Bruxelles – Pubblichiamo qui di seguito, e con i link ai testi in PDF, il Libro Bianco sulla Difesa europea, presentato congiuntamente il 19 marzo dalla Commissione europea e dall’alta rappresentante per la politica Estera e di Difesa dell’Unione. Il testo in italiano è stato curato dal Servizio Traduzioni di Withub.1. INTRODUZIONEL’Europa si trova ad affrontare una minaccia acuta e crescente. L’unico modo per garantire la pace è avere la prontezza di dissuadere chi vuole farci del male. Abbiamo molte basi solide, come il nostro potenziale di liberare vaste risorse e la potenza tecnologica e industriale latente. Ma partiamo anche da una posizione in cui la nostra prontezza di difesa è stata indebolita da decenni di investimenti insufficienti.Il nostro continente è attualmente colpito dalla guerra, da aggressioni e altri atti ostili. L’Unione europea ha un’immensa ricchezza e potenza produttiva e una profonda fede nell’importanza dei valori democratici condivisi da tutti gli Stati membri. Ma è costretta da attori esterni che stanno mobilitando le loro risorse e utilizzando la tecnologia in modo più efficace per raggiungere i loro obiettivi. Essi minacciano direttamente il nostro stile di vita e la nostra capacità di scegliere il nostro futuro attraverso processi democratici. Ritengono che non siamo politicamente in grado dare una risposta significativa e strategicamente duratura.L’ordine internazionale sta subendo cambiamenti di portata mai vista dal 1945. Questi cambiamenti sono particolarmente profondi in Europa, a causa del suo ruolo centrale nelle principali sfide geopolitiche del secolo scorso. L’equilibrio politico emerso dalla fine della Seconda guerra mondiale e poi dalla conclusione della Guerra fredda è stato gravemente compromesso. Per quanto possiamo rimpiangere questa vecchia era, dobbiamo accettare che questa non tornerà. Il mantenimento dell’ordine internazionale basato sulle regole rimarrà di estrema importanza, sia nel nostro interesse che come espressione dei nostri valori. Ma un nuovo ordine internazionale si formerà nella seconda metà di questo decennio e oltre. Se non diamo forma a questo ordine – sia nella nostra regione sia al di fuori di essa – saremo destinatari passivi dell’esito di questo periodo di competizione interstatale, con tutte le conseguenze negative che ne potrebbero derivare, compresa la reale prospettiva di una guerra su larga scala. La storia non ci perdonerà l’inazione.In questo contesto, l’Europa si trova di fronte a una scelta fondamentale per il suo futuro. Vuole affrontare gli anni a venire in modo confuso, cercando di adattarsi alle nuove sfide in modo incrementale e cauto? Oppure vuole decidere il proprio futuro, libero da coercizioni e aggressioni, assicurando che i cittadini europei possano vivere in sicurezza, pace, democrazia e prosperità? Se rispondiamo a questo momento con determinazione, azione collettiva e una strategia chiara, rafforzeremo il nostro posto nel mondo e rinnoveremo le nostre alleanze internazionali su una base più sostenibile. Consentiremo un rinnovamento del progetto europeo e miglioreremo la sicurezza, la prosperità e il benessere dei nostri cittadini. Se continuiamo sulla stessa strada, invece, finiremo per essere sminuiti, divisi e vulnerabili.La nostra sicurezza ha tratto immensi benefici sia dalla NATO che dall’Unione Europea. Negli ultimi anni, abbiamo lavorato sempre più a stretto contatto per rispondere alle minacce che dobbiamo affrontare. Ma questo non sarà sufficiente per i prossimi anni. L’Europa deve fare molto di più se vuole ripristinare una deterrenza credibile e garantire la sicurezza da cui dipende la nostra prosperità. Ciò richiede che tutti gli Stati membri agiscano in modo solidale e investano nella nostra difesa collettiva.Il futuro dell’Ucraina è fondamentale per il futuro dell’intera Europa. Dal 2022, abbiamo assistito a una guerra ad alta intensità su larga scala ai confini dell’Unione europea, con centinaia di migliaia di vittime, spostamenti di massa della popolazione, costi economici enormi e distruzione deliberata di sistemi energetici vitali e del patrimonio culturale. L’esito di questa guerra sarà un fattore determinante per il nostro futuro collettivo nei decenni a venire.L’Europa deve affrontare altre crescenti minacce e sfide alla sicurezza, nella sua regione e oltre. La competizione strategica è in aumento nel nostro più ampio vicinato, dall’Artico al Baltico, dal Medio Oriente al Nord Africa. Le sfide transnazionali, come la rapida evoluzione tecnologica, le migrazioni e i cambiamenti climatici, potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema politico ed economico. Stati autoritari come la Cina cercano sempre più di affermare la propria autorità e il proprio controllo sulla nostra economia e società. Anche gli alleati e i partner tradizionali, come gli Stati Uniti, stanno spostando la loro attenzione dall’Europa ad altre regioni del mondo. Si tratta di un fenomeno di cui siamo stati avvertiti più volte, ma che ora sta avvenendo più rapidamente di quanto molti avessero previsto.È giunto il momento per l’Europa di riarmarsi. Per sviluppare le capacità e la prontezza militare necessarie a scoraggiare in modo credibile le aggressioni armate e a garantire il futuro, è necessario un massiccio aumento della spesa europea per la difesa. Questa deve essere coordinata e diretta in modo più efficace che mai tra gli Stati membri, riflettendo i nostri punti di forza collettivi e affrontando le debolezze derivanti da un’azione non coordinata.Abbiamo bisogno di una base industriale più forte e più resiliente. Abbiamo bisogno di un ecosistema di innovazione tecnologica per le nostre industrie della difesa per tenere il passo con i cambiamenti nel carattere della guerra. Dobbiamo trarne le lezioni ed estrapolarle per un eventuale conflitto su larga scala nel prossimo futuro. Abbiamo bisogno di approvvigionamenti più rapidi ed efficienti. Dobbiamo trovare nuovi modi di lavorare con alleati e partner che condividono gli stessi obiettivi.La ricostruzione della difesa europea richiede, come punto di partenza, un investimento massiccio per un periodo prolungato. Insieme dobbiamo accelerare i lavori su tutti i fronti per aumentare urgentemente la prontezza della difesa europea e garantire che l’Europa abbia una postura di difesa europea forte e sufficiente al più tardi entro il 2030, aumentando così anche il nostro contributo alla sicurezza transatlantica.Il presente Libro bianco fornisce un quadro di riferimento per il piano ReArm Europe, definendo le ragioni di un aumento degli investimenti europei nel settore della difesa che si verifica una volta per generazione. Esso definisce i passi necessari per ricostruire la difesa europea, sostenere l’Ucraina, affrontare le carenze di capacità critiche e creare una base industriale della difesa forte e competitiva.Per il breve termine, il presente Libro bianco presenta opzioni concrete per la collaborazione tra gli Stati membri al fine di rifornire urgentemente le loro scorte di munizioni, armi ed equipaggiamenti militari. Ciò è essenziale anche per mantenere e rafforzare il sostegno militare all’Ucraina. Come si evince dal Libro bianco, il sostegno all’Ucraina è il compito immediato e più urgente per la difesa europea. L’Ucraina ne è attualmente la prima linea, che resiste a una guerra di aggressione guidata dalla più grande minaccia alla nostra sicurezza comune.Per il medio-lungo termine, indica diverse aree critiche di capacità, in cui le lacune sono già state identificate dagli Stati membri nelle iniziative di priorità di capacità dell’UE e della NATO. Propone che gli Stati membri uniscano urgentemente i loro sforzi per colmare queste lacune, anche attraverso una serie di progetti di difesa di comune interesse europeo, che saranno definiti dagli Stati membri e che beneficeranno degli incentivi dell’UE. Il sostegno dell’Unione allo sviluppo collaborativo delle capacità faciliterà così gli Stati membri nell’Alleanza Atlantica a raggiungere i loro obiettivi di capacità in modo più rapido ed economico e con una maggiore interoperabilità fin dall’inizio. Infine, il Libro bianco suggerisce indicazioni per rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea, stimolando la ricerca e creando un mercato europeo per le attrezzature di difesa.2. UN CONTESTO STRATEGICO IN RAPIDO DETERIORAMENTOLe minacce alla sicurezza europea stanno proliferando in modo tale da costituire una minaccia acuta per il nostro stile vita. Anche prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, c’era una crescente consapevolezza della pericolosità dell’ambiente in cui operiamo. Questo, a sua volta, ha influenzato il nostro sistema politico e ha avuto un impatto negativo sulla crescita economica, poiché i cittadini temono le conseguenze di una rottura dell’ordine internazionale dovuta al comportamento di attori ostili.In primo luogo, la geografia e la storia dell’Unione europea la rendono vulnerabile a certi tipi di sfide nel più ampio vicinato europeo. La vicinanza al Nord Africa e al Medio Oriente rende l’Europa vulnerabile allo sconfinamento dei conflitti, delle migrazioni e degli effetti del cambiamento climatico che hanno colpito queste regioni. A nord, l’Artico sta diventando una nuova arena di competizione geopolitica. Dall’altra parte dell’Atlantico, gli Stati Uniti, tradizionalmente un alleato forte, sono convinti di essere troppo impegnati in Europa e di doversi riequilibrare, riducendo il loro ruolo storico di garante primario della sicurezza.In secondo luogo, esiste un’ampia gamma di diversi tipi di minacce alla sicurezza, sempre più interconnesse e sempre più diffuse. Si tratta di casi di terrorismo ed estremismo violento, attacchi ibridi, azioni di gruppi internazionali di criminalità organizzata e reti di criminali informatici. Le prove delle connessioni tra questi gruppi e gli attori statali ostili sono in aumento, a causa delle nuove tecnologie che trascendono facilmente i confini.In terzo luogo, uno dei fattori distintivi di questa nuova era è la misura in cui queste sfide alla sicurezza sono di natura strategica, e richiedono quindi una risposta strategica. Ad esempio, la Russia rappresenta una grande minaccia strategica