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La Tunisia blocca l’ingresso alla delegazione del Parlamento Ue. La Commissione è “profondamente sorpresa”

Evidentemente troppo per Saied che, anche se fresco di partnership rafforzata con l’Ue, non ha voluto che l’Eurocamera ficcasse il naso negli affari interni del Paese. La decisione è arrivata all’indomani di un infuocato dibattito all’emiciclo di Strasburgo in cui la stragrande maggioranza degli eurodeputati hanno criticato duramente la Commissione europea per aver stretto l’accordo con Saied. Nel documento con cui il Ministero degli Affari Esteri tunisino ha notificato il divieto di ingresso alla delegazione Ue, reso pubblico su Twitter, non c’è traccia di motivazioni: “Nonostante le numerose riserve nei suoi confronti, la delegazione non sarà autorizzata a entrare sul territorio nazionale”, si legge. Tunisi non ha al momento fornito spiegazioni ufficiali all’origine della dura presa di posizione. Una condotta che “non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011”, hanno sottolineato in un comunicato congiunto i membri di Afet.  “Condanniamo la decisione delle autorità tunisine di rifiutare l’ingresso alla delegazione e chiediamo spiegazioni dettagliate”, si legge nella nota del Parlamento Ue.

Si è attivato immediatamente anche l’ambasciatore Ue in Tunisia, esprimendo “rammarico per la decisione”. Al briefing quotidiano con la stampa internazionale, alla domanda se lo sgarbo di Saied potrà avere ripercussioni sull’implementazione del Memorandum d’intesa, la Commissione europea ha risposto: “L’Ue e la Tunisia sono legate da un partenariato forte e strategico, la continuazione di un dialogo aperto è ancora più importante nel momento in cui affrontiamo insieme sfide senza precedenti“. Insomma, l’intesa per arginare l’emergenza sbarchi dal Mediterraneo centrale ha la priorità.

La condanna alla Tunisia dall’universo Socialdemocratico

Di tutt’altro avviso la capogruppo dei Socialisti e democratici, Iratxe Garcia Perez, che promette battaglia: la leader spagnola ha fatto sapere che chiederà alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di condannare ufficialmente l’accaduto e ha esortato Ursula von der Leyen a “sospendere immediatamente l’attuazione del Memorandum“. All’appello si è unito il capodelegazione del Pd, Brando Benifei, che ha definito “molto grave” la vicenda e ha chiesto “una condanna da parte dei vertici delle istituzioni europee”.

Non solo, Perez ha annunciato che chiederà una valutazione sulla legalità dell’accordo da parte dei servizi giuridici del Parlamento. “La decisione delle autorità tunisine di negare l’ingresso della missione della Commissione Affari Esteri dimostra ciò che affermiamo sin dalla firma del Memorandum d’Intesa tra la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il Presidente Saied. Esternalizzare la gestione della migrazione è un errore politico, e dare soldi a un regime autoritario che viola i diritti umani e reprime ogni oppositore va contro i nostri valori”, ha dichiarato la capogruppo S&d. Che ha poi puntato il dito contro l’alleato-rivale Manfred Weber, leader dei popolari che solo due settimane fa si è recato in Tunisia per difendere la legittimità dell’accordo. “È tempo che il Ppe e il suo leader Manfred Weber riconoscano che questo Memorandum era un’idea sbagliata fin dall’inizio – se non illegale – e smettano di dire che si tratta di un modello da replicare”.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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