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    Green pass, Giorgetti: c'è l'ipotesi di estenderlo a tutti i lavoratori

    “Quella di estendere il Green pass a tutti i lavoratori è un’ipotesi in discussione. L’esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Credo, quindi, che si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno”: lo ha detto all’ANSA il ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al termine dell’incontro con gli imprenditori umbri ad Assisi. “Soltanto un contagiato, al netto delle conseguenze sanitarie rischia di far chiudere tutta l’azienda. Dobbiamo dare un sistema di certezze – ha concluso – sia sotto il profilo sanitario che sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro”.
    “Sul Green pass abbiamo votato alla fine il decreto legge: siamo convinti che si debba fare tutto ciò che la prudenza ispira per il contenimento della pandemia, e chiediamo condivisione”. Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, a margine di una visita a Sansepolcro (Arezzo). “Naturalmente ci saranno altri passi da fare – ha aggiunto – però ci vuole soprattutto il consenso dei cittadini, che siano tutti convinti e tutti in qualche modo motivati, senza creare divisioni che non servono a nulla”. Giorgetti ha sottolineato che “quando siamo entrati nel governo sapevamo di assumerci un peso, una responsabilità, in una situazione complicata, difficile. Stare al governo significa assumersi responsabilità, prendere decisioni: magari c’è qualcuno che non è contento, ma fa parte delle regole del gioco”.    

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    Papa: a ebrei Slovacchia, è bene condividere ciò che ci unisce

    (ANSA) – BRATISLAVA, 13 SET – “È bene condividere e
    comunicare ciò che unisce. Ed è bene proseguire, nella verità e
    con sincerità, nel percorso fraterno di purificazione della
    memoria per risanare le ferite passate, così come nel ricordo
    del bene ricevuto e offerto”. Lo ha detto papa Francesco
    nell’incontro con la Comunità ebraica slovacca in Piazza Rybné
    nàmestie, a Bratislava.   
    “Secondo il Talmud – ha ricordato -, chi distrugge un solo
    uomo distrugge il mondo intero, e chi salva un solo uomo salva
    il mondo intero. Ognuno conta, e conta molto quello che fate
    attraverso la vostra preziosa condivisione. Vi ringrazio per le
    porte che avete aperto da entrambe le parti”. In proposito, il
    Papa ha detto di conservare vivo “il ricordo dell’incontro a
    Roma nel 2017 con i Rappresentanti delle vostre comunità
    ebraiche e cristiane”. “Sono lieto – ha affermato – che in
    seguito sia stata istituita una Commissione per il dialogo con
    la Chiesa cattolica e che abbiate pubblicato insieme importanti
    documenti”.   
    “Il mondo ha bisogno di porte aperte. Sono segni di
    benedizione per l’umanità”, ha aggiunto il Pontefice. “Qui, in
    questa terra slovacca, terra d’incontro tra est e ovest, tra
    nord e sud – ha concluso -, la famiglia dei figli di Israele
    continui a coltivare questa vocazione, la chiamata a essere
    segno di benedizione per tutte le famiglie della terra”: “in
    mezzo a tanta discordia che inquina il nostro mondo possiate
    essere sempre, insieme, testimoni di pace. Shalom!”. (ANSA).   

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    Accoltellamento Rimini, questore: 'Era libero di muoversi'

