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Ucraina, Kuleba “furioso” con l’Ue per i ritardi sulle armi. Ma Borrell assicura: “Manterremo le promesse”

Bruxelles – Kiev alza la voce con l’Unione Europea per i ritardi sul piano d’acquisto congiunto di armi e munizioni a supporto della resistenza ucraina. Bruxelles assicura il proprio impegno e minimizza le tensioni che si sarebbero venute a creare oggi (24 aprile) tra i 27 ministri degli Esteri Ue e il loro omologo ucraino, Dmytro Kuleba, intervenuto in collegamento al Consiglio Affari esteri a Lussemburgo. Un Kuleba descritto da diverse fonti come “furioso” per la bassa quantità di munizioni ricevute finora, a un mese di distanza dall’annuncio del piano Ue da due miliardi di euro per l’equipaggiamento bellico ucraino.

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba (Photo by AHMAD AL-RUBAYE / AFP)

“Kuleba ha fatto una richiesta con tutta l’angoscia che si sente quando si vive in un Paese in guerra, è comprensibile che chieda maggiore aiuto e lo faccia in modo insistente”, ha commentato al termine del vertice l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell. Una volta abbassati i toni, Borrell ha ammesso che il numero di munizioni consegnate finora all’esercito ucraino “non ha raggiunto quello che volevo io e che voleva Kuleba”, ma ha assicurato il massimo impegno per mantenere le promesse. Anche il ministro ucraino, su Twitter, ha usato toni più concilianti, ringraziando i partner europei per l’assistenza già fornita e esortandoli a adottare al più presto nuove necessarie decisioni: “Verrà il momento dei guanti bianchi diplomatici, ma prima dobbiamo fornire abbastanza proiettili per le mani stanche e unte dei nostri artiglieri“, ha enfatizzato Kuleba.

Il Piano stabilito a marzo dai ministri dell’Ue si articola in tre fasi: un miliardo di euro mobilitato per la consegna immediata di munizioni attraverso le scorte degli Stati membri, un altro miliardo di euro per gli acquisti congiunti di armi e infine un aumento della capacità di produzione bellica a livello europeo. Mentre sul primo pilastro, secondo Borrell, l’Ue sta procedendo spedita e ha consegnato a Kiev “più di mille missili e un numero di munizioni che sta crescendo”, sugli acquisti congiunti e sulla produzione bellica europea c’è stato qualche attrito tra i Paesi membri.

Sarebbe in particolare la Francia a essersi impuntata: Parigi avrebbe chiesto infatti che le risorse finanziarie previste per l’aumento della capacità di produzione bellica vengano garantite solo per le aziende che producono interamente in Europa. L’Eliseo si sarebbe opposto anche a un’altra possibilità, che consisterebbe nell’ utilizzare i fondi comuni europei per fare acquisti congiunti in Paesi terzi alleati. Borrell ha ridimensionato gli attriti sull’intesa e ha dichiarato che il Commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, “presenterà presto una proposta concreta che permetterà un salto di qualità nella produzione difensiva europea”.

Fino a quel momento però, “dobbiamo usare ciò che abbiamo e abbiamo molto”, ha affermato il capo della diplomazia europea. Anche perché la controffensiva dell’esercito ucraino nell’est del Paese, che ha già segnato alcune prime battute d’arresto, ha bisogno ora più che mai del supporto tecnologico europeo. Questione di timing insomma, non di mancanza di volontà, come sottolineato dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: “Stiamo facendo tutto ciò che è possibile: il nostro impegno non è mai mancato, ma a volte i tempi sono più lunghi di quelli sperati“.

Il ministro degli Esteri di Kiev, in collegamento con gli omologhi Ue, si è lamentato per la bassa quantità di munizioni ricevute finora a sostegno della controffensiva ucraina


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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