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Il Kosovo più vicino all’ingresso nel Consiglio d’Europa. Ora manca solo il via libera dell’Assemblea parlamentare

Bruxelles – Un passo più vicino all’adesione al Consiglio d’Europa per l’ultimo Paese del continente a essere ammesso all’organizzazione internazionale per la promozione di democrazia, diritti umani e identità culturale europea (fatta eccezione per la Bielorussia, a cui è stato negato l’ingresso per mancanza di democrazia). Il Kosovo ha ricevuto oggi (24 aprile) il via libera dal Comitato dei Ministri alla domanda di Pristina di diventare il 47esimo membro del Consiglio d’Europa, affidando all’Assemblea parlamentare il compito di decidere con il voto finale sull’ingresso del Paese balcanico.

La richiesta di Pristina era arrivata il 12 maggio dello scorso anno, accompagnata dalle parole della ministra per gli Affari esteri e la diaspora, Donika Gërvalla-Schwarz: “Siamo il Paese più democratico e più pro-europeo e più ottimista nella regione, meritiamo di essere parte del Consiglio d’Europa il prima possibile”. A meno di un anno di distanza – e con numerosi eventi politici e diplomatici intercorsi, non per ultima la domanda di adesione all’Unione Europea – il Comitato dei Ministri dei 46 Paesi membri del Consiglio d’Europa ha approvato nel corso di una riunione straordinaria la decisione di permettere all’Assemblea parlamentare di esaminare la richiesta del Kosovo e, se d’accordo, deliberare l’adesione con un voto in sessione plenaria.

Il via libera è arrivato con più dei due terzi dei voti a favore, più precisamente 33 su 46: sono stati sette i contrari e cinque gli astenuti, oltre all’Armenia che non ha partecipato al voto. Da rilevare la posizione dei cinque Paesi membri Ue che non riconoscono l’indipendenza di Pristina: Grecia e Slovacchia si sono astenute, mentre Cipro, Romania e Spagna hanno votato contro. A questi si aggiunge la posizione controversa dell’Ungheria di Orbán, stretta alleata della Serbia di Vučić, l’unico Paese membro dell’Unione che riconosce la sovranità del Kosovo ma che oggi non ha votato a favore.

Dopo la visita a Strasburgo della settimana scorsa del ministro degli Esteri serbo, Ivica Dačić, per spingere gli sforzi per impedire l’adesione del Paese balcanico al Consiglio d’Europa, anche Belgrado ha espresso il suo voto contrario alla riunione del Comitato dei Ministri, in violazione del punto 4 dell’accordo di Bruxelles sulla normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi firmato sotto l’egida Ue lo scorso 27 febbraio: “La Serbia non si opporrà all’adesione del Kosovo a nessuna organizzazione internazionale“. Nella decisione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa si legge proprio un riferimento all’accordo di Bruxelles e alla successiva intesa del 18 marzo a Ohrid (Macedonia del Nord) sull’allegato di attuazione, in particolare sulla “importanza che tutte le parti li attuino tempestivamente e in buona fede”.

La presidente del Kosovo, Vjosa Osmani

Secondo i calcoli dei politici kosovari le possibilità di riuscita per l’adesione all’organizzazione internazionale sono aumentate dopo l’espulsione della Federazione Russa, arrivata a seguito della decisione del Comitato dei Ministri del 16 marzo dello scorso anno per l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito del Cremlino. A causa della “continua violazione dei propri doveri internazionali”, il Comitato ha stabilito più di un anno fa la cessazione immediata dei diritti di appartenenza del Paese membro. Mosca è uno degli alleati più stretti della Serbia, in particolare sulla controversia diplomatica con il Kosovo indipendente. Ma grazie all’espulsione della Russia e al forte appoggio dei partner Ue (fatta eccezione per i quattro contrari) è molto vicino il via libera definitivo a Pristina per diventare il 47esimo Paese membro dell’organismo internazionale. Secondo l’articolo 4 dello Statuto, “ogni Stato europeo che sia ritenuto in grado e disposto ad adempiere alle disposizioni dell’articolo 3 [accettare i principi dello Stato di diritto e del godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ndr] può essere invitato a diventare membro del Consiglio d’Europa dal Comitato dei Ministri”.

Il Comitato dei ministri ha approvato con 33 voti a favore, 7 contrari e 5 astensioni la richiesta di Pristina di diventare il 47esimo membro dell’organizzazione internazionale per la promozione di democrazia, diritti umani e identità culturale europea. Quattro Paesi Ue si sono opposti


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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