sul campo di battaglia. Ha costretto l’Europa e i nostri partner a confrontarsi con la realtà di una grande guerra meccanizzata ad alta intensità sul continente europeo, su una scala mai vista dal 1945. La Russia – che era già per distacco lo Stato europeo più pesantemente armato – ha ora un’economia di guerra, focalizzata in modo preponderante sul perseguimento dei suoi obiettivi bellici, basata sulla mobilitazione industriale e sull’innovazione tecnologica.Nel frattempo, le implicazioni per la sicurezza dell’ascesa della Cina sono di natura altrettanto strategica. La sfida posta da Pechino è sistematica in quanto si basa su un sistema di governo completamente diverso – autoritario e non democratico – da quello dell’UE. È inoltre sistematica in quanto legata all’approccio della Cina al commercio, agli investimenti e alla tecnologia, con cui cerca di ottenere il primato e in alcuni casi la supremazia.In un’epoca in cui le minacce proliferano e la concorrenza sistemica aumenta, l’Europa deve rispondere in modo strategico. Ciò richiede di sfruttare i punti di forza dell’Unione europea, ma anche di affrontare le aree di debolezza comparativa, come la nostra capacità di stabilire una chiara direzione di marcia centrale. Altrimenti, l’Europa sarà sempre meno in grado di decidere del proprio futuro e sempre più spinta da grandi blocchi economici, tecnologici e militari che cercano di ottenere un vantaggio su di noi.Nel breve termine, il futuro dell’Europa è determinato dal conflitto in Ucraina. Nel medio-lungo termine, con l’attuale traiettoria, alcune delle sfide che dobbiamo affrontare non potranno che acuirsi. Il resto del mondo è impegnato in una corsa alla modernizzazione militare e al vantaggio tecnologico ed economico. Questa corsa si sta intensificando e l’Europa deve ancora trovare una risposta pienamente coerente per far fronte alla gravità del momento attuale.La Russia continuerà a incrementare la sua economia di guerra, sostenuta da Bielorussia, Corea del Nord e Iran. Mosca sta espandendo massicciamente la sua capacità di produzione militare-industriale, con una spesa stimata nel 2024 pari al 40% del budget federale e fino al 9% del PIL (dal 6% nel 2023) per la difesa. Nel 2025, si prevede che la Russia supererà la spesa per la difesa degli Stati membri in termini di parità di potere d’acquisto. Inoltre, Mosca ha chiarito che, secondo la sua concezione, rimane in guerra con l’Occidente. Se si permette alla Russia di raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, le sue ambizioni territoriali si estenderanno oltre.La Russia rimarrà una minaccia fondamentale per la sicurezza dell’Europa nel prossimo futuro, anche per la sua posizione nucleare più aggressiva e il posizionamento di armi nucleari in Bielorussia. Mosca sta sfruttando una rete di instabilità sistemica, anche attraverso una stretta collaborazione con altre potenze autoritarie. Continua ad alimentare le tensioni e l’instabilità nei Paesi vicini all’Europa, che si tratti di Balcani occidentali, Georgia, Moldavia o Armenia, e ha una crescente influenza destabilizzante in Africa.Se da un lato la Cina è un partner commerciale fondamentale per l’UE, dall’altro sta aumentando le spese per la difesa, con una mancanza di trasparenza sul suo sviluppo militare. Oggi la Cina è il secondo Paese al mondo per spesa militare, superando tutti gli altri Paesi dell’Asia orientale messi insieme. Sta espandendo rapidamente le proprie capacità militari, comprese quelle nucleari, spaziali e informatiche. Questo cambiamento sta alterando in modo significativo l’equilibrio strategico nell’Indo-Pacifico. La modernizzazione militare e industriale della difesa cinese è sia quantitativa che qualitativa. Pechino sta intensificando le misure politiche, economiche, militari, informatiche e cognitive per costringere Taiwan, pur rimanendo al di sotto della soglia del confronto diretto. Il cambiamento dello status quo di Taiwan solleva il rischio di una grave perturbazione che avrebbe profonde conseguenze economiche e strategiche per l’Europa. Inoltre, le azioni della Cina nel Mar Cinese Orientale e Meridionale stanno destabilizzando la regione, mentre la sua crescente proiezione militare nel Pacifico Meridionale e nell’Oceano Indiano sta sollevando preoccupazioni tra i partner europei.Le rivalità geopolitiche alimentano l’instabilità in diverse parti del mondo. Questo non solo influisce sulla sicurezza europea, ma mette anche a rischio la nostra economia. In Medio Oriente, sia il cessate il fuoco a Gaza che la caduta del regime di Assad in Siria offrono l’opportunità di ridurre le tensioni regionali e di porre fine alle sofferenze umane. Ciò potrebbe anche ridurre l’insicurezza economica ed evitare ricadute, anche intorno al Mar Rosso. Il legame diretto dell’Iran con la Russia, le sue ambizioni militari, il suo sostegno alle forze per procura e il suo ruolo nella destabilizzazione della regione continuano a rappresentare una seria preoccupazione per la sicurezza europea. La fragile situazione in Israele/Palestina, Siria e Libano dovrà essere attentamente monitorata per evitare nuove tensioni.I conflitti, l’instabilità e il crescente estremismo violento in tutta l’Africa, compresi il Sahel, la Libia e il Sudan, hanno implicazioni dirette per la sicurezza e l’economia dell’Europa e continueranno a generare instabilità.Le crescenti minacce ibride includono attacchi informatici, sabotaggi, interferenze elettroniche nei sistemi globali di navigazione e satellitari, campagne di disinformazione e spionaggio politico e industriale, nonché l’armamento della migrazione. Le attività di sabotaggio nel Mar Baltico e nel Mar Nero sono in aumento. Le attività marittime, il relativo traffico e le infrastrutture critiche sottomarine sono minacciati. Anche la libertà d’azione dell’Europa nell’aria e nello spazio è sempre più minacciata.Le rivalità geopolitiche non solo hanno portato a una nuova corsa agli armamenti, ma hanno anche provocato una corsa alla tecnologia globale. La tecnologia sarà la principale caratteristica della competizione nel nuovo ambiente geopolitico. Alcune tecnologie critiche e fondamentali come l’IA, la quantistica, le biotecnologie, la robotica e l’ipersonico sono fattori chiave per la crescita economica a lungo termine e per la preminenza militare. Per questo è fondamentale promuovere l’innovazione. Pertanto, la diffusione della tecnologia a fini commerciali deve essere conciliata con ecosistemi tecnologici più rigidi per promuovere gli obiettivi di sicurezza nazionale. I concorrenti strategici dell’UE stanno investendo molto in questo settore.Lo stesso vale per la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime critiche, fondamentali per la nostra produzione economica e industriale, per le capacità di difesa e per la competitività. Queste sono sempre più spesso causa di competizione e conflitti e fanno parte della politica di potenza, in quanto le dipendenze eccessive possono essere sfruttate. Ad esempio, un’escalation delle tensioni nello Stretto di Taiwan potrebbe precludere all’UE l’accesso a materiali, tecnologie e componenti fondamentali.In un mondo più duro, caratterizzato da una geopolitica ipercompetitiva e transazionale, che si estende su diversi teatri, l’UE deve essere in grado di contrastare efficacemente qualsiasi sfida ed essere pronta, anche per le contingenze militari più estreme, come l’aggressione armata.3. PRONTEZZA EUROPEA 2030Visti i cambiamenti nell’ambiente strategico, è importante che l’Europa costruisca una capacità di deterrenza sufficiente a prevenire una potenziale guerra di aggressione.Gli Stati membri manterranno sempre la responsabilità delle proprie truppe, dalla dottrina allo schieramento, e delle esigenze di definizione delle proprie forze armate. Inoltre, l’UE agirà sempre in modo da non pregiudicare il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di specifici Stati membri, tenendo conto degli interessi di sicurezza e di difesa di tutti.Tuttavia, l’Unione può fare molto per sostenere e coordinare gli sforzi degli Stati membri per rafforzare la base industriale della difesa e la prontezza complessiva in materia di difesa, compresi i contributi europei alla deterrenza e alla difesa collettiva della NATO. Creando le condizioni necessarie per anticipare massicciamente gli investimenti nel settore della difesa, fornendo la necessaria prevedibilità all’industria e riducendo la burocrazia, l’UE sosterrà gli Stati membri neò raggiungere la piena prontezza nel 2030.L’Unione integra e moltiplica gli sforzi individuali degli Stati membri. Indipendentemente dal formato scelto da questi ultimi, la realizzazione di progetti di collaborazione migliorerà il coordinamento, generando economie di scala e migliorando i tempi di consegna. A sua volta, questo aumenterà la capacità produttiva dell’industria europea della difesa.L’UE sta apportando valore aggiunto:facilitando una maggiore collaborazione e una scala efficiente per l’industria europea della difesa nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di sistemi d’arma,facilitando l’efficienza, l’intercambiabilità e l’interoperabilità, riducendo i costi evitando acquisti competitivi e migliorando il potere d’acquisto degli Stati membri, contribuendo nel contempo a generare stabilità e prevedibilità con la domanda industriale pluriennale,sostenendo infrastrutture a duplice uso per la mobilità e comunicazioni satellitari per la navigazione e l’osservazionepermettendo partenariatiIl Libro bianco sarà seguito dalla Strategia dell’Unione per la preparazione, che definirà un approccio integrato a tutti i rischi per la preparazione a conflitti e crisi, e dalla Strategia di sicurezza interna dell’UE, che fornirà un quadro completo e unificato per prevenire, individuare e rispondere efficacemente alle minacce alla sicurezza.4. COLMARE LE LACUNEPer dissuadere in modo credibile le aggressioni armate straniere e affrontare le conseguenze dell’instabilità e dei conflitti, gli Stati membri dell’UE devono disporre delle capacità necessarie per portare avanti l’intero spettro degli incarichi militari. Oggi gli Stati membri soffrono di carenze critiche di capacità che influiscono sull’esecuzione di operazioni militari complesse per