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    L’UE spinge sugli aiuti all’Ucraina, e Draghi cerca di convincere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati

    Bruxelles – Una chiamata da Roma a Mosca per allentare la tensione tra le potenze occidentali e la Russia. Mentre l’UE ha presentato formalmente il piano di aiuti da 1,2 miliardi di euro per l’Ucraina già annunciato la settimana scorsa dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha tenuto stamattina (martedì primo febbraio) un colloquio telefonico con il presidente russo, Vladimir Putin, per tentare di portare avanti la strada del dialogo (come fatto anche dal presidente francese, Emmanuel Macron).
    Una nota di palazzo Chigi rende noto che “al centro dei colloqui ci sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali” tra Italia e Russia, con il premier Draghi che ha sottolineato “l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni“, anche considerate le “gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi”. Insieme al presidente Putin “è stato concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi“, ma si è anche sottolineata “l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia”.
    Una conversazione telefonica avvenuta sullo sfondo della proposta da parte della Commissione UE per il nuovo programma di assistenza macrofinanziaria di emergenza per l’Ucraina, che dovrà essere soggetto ora al vaglio di Consiglio e Parlamento Europeo (ed eventualmente adottato). “Questo pacchetto aiuterà l’Ucraina ad affrontare il suo fabbisogno finanziario dovuto alle sfide economiche e politiche che il Paese sta vivendo”, ha commentato la presidente von der Leyen. Secondo l’esecutivo UE, “una rapida adozione di questa proposta permetterà di erogare immediatamente una prima tranche di 600 milioni di euro all’Ucraina“.
    Parallelamente alla proposta sul programma di emergenza, la Commissione UE ha deciso di aumentare “significativamente” l’assistenza bilaterale che fornirà nel 2022 all’Ucraina sotto forma di sovvenzioni. Dal 2014, le istituzioni finanziarie europee hanno stanziato oltre 17 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti a Kiev per sostenere la lotta alla corruzione, lo Stato di diritto e il rafforzamento delle strutture statali.

    As I announced last week, the @EU_Commission has proposed a €1.2 billion financial assistance package for Ukraine.
    I call on @Europarl_EN and EU countries to agree swiftly, so we can disburse a first tranche of €600 million as soon as possible.
    The EU stands with Ukraine. pic.twitter.com/TqBivrTM4V
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 1, 2022

    A proposito della questione del rafforzamento delle capacità di risposta di Kiev agli attacchi ibridi di Mosca, la commissione speciale sulle Ingerenze straniere nei processi democratici e la disinformazione (INGE) del Parlamento Europeo ha tenuto questo pomeriggio un’audizione sulla strategia della Russia nello spazio informatico. “I cyberattacchi russi hanno un effetto cognitivo, cioè vogliono dimostrare la debolezza nella capacità di riposta dei Paesi colpiti, per mettere in discussione la loro stessa esistenza“, ha spiegato agli eurodeputati Sanda Svetoka, esperta del Centro di eccellenza NATO per le comunicazioni strategiche.
    Come dimostrato dal caso dell’Ucraina di poche settimane fa – a cui l’UE ha fornito immediata assistenza – “nel caso delle azioni offensive a livello informatico c’è una zona grigia più ampia su quello che consideriamo guerra o no“. In questo caso, la “vittoria” sugli avversari avviene “danneggiando infrastrutture critiche, come i sistemi informatici, elettrici o di traffico, con un’interruzioni dei servizi”, ha precisato Svetoka.

    “E’ stato concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi”, ma anche sottolineata “l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia”

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    Lettera NATO alla Russia: “Ogni Paese ha il diritto di scegliere le proprie alleanze di sicurezza”. Ma ci si prepara al peggio

