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    La rivoluzione svizzera: Berna adotta tutte le sanzioni varate dall’UE contro la Russia

    Bruxelles – La Svizzera si allinea all’Unione europea sulle sanzioni alla Russia per l’aggressione all’Ucraina. Dopo notevoli pressioni dal Parlamento , “visto l’avanzamento delle operazioni militari in Ucraina da parte dell’esercito russo” oggi (28 febbraio) il Consiglio federale, spiega una nota, “ha deciso di riprendere il pacchetto di sanzioni varato dall’UE tra il 23 e il 25 febbraio. Il patrimonio delle persone e delle imprese menzionate è congelato con effetto immediato”.
    Diventano inoltre immediatamente esecutive le sanzioni finanziarie contro il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Michail Mišustin e il ministro degli esteri Sergej Lavrov. La Svizzera “ribadisce la propria solidarietà allo Stato e al popolo ucraino e invierà aiuti umanitari ai profughi che hanno trovato rifugio in Polonia”.
    Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) è stato incaricato di adeguare l’ordinanza “in base alle misure adottate dall’UE e d’intesa con l’UE”. Il patrimonio delle persone e delle aziende elencate nell’allegato dell’ordinanza è congelato con effetto immediato e rimane in vigore il divieto di stipulare relazioni d’affari con tali persone e imprese.
    “In questo modo – continua la nota – il nostro Paese reagisce alle gravi violazioni del diritto internazionale di cui sono responsabili queste persone. Il divieto di importazione, esportazione e investimento nei confronti della Crimea e della città di Sebastopoli in vigore dal 2014 viene esteso alle regioni ucraine di Doneck e Lugansk, che non sono più sotto il controllo del governo ucraino”.
    Disposizioni per l’entrata in Svizzera e chiusura dello spazio aereo
    Il Consiglio federale ha inoltre deciso di sospendere parzialmente l’accordo del 2009 sulla facilitazione del rilascio del visto per i cittadini russi. Il Consiglio federale ha altresì emanato un divieto di entrata nei confronti di diverse persone che hanno relazioni con la Svizzera e sono vicine al presidente Putin. 
    Infine, in accordo con i blocchi decisi da altri Paesi europei, è stata decretata la chiusura a partire da lunedì alle ore 15:00 dello spazio aereo svizzero per tutti i voli provenienti dalla Russia e i movimenti di volo di aeromobili con identificativo russo, ad eccezione dei voli a scopo umanitario, medico o diplomatico.
    La Svizzera continua a offrire i suoi buoni uffici
    Nelle sue decisioni il Consiglio federale ha tenuto conto della neutralità e degli aspetti legati alla politica di pace, ribadendo la disponibilità della Svizzera a contribuire attivamente alla risoluzione del conflitto tramite i suoi buoni uffici. Ciò nonostante, “l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro uno Stato sovrano europeo ha spinto il Consiglio federale a rivedere la propria prassi in materia di sanzioni”. La difesa della pace e della sicurezza, così come il rispetto del diritto internazionale, sono valori ai quali la Svizzera “in quanto democrazia aderisce e che condivide con i suoi vicini europei. Il nostro Paese continuerà ad esaminare ogni ulteriore pacchetto di misure dell’UE”, assicura la nota del governo elvetico.
    Invio di beni di prima necessità alla popolazione ucraina
    In questi giorni la Svizzera invierà circa 25 tonnellate di aiuti umanitari per un valore di otto milioni di franchi verso la Polonia (Varsavia). Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) mette a disposizione medicamenti e materiale medico di prima necessità dalla farmacia dell’esercito. Gli aiuti sono destinati alla popolazione ucraina che si trova in Ucraina e nei Paesi confinanti. La consegna sarà coordinata dal Corpo svizzero di aiuto umanitario.