un periodo prolungato. Dato il rapido deterioramento del contesto geopolitico e le crescenti tensioni, l’Europa deve acquisire i mezzi necessari in tempi ragionevolmente brevi.La ricostruzione della difesa europea richiede di agire su diverse dimensioni, in stretto coordinamento con la NATO. Sono necessari interventi e investimenti urgenti per ricostituire le scorte di attrezzature ed equipaggiamenti militari degli Stati membri. Lo sviluppo di una cooperazione paneuropea su larga scala per colmare le lacune di capacità critiche in aree prioritarie è destinato a diventare una necessità strategica che richiederà diversi anni per essere realizzata. Ecco perché è necessario intensificare gli sforzi adesso.Lacune di competenzaPer colmare le lacune in termini di competenza occorre: 1) un’intesa condivisa tra gli Stati membri sulle priorità più urgenti di investimento nelle capacità, alla luce delle recenti indicazioni del Consiglio europeo; 2) un impegno stabile e a lungo termine per affrontarle; 3) un accordo chiaro tra gli Stati membri sul quadro di governance per ogni tipo di competenza, che può variare da uno all’altro; 4) finanziamenti e incentivi dell’UE per aiutare gli Stati membri a mobilitare le risorse di bilancio necessarie e a spenderle nel modo più efficiente e mirato.L’Unione europea è già in grado di farlo, in quanto:aiuta gli Stati membri a individuare le carenze e le priorità di capacità a livello europeo,sostiene gli Stati membri nell’avvio di nuovi progetti, a partire dall’armonizzazione dei requisiti. La “multi-ruolo” flotta di navi cisterna per il trasporto ne è un esempio,sostiene l’aggregazione della domanda attraverso l’acquisto collaborativo, aprendo la strada alla fase industriale e intraprendendo acquisti congiunti per conto degli Stati membri e su loro richiesta (ad esempio, munizioni da 155 mm per l’Ucraina),rafforza la cooperazione attraverso la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) per implementare la competenza e i progetti operativi di difesa.Domini di competenza difensivaSulla base delle carenze di competenze difensive già individuate dagli Stati membri, il presente Libro bianco definisce sette aree prioritarie fondamentali per costruire una solida difesa europea. Le aree di compentenza prioritarie sono le seguenti:Difesa aerea e missilistica: una difesa aerea e missilistica integrata, a più livelli, che protegge da un intero spettro di minacce aeree (missili da crociera, missili balistici e ipersonici, aerei e UAS).Sistemi di artiglieria: sistemi di fuoco avanzati che includono artiglieria moderna e sistemi missilistici a lungo raggio progettati per sferrare attacchi precisi e a lungo raggio contro obiettivi terrestri (deep precision strike).Munizioni e missili: sulla base dell’iniziativa del Servizio europeo per l’azione esterna “Piano munizioni 2.0”, una scorta strategica di munizioni, missili e componenti e una capacità di produzione industriale della difesa sufficiente a garantire un rifornimento tempestivo.Droni e sistemi di contro-droni: sistemi senza pilota, compresi veicoli aerei, terrestri, di superficie e subacquei che possono essere controllati a distanza o operare autonomamente utilizzando software e sensori avanzati e migliorare le capacità consentite da questa tecnologia (ad esempio, consapevolezza della situazione, sorveglianza, …).Mobilità militare: una rete europea di corridoi terrestri, aeroporti, porti marittimi ed elementi e servizi di supporto, che facilita il trasporto rapido e senza soluzione di continuità di truppe ed equipaggiamenti militari nell’UE e nei Paesi partner.AI, Quantum, Cyber & Electronic Warfare: applicazioni di difesa che utilizzano l’AI militare e l’informatica quantistica; sistemi elettronici avanzati a livello europeo progettati per a) proteggere e garantire l’uso senza ostacoli dello spettro elettromagnetico per le forze e le operazioni terrestri, aeree, spaziali e navali; b) sopprimere, interrompere e negare l’uso dello spettro elettromagnetico da parte di un avversario; c) proteggere la libertà di operare nel cyberspazio e garantire un accesso senza ostacoli alle capacità informatiche. Per garantire la protezione e la libertà di manovra nel cyberspazio sono necessarie capacità cibernetiche sia difensive che offensive. È necessario sviluppare insieme agli Stati membri un sistema di sostegno volontario di competenze informatiche offensive come deterrente credibile.Abilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche: compresi, ma non solo, i velivoli per il trasporto aereo strategico e il rifornimento aria-aria, l’intelligence e la sorveglianza, il dominio marittimo, l’uso e la protezione dello spazio e di altri mezzi di comunicazione sicuri e l’infrastruttura militare per il carburante.Raccogliere il “dividendo collaborativo”È assolutamente necessario colmare queste lacune di capacità e competenze in modo collaborativo.Sia il Rapporto Niinistö che il Rapporto Draghi evidenziano come la mancanza di collaborazione abbia portato a inefficienze nello sviluppo delle capacità di difesa imponendo costi aggiuntivi a tutti gli Stati membri. Di conseguenza, si è persa l’opportunità di sfruttare le economie di scala europee per ridurre i costi unitari. La spesa – scarsa e frammentata – degli Stati membri destinata all’innovazione nel settore della difesa ha un impatto negativo sulle tecnologie emergenti, fondamentali per le future capacità di difesa.I gap di competenza possono essere colmati attraverso l’acquisizione di competenze belliche ad alta intensità, in linea con i processi di capacità dell’UE e della NATO. La portata, il costo e la complessità della maggior parte dei progetti in questi settori vanno oltre le capacità individuali degli Stati membri. Pertanto, un’azione coordinata che benefici del sostegno dell’intero pacchetto di strumenti dell’UE faciliterebbe l’approvvigionamento economicamente vantaggioso e favorirebbe l’aumento della capacità industriale europea di difesa, rafforzando la nostra base tecnologica, compresa l’innovazione tecnologica nel campo della difesa.L’approvvigionamento collaborativo è il mezzo più efficiente per procurarsi un gran numero di “materiali di consumo” come munizioni, missili e droni. Gli acquisti collaborativi, tuttavia, sono fondamentali anche per realizzare progetti più complessi, poiché l’aggregazione della domanda limita i costi, invia segnali più chiari agli operatori di mercato, accorcia i tempi di consegna e garantisce l’interoperabilità e l’intercambiabilità. Dal 2007, nell’ambito dell’Agenzia europea per la difesa (EDA),Gli Stati membri hanno concordato un obiettivo comune del 35% sul totale degli acquisti di attrezzature per la difesa da effettuare in collaborazione. Questo obiettivo si riflette negli impegni della PESCO, lanciata nel 2017.Gli Stati membri hanno a disposizione diversi formati e strutture di collaborazione. Queste forme includono, ma non si limitano a: la cooperazione multinazionale ad hoc, come per esempio una struttura a “nazione guida”; l’Agenzia europea per la difesa, l’Agenzia di supporto e approvvigionamento della NATO o l’Organizzazione per la cooperazione congiunta in materia di armamenti (OCCAR). Su richiesta degli Stati membri, la Commissione potrebbe anche agire come centrale di acquisto per conto degli Stati membri.Mobilità militare e infrastruttureLa mobilità militare è un fattore essenziale per la sicurezza e la difesa europee e per il nostro sostegno all’Ucraina. Essa rafforza la capacità delle forze armate degli Stati membri e degli alleati di spostare rapidamente truppe ed equipaggiamenti in tutta l’UE in caso di conflitto o di intensificazione della guerra ibrida. Dimostra la nostra prontezza e deterrenza. Il rafforzamento della logistica delle forze armate si sposa anche con la necessità di rendere la nostra economia più connessa e competitiva: un binomio perfetto in termini di duplice utilizzo. Sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti progressi significativi, permangono notevoli ostacoli allo spostamento di truppe ed equipaggiamenti senza ostacoli attraverso l’UE.La mobilità militare è ostacolata dalla burocrazia, che spesso richiede un’autorizzazione diplomatica specifica per i trasporti militari e anche il rispetto delle normali norme e procedure amministrative. Le attuali procedure non armonizzate, comprese quelle doganali, causano spesso gravi ritardi nel rilascio dei permessi transfrontalieri. Per accelerare la deterrenza indipendente dell’Europa e il nostro sostegno all’Ucraina, l’UE e gli Stati membri devono semplificare e snellire immediatamente i regolamenti e le procedure e garantire alle forze armate un accesso prioritario alle strutture, alle reti e ai mezzi di trasporto, anche nel contesto della sicurezza marittima.Per i loro spostamenti, le forze armate hanno bisogno di accedere a infrastrutture di trasporto critiche, adatte a un duplice utilizzo. Hanno bisogno della disponibilità di tutte le modalità di trasporto e anche di percorsi multipli all’interno dell’Unione Europea, oltre che di collegamenti con i Paesi partner. Per questo motivo, l’UE ha individuato quattro corridoi multimodali prioritari (ferroviario, stradale, marittimo e aereo) per la mobilità militare per i movimenti di truppe ed equipaggiamenti a breve termine e su larga scala. Questi corridoi necessitano di investimenti sostanziali e urgenti per facilitare il movimento di truppe ed equipaggiamenti militari. All’interno di questi quattro corridoi prioritari, sono già stati stanziati 500 progetti hot-spot che devono essere migliorati con urgenza (come l’ampliamento dei tunnel ferroviari, il rafforzamento dei ponti stradali e ferroviari, l’espansione dei terminal portuali e aeroportuali). Occorre inoltre garantirne la sicurezza, la manutenzione e la riparazione. L’UE e gli Stati membri devono identificare le possibili strozzature immediate e future nell’approvvigionamento energetico insieme ai partner interessati, in particolare la NATO.La mobilità militare può essere ulteriormente rafforzata da una maggiore disponibilità di mezzi di trasporto specializzati e a duplice uso in tutte le modalità di trasporto. L’UE può portare valore aggiunto agevolando l’approvvigionamento congiunto, la