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    Le sanzioni UE contro la Russia sono in vigore. Domani vertice straordinario leader UE sulla crisi in Ucraina

    Bruxelles – Ora le sanzioni dell’UE contro la Russia e le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk nel Donbass ucraino sono in vigore. Oggi (mercoledì 23 febbraio) gli ambasciatori dei Ventisette riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) hanno completato “con successo” la procedura scritta sulle misure restrittive e sono stati adottati gli atti giuridici con applicazione diretta. Ora si aspetta solo la pubblicazione (a breve) in Gazzetta Ufficiale dell’UE.
    L’adozione del pacchetto di sanzioni da parte del Consiglio è stato accompagnato dall’attacco diretto dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, contro la Russia di Vladimir Putin: “Il riconoscimento delle zone non controllate dal governo ucraino a Donetsk e Luhansk come entità indipendenti e la successiva decisione di inviare truppe russe in queste zone sono illegali e inaccettabili”, dal momento in cui “violano il diritto internazionale, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina e gli impegni internazionali della Russia”.
    Come emerso dall’accordo tra i ministri degli Esteri UE ieri a Parigi, nel quadro delle sanzioni già esistenti contro la Russia, l’Unione estenderà le misure restrittive a tutti i 351 membri della Duma di Stato russa che hanno votato il 15 febbraio a favore dell’appello al presidente Putin di riconoscere l’indipendenza dei due territori separatisti in Ucraina. Le misure saranno imposte anche ad altri 27 individui ed entità di alto profilo, “che hanno avuto un ruolo nel minare o minacciare l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”: ne fanno parte membri del governo, banche, uomini d’affari e oligarchi “che sostengono finanziariamente o materialmente le operazioni russe nei territori di Donetsk e Luhansk”, alti ufficiali militari “che hanno avuto un ruolo nell’invasione e nelle azioni di destabilizzazione” e individui responsabili della guerra di disinformazione contro l’Ucraina.
    Nei confronti di tutti questi soggetti (il cui numero sale ora a 555 individui e 52 entità) è previsto il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi a loro disposizione, oltre al divieto di viaggio che impedisce l’ingresso o il transito attraverso il territorio dell’UE. Il Consiglio ha deciso di introdurre anche un “divieto settoriale” di finanziamento alla Federazione Russa, al governo e alla Banca Centrale. In questo modo si limita la capacità dello Stato e del governo russo di accedere ai capitali, ai mercati e ai servizi finanziari dell’UE, per cercare di porre fine alle politiche aggressive di Mosca.
    Previste poi restrizioni alle relazioni economiche con le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk: “Le nuove misure prenderanno di mira il commercio dalle due regioni, per assicurare che i responsabili sentano chiaramente le conseguenze economiche delle loro azioni illegali e aggressive”, si legge nel testo. In particolare, sarà introdotto il divieto d’importazione di merci da queste aree nel Donbass ucraino, di investimenti, di fornire servizi turistici e di esportazione di beni e tecnologie.
    Nella settimana più concitata sul fronte orientale si aggiunge anche la convocazione da parte del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, di un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo UE sulla crisi Russia-Ucraina per domani sera (giovedì 24 febbraio). “L’uso della forza e della coercizione per cambiare i confini non può avere luogo nel ventunesimo secolo“, si legge nella lettera d’invito del numero uno del Consiglio. Michel ha sottolineato “l’unità dimostrata negli ultimi giorni, in particolare attraverso la rapida adozione del pacchetto di sanzioni”.
    Sul tavolo delle discussioni dei leader UE ci saranno gli ultimi sviluppi della crisi scoppiata in Ucraina per le azioni intraprese dalla Russia negli ultimi due giorni, le modalità di protezione dell’ordine internazionale, il rapporto con la Russia, “ritenendola responsabile delle sue azioni” e il sostegno al popolo e al governo ucraino. Il Consiglio UE straordinario si inserisce proprio nella logica del “continuare a essere uniti e determinati, per definire insieme l’approccio e le azioni collettive“, scrive Michel.
    Sempre per domani è stata convocata dalla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, una riunione straordinaria con i leader dei gruppi politici all’Eurocamera. All’incontro – che ha al centro i recenti sviluppi della crisi in Ucraina – parteciperanno anche Michel e la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “L’Unione Europea rimane forte e unita”, ha sottolineato con forza la presidente Metsola.

