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    Difesa Ue: Il Consiglio accoglie la Danimarca nella Pesco e lancia la quinta ondata di nuovi progetti

    Bruxelles – Il Consiglio ha adottato oggi 23 maggio una decisione che conferma la partecipazione della Danimarca alla Cooperazione strutturata permanente. La Danimarca diventa così il 26° membro della Pesco.
    “La Pesco è al centro della nostra cooperazione in materia di difesa. Con l’ingresso della Danimarca nella famiglia e gli 11 nuovi progetti adottati oggi, stiamo ampliando e approfondendo la nostra cooperazione. Ciò consente agli Stati membri di investire insieme, sviluppare le capacità necessarie e preparare le nostre forze”, ha sottolineato Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.
    Con il referendum del primo giugno 2022, gli elettori danesi si sono espressi a favore dell’adesione della Danimarca alla politica di sicurezza e di difesa comune dell’Ue, ponendo fine all’opt-out del Paese, durato 30 anni, dalla cooperazione in materia di difesa dell’Unione.
    Di conseguenza, il 1° luglio 2022 la Danimarca ha aderito alla cooperazione dell’Ue in materia di sicurezza e difesa e ha iniziato a contribuire alle missioni e alle operazioni militari Psdc dell’Ue. Il 23 marzo 2023 ha notificato al Consiglio e all’Alto rappresentante la sua intenzione di partecipare alla Pesco e la sua capacità di rispettare gli impegni. La Danimarca ha inoltre aderito all’Agenzia europea per la difesa nel marzo 2023.
    Il Consiglio ha adottato oggi anche una decisione che aggiorna l’elenco dei progetti Pesco. Di conseguenza, 11 nuovi progetti saranno aggiunti all’elenco di quelli esistenti che sono stati sviluppati dal dicembre 2017.
    La Pesco
    La Cooperazione Strutturata Permanente (Pesco) è un’iniziativa chiave dell’Ue in materia di difesa. Fornisce un quadro per la cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri partecipanti che hanno assunto impegni più vincolanti tra loro. Essi sviluppano congiuntamente le capacità di difesa, coordinano gli investimenti, migliorano la prontezza operativa, l’interoperabilità e la resilienza delle loro forze armate e collaborano a progetti.
    Con la decisione odierna, il numero di progetti di collaborazione è salito a 68 e copre vari settori come: strutture di addestramento, sistemi di formazione terrestre, sistemi marittimi e aerei, cyber, servizi multipli congiunti e spazio.
    Ad oggi, i 26 Stati membri che partecipano alla Pesco sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cechia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

    Borrell: Questo programma “è al centro della nostra cooperazione in materia di difesa. Con l’ingresso di Copenaghen nella famiglia e gli 11 nuovi progetti adottati oggi, stiamo ampliando e approfondendo il lavoro”

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    L’UE punta all’Artico: transizione verde, libertà di navigazione e materie prime

    Bruxelles – La Commissione europea ha pubblicato una comunicazione congiunta per indirizzare l’azione dell’Unione nella regione dell’Artico. Il documento, dal titolo Un coinvolgimento maggiore dell’UE per un Artico pacifico, sostenibile e prospero, analizza gli interessi dei Paesi membri nel teatro polare e getta le basi per rispondere alle sfide incipienti.
    L’impegno dell’UE per un Artico verde
    La regione negli ultimi anni ha visto sia l’aumento della competizione geopolitica tra grandi potenze che gli effetti più drastici del riscaldamento globale. Come ha ricordato il Commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevičius “la regione dell’Artico si sta scaldando tre volte più velocemente del resto del pianeta”.
    Un fenomeno che influisce sull’andamento globale del clima e minaccia la corrente del Golfo, con effetti potenzialmente disastrosi per tutti i Paesi del Nord Atlantico. Gli indirizzi della Commissione muovono proprio dall’aspetto climatico. Diminuire le emissioni e porre un freno all’estrazione di gas e petrolio è una necessità impellente per la salute del Pianeta e degli abitanti della regione. Come ha ricordato sempre Sinkevičius, sono centinaia di migliaia gli Europei che vivono nelle vicinanza del Polo e di otto Stati considerati pienamente artici ben tre fanno parte dell’Unione europea (Svezia, Danimarca, Finlandia).
    A completare l’impegno ecologico dell’Unione sarà il progetto per la riduzione delle microplastiche (30 per cento entro il 2030) e il contrasto alla pesca smodata, che minaccia di intaccare i ricchi bacini ittici del Polo.
    Salvare l’approccio cooperativo nell’Artico
    Le relazioni tra potenze nell’Artico sono tradizionalmente contraddistinte da un maggiore grado di cooperazione rispetto al resto dei teatri “caldi”. La Commissione intende impegnarsi perché questa tendenza sopravviva all’inasprirsi delle condizioni del sistema internazionale. Di qui la preoccupazione per i tentativi di cinesi di installarsi nell’area e per l’intesa militarizzazione condotta dalla Federazione Russa.
    Il documento promuove la cooperazione multilaterale nell’Artico, con il potenziamento di strumenti come la Northern Dimension, l’accordo per lo sviluppo logistico e la tutela degli abitanti dei Poli tra UE, Russia, Norvegia e Islanda. I partenariati per la ricerca scientifica, numerosi da sempre trai ghiacci anche con potenze che altrove sono “ostili”, vengono individuati come vettore privilegiato della cooperazione.
    La comunicazione precisa che il partner principale per la sicurezza resta la NATO e che la cooperazione deve sempre essere orientata al rispetto della convenzione UNCLOS sul diritto del mare, dunque sul riconoscimento delle zone economiche esclusive e della sovranità degli spazi marittimi. Per aumentare il proprio coinvolgimento e monitorare la situazione la Commissione ha promesso di stabilire il suo primo ufficio in Groenlandia, presso la citta di Nuuk.
    Di particolare rilevanza geopolitica è la volontà di avviare un piano sostenibile di sfruttamento delle materie prime di cui la regione è ricca. Nello specifico la comunicazione fa riferimento alle terre rare (RE) e alla necessità di assicurare un approvvigionamento che non dipenda da “uno o pochi Paesi fornitori”, con esplicito riferimento alla Repubblica popolare cinese, da cui l’UE acquista il 98% delle RE.

    La Commissione europea ha rilasciato una comunicazione congiunta a Parlamento e Consiglio per indirizzare l’azione comunitaria nell’Artico. Insieme alla promozione di un approccio competitivo con le altre potenze, la Commissione vuole portare avanti le battaglie per la libertà di navigazione, lo scioglimento dei ghiacciai e l’inquinamento