pre-contrattazione dei beni e l’utilizzo di standard di progettazione uniformi per le capacità a duplice utilizzo e per quelle di difesa e sicurezza. Una cooperazione rafforzata tra le industrie dell’UE consentirebbe di aumentare la fornitura di beni critici e di mantenere la posizione di leader di mercato delle aziende europee che offrono tecnologie a duplice utilizzo.La Commissione, in consultazione con l’Alto Rappresentante, riesaminerà tutta la legislazione UE esistente che incide sulla mobilità militare – comprese regole più severe in merito alla proprietà e al controllo delle infrastrutture di trasporto critiche – mapperà e aggiornerà le necessarie infrastrutture a duplice utilizzo e le infrastrutture di trasporto critiche e prenderà in considerazione azioni appropriate per rimuovere gli ostacoli persistenti e garantire l’accesso dei militari ai mezzi di trasporto specializzati. I progetti infrastrutturali a lungo termine a duplice utilizzo beneficerebbero anche di una maggiore prevedibilità finanziaria.Quest’anno, l’UE adotterà una comunicazione congiunta sulla mobilità militare, portando avanti le necessarie proposte legislative.Protezione delle frontiereLa difesa di tutti i confini terrestri, aerei e marittimi dell’UE è importante, in particolare per quanto riguarda il confine orientale dell’UE. Il progetto di uno scudo per il confine orientale è un’iniziativa degna di nota intrapresa da alcuni Stati membri per affrontare le crescenti sfide in questa regione. Il progetto prevede l’istituzione di un sistema integrato di gestione delle frontiere terrestri, volto a rafforzare il confine terrestre esterno dell’UE con la Russia e la Bielorussia contro le minacce militari e ibride. Ciò includerebbe una combinazione completa di barriere fisiche, sviluppo di infrastrutture e moderni sistemi di sorveglianza.Omnibus della difesa La semplificazione e l’armonizzazione normativa devono concentrarsi sia sulle norme e le procedure specifiche del settore della difesa, sia sull’impatto sull’industria della difesa delle politiche e dei regolamenti dell’UE che non sono specifici per la difesa, ma che impediscono alla base tecnologica e industriale della difesa europea (EDTIB) di rispondere con la massima agilità alle attuali, accresciute, esigenze.La Commissione avvierà immediatamente un dialogo strategico con l’industria della difesa per discutere le possibili misure in questi settori, individuare gli ostacoli normativi e affrontare le sfide dell’industria della difesa. In questo contesto, la Commissione inviterà l’EDA e lo Stato Maggiore dell’UE a condividere le proprie competenze, se necessario. Sulla base dei risultati di questo dialogo, la Commissione presenterà una proposta di semplificazione omnibus per la difesa entro giugno 2025. Tale proposta sarà finalizzata in particolare a:aumentare la certificazione incrociata dei prodotti per la difesa e facilitare il riconoscimento reciproco della certificazione, ove opportuno;consentire il rapido rilascio delle autorizzazioni edilizie e ambientali per i progetti industriali di difesa come questione di interesse pubblico prioritario;garantire la disponibilità e l’utilizzabilità tempestiva e legale di tutti i materiali e gli altri fattori produttivi necessari nella catena di approvvigionamento dell’EDTIB, in particolare per gli usi essenziali per i quali non sono disponibili sostituti adeguati;rimuovere gli ostacoli che impediscono la disponibilità del personale militare nei tempi e nei luoghi opportunirimuovere gli ostacoli legati all’accesso ai finanziamenti, compresi gli investimenti ESG;facilitare lo scambio di informazioni riservate e sensibili in condizioni che garantiscano la semplicità e la sicurezza del trattamento;la razionalizzazione dei programmi industriali di difesa dell’UE per ridurre i tempi di consegna, semplificare la gestione dei progetti finanziati dall’UE e semplificare il trattamento dei cofinanziamenti degli Stati membri.In questo contesto, anche le direttive dell’UE sugli appalti per la difesa e la sicurezza sensibile e sui trasferimenti intra-UE di prodotti per la difesa saranno oggetto di semplificazione e armonizzazione normativa. Sulla base della sua revisione intermedia, l’obiettivo dovrebbe essere anche quello di semplificare e le regole e le procedure del Fondo europeo per la difesa.Scorte strategiche e pool di preparazioneL’UE, insieme agli Stati membri, può sostenere la creazione di scorte strategiche e di pool di pronto intervento industriale per la difesa. Il Programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) sosterrà tali sforzi secondo tre linee d’azione. In primo luogo, supportando azioni industriali per lo sviluppo di partenariati industriali transfrontalieri per coordinare le riserve di prodotti per la difesa, componenti e relative materie prime. In secondo luogo, sostenendo azioni di approvvigionamento per creare riserve strategiche di componenti e materie prime rilevanti. In terzo luogo, sostenendo la creazione di riserve strategiche (o pool di preparazione industriale per la difesa) di prodotti per la difesa fabbricati nell’UE.5. INCREMENTO DEL SOSTEGNO MILITARE ALL’UCRAINA (“Strategia Porcospino”)Dal febbraio 2022, l’UE e gli Stati membri hanno fornito circa 50 miliardi di euro di sostegno militare all’Ucraina, anche attraverso il Fondo europeo per la pace. Questo sostegno è stato fondamentale per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina. La resistenza dell’Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia è stata notevole. Le esigenze di difesa dell’Ucraina continueranno a essere elevate ben oltre qualsiasi cessate il fuoco o accordo di pace a breve termine. L’Ucraina rimarrà in prima linea nella difesa e nella sicurezza europea ed è il teatro chiave per definire il nuovo ordine internazionale, con la propria sicurezza interconnessa a quella dell’Unione europea. L’UE e i suoi Stati membri dovranno potenziare la capacità di difesa e di sicurezza dell’Ucraina attraverso una “Strategia porcospino”, che sia in grado di scoraggiare eventuali ulteriori attacchi e di garantire una pace duratura. È quindi indispensabile che l’UE e i suoi Stati membri aumentino con urgenza l’assistenza militare all’Ucraina.La guerra di aggressione ha messo in luce anche l’industria della difesa ucraina, altamente innovativa e fiorente, con competenze significative in settori come l’intelligenza artificiale e i droni, nonché competenze inutilizzate in settori chiave. L’attitudine al fare e lo spirito imprenditoriale delle giovani e dinamiche aziende ucraine possono fornire importanti impulsi alla competitività dell’Europa e allo sviluppo di maggiori capacità di difesa europee.Il sostegno militare dell’UE all’Ucraina dovrebbe concentrarsi su due priorità che si rafforzano a vicenda:a. Aumentare l’assistenza – militare e di altro tipo – dell’UE all’UcrainaNell’ambito delle garanzie di sicurezza a lungo termine e in linea con l’iniziativa dell’Alto Rappresentante sul rafforzamento del sostegno militare all’Ucraina, l’UE e i suoi Stati membri dovrebbero provvedere a quanto segue:La fornitura di munizioni di artiglieria di grosso calibro con un obiettivo minimo di 2 milioni di proiettili all’anno. È urgente finanziare completamente in tempi brevi le forniture di munizioni all’Ucraina per tutto il 2025, anche attraverso donazioni incentivate dalle scorte e dagli approvvigionamenti è urgente. Per garantire forniture stabili è necessario impegnarsi finanziariamente fin da ora.La fornitura di sistemi di difesa aerea, missili (compreso l’attacco di precisione) e droni sono priorità condivise dall’Ucraina e dagli Stati membri. Sulla base della Lettera d’intenti del novembre 2024, in cui 18 Stati membri hanno affermato la loro volontà di colmare collettivamente le urgenti carenze di capacità nel breve termine, acquistando sistemi di difesa aerea terrestri e sistemi aerei senza pilota, dovrebbe essere avviata con l’Ucraina una “Iniziativa di difesa aerea” su due binari, che comprenda l’approvvigionamento collettivo e il sostegno finanziario all’Ucraina per la produzione accelerata di intercettori per i sistemi di difesa aerea a corto e medio raggio.I droni sono uno strumento indispensabile per correggere l’asimmetria delle risorse militari sul campo. L’UE e i suoi Stati membri dovrebbero continuare a sostenere l’acquisto di droni da parte dell’Ucraina e sostenere ulteriormente lo sviluppo della sua capacità produttiva, anche attraverso joint venture tra industrie europee e ucraine.Gli sforzi dell’UE e degli Stati membri per addestrare ed equipaggiare le brigate ucraine e sostenere attivamente la rigenerazione dei battaglioni devono consolidarsi e continuare a svilupparsi ulteriormente, diventando un elemento essenziale del futuro sviluppo delle capacità militari dell’Ucraina dopo qualsiasi cessate il fuoco. L’EUMAM Ucraina continuerà a fornire formazione oltre i 75.000 beneficiari attuali. È necessario fornire pezzi di ricambio e un supporto dedicato il più possibile parallelamente alle operazioni, per la manutenzione, la riparazione e la revisione delle attrezzature danneggiate in battaglia, adattando nel modo migliore le attrezzature militari inviate in Ucraina alle necessità sul campo. Allo stesso modo, le truppe europee potranno trarre notevoli benefici dall’esperienza in prima linea delle forze ucraine.Il sostegno diretto all’industria della difesa ucraina è il modo più efficace ed efficiente in termini di costi per sostenere gli sforzi militari dell’Ucraina, in particolare attraverso gli ordini di approvvigionamento diretto dell’industria della difesa da parte degli Stati membri per la donazione all’Ucraina. La capacità produttiva stimata dell’industria ucraina della difesa raggiungerà circa 35 miliardi di euro nel 2025. A tale scopo, l’Ucraina potrebbe utilizzare il prestito dell’UE che fa parte dell’iniziativa di accelerazione straordinaria delle entrate (ERA) guidata dal G7. La Commissione adotterà tutte le misure necessarie per anticipare il finanziamento attraverso questo strumento, così come nell’ambito dello Strumento per l’Ucraina, per massimizzare il margine di manovra macroeconomico dell’Ucraina. La prealimentazione del SER consentirà all’Ucraina di incrementare la spesa per il fabbisogno militare e di dare priorità agli acquisti nelle industrie della difesa ucraine ed europee. Inoltre, il nuovo strumento SAFE (Security Action for Europe) consentirebbe all’industria della difesa ucraina di partecipare ad appalti collaborativi al pari dell’industria dell’UE.