    Bruxelles – Si spera per il meglio, ma ci si prepara al peggio. È ormai diventato questo l’approccio dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) nei confronti della Russia, per affrontare la crisi in atto in Ucraina da settimane. “Abbiamo consegnato questa sera una lettera all’ambasciatore russo in Belgio in risposta a tutte le preoccupazioni di Mosca, perché prendiamo molto seriamente lo sforzo di fare progressi attraverso la diplomazia”, ha spiegato il segretario generale, Jens Stoltenberg, nel corso di una conferenza stampa a sorpresa questa sera (26 gennaio).
    Al centro della lettera c’è la questione della possibile adesione dell’Ucraina (ma anche della Georgia e della Moldavia) alla NATO. Mosca chiedeva garanzie legali per la fine dall’allargamento dell’Alleanza a nuovi membri, ma su questo punto è un muro contro muro: “Non tradiremo i nostri principi, è diritto di ogni Paese europeo quello di scegliere le proprie alleanze per la sicurezza nazionale“. Una riconferma di quanto già emerso al Consiglio NATO-Russia di due settimane fa e nessuna delle due parti sembra voler fare un passo in avanti.
    Ecco perché la NATO sta iniziando a prepararsi a scenari di ulteriore escalation militare sul confine tra Ucraina e Russia. “Non c’è trasparenza nel movimento delle truppe di Mosca e questo accresce la preoccupazione e la tensione”, ha spiegato Stoltenberg, facendo il punto della situazione sul fianco orientale dell’Alleanza: “Ci sono oltre 100 mila truppe già schierate lungo il confine ucraino e sta aumentando la presenza di forze di terra e di aria anche in Bielorussia”. Per gli alleati occidentali “prepararsi al peggio” significa anche “aumentare le capacità delle nostre forze, con il rafforzamento della presenza nei Paesi baltici e in Polonia e la possibilità di attivare gruppi operativi di supporto con brevissimo preavviso”.
    La parola che non viene mai pronunciata – guerra – rimane ancora lo scenario più remoto nell’approccio della NATO alla crisi con la Russia (“attivare questo tipo di piani è una decisione che sarà presa solo se inevitabile”). La via da seguire è quella del dialogo: “Invitiamo Mosca ad accettare l’invito a riunirsi quanto prima in una nuova sessione del Consiglio NATO-Russia“, ha ribadito con forza Stoltenberg, ricordando che i punti sul tavolo rimangono “la trasparenza sulle attività militari e le armi nucleari, il controllo delle armi ed evitare incidenti in aria o in mare”.

    Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha consegnato la risposta scritta all’ambasciatore russo in Belgio sulla questione del possibile ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza: “Non tradiamo i nostri principi sulla sicurezza europea”

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    L’UE minaccia la Russia in caso di aggressione dell’Ucraina: “Avrà conseguenze politiche e un costo economico pesante”

