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    Rischio interferenza defibrillatore, stop ad antenna telefonica

    (ANSA) – SCALEA, 06 LUG – Il sindaco di Scalea, Giacomo
    Perrotta, ha disposto, con una specifica ordinanza, la
    sospensione dei lavori di installazione di un’antenna per la
    telefonia mobile per le possibili interferenze che l’impianto
    potrebbe produrre sul defibrillatore impiantato in una giovane
    cardiopatica che abita nelle vicinanze.   
    Il sindaco Perrotta ha stabilito che per completare i lavori di
    installazione dell’antenna è necessario prima effettuare una
    serie di accertamenti tecnici che escludano interferenze con il
    defibrillatore portato dalla ragazza.   
    Il provvedimento di sospensione dei lavori è stato adottato dal
    sindaco dopo che i genitori della ragazza cardiopatica hanno
    presentato una diffida al Comune in cui sottolineano i rischi
    che dall’entrata in funzione dell’antenna potrebbero derivare
    per la ragazza. I lavori d’installazione dell’antenna erano
    iniziati il 7 giugno scorso. (ANSA).   

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    Berlusconi, poche righe per l’eredità: “Tanto amore”

    Alcune righe scritte in fretta con la stilografica che portava sempre con sé, seduto in tinello con già il cappotto addosso in attesa di salire sulla macchina che lo avrebbe riportato all’ospedale da cui solo pochi giorni prima aveva preteso di essere dimesso. Silvio Berlusconi il 19 gennaio 2022 aveva paura che dal San Raffaele non sarebbe mai uscito e ha voluto sistemare gli ultimi dettagli delle sue volontà pensando alla compagna Marta Fascina, al fratello Paolo, all’amico di una vita, Marcello dell’Utri. Lasciando un messaggio ai figli: “tanto amore a tutti voi”.
    E’ diverso il tono di questo ultimo atto rispetto ai due primi testamenti. Quelli, scritti su fogli gialli di block notes con l’intestazione stampata in verde Villa San Martino, sono asettici. Il primo preparato pochi giorni dopo il suo settantesimo compleanno, il secondo appena guarito dal Covid. Quest’ultimo invece è più emozionato, annotato con il dubbio sul futuro, “se non dovessi tornare…” .
    La busta aperta, consegnata da Fascina al notaio Arrigo Roveda, è indirizzata “ai miei figli”. Nel messaggio il Cavaliere si rivolge a “cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora” non citando Luigi. Una dimenticanza in un momento drammatico, ma con conseguenze, dato che in questo modo i lasciti decisi da Berlusconi per il fratello, la compagna e Dell’Utri, non saranno (o non dovrebbero essere) presi in parte dalla eredità dell’ultimogenito.
    Con una grafia un pò incerta, il Cavaliere scrive “sto andando al San Raffaele. Se non dovessi tornare Vi prego di prendere atto quanto segue. Dalle vostre eredità di tutti i miei beni dovreste riservare queste donazioni a: 1) Paolo Berlusconi: euro 100 milioni. 2) a Marta Fascina: euro 100 milioni. 3) a Marcello Dell’Utri: euro 30 milioni per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me. Grazie, tanto amore a tutti voi. Il vostro papà” e una piccola firma in fondo.
    Testimone di questo atto è chi lo stava accompagnando in ospedale: la stessa Fascina, Antonino Battaglia, dal 1990 una delle sue storiche guardie del corpo e Stefania Gaiani. Il cavaliere dall’ospedale è poi stato dimesso il 31 gennaio, ma poi vi è tornato a più riprese.
    E’ invece lo stesso notaio Arrigo Roveda uno dei testimoni del primo atto scritto di Berlusconi, quello del 2006: testamento è la prima parola. Seguono otto righe per assegnare la quota disponibile dell’eredità (cioè quella non compresa nella legittima) a Marina e Pier Silvio lasciando “il resto in parti uguali” ai cinque figli. Non viene citata l’allora moglie Veronica Lario, che avrebbe avuto diritto alla legittima e dalla quale divorzierà solo nel 2014. E nessun riferimento, nei tre atti, a Forza Italia, come invece più di qualcuno si aspettava, o a singole proprietà.
    Il testo del 5 ottobre 2020, mentre si stava riprendendo dopo il ricovero per il Covid, che ha definito “infernale malattia”, è una aggiunta per donare a titolo di legato al fratello cento milioni.
    Delle donazioni sapevano Paolo e Marta, che potrà restare a vivere a Villa San Martino perché la legge prevede per il convivente la possibilità di continuare ad abitare nella residenza comune. Non era invece informato Marcello Dell’Utri che è rimasto choccato quando il notaio lo ha informato dei 30 milioni a suo favore “perché non mi doveva nulla”. “Io ho dato tutto per lui e lui – ha concluso – ha dato tutto per me”.