È necessaria una maggiore mobilità militare per garantire una più agevole assistenza militare. I corridoi di mobilità militare dell’UE dovrebbero estendersi all’Ucraina, migliorando l’interoperabilità e fungendo da ulteriore garanzia di sicurezza per scoraggiare future aggressioni.Un maggiore accesso ai beni e ai servizi spaziali dell’UE potrebbe essere un fattore chiave per migliorare le capacità di difesa dell’Ucraina. L’UE dovrebbe dare seguito alla richiesta dell’Ucraina di partecipare al programma spaziale dell’UE, compreso l’accesso ai servizi governativi basati sullo spazio nel campo del posizionamento, della navigazione e del cronometraggio, delle comunicazioni e dell’osservazione della Terra. L’UE dovrebbe inoltre finanziare l’accesso dell’Ucraina ai servizi che di fornitori commerciali con sede nell’UE, comprese le start-up e le scale-up, a sostegno e su richiesta delle Forze armate ucraine. Ciò aiuterà l’Ucraina a migliorare la propria resilienza diversificando le fonti di servizi spaziali. Inoltre, l’UE e i suoi Stati membri dovrebbero cooperare strettamente con l’Ucraina per proteggere gli asset strategici (come, per esempio, le minacce informatiche che colpiscono l’Ucraina) ) e invitare l’Ucraina a partecipare al Centro di analisi di informazioni di sicurezza nel settore spaziale. (ISAC) dell’UE.La “EU Military Staff Clearing House Cell” (Cellula di compensazione dello Stato Maggiore dell’UE)contribuisce già al coordinamento del sostegno militare degli Stati membri all’Ucraina, in collaborazione con il Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina e con l’assistenza e l’addestramento alla sicurezza della NATO per l’Ucraina. Per rafforzare questo lavoro e potenziarlo con una maggiore cooperazione industriale tra l’EDTIB (base industriale e tecnologica di difesa europea) e l’industria ucraina della difesa, l’UE proporrà all’Ucraina di istituire una Task Force trasversale.b. Associare l’Ucraina alle iniziative dell’UE per lo sviluppo delle capacità di difesa e l’integrazione delle rispettive industrie della difesa.Gli ultimi tre anni hanno stimolato l’Ucraina a sviluppare rapidamente la propria capacità militare. Oggi l’Ucraina utilizza l’esperienza acquisita in prima linea per adattare e aggiornare continuamente gli equipaggiamenti, al punto da diventare il principale laboratorio mondiale di innovazione tecnologica e di difesa. Una più stretta cooperazione tra le industrie della difesa ucraine ed europee consentirà un trasferimento di conoscenze di prima mano su come utilizzare al meglio l’innovazione per raggiungere la superiorità militare sul campo di battaglia, anche per quanto riguarda il rapido aumento della produzione e l’aggiornamento delle capacità esistenti.L’EDTIB rimane comunque all’avanguardia nello sviluppo di sistemi e tecnologie di difesa su larga scala più avanzati. L’integrazione dell’industria ucraina della difesa nell’EDTIB la aiuterà a crescere, a modernizzarsi, a consolidarsi e a fornire prodotti di difesa efficienti dal punto di vista dei costi al mercato globale.La rapida adozione del progetto di regolamento EDIP è quindi una priorità assoluta. Una volta approvato, aprirà la strada all’integrazione dell’Ucraina nel mercato europeo delle attrezzature per la difesa attraverso un apposito strumento di sostegno all’Ucraina (USI) e aprendo le attività del programma alla partecipazione dell’Ucraina – coerentemente con quanto ora proposto per SAFE, secondo le diverse modalità di tale strumento. In questo contesto, l’Ufficio per l’innovazione della difesa dell’UE a Kiev potrebbe essere potenziato per espandere la collaborazione industriale nel settore della difesa, consentendo all’UE di sostenere e trarre profitto dall’esperienza bellica dell’Ucraina e di incentivare ulteriormente gli investimenti diretti delle imprese dell’UE nel mercato industriale della difesa ucraino. Inoltre, la Commissione e l’Alto rappresentante raccomandano agli Stati membri di incaricare l’EDA di espandere la partecipazione dell’Ucraina alle sue attività, compreso l’Hub per l’innovazione della difesa dell’UE. Dovrebbe essere incoraggiata anche la partecipazione ucraina ai progetti PESCO e alle opportunità di collaborazione derivanti dalla Coordinated Annual Review on Defence (CARD).L’interazione e la cooperazione tra UE, Stati membri e Ucraina che ne deriverebbe, consentirebbe all’Ucraina di trasferire all’UE alcune delle sue esperienze di guerra ad alta intensità. Gli insegnamenti tratti potrebbero a loro volta informare e sostenere l’identificazione delle future esigenze di difesa degli Stati membri.6. UN’INDUSTRIA DELLA DIFESA FORTE E INNOVATIVA IN EUROPAIl settore industriale europeo della difesa è un prerequisito indispensabile per la messa a punto di una difesa e deterrenza credibile. Diverse aziende europee del settore sono competitive a livello globale, ma la base industriale della difesa dell’UE presenta ancora debolezze strutturali. Attualmente, l’industria europea della difesa non è in grado di produrre sistemi ed equipaggiamenti di difesa nelle quantità e con la velocità necessarie agli stati membri. Il settore rimane troppo frammentato, con operatori nazionali dominanti che si rivolgono per lo più ai mercati nazionali. Inoltre, ha sofferto di una carenza di investimenti ed è dunque necessario aumentare gli investimenti e l’approvvigionamento provenienti dal settore industriale dell’UE. Per aiutare l’industria della difesa a superare queste debolezze, il processo di revisione della direttiva UE sugli appalti per la difesa e la sicurezza sensibile, previsto per il 2026, terrà conto della raccomandazione del Competitiveness Compass di introdurre una preferenza europea.Investire nella prontezza della difesa europea non solo ci garantisce la pace di domani, in più favorisce la nostra ambizione a rendere il settore manifatturiero europeo competitivo. Le catene del valore o le capacità produttive esistenti nelle nostre industrie tradizionali (automobilistica, siderurgica, dell’alluminio o chimica) possono trovare nuove opportunità nel reimpiego e nell’approvvigionamento di una crescente industriale della difesa, mentre i nuovi ecosistemi e le catene del valore per le tecnologie d’avanguardia – come l’IA o l’elettronica avanzata – possono alimentare applicazioni sia civili che militari.Attraverso politiche mirate, l’UE dovrebbe sostenere l’industria europea della difesa in sei direzioni strategiche: a) sostenere, rafforzare e promuovere le capacità industriali in tutta l’UE; b) garantire l’approvvigionamento di elementi critici per l’industria e ridurre le dipendenze; c) costruire un vero e proprio mercato europeo delle attrezzature per la difesa; d) semplificare le norme esistenti e ridurre la burocrazia; e) potenziare la ricerca e lo sviluppo per promuovere l’innovazione; e f) mantenere, attrarre e sviluppare i talenti, migliorando le capacità e le competenze nel settore della difesa.La domanda aggregata per incrementare la capacità di produzione industriale della difesaUn massiccio aumento della capacità produttiva dell’industria europea della difesa è un prerequisito per consentire agli Stati membri di acquisire le capacità critiche che attualmente mancano. Oltre a risolvere i problemi della catena di approvvigionamento e i colli di bottiglia logistici, l’aumento delle capacità produttive dipende dal fatto che le aziende abbiano un flusso costante di ordini solidi e pluriennali per orientare gli investimenti in linee di produzione aggiuntive.Gli ordini a lungo termine sono il modo migliore per aumentare la prevedibilità dell’andamento dell’industria europea della difesa e fornire i necessari segnali di investimento a lungo termine, come dimostrato dal programma EDIRPA (European defence industry reinforcement through common procurement act). Per sostenere questa esigenza, l’UE può, da un lato, promuovere un’aggregazione più sistematica della domanda degli Stati membri, nel quadro dell’EDA, per preparare e strutturare appalti congiunti su larga scala e basati su contratti pluriennali sostenuti da strumenti UE. Dall’altro lato, la Commissione e l’EDA possono, in collaborazione con gli Stati membri, rafforzare il dialogo con l’industria per fornire loro prevedibilità e anticipare meglio le loro esigenze aggregate, il che consentirebbe a ciascun attore industriale di impegnarsi nella pianificazione della produzione che contribuirebbe a soddisfare tali esigenze complessive. Questa condivisione dinamica delle informazioni sulla domanda futura e sull’aumento della produzione consentirebbe all’UE di adattare meglio le misure di sostegno, per incentivare gli acquisti collaborativi e l’aumento della produzione industriale.Inoltre, la disponibilità di equipaggiamenti di difesa europei in tempo e in quantità è il prerequisito per una maggiore sicurezza, una maggiore autonomia e competitività della base industriale della difesa europea. In linea con la proposta EDIP, l’UE intende lanciare un progetto pilota per istituire gradualmente un meccanismo europeo di vendita militare al fine di aumentare la disponibilità e i tempi di consegna dei prodotti per la difesa provenienti dall’Europa.Ridurre le dipendenze e garantire la sicurezza dell’approvvigionamentoAnche il rafforzamento della resilienza delle catene di valore della difesa dell’UE è fondamentale per la prontezza nella difesa. La Commissione ha istituito l’Osservatorio delle tecnologie fondamentali per lo spazio e per le catene di valore della difesa per acquisire la conoscenza delle rispettive criticità e monitorarle sistematicamente, nonché per sviluppare le relative road map tecnologiche.Nel settore della difesa, l’accesso dell’industria ai fattori di produzione più rilevanti è un fattore chiave. Quando il mercato europeo si basa solo su uno o pochi fornitori di beni, servizi o altri input fondamentali, le politiche e gli investimenti dell’UE dovrebbero rafforzare la sicurezza economica europea riducendo