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    L’Ucraina chiede ai partner occidentali di “finalizzare la lista di sanzioni contro la Russia in caso di invasione”

    Bruxelles – Mentre da Washington arriva la notizia che l’amministrazione di Joe Biden ha dato il via libera per l’invio di 3 mila soldati per il rafforzamento del fianco orientale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), da Kiev è sempre più pressante la richiesta ai partner occidentali di “finalizzare la lista di sanzioni economiche contro la Russia in caso di invasione dell’Ucraina“. Lo ha riferito oggi (mercoledì 2 febbraio) durante un briefing con la stampa internazionale il ministro per gli Affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba: “Mosca dovrà vedere cosa rischierà concretamente se violerà la nostra sovranità”.
    Il ministro per gli Affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba
    Nel suo discorso, Kuleba ha sottolineato con forza che “quello che sta succedendo qui non riguarda solo l’Ucraina, ma tutta l’architettura della sicurezza dell’Europa“, e lo dimostra il fatto che negli anni si sono verificati attacchi e operazioni russe anche sul territorio comunitario e britannico (il riferimento è all’assassinio dell’ex-spia dei servizi segreti russi Aleksander Litvinenko a Londra nel 2006). Oltre alle sanzioni dell’Occidente contro la Russia, l’Ucraina chiede ai partner anche di “rimanere fermi e uniti sulla questione della possibilità di ingresso nella NATO” e di “aiutarci a rafforzare le capacità di difesa e informatiche”.
    Nonostante le operazioni militari di Stati Uniti e Regno Unito (che ha messo in campo un’alleanza militare con Polonia e Ucraina), il ministro ha predicato calma: “Non penso che le truppe russe mobilitate al confine siano sufficienti per un’invasione su larga scala, anche se il loro numero non è diminuito e le infrastrutture militari sono rimaste intatte”. Proprio per questo motivo, “non si può sottostimare la minaccia ed è più facile affrontarla se i partner ci danno il loro supporto”. In Ucraina le potenze della NATO dovranno tenere alta l’attenzione, soprattutto in caso di invasione russa: “Un fallimento lancerebbe in tutto il mondo il messaggio che l’Occidente non sa difendere i propri valori né se stesso“, ha avvertito Kuleba.
    A scanso di equivoci, “non vogliamo effettuare nessuna operazione offensiva, non l’abbiamo mai fatto e non lo vogliamo fare”, ha assicurato il ministro ucraino, che dà la priorità a diplomazia e deterrenza: “Da novembre stiamo dimostrando che l’invasione da parte della Russia può essere evitata, affrontando l’escalation miliatare con il dialogo”. Rimane comunque un fatto che “siamo pronti a ogni scenario e se saremo attaccati, ci difenderemo“. La posizione è la stessa di quella più volte espressa dai leader occidentali – “anche se il tono può cambiare” – ed è sempre ancorata ai tavoli della diplomazia internazionale.

    La richiesta è arrivata dal ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, durante il briefing con la stampa straniera: “Mosca dovrà vedere cosa rischierà concretamente se violerà la nostra sovranità”

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    L’UE spinge sugli aiuti all’Ucraina, e Draghi cerca di convincere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati

    Bruxelles – Una chiamata da Roma a Mosca per allentare la tensione tra le potenze occidentali e la Russia. Mentre l’UE ha presentato formalmente il piano di aiuti da 1,2 miliardi di euro per l’Ucraina già annunciato la settimana scorsa dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha tenuto stamattina (martedì primo febbraio) un colloquio telefonico con il presidente russo, Vladimir Putin, per tentare di portare avanti la strada del dialogo (come fatto anche dal presidente francese, Emmanuel Macron).
    Una nota di palazzo Chigi rende noto che “al centro dei colloqui ci sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali” tra Italia e Russia, con il premier Draghi che ha sottolineato “l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni“, anche considerate le “gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi”. Insieme al presidente Putin “è stato concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi“, ma si è anche sottolineata “l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia”.
    Una conversazione telefonica avvenuta sullo sfondo della proposta da parte della Commissione UE per il nuovo programma di assistenza macrofinanziaria di emergenza per l’Ucraina, che dovrà essere soggetto ora al vaglio di Consiglio e Parlamento Europeo (ed eventualmente adottato). “Questo pacchetto aiuterà l’Ucraina ad affrontare il suo fabbisogno finanziario dovuto alle sfide economiche e politiche che il Paese sta vivendo”, ha commentato la presidente von der Leyen. Secondo l’esecutivo UE, “una rapida adozione di questa proposta permetterà di erogare immediatamente una prima tranche di 600 milioni di euro all’Ucraina“.
    Parallelamente alla proposta sul programma di emergenza, la Commissione UE ha deciso di aumentare “significativamente” l’assistenza bilaterale che fornirà nel 2022 all’Ucraina sotto forma di sovvenzioni. Dal 2014, le istituzioni finanziarie europee hanno stanziato oltre 17 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti a Kiev per sostenere la lotta alla corruzione, lo Stato di diritto e il rafforzamento delle strutture statali.

    As I announced last week, the @EU_Commission has proposed a €1.2 billion financial assistance package for Ukraine.
    I call on @Europarl_EN and EU countries to agree swiftly, so we can disburse a first tranche of €600 million as soon as possible.
    The EU stands with Ukraine. pic.twitter.com/TqBivrTM4V
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 1, 2022

    A proposito della questione del rafforzamento delle capacità di risposta di Kiev agli attacchi ibridi di Mosca, la commissione speciale sulle Ingerenze straniere nei processi democratici e la disinformazione (INGE) del Parlamento Europeo ha tenuto questo pomeriggio un’audizione sulla strategia della Russia nello spazio informatico. “I cyberattacchi russi hanno un effetto cognitivo, cioè vogliono dimostrare la debolezza nella capacità di riposta dei Paesi colpiti, per mettere in discussione la loro stessa esistenza“, ha spiegato agli eurodeputati Sanda Svetoka, esperta del Centro di eccellenza NATO per le comunicazioni strategiche.
    Come dimostrato dal caso dell’Ucraina di poche settimane fa – a cui l’UE ha fornito immediata assistenza – “nel caso delle azioni offensive a livello informatico c’è una zona grigia più ampia su quello che consideriamo guerra o no“. In questo caso, la “vittoria” sugli avversari avviene “danneggiando infrastrutture critiche, come i sistemi informatici, elettrici o di traffico, con un’interruzioni dei servizi”, ha precisato Svetoka.

    “E’ stato concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi”, ma anche sottolineata “l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia”

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    Italia e UE si coordinano con i partner occidentali per rispondere alle minacce della Russia in Ucraina

    Bruxelles – Al tavolo virtuale delle potenze occidentali sul coordinamento contro le minacce della Russia al confine orientale dell’Ucraina ieri sera (lunedì 24 gennaio) c’erano tutti: il premier Mario Draghi, i leader delle istituzioni UE Charles Michel e Ursula von der Leyen (rispettivamente del Consiglio e della Commissione), il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, l’omonimo francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il primo ministro britannico, Boris Johnson, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, e il presidente polacco, Andrzej Duda.
    In termini di contenuti non sono emerse particolari novità rispetto a quanto già ribadito anche al Consiglio Affari esteri dell’UE di ieri (alla presenza virtuale del segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, e del segretario generale della NATO Stoltenberg). Ma la vera notizia è che il fronte occidentale è compatto a sostegno dell’Ucraina e i nove leader lo hanno confermato a loro stessi in primis e alla Russia di Vladimir Putin implicitamente. Fonti interne al Consiglio fanno sapere che l’incontro tra i capi di Stato e di governo e il segretario generale della NATO ha avuto come tema centrale l’unità sulla risposta dell’Occidente in caso di aggressione militare della Russia contro l’Ucraina sul fianco orientale.
    Questo non significa che non ci sia ancora spazio per l’azione diplomatica. Ecco perché è stata ribadita “l’urgente necessità” di continuare il dialogo con la Russia per allentare le tensioni militari lungo il confine con l’Ucraina e la retorica aggressiva di Mosca. Al centro di tutto il discorso ci sono i principi fondamentali della sicurezza europea, che “non possono essere rinegoziati”, e il diritto degli Stati dell’Europa di decidere i propri accordi internazionali che garantiscono la sicurezza nazionale.
    Prima di un’eventuale escalation militare le potenze occidentali proveranno a mettere sul campo anche “sforzi congiunti” per scoraggiare ulteriori aggressioni militari di Mosca: sul tavolo un coordinamento tra i partner per imporre sanzioni economiche contro la Russia. Rimane incondizionato il sostegno a Kiev, sia in termini diplomatici sia in termini economici, seguendo l’esempio del nuovo pacchetto di assistenza macrofinanziaria di emergenza da 1,2 miliardi di euro stanziato ieri dall’Unione Europea. “Rimarremo fermi e uniti”, ha sottolineato su Twitter il presidente del Consiglio UE Michel, commentando la “piena unità transatlantica” confermata ieri sera dai nove leader.