    “Fino al 9 settembre era in quarantena presso la Croce rossa italiana di Riccione” e il 10 settembre ha fatto il tampone risultato “negativo”. Quindi era libero di muoversi, “primo perché negativo al tampone dopo il periodo di quarantena, secondo perché ha richiesto asilo internazionale”. È quanto ha spiegato il questore di Rimini Francesco De Cicco a margine della conferenza stampa sul 26enne che sabato scorso ha accoltellato cinque persone
    Lamorgese: ‘Poteva capitare ovunque’ – “E’ stato un episodio che certamente non doveva capitare, ma che poteva capitare in qualunque parte d’Italia o d’Europa. Era una persona evidentemente disturbata, su questo si stanno facendo tutti gli accertamenti del caso dal punto di vista psichiatrico”. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, da Rimini, ha parlato di quanto avvenuto sabato sera quando un giovane somalo ha accoltellato cinque persone, un bambino e quattro donne, ferendole. “Il lato positivo è che le vittime non sono più in pericolo di vita e questa è la cosa più importante”, ha aggiunto. “Abbiamo escluso la pista terroristica. Su questo abbiamo certezza”, ha detto ancora: “Mentre avveniva questo episodio e noi lo seguivamo da Roma, le polizie europee erano in collegamento tra di loro per avere certezza di questo dato, di quest’elemento importante”, ha spiegato, definendo quanto successo sabato “un gravissimo episodio criminale” 
    Meloni: ‘Ora sostituire Lamorgese’ – “Il richiedente asilo somalo che ha accoltellato cinque persone, tra cui un bambino, era stato segnalato dalla Croce Rossa alla Prefettura come soggetto pericoloso. Ma il governo non ha fatto nulla, come ormai è prassi nell’era Lamorgese. L’unica attività alla quale si dedica ormai il Ministero dell’Interno è quello di reprimere chi osa fare domande sulla gestione del Covid e multare chi contesta pacificamente il Governo. Cosa altro deve accadere per sostituire il Ministro Lamorgese con qualcuno di capace?”. Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
    Salvini: ‘Balordi clandestini via’ – “Gli immigrati perbene sono i benvenuti, ma migliaia di balordi clandestini devono tornarsene a casa loro”. Lo ha detto Matteo Salvini, segretario della Lega, a proposito dell’accoltellamento di Rimini. Salvini ha parlato in un’iniziativa elettorale a Chianciano Terme (Siena) a sostegno del candidato del centrodestra, Tommaso Marrocchesi Marzi, alle suppletive della Camera. “A sinistra dicono che Salvini ha il pallino della sicurezza: no, ho il pallino che stiano bene i miei figli”, ha aggiunto il leader leghista, che ha visitato un gazebo della Lega a Chianciano Terme, e si è intrattenuto con militanti e simpatizzanti. “Un richiedente asilo sale sull’autobus a Rimini – ha detto raccontando l’episodio – e gli chiedono il biglietto due ragazze che fanno il controllore: se a voi chiedono il biglietto cosa fate? Tirate fuori il biglietto. No, questo tizio arrivato dall’Africa, richiedente asilo a spese nostre, tira fuori il coltello e accoltella le due lavoratrici, poi scende dal bus e accoltella altre 3 persone tra cui un bimbo di 6 anni che è ancora ricoverato”. Dunque, ha elencato Salvini, “questo, che era a Rimini a spese nostre, ne accoltella cinque; un altro a Napoli, altro clandestino pregiudicato, accoltella una signora per rubarle la borsetta; un altro, marocchino pregiudicato, a La Spezia aggredisce una turista di 24 anni, cercando di stuprarla. Gli immigrati perbene sono i benvenuti, ma migliaia di balordi clandestini devono tornarsene a casa loro”.

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    Ordine di Malta: 'Religioni linfa dei principi umanitari'

    In un mondo dove le crisi si aggravano e si moltiplicano, il dialogo tra le religioni e il contributo dei leader religiosi alla soluzione dei conflitti è cruciale, mentre le fedi possono dare nuova linfa ai principi umanitari, in declino in tanti scenari internazionali. Lo sottolinea il Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta Albrecht Boeselager, intervistato dall’ANSA al margine del G20 sul dialogo interreligioso di Bologna.    “Nel mondo ci sono molte sfide per il lavoro umanitario, i conflitti stanno aumentando o peggiorando: si pensi ai conflitti in Medio Oriente, nell’Africa subsahariana ed altrove. Ci pongono una grande sfida, così come il Covid. In occidente pensiamo magari di essere già in un’era post-Covid, ma nel Terzo mondo la pandemia sta crescendo rapidamente, e nessuno sa prevedere quali saranno gli effetti a lungo termine e quando sarà riportata sotto controllo. Un primo effetto lo vediamo già, il brusco stop all’economia africana”.    In questo quadro internazionale di grande incertezza e difficoltà, le attività umanitarie dell’Ordine non si fermano e puntano al coinvolgimento di altre fedi e confessioni. “Uno dei migliori esempi di collaborazione è il Libano – spiega Boeselager -. Là lavoriamo con tutte le religioni e confessioni: sciiti, sunniti, drusi e molte confessioni cristiane. Alcune cliniche le gestiamo in cooperazione. Penso che in Libano, un Paese vicino al completo collasso, dove aumenta molto la povertà, la cooperazione con altre religioni provi che la nostra volontà a lavorare con altri faccia la differenza”.    Il Gran Cancelliere si sofferma anche sull’Afghanistan, uno dei temi più in alto nell’agenda internazionale. “Questa crisi ha due effetti importanti che noi dobbiamo tenere d’occhio: uno è il declino della reputazione dei valori occidentali, tra cui i valori umanitari, spesso considerati valori propri dell’Occidente. Il che rende ancora più importante cercare altre fonti che promuovano i valori umani. Per noi una delle fonti di questi valori sono le religioni; ecco perché questo evento a Bologna è così importante. Secondo effetto: i Paesi europei sono molto preoccupati dal possibile flusso di rifugiati. E così incoraggiano i Paesi vicini ad accoglierli: i Paesi europei sono quindi pronti a dar loro molti soldi. Noi siamo preoccupati che le migrazioni, o la minaccia di non fermare i migranti diventi un ‘modello di business’, o un ricatto: pagate o manderemo migranti verso l’Europa. Possiamo già osservarlo in diversi luoghi”.    “In quasi tutte le religioni – conclude – c’è la protezione della vita, la ricerca della pace, l’ospitalità per gli stranieri. Sono una potente fonte di valori etici, la politica dovrebbe attingere a questa fonte più che in passato. Siamo lieti che molti governi lo abbiano capito, e lo stesso accade a livello Onu. Questa occasione di Bologna è un’eccellente opportunità per promuovere questa politica. La politica estera che non consideri la cultura religiosa, il potenziale dei leader religiosi, non è completa. Più ne parliamo, più ci sono rapporti tra le religioni, meglio è. Le leggi umanitarie sono in declino, le religioni sono una delle poche fonti rimaste per dare linfa a questi principi”.   