    Just called an extraordinary meeting with leaders of political groups of @Europarl_EN for tomorrow.
    With @eucopresident @CharlesMichel & President of @EU_Commission @vonderleyen, we will discuss latest developments in #Ukraine 🇺🇦.
    EU 🇪🇺 remains strong & united.
    — Roberta Metsola (@EP_President) February 23, 2022

    Il Consiglio ha adottato formalmente il pacchetto di misure contro Mosca dopo il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche nel Donbass. In programma per domani anche la riunione dei leader dei gruppi politici all’Eurocamera

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    Accordo all’unanimità tra i 27 Paesi membri sulle sanzioni UE alla Russia: colpiti deputati, banche e separatisti ucraini

    Bruxelles – L’Unione Europea parla a una sola voce sulla crisi scoppiata nelle ultime 24 ore nel Donbass. “Con una risposta immediata, i 27 ministri degli Esteri hanno trovato un accordo all’unanimità su un pacchetto di sanzioni contro la Russia, che presenterò ora al Consiglio”, ha confermato con decisione l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al termine del Consiglio Affari Esteri straordinario convocato oggi pomeriggio (22 febbraio) a Parigi. “Saranno sanzioni che colpiranno a fondo e duramente la Russia, in accordo con Stati Uniti, Regno Unito e Canada, con cui siamo stati a contatto per tutta la giornata”, ha aggiunto l’alto rappresentante UE.
    Secondo quanto concordato in mattinata dagli ambasciatori dei Ventisette riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) e ribadito dalla dichiarazione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, le sanzioni UE saranno mirate contro i 351 membri della Duma di Stato della Russia “che hanno richiesto il riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche fantoccio di Donetsk e Luhansk” e contro altri 27 individui e entità “che hanno violato l’integrità e la sovranità dell’Ucraina”. Tuttavia, il presidente russo, Vladimir Putin, l’esecutore materiale della dichiarazione di riconoscimento dei due territori separatisti nel Donbass ucraino – che ha dato il via al vortice bellico da ieri – “non è in questa prima lista”. Saranno invece colpite le banche che stanno finanziando operazioni militari e la capacità dello Stato russo di accedere ai mercati e ai servizi finanziari e dei capitali dell’UE, “per limitare il finanziamento di politiche crescenti e aggressive”. Infine, al centro delle sanzioni ci saranno anche i separatisti, “con lo stesso livello di limitazioni [commerciali, politiche e finanziarie, ndr] della Crimea”, ha aggiunto Borrell.
    L’alto rappresentante UE ha però insistito sull’unità dei Ventisette contro la Russia, come dimostrato dalla decisione della Germania sullo stop al processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2, “che rende ancora più forti le nostre sanzioni”. Bruxelles guarda “con attenzione” anche a quello che succede in Bielorussia: “Sono pronto a mettere sul tavolo l’allargamento delle sanzioni contro gli oligarchi di Minsk che hanno agevolato la preparazione dell’aggressione russa dell’Ucraina dal territorio bielorusso”, ha messo in chiaro Borrell. Per l’UE si tratta di “un momento molto pericoloso, perché sappiamo chiaramente quali passi potrebbe mettere in atto il Cremlino“, che ha voluto mandare ieri un segnale simbolico nella sua decisione di compiere “un atto prevedibile, ma estremamente grave”. Ieri, 22 febbraio, era l’ottavo anniversario della destituzione dell’ex-presidente ucraino, Viktor Janukovyč, a seguito delle proteste di piazza a Minsk nel 2014: “È come se Putin volesse mettere fine alla ricreazione democratica dell’Ucraina”, ha attaccato Borrell, riferendosi all’ingresso di forze militari russe sul suolo ucraino.
    Da parte dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), il segretario generale Jens Stoltenberg ha definito le azioni di Mosca “passi sempre più palesi per l’aggravamento della situazione”, che hanno reso questo momento “il più pericoloso per la sicurezza europea da generazioni”. In conferenza stampa al termine della riunione straordinaria della Commissione NATO-Ucraina, Stoltenberg ha confermato che la richiesta del presidente Putin al Consiglio Federale per l’autorizzazione all’invio di forze militari all’estero (a sostegno dei separatisti nel Donbass) “aggiunge gravità alle dichiarazioni sul riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate Repubbliche di ieri sera”.
    L’accusa nei confronti della Russia è di voler “continuare a invadere un Paese già attaccato” dal 2014, quando era toccata la stessa sorte alla Crimea: “Ora ci sono forze militari russe nel Donbass, vogliono fare la stessa cosa che abbiamo visto otto anni fa”. Se da una parte sono state accolte le decisioni sulle sanzioni UE contro la Russia e della Germania sullo stop al gasdotto Nord Stream 2, a Kiev è stato chiesto di “non rispondere alle provocazioni”, dal momento in cui “è già seriamente in pericolo la possibilità di trovare una soluzione pacifica”. Per quanto riguarda la risposta della NATO, “le nostre forze sono in massima allerta da settimane, ma non sono state dispiegate“, ha precisato Stoltenberg, indicando però il “rafforzamento di alcuni partner nelle attività di preparazione”: la Germania in Lituania, il Regno Unito in Estonia, gli Stati Uniti in Romania e la disponibilità della Francia a comandare i battaglioni dell’Alleanza nello stesso Paese dell’Europa orientale.