al minimo il potenziale di coercizione economica e di militarizzazione delle dipendenze. Pertanto, attraverso il dialogo strategico con l’industria europea della difesa, la Commissione, sostenuta dall’EDA, mirerà a identificare chiaramente le materie prime e i componenti chiave (come per esempio i chip) più critici e le possibili misure per garantire una diversificazione delle fonti di approvvigionamento con il sostegno dell’UE.Parallelamente, la prevista creazione di una piattaforma per l’acquisto congiunto di materie prime fondamentali contribuirà a garantire forniture sicure ed efficienti in termini di costi. L’UE sosterrà inoltre lo sviluppo di alternative nazionali per le tecnologie, i componenti e i processi che ha bisogno di controllare (per esempio, attraverso progetti EDF o quadri a duplice uso). Se necessario, potrebbe cercare di attuare e promuovere trasferimenti di tecnologia, al fine di trarre vantaggio da tecnologie all’avanguardia e dalla ricerca più avanzata, e avviare uno sforzo a lungo termine per affrontare la questione delle restrizioni imposte alle tecnologie dei Paesi terzi.Creare un vero e proprio mercato europeo delle attrezzature per la difesa, semplificando e armonizzando le normeCome dimostrato dalla relazione Letta, la necessità di un mercato europeo di equipaggiamenti per la difesa si è fatta molto più forte e urgente. Rispetto a un decennio fa, gli Stati membri acquistano fino a quattro volte più equipaggiamenti, spesso da fornitori extra-UE. Tuttavia, nessun mercato nazionale europeo della difesa ha le dimensioni necessarie per aumentare sufficientemente l’industria europea della difesa.Gli Stati membri devono poter fare pieno affidamento sull’EDTIB e sulle catene di approvvigionamento della difesa europea, soprattutto in tempi di crisi e di conflitto. Ciò significa garantire l’accesso ai prodotti per la difesa, ai componenti e ai pezzi di ricambio attraverso un completo regime di sicurezza degli approvvigionamenti .Un mercato delle attrezzature per la difesa veramente funzionante a livello europeo sarebbe uno dei più grandi mercati nazionali della difesa al mondo. Tale mercato contribuirebbe a raggiungere obiettivi chiave quali la competitività globale, la prontezza e una maggiore dimensione industriale. Le imprese EDTIB potrebbero avere un’impronta industriale più ampia nel settore della difesa in tutta l’UE, anche negli Stati membri più vicini alle minacce più pressanti per la sicurezza. Inoltre, aumenterebbe le opportunità di mercato tra gli Stati membri attraverso collaborazioni industriali transfrontaliere, fusioni e acquisizioni o start-up, stimolando così un maggior numero di prodotti per la difesa realizzati nell’UE.La semplificazione e l’armonizzazione normativa devono concentrarsi sulle norme e le procedure per gli appalti della difesa, i trasferimenti intra-UE di prodotti per la difesa, il riconoscimento reciproco delle autorizzazioni nazionali di certificazione e la concessione di permessi. Inoltre, è necessario rivedere l’impatto delle politiche e dei regolamenti dell’UE, non specifici per la difesa, sull’industria della difesa.Trasformare la difesa attraverso un’innovazione dirompenteIl potenziale di alcune tecnologie ideate per una superiorità difensiva rappresenta una leva importante che deve essere urgentemente rafforzata a livello europeo. Le nuove tecnologie stanno cambiando radicalmente la natura della guerra in diversi settori. L’intelligenza artificiale, il cloud computing e il quantum computing, la connettività avanzata e sicura, i sistemi autonomi e le fonti energetiche alternative hanno infatti la capacità di sconvolgere e trasformare gli approcci tradizionali alla guerra. Le innovazioni nella tecnologia dei droni stanno già decidendo i prossimi campi di battaglia e il ruolo della robotica è destinato a crescere, con i veicoli terrestri autonomi che assumono un ruolo di primo piano nelle prime operazioni di combattimento. Queste macchine, capaci di ricognizione, assalti diretti e supporto logistico, stanno già avendo un impatto. I robot militari dotati di intelligenza artificiale sono ancora nelle prime fasi di sviluppo e l’Europa ha ampie possibilità di eccellere nelle armi robotiche e nel software necessario per alimentarle. Tuttavia, la finestra di opportunità è molto ristretta, poiché i concorrenti e i rivali strategici stanno investendo pesantemente in questi settori, così come in nuovi segmenti tecnologicamente complessi come i missili ipersonici, le armi a energia diretta, la guerra nei fondali marini e nello spazio.Gli Stati membri hanno bisogno che l’industria europea della difesa sia in grado di progettare, sviluppare, produrre e fornire questi prodotti e tecnologie più velocemente e su scala. Nel contesto di un sostanziale aumento della spesa per la difesa, è necessario investire una quota maggiore nella ricerca e nello sviluppo e nella tecnologia della difesa, concentrando gli sforzi e le risorse su progetti europei comuni. L’UE dovrebbe sostenere lo sviluppo di processi industriali nuovi e innovativi, come la progettazione e la produzione distribuita, la produzione additiva e l’uso dell’intelligenza artificiale. A tal fine, si potrebbe sfruttare il programma di innovazione della difesa dell’UE (EUDIS) e l’Hub for European Defence Innovation (HEDI). Ad esempio, EUDIS, sviluppato nell’ambito del FES con un budget di 2 miliardi di euro, propone servizi di supporto all’innovazione per singole entità, anche attraverso l’incontro con investitori, partner e utenti finali, e sostiene la sperimentazione e la validazione di prodotti e tecnologie innovative. Con maggiori finanziamenti, l’EDA potrebbe utilizzare HEDI per condurre campagne di sperimentazione simultanee per promuovere rapidamente le soluzioni più innovative e integrarle nelle capacità esistenti o nuove attraverso cicli di sviluppo accelerati. Parallelamente, la Commissione finanzia il Defence Equity Facility del FEI, che sostiene fondi di venture capital e private equity che investono in aziende europee che sviluppano tecnologie di difesa innovative con potenziale di doppio utilizzo.Nel regno della deep tech, la distinzione tra civile e difesa è sfumata. Di conseguenza, le startup civili innovative e i risultati della R&I possono svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia che possono potenziare in modo significativo le capacità militari e migliorare la prontezza operativa. Sebbene l’Europa sia una potenza tecnologica, ciò non si traduce ancora nella capacità di sfruttare appieno il potenziale della tecnologia per ottenere una superiorità militare. È quindi urgente che l’UE mobiliti la sua capacità di innovazione complessiva e indirizzi investimenti significativi per recuperare il vantaggio ed evitare la dipendenza tecnologica.L’UE presenterà una tabella di marcia tecnologica europea per gli armamenti, facendo leva sugli investimenti in capacità tecnologiche avanzate a doppio uso a livello UE, nazionale e privato. In una prima fase l’UE si concentrerà sull’IA e sulla quantistica. La Commissione garantirà inoltre che il Consiglio europeo per l’innovazione e il previsto fondo TechEU Scale-up investano in tecnologie a duplice uso.Le PMI svolgono un ruolo sempre più importante come fornitori agili di tecnologie e innovazioni dirompenti nella comunità della difesa. La Commissione si è quindi attivata per sostenere un contributo più attivo delle PMI alla R&I dell’UE nel settore della difesa, in particolare fornendo bandi FES dedicati alle PMI e incoraggiando la loro partecipazione a tutti gli altri progetti. La cooperazione transfrontaliera che coinvolge le PMI è uno dei criteri di assegnazione del programma FES e si applicano bonus finanziari in base al livello di coinvolgimento delle PMI nelle azioni di sviluppo. Negli inviti a presentare proposte del FES 2023, la partecipazione delle PMI ha rappresentato circa il 50% del numero totale di entità, richiedendo il 30% dell’importo totale delle sovvenzioni richieste. Per il periodo 2023-2027 si stima che il FES dovrebbe finanziare le PMI con un massimo di 840 milioni di euro. Inoltre, l’EDIP prevede creazione di un Fondo per l’accelerazione della trasformazione della catena di approvvigionamento della difesa (FAST). Questo nuovo strumento finanziario potrebbe generare un multiplo del budget assegnato all’iniziativa da EDIP in prestiti o investimenti azionari.L’UE deve mobilitare la sua capacità di innovazione complessiva e indirizzare investimenti significativi per riguadagnare il suo vantaggio, evitare di diventare sempre più tecnologicamente dipendente e raccogliere i benefici delle ricadute in altri settori dell’economia. L’Europa è già sede di alcuni nuovi attori tecnologici innovativi nel settore della difesa. Per accelerare l’emergere di operatori europei nel settore della tecnologia della difesa, il contesto normativo deve essere più favorevole all’assunzione di rischi. La Commissione intensificherà il dialogo con i nuovi operatori della difesa e con gli investitori privati per proporre misure di semplificazione normativa e una maggiore disponibilità di capitale di rischio e di opportunità commerciali.Competenze e talenti per innovarePer colmare le lacune di competenza è necessario coprire l’intero ciclo di sviluppo delle capacità nel settore della difesa, dalla ricerca all’acquisizione, al funzionamento e alla manutenzione. Il successo di questo approccio si basa sulla disponibilità di competenze tecnologiche e di talenti innovativi all’interno dell’industria della difesa, compresi gli attori della catena di fornitura, dalle PMI alle imprese capocommessa. Sebbene il settore europeo della difesa disponga di personale qualificato e specializzato, un’espansione industriale della difesa su larga scala richiederà all’industria di attrarre, formare, impiegare, aggiornare e riqualificare un numero molto maggiore di talenti, dai tecnici agli ingegneri e agli esperti specializzati. L’Unione delle competenze prevede una garanzia di competenze per i lavoratori dei settori in fase di ristrutturazione o a rischio di disoccupazione, affinché abbiano l’opportunità di sviluppare le loro carriere in altri settori, compreso quello della difesa. Le competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) avanzate