    Tonight’s call with @POTUS @jensstoltenberg @vonderleyen @EmmanuelMacron @OlafScholz @prezydentpl @Palazzo_Chigi and @BorisJohnson to coordinate our response in case of further military agression against Ukraine.
    We will remain firm and united. pic.twitter.com/ZflP3AxCi8
    — Charles Michel (@eucopresident) January 24, 2022

    Anche da Palazzo Chigi emerge completo allineamento alla strategia coordinata dai partner nel rapporto con Mosca. Esaminando l’andamento della crisi e i contatti diplomatici delle ultime due settimane, per l’Italia rimane centrale lo “stretto coordinamento tra gli alleati e l’esigenza di una risposta comune”, sia come sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, sia per tenere aperto un canale di dialogo con la Russia.
    Vincenzo Amendola“Dobbiamo respingere con molta fermezza” ogni ipotesi di “possibili invasioni o di operazioni militari, soprattutto perché siamo un continente che crede nel negoziato, nel dialogo politico”, ha ribadito il sottosegretario agli Affari Europei, Vincenzo Amendola, ai microfoni di SkyTg24 a margine dei lavori del Consiglio Affari Generali a Bruxelles da cui emerge “una risposta molto compatta di tutti i 27” Stati membri.
    Risposta compatta a livello europeo che per Amendola riflette l’unità tra gli alleati occidentali nell’incontro virtuale di ieri. “Siamo uniti nell’evitare un’escalation militare, non vogliamo che sul territorio ucraino si creino delle condizioni che innanzitutto per i cittadini di quel paese sarebbero disastrose”. La politica – aggiunge – “ha dei mezzi e che sono assolutamente superiori a quelli dello strumento militare: la nostra posizione non è solo di alleanza, ma vogliamo evitare un’escalation militare”.
    Nel caso in cui la situazione dovesse degenerare e arrivare al conflitto militare da parte di Mosca “tutte le opzioni sono sul tavolo”, anche eventuali sanzioni energetiche, ha chiarito il sottosegretario rispondendo a una domanda. Precisa che “abbiamo sempre detto che le risposte saranno adeguate alle operazioni” anche se “al momento abbiamo sempre tenuto fermo il dialogo negoziale”. Un’eventuale escalation di tensione “potrebbe essere un rischio per l’Ucraina, ma anche per il contesto di pace e sicurezza nel nostro continente”, ha aggiunto, sottolineando in chiusura che la crisi attuale “non è creata da qualche vertice in Europa o della NATO, ma è creata da una posizione, quella russa, con cui abbiamo sempre tenuto aperto il dialogo proprio per evitare in quel quadrante dell’Europa dell’est dei pericoli che” potrebbero riversarsi sull’intero continente.