    I ministri degli Esteri hanno trovato l’intesa sulle sanzioni contro Mosca per il riconoscimento e l’intervento nelle autoproclamate Repubbliche del Donbass: l’alto rappresentante Borrell le presenterà al Consiglio dell’UE per l’approvazione

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    Via libera degli ambasciatori UE alle sanzioni mirate contro la Russia: “Unità dei Paesi membri”

    Bruxelles – Il primo passo per l’adozione delle sanzioni UE contro la Russia è stato compiuto. Gli ambasciatori dei Ventisette riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) hanno trovato un accordo per dispiegare “sanzioni mirate” contro le persone coinvolte nel riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk nel Donbass e nell’ingresso in Ucraina, “in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati”.
    Secondo quanto reso noto sul profilo Twitter della presidenza di turno francese del Consiglio dell’Unione Europea, c’è “unità sulla posizione dell’UE in reazione alle decisioni della Russia” e su un “accordo per un calendario rapido” a proposito delle sanzioni. Una nuova riunione tra gli ambasciatori è stata convocata per fine giornata, ma si aspetta in particolare quanto sarà deciso nel corso del Consiglio Affari Esteri straordinario informale convocato per oggi pomeriggio a Parigi.
    Il pacchetto di sanzioni coinvolgerà anche “le banche che stanno finanziando operazioni militari e di altro tipo russe in quei territori” e “mirerà alla capacità dello Stato e del governo russo di accedere ai mercati e ai servizi finanziari e dei capitali dell’UE, per limitare il finanziamento di politiche crescenti e aggressive”, oltre al “commercio delle due regioni separatiste, per garantire che i responsabili sentano chiaramente le conseguenze economiche delle loro azioni illegali e aggressive”. Lo si legge si legge in una dichiarazione congiunta dei presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione, Ursula von der Leyen, che hanno ribadito quanto il riconoscimento come entità indipendenti e l’invio di truppe russe a Donetsk e Luhansk in Ucraina sia “illegale e inaccettabile”. Entrambi i presidenti “accolgono con favore la salda unità degli Stati membri e la loro determinazione a reagire con fermezza e rapidità”, a partire dalla riunione informale dei ministri UE degli Affari Esteri di oggi pomeriggio.
    Fonti del Consiglio rendono noto che c’è un accordo di principio su un bando per importazioni ed esportazioni da entità separatiste sul modello di quanto fatto a suo tempo per la Crimea, per una lista di nomi ed entità in quattro categorie (politici, militari, operatori economici e  responsabili della disinformazione) ed eventuali ulteriori nominativi tra comandanti delle forze russe di “mantenimento della pace” in Donbass e tra i leader delle entità indipendentiste, e per una policy di non riconoscimento dei passaporti russi rilasciati ai cittadini delle due entità. Sempre secondo le stesse fonti UE, il Consiglio Affari Esteri di oggi pomeriggio offrirà un dibattito politico sulla situazione e un avvallo politico al pacchetto sanzioni.
    “Nel pomeriggio a Parigi daremo l’ok politico alle sanzioni nei confronti della Russia”, ha reso noto il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. “Quello che è avvenuto ieri, con il riconoscimento russo delle due Repubbliche autoproclamate del Donbass, è inaccettabile e l’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni“, ha aggiunto il ministro, il linea con quanto dichiarato dal premier, Mario Draghi.

    #Ukraine | Réunion du COREPER II qui vient de se terminer :
    📌Unité sur la position de l’UE en réaction aux décisions russes.
    📌Détermination à prendre des sanctions ciblées contre ceux qui sont impliqués, en coordination étroite avec nos partenaires et alliés. 1/2 ⤵️
    — Présidence française du Conseil de l’UE 🇫🇷🇪🇺 (@Europe2022FR) February 22, 2022

    Intanto l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha invitato tutti gli Stati non-membri dell’Unione a “non seguire la decisione illegale della Russia di riconoscere quest’autoproclamata indipendenza” delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, dal momento in cui potrebbe costituire “un pretesto per Mosca per prendere ulteriori misure militari contro l’Ucraina”. In questo caso, Bruxelles sarebbe pronta ad “adottare rapidamente sanzioni politiche ed economiche più ampie”, ha assicurato Borrell in una nota.
    Con la decisione di riconoscere la regione dell’Ucraina orientale non controllata dal governo come Stati indipendenti, “la Russia sta chiaramente violando gli accordi di Minsk, che prevedono il pieno ritorno di queste aree al controllo del governo ucraino” e anche la risoluzione 2202 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,  “che – ricorda Borrell – richiede la piena attuazione degli accordi di Minsk”. Mosca è stata esortata “come parte del conflitto” a revocare il riconoscimento e a “tornare alle discussioni all’interno del formato Normandia e del Gruppo Trilaterale di Contatto”.
    In una dichiarazione congiunta Christa Schweng, presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e Dimitris Dimitriadis,  presidente della sezione per le relazioni esterne, affermano che quella di Mosca “è una chiara minaccia per lo stile di vita europeo e avrà un impatto sulla ripresa dalle conseguenze economiche, sociali e sanitarie della pandemia in tutto il continente europeo. Il CESE – ricordano i due – è sempre stato un fermo sostenitore dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina, della sua indipendenza, libertà e democrazia”.