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    Santanchè è indagata a Milano dal 5 ottobre 2022

    La ministra del Turismo Daniela Santanchè è indagata dallo scorso 5 ottobre nell’inchiesta milanese con al centro Visibilia, il gruppo editoriale che ha fondato. Oltre a lei sono indagate altre cinque persone che hanno avuto ruoli societari, tra cui la sorella Fiorella Garnero che è stata consigliera e il compagno della senatrice di Fdi Dimitri Kuntz D’Asburgo, il quale è stato presidente di Visibilia Editore.
    Da quanto si è appreso da fonti qualificate del palazzo di giustizia milanese, la secretazione del nome della ministra è del giorno successivo all’iscrizione, ossia il 6 ottobre ed è ‘scaduta’ tre mesi dopo. L’unico ad aver depositato la nomina formale degli avvocati Salvatore Sanzo e Nicolò Pelanda come difensori, è Dimitri Kuntz D’Asburgo.
    Gli altri indagati nell’inchiesta per bancarotta e falso in bilancio di cui i pm hanno chiesto la proroga (le notifiche sono in corso tramite gli ufficiali giudiziari), risultano essere gli ex consiglieri Massimo Cipriani, Davide Mantegazza e l’ex sindaco Massimo Gabelli.
    Santanchè: ad ora non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. “Non ho ricevuto ad ora, alle ore 15, nessun avviso di garanzia”. Lo ha ribadito la ministra Daniela Santanchè, all’uscita dall’evento sul Pnrr organizzato dall’Anci, dopo averlo precisato anche ieri nel corso dell’informativa in Aula al Senato.

    Agenzia ANSA

    Conclusa l’informativa di Santanchè in Senato, che punta il dito contro ‘una strumentalizzazione politica’. M5s deposita una mozione di sfiducia. Borghi: ‘Non chiediamo le dimissioni, valuti lei’ (ANSA)

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    Marina, l’amore per il lavoro e la famiglia

    Riservata come la madre, portata per gli affari come il padre: Marina Berlusconi, la primogenita di Silvio, poche volte ha rotto il silenzio e rilasciato dichiarazioni. Quasi sempre per difendere, con il pugno di ferro, il Cavaliere con cui ha sempre avuto un rapporto speciale. “La sento tutti i giorni, Marina ha preso il posto di mia mamma” aveva raccontato il Cavaliere.
    Nata a Milano il 10 agosto 1966, diplomata al liceo classico Dehon di Monza, Marina (all’anagrafe Maria Elvira) ha quasi subito iniziato a lavorare in azienda. A trent’anni è diventata vicepresidente di Fininvest, a trentanove presidente. Nel 2003 ha preso la guida della Arnoldo Mondadori Editore. Fa parte del consiglio di amministrazione di Mediaset ed è stata nel cda di Mediobanca dal 2008 al 2012. Insomma ha un ruolo primario in tutti gli interessi di famiglia.
    A piazzetta Cuccia arrivava sempre in tailleur pantalone e tacchi altissimi, molto spesso vestita di nero. Era vestita così anche il 7 dicembre 2009, quando ha ricevuto dall’allora sindaco Letizia Moratti l’ambrogino d’oro: “manager di grande carisma e determinazione, è un esempio dell’eccellenza milanese nel mondo e della capacità di conciliare impegno professionale e vita familiare” era la motivazione. Lei, citata nella classifica di Forbes come una delle cento donne più potenti del mondo, accompagnata dalla mamma Carla Dall’Oglio ha dedicato il premio ai genitori.
    Lo stesso attaccamento lo ha con il marito Maurizio Vanadia, ex primo ballerino della Scala ora figura chiave dell’Accademia, che ha sposato il 13 dicembre 2008, e con i due figli Gabriele nato nel 2002 e Silvio nel 2004 (il 29 settembre, stesso compleanno del Cavaliere), che ha sempre seguito a scuola e nelle attività sportive. D’altronde lo sport, in particolare la palestra, è una delle sue passioni, insieme ai cani: ne ha una decina fra Milano e la Provenza, dove ha una villa in cui spesso passa i fine settimana, buona parte presi in canile. Riservata, ma alla mano, naturalmente gentile evita accuratamente interviste e appuntamenti mondani.
    Lei era presente quando nel 1993 Berlusconi chiamò ad Arcore i direttori dei suoi giornali e delle tv per annunciare la sua discesa in campo. Lo ha sempre appoggiato nella sua scelta di fondare Forza Italia ma ha detto no ad ogni ipotesi di entrare lei stessa in politica, rimanendo ad occuparsi delle aziende, anche se c’è chi ha visto il suo tocco nel rinsaldato rapporto con Meloni dopo gli screzi sulla mancata nomina di alcuni ministri azzurri.
    In Mondadori ha lavorato per concentrare l’attività sui libri, con l’acquisizione fra l’altro di Rizzoli e De Agostini, e razionalizzare il settore in declino dei periodici, cosa che ha portato al “miglior risultato netto di gruppo degli ultimi 15 anni” come ha detto lei stessa all’ANSA lo scorso aprile.
    Contraria a ipotesi di cessioni con il fratello Pier Silvio, a cui è legatissima, si è battuta contro il tentativo di scalata della Vivendi di Bollorè per la continuità rispetto al disegno imprenditoriale del padre.

