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Nelle elezioni farsa in Tunisia il presidente Kais Saied ha stravinto. L’Ue: “Prendiamo atto delle denunce della società civile”

Bruxelles – Nessuna sorpresa a Tunisi: secondo gli exit poll, il presidente in carica Kais Saied ha stravinto le elezioni presidenziali con l’89,2 per cento dei voti. Non pervenuti gli altri due candidati figuranti, che insieme avrebbero totalizzato circa l’11 per cento. Di fronte alle denunce di brogli e abusi di potere lanciate dalle opposizioni e dalla società civile, l’Unione europea – che con l’autoritario presidente ha rafforzato la propria partnership – ha commentato: “Ne prendiamo atto, rimaniamo a fianco del popolo tunisino”.

Un popolo che ha ampiamente boicottato l’appuntamento elettorale: nella giornata di ieri (6 ottobre), alle urne si è presentato soltanto il 28 per cento degli aventi diritto di voto. Nel 2019, quando Saied ricevette il suo primo mandato, l’affluenza era stata del 49 per cento. C’è anche chi alle urne proprio non poteva arrivarci: i centinaia di oppositori politici imprigionati dal regime, tra cui Ayachi Zammel, l’unico vero sfidante ammesso alle elezioni presidenziali. Zammel, ex deputato liberale e imprenditore agricolo, è in carcere dallo scorso 3 settembre, condannato a scontare tredici anni e otto mesi con l’accusa di aver falsificato i moduli elettorali richiesti per la candidatura.

Dal carcere, secondo gli exit poll Zammel avrebbe conquistato il 6,9 per cento dei voti. Al terzo posto, con il 3,9 per cento, Zouhair Maghzaoui, candidato fantoccio che non ha mai messo in discussione il progetto politico di Saied e anzi l’ha apertamente sostenuto nel corso dello smantellamento delle istituzioni democratiche messo in atto dal presidente. La percentuale “bulgara” ottenuta da Saied non si vedeva dai tempi di Ben Ali, che nel 1999 e nel 2004 venne eletto con più del 90 per cento dei voti. E contro cui, nel 2010, sfociarono le proteste che dilagarono nella primavera araba.

Il presidente Kais Saied, alle urne domenica 6 ottobre (Photo by FETHI BELAID / AFP)
I risultati preliminari saranno comunicati questa sera dall’Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni (Isie), ma per conoscere quelli definitivi bisognerà aspettare il 24 ottobre, trascorso il periodo per la valutazione di eventuali ricorsi. Tuttavia, a margine della chiusura delle urne, Saied ha già dichiarato che nei prossimi cinque anni “ripulirà il paese da tutti i corrotti e dai cospiratori“.

La repressione messa in atto da Saied, che si è intensificata ulteriormente in un clima elettorale segnato da vessazioni nei confronti di oppositori politici, giornalisti e ong per i diritti umani, rischia di mettere in imbarazzo Bruxelles, che con il presidente tunisino ha rafforzato i propri legami e siglato nell’estate dell’anno scorso una partnership comprensiva e globale. Garantendo a Saied oltre un miliardo di euro, nel tentativo di stabilizzare il Paese colpito da una profondissima crisi economica. E con l’obiettivo di fermare le partenze di migranti subsahariani dalle coste tunisine verso l’Europa.

Interpellata dalla stampa internazionale a Bruxelles, la portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Nabila Massrali. ha dichiarato che l’Ue “prende atto della posizione espressa da molti attori sociali e politici tunisini in merito all’integrità del processo elettorale, in particolare per quanto riguarda le varie misure ritenute lesive dei requisiti democratici di credibilità e inclusività, tra cui la modifica sostanziale della legge elettorale alla vigilia delle elezioni”.

Solo dieci giorni fa, il Parlamento di Tunisi ha approvato la riforma voluta dal governo, che prevede il passaggio della competenza sulle controversie dal Tribunale amministrativo alla giustizia ordinaria. In sostanza, gli eventuali ricorsi dei candidati contro le decisioni dell’Isie dovranno essere presentate direttamente in Corte d’Appello e in Cassazione. In base alla nuova legge, i risultati preliminari delle elezioni presidenziali potranno essere contestati solo dinanzi al Tribunale di primo grado di Tunisi. Una modifica che ha suscitato le proteste delle opposizioni e della società civile, che si sono radunati fuori dal Parlamento di Tunisi lo scorso 27 settembre.

“Ovviamente, l’Ue è al fianco del popolo tunisino e rimane attenta alle sue legittime esigenze e aspirazioni in termini di libertà fondamentali, democrazia e sviluppo sostenibile, in conformità con l’accordo di associazione Ue-Tunisia”, ha proseguito Massrali. Una dichiarazione che lascia intendere che l’Ue sarà pronta a fare la voce grossa con il presidente. Ma la coperta è corta, come dimostrano le sistematiche violazioni dei diritti delle persone migranti perpetrate dalle forze di sicurezza tunisine, su cui l’Ue sta facendo spallucce. L’amico-partner Saied tiene sotto scacco Bruxelles, terrorizzata da una fantomatica invasione dal continente africano.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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