    Le sanzioni colpiranno le persone coinvolte nel riconoscimento russo delle autoproclamate repubbliche nel Donbass. Ora si aspetta l’approvazione dai ministri degli Esteri UE: “Stretto coordinamento con i nostri partner e alleati”

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    Le truppe di Mosca entrano in Ucraina “per mantenere la pace nel Donbass”. Prime sanzioni UE in arrivo

    Bruxelles – Nella nottata tra ieri ed oggi (martedì 22 febbraio) le truppe russe sono entrate in Ucraina, con degli autobus, senza mezzi pesanti, per “preservare la pace” nelle due autoproclamate Repubbliche filo-russe di Donetsk e Luhansk. Le stesse repubbliche separatiste in Ucraina che si sono costituite nel Donbass e che il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha riconosciuto ieri pomeriggio.
    Eppure la giornata di ieri si era aperta con la prospettiva di un vertice tra Putin e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e con l’annuncio di un incontro tra i ministri degli Esteri delle due potenze per giovedì (24 febbraio). Tutto cancellato dalla realizzazione di un piano che l’uomo forte di Mosca aveva evidentemente architettato da tempo nel Donbass e che è stato realizzato perché “tanto le sanzioni occidentali contro la Russia arriveranno in ogni caso”, ha detto Putin parlando in diretta televisiva.

    The recognition of the two separatist territories in #Ukraine is a blatant violation of international law, the territorial integrity of Ukraine and the #Minsk agreements.
    The EU and its partners will react with unity, firmness and with determination in solidarity with Ukraine.
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 21, 2022

    L’Unione Europea ha risposto con un gesto di plateale unità: i presidenti di Consiglio, Charles Michel, Commissione, Ursula von der Leyen, e Parlamento UE, Roberta Metsola e l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, hanno inviato un tweet identico che denuncia la “palese violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’Ucraina e degli accordi di Minsk”. Come si legge nella nota congiunta dei quattro leader dell’Unione, Bruxelles reagirà con sanzioni contro coloro che sono coinvolti in questo atto illegale. Proprio le misure restrittive contro la Russia sono state annunciate dall’UE più volte come pronte, e per questa mattina è stata convocata sia una riunione gli ambasciatori dei Ventisette che dovranno dare il via libera, sia un Consiglio Affari Esteri d’urgenza a Parigi.
    A Roma, nel pomeriggio, il governo guidato da Mario Draghi dovrebbe riferire in Parlamento riguardo la situazione, che vede l’Italia capofila dei Paesi UE che si sono detti contrari a sanzioni nel campo energetico.Il primo pacchetto di sanzioni potrebbe prevedere solo solo sanzioni individuali mirate, per congelare le attività economiche di alcune entità della Russia e vieterà l’ingresso nell’UE a persone fisiche o entità coinvolte nel riconoscimento delle due autoproclamate Repubbliche del Donbass. Anche l’amministrazione degli Stati Uniti, in uno sforzo di coordinamento con gli europei, ha annunciato che sarà presto reso noto un primo pacchetto di sanzioni, che sarà appesantito se la penetrazione russa in Ucraina dovesse aumentare.
    Una divisione all’interno dell’UE sulla risposta all’aggressione russa risulta sempre più evidente tra gli Stati ex-satelliti dell’Unione Sovietica, come i Baltici e la Polonia, che chiedono interventi decisi contro Mosca, mentre altri, come la Germania e l’Italia, sono molto più prudenti. Nella notte italiana si è riunito il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e l’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield ha affermato che Putin “sta testando il sistema internazionale e la nostra determinazione, per vedere fino a che punto può spingerci”. Un attacco all’Ucraina “è un attacco alla sovranità di ogni Stato membro dell’ONU e alla Carta delle Nazioni Unite e avrà conseguenze rapide e gravi”, ha continuato.
    Le reazioni nell’UE
    Dopo la violazione della sovranità ucraina nel Donbass da parte delle truppe della Russia di Putin, sono iniziate a fioccare le reazioni a Bruxelles. “Le nostalgie imperiali non possono minacciare la convivenza di popoli e Stati che ha assicurato decenni di pace“, scrive su Twitter il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: “Per questo tocca innanzitutto all’Europa mostrare forza e unione”.
    Durissimo il presidente del gruppo del PPE al Parlamento UE, Manfred Weber: “Non bisogna più cedere alle violazioni del diritto internazionale e all’aggressione del guerrafondaio di Mosca”, scrive su Twitter parlando di Putin. “Ciò che serve ora è una risposta decisa e dura che abbia effetto. Quando è troppo è troppo!”, attacca. Ska Keller, co- presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, lancia un appello affinché l’Unione “mostri la nostra solidarietà con l’Ucraina”, considerato il fatto che “il presidente russo sta trasformando ulteriormente la spirale dell’escalation, cercando di riscrivere la storia in una narrativa imperiale”. Secondo l’eurodeputata tedesca “l’UE deve rispondere in maniera unitaria presentando ora le sue sanzioni, sarà una sconfitta per tutti se le regole internazionali possono essere infrante senza conseguenze”.
    “Putin firma in diretta televisiva il riconoscimento del Donbass alla presenza dei due leader delle repubbliche separatiste. Siamo oltre la provocazione”, afferma Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo. “L’UE non può accettare nessuna violazione dello Stato di diritto e deve rispondere senza indugi e unita”, aggiunge.