sono essenziali per sviluppare le capacità di prossima generazione, come sottolineato anche dall’Unione delle competenze, in particolare nel settore della sicurezza e della difesa.La rapida e complessa evoluzione delle tecnologie sta creando opportunità per nuovi tipi di lavoro e richiede un rinnovamento delle competenze. I dipendenti dell’industria della difesa dovranno elaborare, sfruttare e diffondere efficacemente i dati e sfruttare le nuove tecnologie in nuove aree di capacità come i sistemi autonomi, i sistemi di sicurezza informatica, i sistemi informativi intelligenti o i sistemi informatici ad alte prestazioni. L’industria europea della difesa dovrà competere con altri settori per ottenere competenze simili e, allo stesso tempo, la sua espansione creerà opportunità di riqualificazione/aumento delle competenze per i posti di lavoro in esubero di altri settori industriali.7. AUMENTO DELLA SPESA PER LA DIFESALa spesa per la difesa degli Stati membri è cresciuta di oltre il 31% dal 2021, raggiungendo l’1,9% del PIL complessivo dell’UE o 326 miliardi di euro nel 2024. In particolare, gli investimenti per la difesa hanno raggiunto la cifra senza precedenti di 102 miliardi di euro nel 2024, quasi raddoppiando l’importo speso nel 2021. Tuttavia, a livello aggregato, la spesa europea per la difesa rimane di gran lunga inferiore a quella degli Stati Uniti e, cosa ancora più preoccupante, a quella della Russia o della Cina. La ricostruzione della difesa europea richiederà investimenti massicci – pubblici e privati – per un periodo prolungato.Con il piano ReArm Europe, la Commissione ha individuato cinque pilastri per incrementare in modo urgente e significativo la spesa europea per la difesa.I 5 pilastri contribuiranno ad affrontare i bisogni più immediati e a mitigare le conseguenze dei mancati investimenti del passato.1. Un nuovo strumento finanziario dedicato per sostenere gli investimenti degli Stati membri nel settore della difesaData l’urgenza, la Commissione propone un nuovo regolamento UE ai sensi dell’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per fornire agli Stati membri prestiti sostenuti dal bilancio comunitario. Con un importo massimo di 150 miliardi di euro, lo strumento Sicurezza e azione per l’Europa (SAFE) sosterrà con forza un aumento significativo degli investimenti degli Stati membri nelle capacità di difesa dell’Europa, ora e nel corso di questo decennio.SAFE sosterrà l’industria europea della difesa attraverso appalti comuni che coinvolgeranno almeno due Paesi, di cui uno sarà uno Stato membro che riceve assistenza finanziaria SAFE e l’altro potrà essere un altro Stato membro, uno Stato EFTA, un membro del SEE o l’Ucraina. Questi appalti comuni riguarderanno le capacità e i fattori abilitanti prioritari individuati dal Consiglio europeo straordinario del 6 marzo 2025. Le capacità più semplici e urgenti, come le munizioni o la mobilità militare, sarebbero soggette a condizioni di ammissibilità simili a quelle del programma EDIRPA. I sistemi più complessi e ad alta tecnologia, come l’intelligenza artificiale o la difesa aerea, sarebbero soggetti a condizioni più severe, ispirate alle discussioni legislative sull’EDIP, alla luce dei maggiori requisiti di autonomia strategica.Gli stanziamenti sono disponibili per tutti gli Stati membri. Saranno basati sulla domanda e sui piani industriali di difesa nazionali. Una volta approvati i rispettivi piani e firmato l’accordo di prestito, sarà disponibile il prefinanziamento.Lo strumento include disposizioni per incentivare e facilitare ulteriormente gli appalti comuni, come la possibilità di aprire gli accordi quadro e i contratti esistenti a nuovi partner e l’esenzione dall’IVA per gli acquisti finanziati da SAFE. Promuove inoltre l’uso di standard comuni.Le entità e i prodotti di altri Paesi partner possono essere ammessi agli appalti comuni previo accordo con l’Unione sulle condizioni finanziarie e sulla sicurezza dell’approvvigionamento.2. L’attivazione coordinata della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescitaLa comunicazione della Commissione intitolata “Accogliere l’aumento della spesa per la difesa nell’ambito del Patto di stabilità e crescita” propone l’attivazione coordinata della clausola di salvaguardia nazionale da parte di tutti gli Stati membri per sbloccare una maggiore flessibilità per l’aumento della spesa per la difesa.La flessibilità consentirà una deviazione dal percorso di spesa concordato equivalente all’aumento della spesa per la difesa (compresi gli investimenti e la spesa corrente) dal 2021. Si considera un periodo di quattro anni (prorogabile). Grazie a questa flessibilità, gli Stati membri potrebbero mobilitare spese aggiuntive per la difesa fino all’1,5% del PIL. Sulla base delle proiezioni di un’adozione graduale, gli investimenti per la difesa potrebbero raggiungere almeno 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, comprese le spese finanziate dai 150 miliardi di euro del SAFE, che saranno automaticamente ammissibili in base alle clausole di salvaguardia nazionali.3. Rendere più flessibili gli strumenti UE esistenti per consentire maggiori investimenti nel settore della difesaNel breve periodo, l’UE può fare di più con il proprio bilancio per sostenere l’urgente necessità di aumentare gli investimenti europei nella difesa.La politica di coesione contribuisce già alle capacità di difesa e sicurezza. Finanzia investimenti del settore a che contribuiscono allo sviluppo regionale, in quanto le industrie della difesa spesso creano ecosistemi industriali e di ricerca e sviluppo a beneficio delle regioni e delle comunità locali.Le autorità nazionali, regionali e locali possono volontariamente utilizzare la revisione intermedia delle politiche di coesione per destinare i fondi dei loro programmi attuali alle priorità emergenti, compreso il rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza.Nel contesto della revisione intermedia dei programmi 2021-2027, la Commissione proporrà la prossima settimana un pacchetto di misure per fornire flessibilità e incentivi in tal senso.Lo sviluppo di un’industria europea della difesa forte e resistente sosterrà la competitività europea e promuoverà lo sviluppo regionale e la crescita economica.4. Contributi della Banca europea per gli investimentiLa Banca europea per gli investimenti ha un ruolo chiaro e decisivo da svolgere nel finanziamento della difesa europea. Il Piano d’azione per la sicurezza e la difesa del Gruppo BEI è stato un primo passo importante e la sua attuazione dovrebbe essere accelerata.Inoltre, essa intende introdurre modifiche per ampliare ulteriormente la portata dei suoi finanziamenti nel settore della difesa. Raddoppierà gli investimenti annuali, portandoli a 2 miliardi di euro, per finanziare progetti come droni, spazio, sicurezza informatica, tecnologie quantistiche, strutture militari e protezione civile. Propone un ulteriore adeguamento dei criteri di ammissibilità del Gruppo, per garantire che le attività escluse siano definite con maggiore precisione e abbiano una portata il più possibile limitata, al fine di allinearsi alle nuove priorità politiche dell’UE. Infine, proporrà una revisione del suo quadro operativo e sostituirà l’iniziativa strategica di sicurezza europea ad hoc con un obiettivo di politica pubblica trasversale dedicato a contribuire alla pace e alla sicurezza dell’Europa, con una dotazione finanziaria e di capitale ambiziosa. Si tratta di ulteriori passi nella giusta direzione.5. Mobilitazione di capitale privatoL’aumento degli investimenti pubblici nella difesa è indispensabile, ma non sarà sufficiente. Le aziende europee, comprese le Piccole e Medie Imprese e le Mid-Cap, devono avere un migliore accesso al capitale, compresi gli strumenti di garanzia per la riduzione del rischio degli investimenti, per portare le loro soluzioni su scala industriale e per guidare la crescita industriale di cui l’Europa ha bisogno.Il settore finanziario mostra un crescente interesse per il settore. Tuttavia, esso rimane un mercato poco servito a causa dei limiti delle politiche di investimento delle istituzioni finanziarie pubbliche e private. L’accesso ai finanziamenti rimane una delle principali preoccupazioni per il 44% delle PMI della difesa, una percentuale molto più alta rispetto a quella delle PMI civili. Esse hanno meno opportunità rispetto agli Stati Uniti o al Regno Unito, e gli investitori statunitensi rappresentano il 60% del totale.L’Unione del Risparmio e degli Investimenti dovrebbe contribuire a convogliare ulteriori investimenti privati verso le priorità dell’UE, compreso il settore della difesa. Da sola potrebbe attirare centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno nell’economia europea, rafforzandone la competitività. A tal fine, la Commissione sta presentando una comunicazione sull’Unione del risparmio e degli investimenti.Il regolamento dell’UE sulle comunicazioni in materia di finanza sostenibile (SFDR) non impedisce il finanziamento del settore della difesa. Tuttavia, sia quest’ultimo che il settore finanziario che quello potrebbero trarre beneficio da ulteriori chiarimenti sull’applicazione del SFDR. La Commissione fornirà i chiarimenti necessari nel contesto della sua revisione, riguardo al rapporto tra la difesa e gli obiettivi di investimento del quadro di sostenibilità.6. Prevedibilità finanziariaLa Commissione continuerà a esplorare ulteriori fonti di finanziamento per la difesa a livello UE e ulteriori elementi e opzioni per incrementarlo in modo sostanziale e rafforzare l’EDTIB.Se la domanda da parte degli Stati membri di finanziamenti basati su prestiti sostenuti dal bilancio dell’UE nell’ambito di SAFE dovesse essere superiore all’offerta, la Commissione continuerà a esplorare strumenti innovativi, ad esempio legati al Meccanismo europeo di stabilità (MES).Data l’urgenza e la priorità per l’Europa di ricostruire la propria difesa, sostenuta da una base industriale competitiva, il prossimo QFP dovrebbe fornire un quadro completo e solido in suo sostegno.Dovrebbe sostenere maggiori e migliori investimenti collaborativi, dalla ricerca allo sviluppo di sistemi complessi, passando per la