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    Pier Silvio, l’erede manager che guarda all’estero

    “La grande eredità di mio padre è stata quella di avermi fatto crescere come dirigente quando lui era vivo, lasciandomi davvero indipendente. Passo, passo. Poi, qualche tempo fa, quando ha visto la mia agenda vicino alla sua mi ha detto ‘Ma davvero fai tutte queste cose in un giorno? Non mi ero accorto che eri diventato me'”. Pier Silvio Berlusconi lo ha raccontato un po’ commosso solo qualche giorno fa, subito dopo aver presentato i palinsesti per la prossima stagione di Mediaset, della quale è vicepresidente esecutivo e amministratore delegato.
    E’ anzi numero uno di Mfe, cioè MediaforEurope, l’holding che raggruppa tutte le partecipate televisive del Biscione, con anche Mediaset Espana appena fusa, il 40% di EiTowers che presto potrebbe essere valorizzato e quel poco meno del 30% della tedesca Prosieben che sottolinea bene la visione europea del gruppo. Il secondogenito del fondatore, avuto come Marina con la prima moglie Carla Dall’Oglio, è colui che più di tutti crede all’espansione internazionale del business televisivo.
    “Per rimanere in partita bisogna crescere e avere il coraggio di andare oltre i propri confini”, dice spesso Pier Silvio, che nei progetti di espansione verso un gruppo pan-europeo ha in Fedele Confalonieri un alleato prezioso. La differenza di età conta poco, i due sono sempre andati a braccetto, con l’amico di sempre del fondatore del Biscione che è stato una sorta di tutore prima e di zio molto esperto ora per il giovane manager, che oggi comunque ha 54 anni.
    Ne dimostra molti meno per la grande cura all’attività fisica che lui non vuole sia definita maniacale. “E’ che ho bisogno dello sforzo fisico, dell’allenamento: mi dà calma e benessere”, spiega il numero uno del gruppo televisivo, che con la sorella Marina ha sempre condiviso interventi e obiettivi. Ora corre pochissimo, mentre si sta concentrando sul nuoto, per colpa di un vecchio infortunio al ginocchio avuto giocando con il figlio.
    Già, i figli. Pier Silvio ne ha tre ed è anzi già nonno per la maternità della figlia Lucrezia Vittoria, nata nel 1990 dalla relazione con Emanuela Mussida. Dal 2002 la compagna è Silvia Toffanin, dalla quale ha avuto Lorenzo Mattia e Sofia Valentina. La famiglia vive abitualmente in una villa vicino a Portofino dalla vista magnifica e lui si alterna tra la Liguria e l’ufficio di Cologno Monzese. A tavola ha gusti piuttosto classici: quando fu organizzata una presentazione con un cuoco innovativo non apprezzò particolarmente e chiese di tornare al sicuro tre stelle Michelin Vittorio di Bergamo. Ama il vino rosso (che lo stesso Vittorio gli produce in serie limitate con uve della Bergamasca) e il sigaro toscano. E anche per questo spiega che l’etichetta di ‘salutista’ non gli piace.
    Più che puntiglio è attenzione ai particolari, che in campo lavorativo è massima. Ora ha completamente in mano l’azienda, ma da subito ha gestito i dossier maggiori. Diventa amministratore delegato nel 2015 e l’anno dopo è lui a firmare la vendita a Vivendi di Mediaset Premium. Che era molto, molto di più della cessione di una pay tv: il contratto disegnava il futuro dell’intero gruppo, con scambio azionario e lui pronto a entrare nel Cda dei francesi. In poco più di un mese tutto si ruppe e iniziò una lunga guerra. Vinta. Con Fininvest che ora controlla il 50% dei diritti di voto di Mfe e può aspettare eventuali proposte di Vivendi da un posizione di totale controllo.

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    Occhiuto(FI), legge su Autonomia migliorabile

    (ANSA) – ROMA, 06 LUG – “Con 7 emendamenti e 2 odg presentati
    al ddl sull’Autonomia differenziata il nostro intento è quello
    di evitare diseguaglianze. Il disegno di legge è migliorabile.   
    Nel meccanismo di riforma ci deve essere la necessità a
    ripartire le risorse anche a favore di regioni più svantaggiate.   
    Con questi emendamenti, in particolare, abbiamo cercato di
    garantire le aree piu’ svantaggiate del Sud. Con gli odg
    chiediamo l’impegno del governo nel percorso di attuazione della
    riforma ad affrontare le ulteriori problematiche che restano
    fuori dalla riforma come sanità e trasporto pubblico”. Lo
    dichiara il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto. (ANSA).   