    L’Unione Europea annuncia che in giornata saranno varate le prime sanzioni contro i responsabili del riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche filo-russe di Donetsk e Luhansk

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    Attese le sanzioni UE contro la Russia per il riconoscimento delle Repubbliche separatiste in Ucraina

    Bruxelles – La notizia è arrivata al termine della conferenza stampa post-Consiglio Affari Esteri che ha presentato le condizioni per una decisione sulle sanzioni UE contro la Russia: il presidente Vladimir Putin ha annunciato al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e al presidente francese, Emmanuel Macron, che sta per firmare il decreto sul riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, nel Donbass ucraino. Si tratta di una delle due motivazioni che – da quanto dichiarato dall’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell – dovrebbe portare alla “presentazione sul tavolo dei 27 ministri del pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia” (l’altra è “l’aggressione dell’Ucraina”).
    Lo stesso alto rappresentante Borrell si è trovato spiazzato dalla notizia del riconoscimento delle Repubbliche separatiste del Donbass e, di fatto, della volontà di annettere l’Ucraina in quanto “parte della nostra storia”. Ai giornalisti al termine della conferenza stampa ha commentato che “lo apprendo da voi, ora tornerò al lavoro”, ma quanto in precedenza affermato lascia spazio a pochissimi dubbi: ora le sanzioni UE contro la Russia dovrebbero essere discusse (e approvate) all’unanimità da un Consiglio Affari Esteri “pienamente unito su questa discussione difficile”. Il pacchetto di misure restrittive “è pronto, con diversi gradi di applicazione a seconda del tipo di aggressione che verrà messa in atto”, ha spiegato Borrell, senza voler entrare nei dettagli.
    A nulla è servito l’appello dei 27 ministri dell’Unione al presidente russo di non accogliere la richiesta della Duma di Stato e di rispettare gli accordi di Minsk, arrivato dopo dieci ore di uno dei Consigli Affari Esteri “più lunghi e intensi degli ultimi tempi”. Mosca si sta rendendo “responsabile delle violazioni del cessate il fuoco e delle provocazioni dei separatisti nel Donbass per avere un pretesto per un intervento armato”, ha accusato Borrell, che ha parlato della “più grande minaccia alla pace e la stabilità in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale e ora siamo a un punto di svolta per le regole internazionali e per tutto ciò in cui crediamo”.
    Ma le sanzioni UE potrebbero riguardare non solo la Russia. “Qualsiasi violazione della sovranità dell’Ucraina vedrà una nostra reazione, anche se dovesse essere iniziata dalla Bielorussia“, ha specificato l’alto rappresentante Borrell. Insomma, la presenza militare russa nel Paese e le esercitazioni militari che continuano “stanno facendo perdere a Minsk la sovranità e lo status di neutralità, una sorta di Paese satellite”. È per questo motivo che, “se l’invasione russa partirà dal territorio e con la partecipazione delle forze della Bielorussia, Minsk sarà sanzionata allo stesso modo“. Per quanto riguarda l’Ucraina, invece, oggi è stato il giorno dell’adozione formale del piano di aiuti UE da 1,2 miliardi di euro e del sostegno all’esercito di Kiev “con l’istruzione militare professionale che si può attivare con lo strumento di pace europeo”, ha aggiunto l’alto rappresentante dell’Unione.
    Sempre parlando di Ucraina, Borrell ha spiegato alla stampa internazionale che “l’UE è impegnata a sviluppare la sua prospettiva europea, presente da quando ha proclamato l’indipendenza”. E forse “è proprio questo il problema di Mosca”, ovvero che un’Ucraina con lo stesso standard politico e sociale dei Paesi membri dell’UE sia “uno specchio per tutti i problemi nel rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani in Russia“. Ma tornando ai problemi di più stretta attualità, Borrell ha confermato che “le missioni diplomatiche dell’UE e le ambasciate europee rimangono aperte e pienamente operative, con l’eccezione di un solo Paese”.
    “La nostra ambasciata a Kiev sta effettuando diverse prove di evacuazione del personale e sta chiedendo a tutti gli italiani in Ucraina di lasciare il Paese“, ha avvertito il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, alla stampa di Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri di oggi. Tuttavia, il ministro ha precisato che anche “l’ambasciata resta aperta e pianamente operativa”, per dare “un segnale di vicinanza al popolo ucraino”. Per quanto riguarda le sanzioni UE contro la Russia, “l’Italia si coordinerà con i propri alleati”, ma la diplomazia rimane ancora lo strumento privilegiato: “È chiaro che lavorare nel modo in cui stiamo facendo adesso significa evitare le sanzioni”.
    È proprio in questo senso che Di Maio ha dichiarato di non escludere “ulteriori azioni UE nei prossimi giorni per favorire la soluzione diplomatica”, l’unica che può garantire stabilità nella regione: “Da più parti, sia a Mosca sia a Kiev, mi è stata data la piena disponibilità a trovare una soluzione diplomatica“. È altrettanto chiaro, in ogni caso, che il governo Draghi e gli altri 26 dell’Unione guardano alle operazioni militari russe “con enorme preoccupazione” e si dovrà trovare un modo per evitare un guerra “che avrebbe effetti devastanti sull’Europa”, ha ribadito con forza il ministro degli Esteri italiano.

