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    Yemen, il Regno Unito si unisce all’operazione Usa contro gli Houthi

    Bruxelles – L’aviazione britannica ha lanciato il suo primo attacco congiunto con gli Stati Uniti contro i ribelli Houthi in Yemen da quando Donald Trump siede alla Casa bianca.A riportarlo è stato il segretario alla difesa del Regno Unito, John Healey, che ha fornito questa mattina (30 aprile) informazioni dettagliate sul motivo del raid: “Questa azione è stata intrapresa in risposta alla minaccia persistente degli Houthi alla libertà di navigazione. La riduzione del 55 per cento del commercio attraverso il Mar Rosso è già costata miliardi, alimentando l’instabilità della regione e mettendo a rischio la sicurezza economica delle famiglie nel Regno Unito”.Secondo le fonti sarebbero stati lanciati diversi raid contro la capitale Sanaa, in mano agli Houthi dal 2014, mentre altri attacchi hanno colpito l’area attorno Saada. Healey ha descritto l’obiettivo dell’operazione come: “Un raggruppamento di edifici utilizzato dagli Houthi per costruire droni, della tipologia impiegata per attaccare le navi nel Golfo di Aden, situato a 25 km a sud di Sanaa”. Per l’operazione sono stati utilizzati Jet Typhoon FGR4s della Royal air force, che hanno sganciato bombe teleguidate sugli obiettivi. Quanto ai danni causati o alla presenza di eventuali vittime, il Regno Unito non ha fornito alcun dettaglio, mentre il Comando centrale statunitense non ha ancora ufficialmente riconosciuto l’attacco. “Il raid è stato condotto dopo il tramonto, quando la possibilità che civili si trovassero nell’area era ridotta ulteriormente” ha fatto sapere il Ministero della difesa britannico.Il Regno Unito ha già preso parte a operazioni congiunte con gli Stati Uniti in Yemen sotto l’amministrazione di Joe Biden, che ha lanciato la campagna contro i filo-iraniani Houthi nel gennaio 2024. Tuttavia, questa nuova operazione costituisce il primo coinvolgimento nella campagna condotta da Trump. Dallo scorso 15 marzo la sua amministrazione ha lanciato oltre 800 attacchi in Yemen, in particolar modo colpendo questo lunedì (28 aprile), come riportano i media yemeniti, un centro di detenzione per migranti a Saada, causando la morte di 68 persone, principalmente civili africani. Il 18 aprile un raid contro il porto di Ras Isa ha invece ucciso 74 persone, ferendone 171. Gli Stati Uniti, che hanno mantenuto una politica tutt’altro che trasparente nei confronti delle loro operazioni nell’area, hanno intensificato gli scontri contro gli Houthi in un’ottica di sostegno a Israele e soprattutto di contrasto all’Iran. Dopo la caduta di Hezbollah ,di Assad e della leadership di Hamas, gli Houthi restano gli ultimi alleati di Teheran nella regione.La decisione dei britannici di unirsi agli americani proprio in questo momento potrebbe essere legata alle iniziative di negoziato che Trump intende intraprendere con l’Iran, visti i rapidi progressi che la Repubblica Islamica ha raggiunto nel suo programma nucleare.

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    Mar Rosso, l’operazione navale Ue Aspides è ai blocchi di partenza. Il “comando strategico” in Grecia, la guida delle operazioni all’Italia