    “L’aggressione militare senza precedenti della Russia contro uno Stato sovrano europeo ha spinto il Consiglio federale a rivedere la propria prassi in materia

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    La Svizzera abbandona i negoziati per rinnovare le intese con l’Unione europea

    Bruxelles – In pratica sembra essere una questione di ciliegie: la Svizzera vorrebbe scegliere quali cogliere, invece si ritroverà lì a vederle cadere marce.
    Questo pomeriggio (26 maggio) il Consiglio Federale della Confederazione elvetica ha deciso di rompere le trattative con l’Unione europea che erano tese (da sette anni) a trovare un’intesa su un “Accordo istituzionale” che adeguasse “dinamicamente” gli accordi tra le due parti per l’accesso al Mercato Unico europeo, che attualmente sono invece cristallizzati in un centinaio di intese nate tra 50 e 20 anni fa, e che dunque stanno rapidamente invecchiando.
    Le ciliegie, dicevamo. Un noto detto britannico definisce come “cherry piking” il tentativo di fare un accordo nel quale si tenta di prendere solo le cose più convenienti per la propria parte. Di questo l’Unione europea accusa la Svizzera, che dopo sette anni di negoziati ha bloccato la trattativa su tre temi: gli aiuti di Stato, la libera circolazione delle persone, protezione dei salari. “I colloqui hanno consentito di migliorare la comprensione reciproca delle rispettive posizioni, che sono tuttavia rimaste distanti in termini di contenuto”, è scritto nella nota del Consiglio Federale nella quale si annuncia la rottura delle trattative, auspicando comunque una generica “ripresa del dialogo”.
    E qui vengono le ciliegie marce. La Commissione non ha potuto che “prendere atto” della decisione svizzera, ma un alta fonte brussellese coinvolta nel negoziato ha spiegato che già da oggi ci saranno forti problemi per la Confederazione, poiché le intese bilaterali sono appunto vecchie “e ci saranno problemi immediati, come ad esempio sui dispositivi medici, che fino ad oggi la Svizzera poteva esportare nell’Unione con un trattamento di assoluto favore, poiché bastava la certificazione loro per poterli mettere in commercio. Da oggi sono entrate in vigore le nuove regole sulla commercializzazione di questi prodotti nel Mercato Unico, e la Confederazione semplicemente non potrà più esportare verso i 27 con le vecchie norme. Altri problemi immediati – ha continuato la fonte – ci saranno nel settore agricolo, ed anche sul tema della protezione dei dati da oggi dovremo avre un occhio diverso”.
    Perché qui era un po’ il cuore della proposta dell’Unione: arrivare ad un allineamento “dinamico” delle regole, che permettesse agli accordi vecchi di decenni di procedere al passo con le nuove regole che nel tempo l’Unione si darà.
    Anche per la Svizzera, come fu per la Gran Bretagna c’è poi un problema sulla competenza della Corte di Giustizia UE a giudicare su questa materia, “ma per noi non è una scelta – sottolinea la fonte – la Corte europea è l’unica che può giudicare sulle norme europee, è un obbligo legale dal quale non possiamo prescindere”.
    Con questa decisione di Berna resta dunque ferma anche la collaborazione nella ricerca, anche perché dal 2013 la Svizzera non paga più le sue quote per la politica di coesione “e dunque nessuna collaborazione è possibile – spiega la fonte -. Nel Bilancio pluriennale dell’Unione avevamo previsito dei capitoli di spesa su questo, ma senza un Accordo istituzionale come pre-requisito tutto è bloccato”.
    Ora l’Unione rifletterà sul da farsi, ma certo, spiegano alla Commissione “se non si arriverà ad una nuova intesa la Svizzera non avrà nuovi accessi al Mercato interno UE, mentre nel frattempo i vecchi accordi si indeboliranno, perché noi evolviamo”.
    Du questa situazione sfavorevole alla Confederazione sembrano coscienti i Cantoni, che in una nota congiunta affermano di aver “sempre sostenuto la necessità di un accordo con l’UE come garanzia di una relazione duratura e stabile con il nostro vicino diretto e partner economico più importante”. Secondo i governi cantonali l’approccio bilaterale deve continuare ad essere perseguito anche se i negoziati sono falliti, e “le conseguenze di questo fallimento e le questioni in sospeso nelle relazioni con l’UE dovrebbero venir chiarite il più presto possibile”. Anche l’organizzazione Economiesuisse (che rappresenta più di 100.000 aziende) non è felice di questo stop: “Spetta ora al Consiglio federale stabilizzare il percorso bilaterale e minimizzare i danni”, si legge in una nota, nella quale sottoolinea che la via bilaterale “deve quindi rimanere l’obiettivo prioritario della politica economica estera elvetica. A tal fine, dopo il fallimento dell’accordo istituzionale, in una prima fase è necessario stabilizzare gli accordi esistenti e minimizzare i danni”.