    La decisione del presidente russo, Vladimir Putin, è arrivata al termine della conferenza stampa del Consiglio Affari Esteri. Ma l’alto rappresentante UE, Josep Borrell, l’aveva chiaramente indicata come presupposto per le sanzioni

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    Italia e UE si coordinano con i partner occidentali per rispondere alle minacce della Russia in Ucraina

    Bruxelles – Al tavolo virtuale delle potenze occidentali sul coordinamento contro le minacce della Russia al confine orientale dell’Ucraina ieri sera (lunedì 24 gennaio) c’erano tutti: il premier Mario Draghi, i leader delle istituzioni UE Charles Michel e Ursula von der Leyen (rispettivamente del Consiglio e della Commissione), il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, l’omonimo francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il primo ministro britannico, Boris Johnson, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, e il presidente polacco, Andrzej Duda.
    In termini di contenuti non sono emerse particolari novità rispetto a quanto già ribadito anche al Consiglio Affari esteri dell’UE di ieri (alla presenza virtuale del segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, e del segretario generale della NATO Stoltenberg). Ma la vera notizia è che il fronte occidentale è compatto a sostegno dell’Ucraina e i nove leader lo hanno confermato a loro stessi in primis e alla Russia di Vladimir Putin implicitamente. Fonti interne al Consiglio fanno sapere che l’incontro tra i capi di Stato e di governo e il segretario generale della NATO ha avuto come tema centrale l’unità sulla risposta dell’Occidente in caso di aggressione militare della Russia contro l’Ucraina sul fianco orientale.
    Questo non significa che non ci sia ancora spazio per l’azione diplomatica. Ecco perché è stata ribadita “l’urgente necessità” di continuare il dialogo con la Russia per allentare le tensioni militari lungo il confine con l’Ucraina e la retorica aggressiva di Mosca. Al centro di tutto il discorso ci sono i principi fondamentali della sicurezza europea, che “non possono essere rinegoziati”, e il diritto degli Stati dell’Europa di decidere i propri accordi internazionali che garantiscono la sicurezza nazionale.
    Prima di un’eventuale escalation militare le potenze occidentali proveranno a mettere sul campo anche “sforzi congiunti” per scoraggiare ulteriori aggressioni militari di Mosca: sul tavolo un coordinamento tra i partner per imporre sanzioni economiche contro la Russia. Rimane incondizionato il sostegno a Kiev, sia in termini diplomatici sia in termini economici, seguendo l’esempio del nuovo pacchetto di assistenza macrofinanziaria di emergenza da 1,2 miliardi di euro stanziato ieri dall’Unione Europea. “Rimarremo fermi e uniti”, ha sottolineato su Twitter il presidente del Consiglio UE Michel, commentando la “piena unità transatlantica” confermata ieri sera dai nove leader.