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    Papa Francesco: 'Omelie di non più di 10 minuti, o il fedele si perde'

       Nel suo discorso ai vescovi e al clero della Slovacchia nella Cattedrale di San Martino, a Bratislava, papa Francesco ha voluto toccare un argomento che gli sta particolarmente a cuore, aprendo un’ampia parentesi ‘a braccio’ sulla predicazione. “Qualcuno mi ha detto che in ‘Evangelii gaudium’ mi sono fermato troppo sull’omelia, perché è uno dei problemi di questo tempo – ha esordito -. Sì, l’omelia non è un sacramento, come pretendevano alcuni protestanti, ma è un sacramentale! Non è una predica di Quaresima, no, è un’altra cosa. È nel cuore dell’Eucaristia”.    “E pensiamo ai fedeli – ha quindi avvertito -, che devono sentire omelie di 40 minuti, 50 minuti, su argomenti che non capiscono, che non li toccano…”. “Per favore, sacerdoti e vescovi – ha esortato Francesco -, pensate bene come preparare l’omelia, come farla, perché ci sia un contatto con la gente e prendano ispirazione dal testo biblico”.    “Un’omelia, di solito – ha prescritto -, non deve andare oltre i dieci minuti, perché la gente dopo otto minuti perde l’attenzione, a patto che sia molto interessante. Ma il tempo dovrebbe essere 10-15 minuti, non di più”.    “Un professore che ho avuto di omiletica – ha ricordato il Papa -, diceva che un’omelia deve avere coerenza interna: un’idea, un’immagine e un affetto; che la gente se ne vada con un’idea, un’immagine e qualcosa che si è mosso nel cuore”.    “Così, semplice, è l’annuncio del Vangelo! – ha sottolineato – E così predicava, Gesù che prendeva gli uccelli, che prendeva i campi, che prendeva questo… le cose concrete, ma che la gente capiva. Scusatemi se torno su questo, ma a me preoccupa…”.    E dopo l’immediato applauso scaturito dalla navata, Bergoglio ha aggiunto: “Mi permetto una malignità: l’applauso lo hanno incominciato le suore, che sono vittime delle nostre omelie!”.    Sempre nel discorso in Cattedrale ai vescovi e ai sacerdoti slovacchi, il Papa si è concesso un altro inciso ‘a braccio’ toccando il tema della Chiesa che dev’essere “segno di libertà e di accoglienza” e dell’annuncio del Vangelo che “sia liberante, mai opprimente”. “Sono sicuro che questo mai si saprà da dove viene – ha raccontato -. Vi dico una cosa che è successa tempo fa. La lettera di un Vescovo, parlando di un Nunzio. Diceva: ‘Mah, noi siamo stati 400 anni sotto i turchi e abbiamo sofferto. Poi 50 sotto il comunismo e abbiamo sofferto. Ma i sette anni con questo Nunzio sono stati peggiori delle altre due cose!’. A volte mi domando: quanta gente può dire lo stesso del vescovo che ha o del parroco? Quanta gente? No, senza libertà, senza paternità le cose non vanno”. (ANSA).   

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    Papa Francesco: 'L'Europa mostri solidarietà, torni al centro del mondo'

     “Mentre su vari fronti continuano lotte per la supremazia, questo Paese riaffermi il suo messaggio di integrazione e di pace, e l’Europa si distingua per una solidarietà che, valicandone i confini, possa riportarla al centro della storia”. Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso al Palazzo presidenziale di Bratislava, incontrando le autorità e la società civile della Slovacchia.  
    “È necessario adoperarsi per costruire un futuro in cui le leggi si applichino equamente a tutti, sulla base di una giustizia che non sia mai in vendita. E perché la giustizia non rimanga un’idea astratta, ma sia concreta come il pane, è da intraprendere una seria lotta alla corruzione e va anzitutto promossa e diffusa la legalità”, ha detto Francesco 
    In queste terre, ha detto papa Francesco alle autorità della Slovacchia, “fino ad alcuni decenni fa, un pensiero unico precludeva la libertà; oggi un altro pensiero unico la svuota di senso, riconducendo il progresso al guadagno e i diritti ai soli bisogni individualistici”.
    “Oggi, come allora – ha aggiunto -, il sale della fede non è una risposta secondo il mondo, non sta nell’ardore di intraprendere guerre culturali, ma nella semina mite e paziente del Regno di Dio, anzitutto con la testimonianza della carità, dell’amore”.       