commercializzazione e gli appalti, al fine di aumentare la sovranità tecnologica dell’Europa.8. MAGGIORE SICUREZZA ATTRAVERSO LE PARTNERSHIPLe sfide alla sicurezza hanno spesso implicazioni globali e richiedono una cooperazione internazionale. La guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina ha un impatto su vasta scala oltre l’Europa. Le minacce ibride e gli attacchi informatici non conoscono confini. E nemmeno la sicurezza nello spazio o in mare. L’UE deve quindi collaborare strettamente con le organizzazioni internazionali e i Paesi partner per affrontare efficacemente queste minacce.La cooperazione con i partner è fondamentale anche per affrontare le sfide della difesa europea e della sua industria, anche per diversificare i fornitori e ridurre le dipendenze. Gli ampi partenariati dell’UE in materia di pace, sicurezza e difesa sono una fonte fondamentale di forza e resilienza. L’Unione rimane pienamente impegnata a promuovere la cooperazione internazionale e a rafforzare un multilateralismo efficace a tutti i livelli. Espanderemo e perfezioneremo ulteriormente i nostri partenariati su misura con partner bilaterali, regionali e multilaterali in tutto il mondo, in modo reciprocamente vantaggioso, per affrontare un’ampia gamma di sfide di sicurezza, anche nel campo dello sviluppo delle capacità e dell’innovazione.L’UE promuoverà un’architettura aperta combinata con una geometria variabile che consenta la partecipazione di partner che condividono le stesse idee a progetti e iniziative di cooperazione nel settore della difesa, come i progetti PESCO, che saranno incoraggiati caso per caso. Ciò contribuirà a ridurre l’eccessiva dipendenza dovuta al fatto di affidarsi solo a uno o pochi fornitori di beni, servizi o altri input fondamentali, a rafforzare la sicurezza economica europea e a sviluppare e promuovere le capacità di difesa europee e la competitività del mercato UE delle attrezzature di difesa.La NATO rimane la pietra miliare della difesa collettiva dei suoi membri in Europa. La cooperazione UE-NATO è un pilastro indispensabile per lo sviluppo della dimensione di sicurezza e difesa dell’Unione. Gli strumenti unici di potere normativo e finanziario dell’UE aiutano i 23 Stati membri dell’Alleanza Atlantica a raggiungere i loro obiettivi di capacità.Un forte legame transatlantico rimane fondamentale per la difesa dell’Europa. Gli Stati Uniti chiedono che l’Europa si assuma maggiori responsabilità per la propria difesa. Questi sforzi devono continuare a basarsi sulla profonda ed estesa catena di approvvigionamento transatlantica, che dovrebbe essere reciprocamente vantaggiosa. Il dialogo bilaterale sulla sicurezza e la difesa può essere potenziato per rafforzare ulteriormente la cooperazione in settori quali la cibernetica, la sicurezza marittima e lo spazio, discutere le questioni relative agli appalti e affrontare qualsiasi altra questione di interesse reciproco.Il Regno Unito è un alleato europeo essenziale con il quale la cooperazione in materia di sicurezza e difesa dovrebbe essere rafforzata nel reciproco interesse, a partire da un potenziale partenariato in materia di sicurezza e difesa. Partendo dalla serie di solidi accordi esistenti, la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza e difesa può espandersi, spaziando dalla gestione delle crisi esterne alle politiche industriali di difesa.La Norvegia è un partner a pieno titolo nei programmi di difesa dell’UE attraverso il suo contributo al bilancio dell’Unione. Il partenariato per la sicurezza e la difesa, lanciato di recente, fornisce un quadro politico completo e strutturato per rafforzare ulteriormente il dialogo e la cooperazione.La nostra cooperazione con il Canada si è intensificata e dovrebbe essere ulteriormente migliorata, anche per rafforzare la sicurezza transatlantica. Il dialogo bilaterale in materia di sicurezza e difesa e l’imminente partenariato in materia di sicurezza e difesa costituiscono la base per una maggiore cooperazione in materia di sicurezza e difesa, anche per quanto riguarda le rispettive iniziative volte a promuovere la produzione dell’industria del settore.L’UE dovrebbe continuare a impegnarsi e a cooperare in modo reciprocamente vantaggioso nel campo della sicurezza e della difesa con tutti i Paesi europei, dell’allargamento e limitrofi che la pensano allo stesso modo (tra cui Albania, Islanda, Montenegro, Moldavia, Macedonia del Nord e Svizzera) per promuovere la pace, la sicurezza e la stabilità nel nostro continente e oltre.La Turchia è un Paese candidato all’adesione all’UE e un partner di lunga data nel campo della politica di sicurezza e di difesa comune. L’Unione continuerà a impegnarsi in modo costruttivo per sviluppare un partenariato reciprocamente vantaggioso in tutti i settori di interesse comune, sulla base di un impegno paritario da parte della Turchia ad avanzare su un percorso di cooperazione su tutte le questioni importanti per l’UE, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo dell’aprile 2024.L’Unione dovrebbe inoltre esplorare le opportunità di cooperazione industriale nel settore della difesa con i partner dell’Indo-Pacifico, in particolare con il Giappone e la Repubblica di Corea, con cui sono stati conclusi partenariati di sicurezza e difesa lo scorso novembre, nonché con l’Australia e la Nuova Zelanda.La cooperazione in materia di sicurezza e difesa con l’India si è sviluppata negli ultimi anni, anche attraverso regolari consultazioni in materia di sicurezza e difesa. L’UE e l’India esploreranno ulteriormente un partenariato sul tema. L’Ue mantiene il suo impegno a sostenere la pace e la sicurezza nella regione dell’Indo-Pacifico, compresa la sicurezza marittima, affrontando le minacce alla sicurezza tradizionali e non tradizionali, salvaguardando le vie di comunicazione marittime e sostenendo la libertà di navigazione.9. LA VIA DA SEGUIRE PER LA DIFESA EUROPEAIl contesto geopolitico e il panorama delle minacce in Europa stanno cambiando radicalmente e a una velocità senza precedenti. Dal Vertice di Versailles del marzo 2022, gli Stati membri hanno concordato sulla necessità di assumersi una maggiore responsabilità in materia di difesa. Sono già stati compiuti diversi passi verso una più intensa cooperazione nel settore. Tuttavia, l’aggravarsi delle minacce incombenti sull’Europa richiede che l’UE sia ferma, unita e agisca con decisione, ambizione e rapidità.Il presente Libro bianco definisce un piano completo per riarmare l’Europa e costruire la sua difesa per affrontare queste minacce, con azioni immediate:Gli Stati membri sono invitati a richiedere l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale entro la fine di aprile.Il Consiglio è invitato ad adottare con urgenza la proposta di regolamento sulla sicurezza e l’azione per l’Europa (SAFE).I colegislatori sono invitati ad adottare il Programma industriale europeo per la difesa (EDIP) prima dell’estate, compreso lo Strumento di sostegno all’Ucraina (USI).I colegislatori sono invitati a considerare con priorità le modifiche al Fondo europeo di sviluppo regionale che saranno proposte entro la fine di marzo 2025. A seguito della revisione intermedia delle politiche di coesione, le autorità nazionali, regionali e locali potranno stanziare volontariamente fondi nell’ambito dei loro programmi attuali per le priorità emergenti, tra cui il rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza.Gli Stati membri sono invitati a intensificare rapidamente gli acquisti collaborativi nel settore della difesa, in linea con l’obiettivo di almeno il 40% proposto dalla Strategia europea per l’industria della difesa (EDIS), anche sotto l’egida dello strumento SAFE.Gli Stati membri sono invitati a concordare rapidamente una nuova ambiziosa iniziativa di sostegno militare all’Ucraina, che comprenda munizioni per l’artiglieria, difesa aerea e “addestramento ed equipaggiamento”.La Commissione promuoverà l’integrazione dell’industria ucraina della difesa nel mercato unico, sosterrà l’estensione dei corridoi di mobilità militare in Ucraina e studierà l’accesso dell’Ucraina ai servizi governativi spaziali dell’UE.La Commissione invita il Consiglio dei governatori della Banca europea per gli investimenti a rafforzare con urgenza il sostegno all’industria europea della difesa, in particolare restringendo ulteriormente l’elenco delle attività escluse e aumentando il volume dei finanziamenti disponibili.La Commissione avvierà immediatamente un dialogo strategico con l’industria della difesa, ricorrendo anche all’esperienza dell’EDA o dello Stato Maggiore dell’UE, a seconda dei casi.La Commissione presenterà, entro giugno 2025, una proposta di semplificazione Omnibus della Difesa.Nel 2025 l’UE presenterà una tabella di marcia europea per gli investimenti in capacità tecnologiche avanzate a duplice uso.La Commissione e l’AR adotteranno, entro la fine del 2025, una comunicazione congiunta sulla mobilità militare, accompagnata dalle necessarie proposte legislative.L’UE è e rimane un progetto di pace. Deve essere in grado di proteggere i suoi cittadini, di difendere i suoi interessi e i valori che rappresenta. L’Ucraina merita un sostegno militare continuo per difendersi dall’aggressione militari e per garantire che possa difendersi in futuro. Un aumento degli investimenti nella difesa avrebbe effetti positivi in tutta l’economia, contribuendo alla competitività, alla creazione di posti di lavoro e all’innovazione in molti settori, dall’aeronautica alla costruzione navale, dall’acciaio allo spazio, dai trasporti all’intelligenza artificiale. Se sfruttato correttamente, questo potrebbe portare a un importante salto di qualità nella resilienza europea in un mondo in cui le minacce proliferano.L’Europa deve fare scelte coraggiose e costruire un’Unione di Difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l’unità e la forza. Lo deve agli alleati della NATO, all’Ucraina e soprattutto a se stessa, ai cittadini europei e ai valori che rappresenta. L’UE e i suoi Stati membri devono essere all’altezza di questa sfida storica.Di questi e altri temi legati alla Difesa si parlerà il 15 aprile a Roma nell’evento della serie Connact “Difesa comune europea: finanziamenti e integrazione industriale“.