    Tonight’s call with @POTUS @jensstoltenberg @vonderleyen @EmmanuelMacron @OlafScholz @prezydentpl @Palazzo_Chigi and @BorisJohnson to coordinate our response in case of further military agression against Ukraine.
    We will remain firm and united. pic.twitter.com/ZflP3AxCi8
    — Charles Michel (@eucopresident) January 24, 2022

    Anche da Palazzo Chigi emerge completo allineamento alla strategia coordinata dai partner nel rapporto con Mosca. Esaminando l’andamento della crisi e i contatti diplomatici delle ultime due settimane, per l’Italia rimane centrale lo “stretto coordinamento tra gli alleati e l’esigenza di una risposta comune”, sia come sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, sia per tenere aperto un canale di dialogo con la Russia.
    Vincenzo Amendola“Dobbiamo respingere con molta fermezza” ogni ipotesi di “possibili invasioni o di operazioni militari, soprattutto perché siamo un continente che crede nel negoziato, nel dialogo politico”, ha ribadito il sottosegretario agli Affari Europei, Vincenzo Amendola, ai microfoni di SkyTg24 a margine dei lavori del Consiglio Affari Generali a Bruxelles da cui emerge “una risposta molto compatta di tutti i 27” Stati membri.
    Risposta compatta a livello europeo che per Amendola riflette l’unità tra gli alleati occidentali nell’incontro virtuale di ieri. “Siamo uniti nell’evitare un’escalation militare, non vogliamo che sul territorio ucraino si creino delle condizioni che innanzitutto per i cittadini di quel paese sarebbero disastrose”. La politica – aggiunge – “ha dei mezzi e che sono assolutamente superiori a quelli dello strumento militare: la nostra posizione non è solo di alleanza, ma vogliamo evitare un’escalation militare”.
    Nel caso in cui la situazione dovesse degenerare e arrivare al conflitto militare da parte di Mosca “tutte le opzioni sono sul tavolo”, anche eventuali sanzioni energetiche, ha chiarito il sottosegretario rispondendo a una domanda. Precisa che “abbiamo sempre detto che le risposte saranno adeguate alle operazioni” anche se “al momento abbiamo sempre tenuto fermo il dialogo negoziale”. Un’eventuale escalation di tensione “potrebbe essere un rischio per l’Ucraina, ma anche per il contesto di pace e sicurezza nel nostro continente”, ha aggiunto, sottolineando in chiusura che la crisi attuale “non è creata da qualche vertice in Europa o della NATO, ma è creata da una posizione, quella russa, con cui abbiamo sempre tenuto aperto il dialogo proprio per evitare in quel quadrante dell’Europa dell’est dei pericoli che” potrebbero riversarsi sull’intero continente.

    Confermata l’unità delle potenze occidentali in caso di aggressione militare di Mosca al confine orientale ucraino. Ma rimangono centrali gli sforzi diplomatici per una de-escalation della tensione e sanzioni deterrenti coordinate

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    UE, sanzioni alla Cina per violazione dei diritti umani. E Pechino bandisce quattro eurodeputati

    tsoni_maria 22/3 – A day to remember in Brussels #bruxellesmabelle #BrusselsAttacks #Brusselsremembers https://t.co/hxw6LtAE4Lhelenadalli I discussed & answered questions on the specifics of the #EUDisabilityRights Strategy with @EP_Petitions covering a… https://t.co/kWLwdG38gsFMCastaldo #Erdogan’s decision to withdraw #Turkey from the #Istanbul Convention is illogical and paradoxical. A dangerous act… https://t.co/RvxQ3wnzjDJanezLenarcic RT @JMDBarroso: Great to get approval at my first @Gavi Board of the #COVAX Buffer – up to 100 million doses of #COVID19 vaccines will be a…TheProgressives RT @IratxeGarper: Today there was no Conference of Presidents of the EP, so no decision was taken in relation of this topic (besides EPP at…EU_ENV RT @EU_ecoinno: Happy #WorldWaterDay!
    A great occasion to celebrate water and raise awareness on the global #water crisis.
    DYK: @EU_EASME…luigidimaio Oggi è stato assegnato a Luca Attanasio il #premioISPI, il riconoscimento che @ispionline conferisce a chi ha contr… https://t.co/siPVqJQ4c7EPPGroup RT @IuliuWinkler: I stand in full solidarity with my fellow MEPs and European institutions targeted by today’s unfair & inacceptable sancti…ftbrussels Johnson seeks to end UK-Brussels stand-off over AstraZeneca vaccine https://t.co/0Mp4o93w6usandrogozi @RenewEurope @Renaissance_UE @ItaliaViva @ItaliaViva_EU @NathalieLoiseauftbrussels Vaccine woes and the perils of export controls https://t.co/VVOqvRWzHSecfr “The #COVID19 pandemic has sharpened the need for public policy…it has sharpened Spain’s desire to shape the resp… https://t.co/tncAAgUBZGsandrogozi In riunione con @EmmanuelMacron sulle grande priorità #UE e il futuro dell’#Europa @Renaissance_UE https://t.co/nCLg9aKxo2NabilaEUspox 🇨🇦 https://t.co/dMzngVK9i0 @CanadaFP