    Strasburgo – L’Unione Europea non abbassa la guardia sull’aggressione russa lungo il confine orientale dell’Ucraina e difende senza mezzi termini l’indipendenza e la sovranità di Kiev. “Mosca vuole creare una guerra ibrida in tutto il mondo, soprattutto sulla frontiera ucraina, ma noi siamo uniti nel sostenere che ogni aggressione avrà conseguenze politiche e un costo economico pesante per la Russia“, ha annunciato in conferenza stampa l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri, Josep Borrell.
    Al termine del Consiglio Affari esteri di oggi (lunedì 13 dicembre), l’alto rappresentante UE ha spiegato che Bruxelles sta puntando su “un’azione coordinata con gli Stati Uniti nei confronti della Russia” e che “la questione sarà discussa approfonditamente nel corso di questa settimana”, prima durante il vertice del Partenariato orientale di mercoledì (15 dicembre) e poi al Consiglio Europeo del giorno successivo. “Dobbiamo augurarci il meglio, ma preparandoci al peggio”, ha aggiunto Borrell. In altre parole “stiamo adottando un atteggiamento di dissuasione per evitare qualsiasi azione militare russa“, dal momento in cui “appena inizia sarebbe difficile da fermare”.
    L’alto rappresentante UE, Josep Borrell, con il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio (13 dicembre 2021)
    Una delle azioni dissuasive a cui si riferisce l’alto rappresentante Borrell sono le sanzioni economiche. Proprio questa mattina il Consiglio dell’UE ha adottato una serie di misure restrittive contro il gruppo Wagner, entità militare privata non registrata con sede in Russia, e contro otto individui e tre entità collegati al gruppo di mercenari. Nelle motivazioni delle sanzioni, i ministri europei degli Affari esteri hanno sottolineato che “Wagner ha reclutato, addestrato e inviato operatori militari privati in zone di conflitto in tutto il mondo”, dalla Libia alla Siria, dall’Ucraina alla Repubblica Centrafricana, “per alimentare la violenza, saccheggiare risorse naturali e intimidire i civili in violazione del diritto internazionale”.
    Gli individui colpiti dalle sanzioni (tutti i mercenari della compagnia russa) sono coinvolti in “gravi abusi dei diritti umani, tra cui tortura, esecuzioni e uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, o in attività destabilizzanti”, specifica la nota del Consiglio. Nei loro confronti l’Unione Europea ha imposto il congelamento dei beni e il divieto di viaggio sul territorio comunitario, mentre a entità e cittadini europei sarà proibito mettere fondi a loro disposizione. “Si tratta di intraprendere azioni concrete contro coloro che minacciano la pace e la sicurezza internazionale”, con l’obiettivo di difendere gli interessi dell’UE negli scenari geopolitici più prossimi, dove si stanno creando tensioni crescenti con la Russia.
    Il dibattito sulla Russia al Parlamento UE
    “Le relazioni tra Unione Europea e la Russia sono arrivate oggi al punto più basso e l’attuale crisi al confine orientale con l’Ucraina non fa ben sperare”, è stato il commento del presidente del Parlamento UE, David Sassoli. Aprendo il dibattito sull’eredità della dissoluzione dell’Unione Sovietica (cadono quest’anno i 30 anni dalla dissoluzione dell’URSS) sulla Russia attuale, Sassoli ha sottolineato che “non possiamo rinunciare ai valori europei né nei Paesi ex-sovietici che sono entrati nell’Unione, né in quelli confinanti”, inclusa la Russia: “Sosteniamo il popolo russo nel desiderio di trasformare il proprio Stato, prendendosi cura delle istituzioni democratiche”.
    Il presidente del Parlamento UE, David Sassoli (13 dicembre 2021)
    C’è pieno allineamento tra i gruppi politici al Parlamento UE nel denunciare il “sistema repressivo sovietico che è rimasto nascosto ma sempre vivo in tutti questi anni in Russia”, usando le parole dell’eurodeputato tedesco Sergey Lagodinsky (Verdi/ALE). Anche per l’Eurocamera si tratta di una settimana cruciale sul piano dei rapporti con Mosca, considerato il dibattito di domani (martedì 14 dicembre) sulla situazione al confine orientale dell’Ucraina e in Crimea, oltre alla cerimonia di assegnazione del Premio Sakharov per la libertà di pensiero all’oppositore russo Alexei Navalny mercoledì.
    “Putin cerca di intimidire noi e il suo popolo, ma dobbiamo seguire l’esempio di Navalny e non avere paura”, ha esortato Rasa Juknevičienė (PPE). Dalle fila di Renew Europe, l’eurodeputato francese Bernard Guetta ha definito “sconcertante e inammissibile” l’opposizione del presidente russo ai movimenti che cercano di ripristinare la memoria delle vittime del regime sovietico (altro tema di cui si discuterà in plenaria, nel corso della mattinata di giovedì).
    Mentre dalla fine dell’URSS “l’Europa si è potuta unire sotto la bandiera della libertà”, oggi il Cremlino “continua a rivendicare che il crollo è stato un grande errore”, ha denunciato Juozas Olekas (S&D). Al contrario, “è stato il segno che la repressione non può calpestare i diritti umani”, ha aggiunto l’eurodeputato lituano, ricordando la necessità di “supportare i cittadini russi”. Anna Fotyga (ECR) ha puntato il dito contro Putin per “difendere il dittatore bielorusso, Alexander Lukashenko“, e per “minacciare la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”, mentre Martin Schirdewan (La Sinistra) ha chiesto a entrambe le parti – Bruxelles e Mosca – una “nuova politica di distensione dei rapporti”.

    L’alto rappresentante UE, Josep Borrell, ha annunciato “azioni coordinate con gli Stati Uniti”, e sanzioni contro il gruppo di mercenari Wagner. Intanto l’Eurocamera sostiene le “aspirazioni democratiche” del popolo russo