    Confermata l’unità delle potenze occidentali in caso di aggressione militare di Mosca al confine orientale ucraino. Ma rimangono centrali gli sforzi diplomatici per una de-escalation della tensione e sanzioni deterrenti coordinate

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    Gli USA evacuano l’Ucraina. Dall’UE 1,2 miliardi di aiuti in chiave anti-russa a Kiev per “le sue esigenze dovute al conflitto”

    Bruxelles – La situazione in Ucraina si deteriora sempre di più, e i venti di un conflitto aperto soffiano sempre più forti. Gli Stati Uniti hanno dato istruzione a personale diplomatico e cittadini americani di lasciare il Paese, come hanno fatto anche altre diplomazie, una mossa che lascia temere il peggio. La Commissione europea decide di liberare un nuovo pacchetto di aiuti da 1,2 miliardi di euro. “Questo pacchetto aiuterà ora l’Ucraina a soddisfare le sue esigenze di finanziamento dovute al conflitto” e “la situazione  creata dalle azioni aggressive della Russia”, spiega la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, che chiede a Consiglio e Parlamento di permetterne l’erogazione “il prima possibile”.
    L’UE continua a difendere Kiev. “L’Ucraina è un paese libero e sovrano“, che in quanto tale “fa le sue scelte”, continua von der Leyen con una precisazione rivolta a Mosca. A Bruxelles nessuno parla di finanziare le spese militari dell’Ucraina in caso di un conflitto aperto, e anche il capo del servizio dei portavoce dell’istituzione, Eric Mamer, si appresta a ribadire che “il messaggio politico” di questo nuovo pacchetto di aiuti da 1,2 miliardi di euro è che “siamo pronti a sostenere le necessità immediate” del Paese. Di fronte alle “tensioni causate dai russi l’UE” c’è la necessità, avvertita a Bruxelles, di mostrare “la solidarietà dell’UE per rispondere a questa situazione”.
    Se la Commissione mette a disposizione soldi, dall’altra parte della strada, in Consiglio, i ministri degli Esteri affrontano lo stesso dossier russo-ucraino per cercare di mettere a punto gli altri elementi della strategia di risposta dell’UE al deterioramento della situazione sul territorio. I Ventisette devono capire come comportarsi nella malaugurata ipotesi che la situazione precipiti. 

    Chiesto a Consiglio e Parlamento di renderli disponibili “quanto prima”. Von der Leyen: “L’Ucraina è un paese libero e sovrano”. E gli Stati Uniti lavorano al rimpatrio di personale diplomatico e cittadini americani

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    Si stringe la collaborazione tra UE e Stati Uniti per allentare le tensioni con la Russia

    Strasburgo – Si intensifica il coordinamento transatlantico per affrontare una crisi con la Russia di Vladimir Putin che non accenna a risolversi. L’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, e la presidenza di turno polacca dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), si sono confrontati ieri sera (mercoledì 19 gennaio) per trovare una posizione comune sulle minacce portate dalla Russia all’Ucraina e all’Europa in generale.
    Una nota diffusa dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) spiega che i quattro partner “hanno discusso dell’impegno militare russo intorno all’Ucraina, così come gli impegni diplomatici bilaterali e internazionali in corso” per tentare di giungere a una de-escalation sul confine orientale. Sottolineata la necessità di “sostenere i principi fondamentali” dell’architettura di sicurezza europea, ma soprattutto di “continuare intense consultazioni per risolvere la situazione attraverso un impegno diplomatico bilaterale e multilaterale“. La strategia è quella di presentare “un fronte transatlantico forte, chiaro e unito”.
    Si spiega così l’invito dell’alto rappresentante UE Borrell al segretario di Stato Blinken a partecipare al Consiglio Affari esteri di lunedì prossimo (24 gennaio) a Bruxelles. La volontà di “rafforzare ulteriormente il coordinamento con gli Stati Uniti e con la NATO” era emersa anche al vertice informale dei ministri UE della Difesa e degli Esteri della settimana scorsa a Brest (Francia), con la richiesta all’alto rappresentante Borrell di portare questa collaborazione al tavolo delle discussioni sulla crisi in atto con la Russia. “Continueremo il nostro impegno negli sforzi diplomatici internazionali in corso e nello stretto coordinamento transatlantico“, ha fatto sapere Borrell su Twitter. “L’UE e gli Stati Uniti rimangono uniti per affrontare le sfide alla sicurezza in Europa”, ha aggiunto.

