Bruxelles – Tre milioni e mezzo di rifugiati dall’Ucraina nell’UE, sei e mezzo internamente nel Paese invaso dalla Russia quasi un mese fa (domani la prima ricorrenza della guerra). Per affrontare la crisi migratoria più velocemente in crescita sul suolo europeo dalla Seconda Guerra Mondiale, Bruxelles ha messo in campo uno sforzo inedito sul piano dell’accoglienza, con il pacchetto di misure a sostegno degli aiuti umanitari presentato dalla Commissione Europea due settimane fa e l’applicazione della Direttiva europea sulla protezione temporanea per la prima volta da quando è entrata in vigore nel 2001 (qui tutti i dettagli). Mentre il numero di rifugiati è in costante aumento, l’esecutivo comunitario ha presentato oggi (mercoledì 23 marzo) le linee-guida per l’assistenza delle persone in fuga dall’Ucraina da parte degli Stati membri UE.
Il sostegno si incentra su cinque pilastri: protezione per i minori, accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al lavoro e all’alloggio. “Ai bambini deve essere garantito un rapido accesso ai loro diritti senza discriminazioni“, si legge nella comunicazione della Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda la registrazione al momento dell’ingresso nell’UE: il rischio da combattere è quello di rapimenti e di traffico di esseri umani. Sempre ai bambini e ai ragazzi ucraini dovrà essere garantito “come priorità” l’accesso all’istruzione, “perché possano sentire un minimo di normalità nelle loro vite stravolte”, ha sottolineato in conferenza stampa il vicepresidente esecutivo della Commissione, Margaritis Schinas. Questa integrazione nei sistemi scolastici dei Paesi membri potrà essere agevolata dal fatto che “il sistema ucraino è già stato digitalizzato durante la pandemia COVID-19” e il portale di Kiev potrà funzionare come “sportello unico per collegarsi al materiale didattico in lingua ucraina”.
Grazie a un meccanismo di solidarietà istituito dall’esecutivo UE che ha garantito 10 mila posti letti in tutta l’Unione, sul piano dell’assistenza sanitaria i rifugiati in arrivo dall’Ucraina che hanno “urgente bisogno di cure ospedaliere specializzate” potranno essere trasferiti tra Stati membri. L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) andrà anche a sostenere la fornitura di vaccini COVID-19, considerato il basso livello di vaccinazione della popolazione ucraina (circa il 35 per cento). Allo stesso tempo, non verrà trascurato il sostegno – in lingua ucraina – alla salute mentale di queste persone, per affrontare i traumi della guerra.
Per quanto riguarda l’occupazione, gli Stati membri sono stati invitati a prendere misure per aiutare le persone a esercitare il loro diritto al lavoro e alla formazione professionale. Infine, la Commissione Europea ha deciso di sostenere i cittadini dei 27 Stati membri UE che vogliono mettere a disposizione le proprie case per ospitare i rifugiati in arrivo dall’Ucraina, attraverso la nuova iniziativa “case sicure” e la mobilitazione di finanziamenti mirati, oltre al dispiegamento del Fondo per l’asilo, la migrazione e l’integrazione e i fondi della politica di coesione per rafforzare i sistemi pubblici di accoglienza. Complessivamente, sono stati resi disponibili 3,4 miliardi di euro aggiuntivi di prefinanziamento nell’ambito di REACT-EU per accelerare l’accesso ai fondi, di cui “molti andranno alla Polonia, che avrà la parte che merita per sostenere l’enorme sforzo richiesto”, ha precisato il vicepresidente Schinas.
La solidarietà tra Paesi membri UE
Per l’UE è anche fondamentale la cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri per coordinare il sostegno sul campo e l’accoglienza dei rifugiati che fuggono dalla guerra in Ucraina. A questo proposito, è stata istituita una piattaforma di solidarietà che riunisce Stati membri e agenzie UE e adibita all’organizzazione dei trasferimenti sicuri di persone verso Paesi che hanno maggiori capacità di accoglienza, compresi quelli extra-UE (Canada e Regno Unito). La commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha reso noto che “per facilitare il dibattito su una condivisione equa dell’onere”, i servizi della Commissione stanno comparando il numero di rifugiati ucraini in ciascuno Stato membro e quello dei richiedenti asilo dello scorso anno, facendo poi un confronto con le dimensioni del Paese: “Questo crea un indice che può indicare in qualche modo quali sono gli Stati che oggi sono di fronte alla pressione maggiore”, ha specificato la commissaria, anticipando che “la Polonia è il primo, poi vengono Austria, Cipro, Repubblica Ceca ed Estonia“.
Il meccanismo di solidarietà è già in atto, con i primi trasferimenti di 14.500 persone dalla Repubblica di Moldova verso sette Paesi membri e la Norvegia iniziati sabato corso (19 marzo). In questo quadro è contemplato anche il rimpatrio di cittadini non-ucraini che non hanno diritto alla protezione temporanea (ma che comunque devono essere accolti alle frontiere dell’UE). Con il sostegno dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) sono stati organizzati i primi voli umanitari di ritorno volontario dalla Polonia al Tagikistan e al Kyrgyzstan. Infine, nel corso della conferenza stampa, la commissaria Johansson ha ricordato ai rifugiati in arrivo dall’Ucraina tutti i consigli per viaggiare in sicurezza sul territorio UE, in particolare per prevenire i rischi di sfruttamento per donne e bambini.