia.
    Dunque Michel sostiene di aver agito in nome del pragmatismo e degli interessi degli Stati membri. Ma riconosce anche il “peccato originale”, la fonte del problema. “E’ vero che ci sono state delle riunioni preparatorie, ma senza il dettaglio visuale”. Per disposizione di Erodgan “non è stato possibile accedere nella sala in questione, e quindi sono arrivate le informazioni sulle sedie e non sulla loro disposizione”. Si sapeva che c’erano tre posti a sedere, ma non la loro disposizione. E ciononostante si è deciso di procedere. “Forse è stato un errore”, riconosce per un attimo Michel, convinto però della necessità di non abbandonare il momento di confronto con il leader turco. Per questo tira dritto. Richiesta di dimissioni? “Non ci faccio caso, resto concentrato sul mio lavoro. Bisogna lavorare per un’Europa unita, diritti e prosperità”.

    Il presidente del Consiglio europeo torna sull’accaduto in Turchia. “Forse è stato un errore, ma non volevo compromettere mesi di lavoro” per rilanciare le relazioni bilaterali

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    “Chiamiamoli dittatori”. Draghi contro Erdogan dopo la poltrona negata a von der Leyen

    Roma – “Con questi che chiamiamo per quel che sono, dittatori, si deve essere franchi: nell’esprimere la propria diversità di vedute, opinioni, di comportamenti e visioni della società ma anche essere pronti a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese”. Mario Draghi durante una conferenza stampa a Roma parla del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan dopo l’episodio accaduto nella visita a Ursula von der Leyen. Quello della poltrona negata forse non è stato solo un errore di cerimoniale e il premier italiano usa parole forti: “E stato un comportamento non appropriato che non condivido per niente. Ha subito un’umiliazione e mi è dispiaciuto moltissimo”.

    L’attacco del premier italiano durante una conferenza stampa su temi interni. “Dispiaciuto per Ursula von der Leyen, ha subito un’umiliazione

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    Vertici UE ad Ankara per tendere la mano a Erdogan. Von der Leyen avverte: “Diritti umani non negoziabili”

    I presidenti di Commissione e Consiglio in visita in Turchia per discutere di come rilanciare un dialogo costruttivo. Michel: “Ora alla Turchia cogliere questa opportunità in modo solido e sostenibile”. Von der Leyen “molto preoccupata” che Ankara si sia chiamata fuori dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne: “Segnale sbagliato”

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    UE-Turchia, Borrell: “Esploriamo nuovi modi per ridurre le tensioni”

    Josep Borrell, alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza e Mevlut Çavuşoğlu, ministro degli Esteri turco [Ankara, 6 luglio 2020]
    Continuano le frizioni alimentate dalla politica estera aggressiva di Ankara nel Mediterraneo orientale. Resta aperto il canale diplomatico dell’UE, che condanna la riconversione della Basilica di Santa Sofia in una moschea