    I have invited @SecBlinken to join FAC discussions on Russia/Ukraine on Monday. Look forward to continue our engagement on ongoing international diplomatic efforts & continued close transatlantic coordination. The EU & U.S stand together to face challenges to security in Europe.
    — Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) January 19, 2022

    L’alto rappresentante UE, Josep Borrell, ha invitato il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, a partecipare al prossimo Consiglio Affari esteri a Bruxelles: in agenda le soluzioni per risolvere la crisi sul fronte orientale

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    L’UE respinge i tentativi della Russia di ricostituire sfere d’influenza in Europa: “Non si può tornare indietro nel tempo”

    Bruxelles – Si alza la tensione tra Russia e Occidente sulla crisi in Ucraina e l’UE cerca di sfruttare il momento per definirsi come un attore credibile sulla scena globale. “Rigettiamo i tentativi russi di ricostituire sfere di influenza in Europa, non possiamo tornare indietro nel tempo“, ha sottolineato con forza l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al termine della due-giorni di vertici dei ministri della Difesa e degli Affari esteri a Brest (Francia).
    Già ieri (giovedì 13 gennaio) l’alto rappresentante aveva spiegato ai giornalisti che era in corso “una discussione sull’architettura della sicurezza europea”, dal momento in cui la Russia rappresenta per l’UE “una minaccia su diversi fronti”, a partire dal confine orientale dell’Ucraina. “Siamo in un momento critico, in cui dobbiamo agire come un attore geopolitico e rispondere direttamente a ogni aggressione”, è stato il monito di Borrell, anche se “il nostro approccio è sempre il dialogo e i negoziati“. Come confermato anche dal ministro francese per gli Affari esteri e presidente di turno del Consiglio dell’UE, Jean-Yves Le Drian, “da tutti i Paesi membri è stata accolta con determinazione e unità la necessità di una ferma dissuasione contro la minaccia più grave nella regione“.
    L’UE rimane al fianco dell’Ucraina e dei Paesi dell’Europa orientale “minacciati dalla Russia” e continua a chiedere a Mosca una de-escalation lungo i suoi confini occidentali. In caso contrario “ci prepareremo a nuove sanzioni economiche in coordinazione con i partner”, ha ribadito l’alto rappresentante Borrell nel corso della conferenza stampa. La realtà dei fatti è che, nonostante i tentativi di dialogo portati avanti durante questa settimana, la Russia non sembra intenzionata a impegnarsi in un confronto diplomatico con l’Occidente e con tutta probabilità è dietro all’attacco informatico avvenuto stanotte ai danni di diversi siti di ministeri e agenzie governative ucraini. Borrell ha messo in chiaro che “queste azioni cercano di destabilizzare il Paese e di aumentare la tensione”: Kiev ha comunque reagito “velocemente” e ha “parzialmente ristabilito il funzionamento” dei siti governativi. Da Bruxelles è stata offerta assistenza tecnica “se richiesta”.
    Un ultimo punto toccato dall’alto rappresentante UE è stato il coordinamento “eccellente” con la NATO e gli Stati Uniti nella risposta alla Russia: “Sono estremamente sodisfatto del rapporto che si è rafforzato, nonostante i tentativi di Mosca di dividerci“. Ora l’obiettivo è “mettere in chiaro le priorità del prossimo decennio”, gli ha fatto eco il ministro francese, a partire dalla Bussola strategica per la sicurezza e la difesa, da approvare entro marzo: “È il nostro libro bianco per la sovranità e la sicurezza europea”, ha concluso Le Drian.