    🇬🇧 https://t.co/P8j4EE42PV @FCDOGovUK

    🇺🇸 https://t.co/hMrV78Cabc @StateDeptNabilaEUspox The EU welcomes the decisions taken by Canada, the UK & US to impose sanctions against those responsible for… https://t.co/fhcFuiMrQZeu_near RT @LMeredithEU: Water streams connect people in the #EU & #EasternPartnership. On 💧 #WorldWaterDay find out more on how we work together t…dubravkasuica Read my full speech here: https://t.co/QlKXH0nDIA
    #RuralVisionEUansaeuropa “Le sanzioni della Cina contro i deputati al Parlamento europeo, la sottocommissione per i diritti umani e gli orga… https://t.co/L6U0JeLF6ijduch . @EP_President Sassoli meets with MEPs blacklisted by China in response to sanctions on alleged human rights abuse… https://t.co/1BkaJr5t6PEuroparl_IT @EP_President: “Siamo fermamente al fianco degli eurodeputati sanzionati dalla Cina.

    Ho ribadito il mio sostegno a… https://t.co/Um8pWpzcny

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    Arresto Navalny: dall’UE sanzioni mirate contro quattro dirigenti russi

    arianna_podesta🇪🇺 @EU_Commission opened in-depth investigation to assess whether 🇩🇪 plans to compensate with €4.35 billion lignite… https://t.co/Jp7M3KttYF

    Europarl_ITAperte le candidature al Premio del cittadino europeo 2021: candida il tuo progetto o nominane uno che ti è piaciut… https://t.co/AP4MZGrwmn

    epc_euRT @J_Greubel: Below #CoFoE comparison not only shows which institution (as of now) got its way in which area & where EP might try to re-ne…

    brandobenifeiIl Presidente #Draghi ha esperienza e può governare bene col nostro sostegno, ma sono preoccupato per il comportame… https://t.co/b9bYnDoAEv

    OECDOur dedicated #COVID19 digital Hub is available in 6⃣ languages: ✅ English ✅ French ✅ Spanish ✅ Portuguese ✅ Germa… https://t.co/gcx156WGai

    ecfrRT @majda_ruge: My latest for @ecfr on 🇩🇪 nomination of Christian Schmidt as the new High Representative to #Bosnia. Read about the risks s…

    ecfrRT @ECFRMadrid: We’re listening to the fascinating conversation between @philipstephens @FT & @jitorreblanca @ecfr on the #UK’s search for…

    CarloCalendaCredo purtroppo che abbia perfettamente ragione https://t.co/cxBk8C9Mzr

    JosepBorrellFMon post de blog au sujet du partenariat avec nos voisins du sud de la Méditerranée discuté au dernier Conseil Euro… https://t.co/uM62SzISbT

    MalosseHenriExclusif, la Taxonomie, cette nouvelle invention de la Bureaucratie européenne qui menace les petits métiers europé… https://t.co/verviNJizh

    EU_ENVRT @InterregBSR: Through the #Interreg project #BSRStarsS3, business support organisations, public authorities & policymakers around the #B…

    epc_euRT @EgmontInstitute: Tomorrow @EgmontInstitute @epc_eu event on: The #EU’s new #tradestrategy: open, sustainable and assertive? With @We…

    ecfrRT @ECFRPower: In case you missed the latest @ecfr podcast – last week @markhleonard was joined by Claudia Azevedo, Teresa Gouveia & @Moeda…

    ftbrusselsErdogan pledges human rights reforms https://t.co/nIDxZ1HSnL

    cristinascarfiaNon l’avrei mai detto! https://t.co/MG8tCJ2TjF

    straneuropaExport di armi, record del governo #Renzi e boom di commesse dall’Arabia Saudita I conti di @raphael_zanotti… https://t.co/LfbKgsVaXe

    CarloCalendaRT @Azione_it: Questa sera, alle ore 22:20, @CarloCalenda sarà ospite a @diMartedi su @La7tv. #Azione #DiMartedì https://t.co/2ZWFh3iCCn

    US2EURT @EUintheUS: The EU and U.S. are in lockstep in dealing with #Russia over Alexei Navalny. ⤵️

    OECDRT @CSharrockParis: My report on the fourth round of consultations for the selection of the OECD Secretary-General went live on the OECD we…

    RenewEuropeRT @CiolosDacian: I salute the first use of the EU Magnitsky Act. #Navalny Despots need to learn they can’t disregard #humanrights and de…