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    Letta, 'Le battaglie sui diritti troveranno risultati'

    “Ci sono cose che si faranno in Parlamento, le nuove battaglie sui diritti troveranno risultati: arriveremo all’approvazione finale del ddl Zan e vogliamo usare un anno e mezzo di legislatura per non ripetere l’errore che facemmo alla fine della scorsa legislatura di non varare una nuova legge sulla cittadinanza”. Lo ha detto alla festa nazionale dell’Unità il segretario del Pd Enrico Letta.
    “Noi sosteniamo questo governo in modo leale – ha detto Letta – e vogliamo che il governo Draghi duri fino alla scadenza naturale della legislatura e attui un programma fatto di riforme che era troppo tempo che non si riuscivano a fare: dopo il passaggio sulla giustizia andremo determinati sulla riforma fiscale. C’è il tema agenda digitale e sociale, a partire dall’avere imparato la lezione che la sanità pubblica non si tocca. Poi c’è la riforma dell’apprendistato, perché lo stage non può essere il modo per entrare nel mondo del lavoro, e gli ammortizzatori. Saremo esigenti sul tema ambientale”.
    Letta è intervenuto anche sul tema dei vaccini: “Dobbiamo completare la campagna vaccinale per rendere il nostro Paese completamente libero. Senza i 10 milioni che mancano all’appello non ce la faremo contro le variante. Da qui la nostra comunità dà un messaggio al Paese: il vaccino è libertà e questa parola libertà, che è stata usata a sproposito troppe volte, è libertà di andare a scuola, lavorare, guadagnare, viaggiare. Chi non si vuole vaccinare è contro l’altrui libertà e non può essere premiato. Chi è ambiguo su Green pass e vaccinazioni è contro la salute degli italiani ed è contro le imprese e i lavoratori”. 
    Per quanto riguarda lo scenario politico attuale, Letta vede aprirsi una fase di “bipolarismo estremo”: “Attorno a noi si costruirà l’alternativa vincente alla destra estrema. Siamo entrati in una fase nuova: si chiude il periodo iniziato nel 2013 quando era finito il bipolarismo e nato un tripolarismo che ha fatto saltare tutto. Stiamo entrando in una fase nuova di bipolarismo estremo e un nuovo schema politico in cui o si sta di qua o di là: non c’è posizione intermedia che abbia la minima possibilità di fare qualcosa di utile. La novità è che dall’altra parte non c’è più il centrodestra di Berlusconi che era comunque legato al Ppe, ma la destra estrema”.    

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    L'afghana Saya al premio Agnes, sarò una brava italiana

    (ANSA) – NAPOLI, 12 SET – Rahila Saya ha poco più di 20 anni,
    studia Legge e Scienze politiche all’università di Kabul, o
    almeno studiava, ed era il volto di punta dell’emittente radio
    tv Andisheh fino all’alba del 25 agosto, quando ha lasciato la
    città oramai in mano ai talebani grazie all’intervento del
    console Tommaso Claudi e delle forze di sicurezza italiane. Sul
    palco del Premio Biagio Agnes, che le ha assegnato il
    riconoscimento internazionale, ringrazia tutti quelli che
    l’hanno aiutata, promette “di essere una brava cittadina
    italiana” e racconta di quando minacciata non diceva “nulla alla
    famiglia per non farli preoccupare”.   
    È stato questo il momento più emozionante di una serata
    intensa, anche per la presenza fisica del pubblico, come hanno
    sottolineato i conduttori Mara Venier e Alberto Matano. Una
    presenza che ha stimolato anche l’appello di Emilia Costantini,
    premiata per il cinema, che ha chiesto al governo e al presente
    ministro Luigi Di Maio affinché “come ha chiesto anche il
    ministro Franceschini si torni alla capienza totale per i luoghi
    dello spettacolo, altrimenti teatri come il Sistina rischiano di
    rimanere chiusi”.
    Il premio, organizzato dalla Fondazione Biagio Agnes di cui è
    presidente la consigliera Rai Simona Agnes, si è svolto per la
    prima volta nel Giardino Romantico di Palazzo Reale a Napoli ed
    è andato in onda su Rai1 sabato 11 settembre in seconda serata.   
    (ANSA).