    Nel corso del vertice informale dei ministri UE degli Affari esteri a Brest è stata ribadita la necessità di una “ferma dissuasione” di Mosca contro gli attacchi all’Ucraina e alla sicurezza del continente

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    Attacco informatico ai siti ufficiali del governo dell’Ucraina. Borrell: “L’UE offrirà assistenza tecnica”

    Bruxelles – La crisi in Ucraina si allarga allo spazio digitale. Nella notte tra giovedì e venerdì (13-14 gennaio) diversi siti di ministeri e agenzie governative ucraini (tra cui quello degli Affari esteri, dell’Istruzione e della Scienza e del Servizio per le situazioni di emergenza) sono stati colpiti da un attacco informatico ancora non rivendicato, ma in concomitanza con un’escalation di tensione nelle ultime settimane al confine occidentale con la Russia.
    Dopo l’attacco informatico, il sito ufficiale del governo dell’Ucraina è stato ripristinato, mentre appaiono ancora irraggiungibili tutte le altre pagine web colpite. Questa mattina il sito del ministero degli Esteri mostrava un messaggio in lingua ucraina, russa e polacca: “Ucraini! Tutti i vostri dati personali sono stati cancellati e sono impossibili da ripristinare. Tutte le informazioni su di voi sono diventate pubbliche, abbiate paura e aspettatevi il peggio”.
    Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa AFP, il servizio di sicurezza del governo ucraino ha fatto sapere che non si è verificata nessuna fuga di dati personali. La polizia informatica è già sul caso e i primi sospettati sono i gruppi di hacker russi, che negli ultimi anni sono già stati responsabili di diversi attacchi informatici in Ucraina (e anche in Germania, poche settimane prima delle elezioni federali del 26 settembre 2021).
    In risposta all’attacco informatico “l’Unione Europea sta mobilitando tutte le sue risorse per offrire supporto all’Ucraina“, ha commentato l’alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, a margine della chiusura del vertice informale dei ministri UE per gli Affari esteri a Brest (Francia). “Abbiamo convocato una riunione d’emergenza degli ambasciatori del comitato politico e di sicurezza dell’UE per capire quale assistenza tecnica si può fornire all’Ucraina”, ha aggiunto Borrell, che ha sottolineato che “l’attacco informatico merita una condanna dell’Unione Europea”.
    Ieri (giovedì 13 gennaio) il Consiglio dell’UE ha deciso di prorogare per altri sei mesi le sanzioni contro alcuni settori economici della Russia per la crisi in Ucraina, fino al 31 luglio 2022. Proprio da Mosca ieri invece è arrivata una parziale chiusura ai colloqui con la NATO ripresi questa settimana, che sarà definitiva nel caso in cui anche gli Stati Uniti adotteranno misure restrittive contro la Russia: “Non vediamo altri motivi per portare avanti il dialogo con l’Occidente”, ha tagliato corto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

    Un cyberattacco ancora non rivendicato ha colpito i siti web di ministeri e agenzie governative ucraini. L’alto rappresentante UE Borrell comunica che “è stato convocata una riunione d’emergenza degli ambasciatori”

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    Prorogate fino a luglio le sanzioni economiche contro Mosca per la crisi in Ucraina

    Bruxelles – Il Consiglio dell’UE ha deciso oggi (13 gennaio) di prorogare per altri sei mesi, fino al 31 luglio 2022, le sanzioni contro alcuni settori economici della Russia per la crisi in Ucraina. La decisione assunta oggi segue la valutazione che i capi di Stato e governo hanno fatto all’ultimo Consiglio Europeo del 16 dicembre sull’attuazione degli accordi di Minsk da parte di Mosca per la pace in Ucraina orientale.
    Il Consiglio dell’UE ricorda in una nota che le sanzioni sono state introdotte la prima volta a luglio 2014, “in risposta alle azioni della Russia di destabilizzazione della situazione in Ucraina”, con l’annessione della penisola di Crimea. Limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’UE per alcune banche e società russe e vietano forme di assistenza finanziaria e di intermediazione nei confronti delle istituzioni finanziarie russe. Stop anche all’importazione, l’esportazione o il trasferimento diretto o indiretto di tutto il materiale che riguarda il comparto della difesa. Le misure restrittive limitano inoltre l’accesso russo ad alcune tecnologie sensibili che possono essere utilizzate nel settore energetico, ad esempio, nella produzione e nell’esplorazione del petrolio.

    La decisione del Consiglio dell’UE fa seguito all’ultima valutazione dei capi di Stato e governo al Vertice europeo di dicembre sull’attuazione degli accordi di Minsk da parte di Mosca