    Bruxelles – Lunedì 19 febbraio i ministri degli Esteri dell’Ue lanceranno ufficialmente la missione navale del blocco per far fronte agli attacchi perpetrati dagli Houthi alle navi commerciali nel Mar Rosso. La conferma arriva da un alto funzionario dell’Ue: sciolte le riserve sui Paesi al comando dell’operazione, il quartier generale sarà in Grecia e la guida delle operazioni sarà affidata all’Italia. Ma diversi punti sembrano ancora in via di definizione.In sole cinque settimane di lavoro, l’Ue è ora pronta a fare la sua parte per difendere la libertà di navigazione e di commercio in una delle rotte più strategiche del mondo: dal canale di Suez transita – prima della crisi – il 12 per cento del commercio globale. Un’operazione “piuttosto rischiosa”, ammettono fonti Ue, perché – rispetto a precedenti missioni contro i pirati somali – i ribelli yemeniti “sono molto più abili militarmente”. La durata prevista è di un anno, il tempo stimato perché “sia raggiunto l’obiettivo”. Ma sarà possibile estenderla previa decisione del Consiglio dell’Ue.Per ora le navi pronte sarebbero tre, anche se l’Ue “spera di avere quattro navi operative” da lunedì. Nell’area, hanno spiegato le fonti, sono già presenti asset di 7 Paesi membri: Francia, Italia, Belgio, Germania, Spagna, Danimarca e Grecia. Ma questo non significa che tutti parteciperanno attivamente all’operazione. Quel che è stato stabilito è che il quartiere generale di Aspides – da scudo, questo il nome dell’operazione – sarà in Grecia, mentre la guida delle operazioni sarà assunta da una fregata italiana. A cui farà da “vice” il contingente francese.Grecia, Francia e Italia sono i tre Paesi che fin dall’inizio hanno dato la propria disponibilità a partecipare. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato in mattinata che la missione “vedrà anche la partecipazione dell’aviazione tedesca e dell’aviazione francese”, e che sono in corso contatti per “raccogliere altre adesioni”. La Romania, e una richiesta di partecipazione sarebbe pervenuta anche da parte albanese.Non è chiaro in che forma, se con uomini, navi o mezzi aerei. Ma la quantità dei mezzi navali dipenderà “anche dal tipo di navi che gli stati membri dispiegheranno”, ha spiegato la fonte, sottolineando inoltre che l’Ue sta chiedendo anche “mezzi aerei”. La fonte ha ammesso che il Servizio europeo di Azione Esterna (Seae) “non ha ancora una panoramica completa” e che – seppure il lancio sarà già lunedì – spera di essere “pienamente operativa in poche settimane”.Il raggio d’azione di Aspides, che è stata creata in fretta e furia con asset già dispiegati per la precedente missione Agenor, andrà dal Mar Rosso, al Golfo di Aden fino alla parte più occidentale dell’Oceano indiano. L’Ue ha attivato i canali diplomatici con Gibuti per poter “avere accesso” al Paese per un supporto logistico sul campo. Se molti punti concreti sembrano ancora fumosi, il principio che guiderà la missione è saldo: sarò una missione esclusivamente difensiva e “non ci saranno attacchi diretti sul territorio yemenita“. Il che dovrebbe significare, per esempio, che il contingente Ue non avrà la facoltà di abbattere le basi terrestri Houthi da cui partiranno eventuali attacchi.

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    Il Parlamento Ue: Gli Stati membri cessino la vendita di armi a Yemen e Libia

    gabieuropaRT @jutta_ditfurth: #ExtinctionRebellion ist keine emanzipat Organisation, die leider Fehler macht. #XR ist ökorassistische, rechtsesoteris…

    RebHarmsThread! How independent journalists in Belarus work and why they need support ? https://t.co/oyqmJJZehV

    Antonio_TajaniTra poco in diretta al #Tg2post! @tg2rai https://t.co/c1O8LSaBGd

    DigitaliansEURT @Luca_Gualtieri1: Ecco in che settori è concentrata la #ricerca europea applicata all’ #industria https://t.co/kVXddEFcHR https://t.co/F…

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    MarcoPiantiniRicordando https://t.co/BcStC4TuRK

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    RenewEuropeRT @CiolosDacian: Property rights of the opposition party & its leaders @dps_news in Bulgaria must be respected, without false campaigns &…

    M5S_EuropaQuesti dati impongono una presa di responsabilità dell’UE. Il #Consiglio deve approvare già durante il vertice del… https://t.co/PKGmbtW1ZF

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    M5S_EuropaRT @Mov5Stelle: Oggi tutti dicono di essere favorevoli a togliere il controllo di Autostrade ai Benetton. Lo dicono anche quelle forze pol…

    nomfupRT @TheSSKate: @HCheadle went deep on how to change who people vote for, through a technique called deep canvassing: “The way I think about…

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    eunewsitAlla caccia di #manager che sappiano gestire la crisi da pandemia. La ricerca dell’Osservatorio 4.Manager presentat… https://t.co/ApNqBUvPFO

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    Il re di Giordania chiede all’Europa una politica estera comune, a partire dal Medio Oriente

    Il re di Giordania, Abdullah II, nel suo discorso al Parlamento europeo [Strasburgo, 15 gennaio 2020] – Emanuele Bonini Abdallah II al Parlamento europeo ricorda che la sicurezza del mondo passa per la stabilità della regione, dove l’Europa fa fatica a imporsi. Critiche a Israele, avvertimenti agli europei: il rischio terrorismo e immigrazione sullo sfondo […]

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    Bruxelles decisa a mantenere un ruolo di mediazione in Iran e Yemen

    The Iranian flag flutters in front the International Atomic Energy Agency (IAEA) headquarters in Vienna, Austria July 10, 2019. REUTERS/Lisi Niesner E’ ciò che emerge dal Consiglio Affari Esteri, che avrà termine domani. “La stabilità di quest’area geografica è una questione di sicurezza globale. Pronti a supportare qualsiasi iniziativa che consideri la regione stessa come […]