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    Stanzione, ‘il nemico è la solitudine digitale’

       “Dalla bioetica all’intelligenza artificiale, dai poteri privati delle piattaforme al cyberbullismo; dai discorsi d’odio all’oblio; dagli invisibili digitali della gig economy alla telemedicina: in tutti questi ed altri contesti il Garante fornisce il proprio contributo, a tutela di chi viva la solitudine digitale come soggezione all’altrui potere”. A rivendicarlo è il presidente dell’Autorità per la privacy, Pasquale Stanzione, che cita Michel Foucault, “la solitudine è la condizione prima della totale sottomissione”, e ricorda che “contrastarla è l’obiettivo che il Garante persegue ogni giorno” nella sua Relazione al Parlamento.
        “Stabilire la soglia di accesso autonomo dei minori alla rete” è un “tema cruciale per impedire i rischi della ‘solitudine digitale’ e, quindi, dell’esposizione del minore a contenuti potenzialmente lesivi per lo sviluppo della sua personalità, senza neppure la mediazione degli adulti di riferimento”, sottolinea Stanzione. ”Ora, non si tratta di proibire l’uso dei social (le cui potenzialità emancipatrici sono simboleggiate ad esempio dall’ausilio che hanno, in vario modo, fornito al movimento femminista iraniano) ma certamente di renderlo più sicuro; per i minori innanzitutto”. 
        “I giovani – ricorda il Garante – fanno esperienza del mondo soprattutto tramite il web, senza tuttavia disporre degli strumenti per comprenderlo e spesso imbattendosi, da soli, in contenuti inadatti alla loro età, con attitudine manipolativa”.  “Queste distorsioni dell’informazione e delle relazioni in rete, l’eclissi del reale, sono tanto più pregiudizievoli per chi, come i giovani, non dispone ancora delle risorse cognitive e del senso critico per discernere le notizie vere dalle fake news, la critica dall’hate speech, la nuova amicizia dal grooming”, rileva Stanzione.
       Altrettanto gravi i rischi di “coinvolgimento del minore in sfide potenzialmente anche letali, nella cessione di scatti intimi poi utilizzati a fini estorsivi, in incontri pericolosi, non più solo virtuali. Solo quest’anno – ricorda – sono stati ben 4618 i casi trattati dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedofilia Online relativi ad adescamento, pedopornografia e altri reati correlati all’abuso sessuale, tecnomediato, diminori”.
       Da questo punto di vista la disciplina di protezione della privacy offre “un presidio importante, di cui va garantita effettività soprattutto grazie a sistemi di age verification che, pur non comportando una schedatura dei minori, assicurino adeguata verifica dell’età, anche incaricando di ciò terze parti affidabili. In questa direzione si muove, ad esempio, il tavolo istituito con il recente protocollo d’intesa tra Garante ed Agcom, per la promozione di un codice di condotta relativo ai sistemi per la verifica dell’età delle piattaforme”.
       Inoltre, segnala Stanzione, “esige una riflessione la ricerca spasmodica, da parte dei giovani, di una ‘visibilità’ sui social spinta sino al punto di mettere a rischio la vita degli altri”. Si rischia ”di divenire spettatori inerti del male o, come nel recente caso di cronaca, di sacrificare la vita di unbambino per un like in più. Se tutto ciò è frutto dell’alienazione dal reale può condurre la sempre più marcata traslazione on line della vita, è prioritario ricostruire una coscienza comune che tenga conto degli effetti, sulle relazioni, della digitalizzazione di tutto”.
       “Rischi non meno trascurabili pone il metaverso, destinato ad avere implicazioni dirimenti sulla società e sulla stessa antropologia contemporanea”, aggiunge il presidente del Garante privacy, sottolineando che rispetto al metaverso “andranno adottate tuttele misure necessarie ad impedire un’eccessiva dipendenza, soprattutto dei giovani, da questa dimensione quasi onirica, capace di alienarli dalla realtà e di svincolarli dal rapporto con essa, proiettandoli nello spazio dell’infinitamente possibile”.

      

       

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    Al Senato circa 600 emendamenti presentati al ddl Autonomia

    (ANSA) – ROMA, 06 LUG – Sono poco meno di 600 gli emendamenti
    presentati dai diversi gruppi parlamentari al disegno di legge
    del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto
    Calderoli. Il testo sulla cosiddetta Autonomia differenziata
    reca le “disposizioni per l’attuazione dell’autonomia
    differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi
    dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. La scadenza
    per la presentazione degli emendamenti era fissata alle 14 di
    oggi. (ANSA).