    Berna non è soddisfatta delle proposte su aiuti di Stato, la libera circolazione delle persone, protezione dei salari. “Senza una nuova intesa la Confederazione non avrà nuovi accessi al Mercato interno UE, mentre nel frattempo i vecchi accordi si indeboliranno”

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    Svizzera, referendum: vince il NO. Von der Leyen: “Ora avanti con l’accordo quadro”

    vonderleyenRT @EU_Commission: “Portugal is not only an example of how to find a way out of the #coronavirus crisis, with good ideas, hard work and dis…

    Bulc_EUWhat an achievement. The first such facility on the mainland. Congratulations #Brussels #airport #aviation… https://t.co/LYjVOcIccG

    RebHarmsRT @zeitonline: Wie geht es einem, wenn man 40 Jahre für etwas gekämpft hat und dann wird es plötzlich wahr? Ein Gespräch mit der #Grünen-P…

    RebHarmsRT @zeitonline: Die Historikerin @RichterHewdig startet mit “Demokratie. Eine deutsche Affäre” von 0 auf 1 in die #Sachbuch-Bestenliste. Eb…

    jduchRT @Europarl_EN: EU long-term budget: the European Parliament is still waiting for Council proposals. Press release → https://t.co/8pLHVIe…

    FedericaMogExcellent discours (et merci pour la référence au travail fait ensemble!) https://t.co/X4WntWWgrV

    socbxlRT @MGQ50: This COVID-19 ad from UNICEF IS BRILLIANT. https://t.co/f4LeGAUYdR

    nomfupRT @lemondefr: Emmanuel Macron va rencontrer l’opposante biélorusse Svetlana Tsikhanovskaïa. Le président de la République sera le premier…

    PES_PSERT @Channel4News: Analysis by Channel 4 News shows Black Americans – historically a community targeted with voter suppression tactics – wer…

    RenewEurope?We call for an immediate ceasefire and de-escalation of hostilities following two days of heavy fighting that erup… https://t.co/meDRtK7CVr

    vonderleyenRT @EU_Commission: “I want the Portuguese people to know that we are together in the fight against the pandemic. Europe is, was and will be…

    RenewEuropeEvery year 1,4 million Europeans die of #cancer & new cancer cases are expected to rise to 3,9 million by 2040. Our… https://t.co/0CFzQySr39

    JosepBorrellFAs the new school year starts, @UNICEF & the EU are sending an #SOSEducation to underline importance of education a… https://t.co/M66K02kNpi

    JHahnEURT @dreynders: I congratulate all the prosecutors of the #EPPO who have just taken their solemn oath at @EUCourtPress. We are now moving cl…

    JHahnEUClose coordination w/ #Brussels authorities is essential for the @EU_Commission + its staff: #corona-related measur… https://t.co/GiXfDvzrLs

    JHahnEUA real pleasure to meet and exchange with my friend, @Koen_Geens1, Vice Prime Minister of #Belgium at a key moment… https://t.co/ecn5gtaGO0

    nomfupRT @NewYorker: “The human body is an unusual sort of Instagram subject: it can be adjusted, with the right kind of effort, to perform bette…

    CSpillmannLe président @EP_President n’a pas ou exaucer le vœu pressant exprimé par @EmmanuelMacron pour la 1ere session d’oc… https://t.co/HNu63EcUYL

    Europarl_ITBilancio UE a lungo termine: il Parlamento sta ancora aspettando la proposta del Consiglio. Il comunicato stampa in… https://t.co/fDhLQNb5J1