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    Iran, tra le aperture sul velo e la tolleranza zero: da oggi tre giorni di scioperi in tutto il Paese

    Bruxelles – Il popolo iraniano non ha più paura, non si accontenta e rilancia ancora. Da oggi (5 dicembre) al via una nuova mobilitazione, con tre giorni di scioperi a cui stanno aderendo i lavoratori di tutto il Paese: sui social network si moltiplicano testimonianze di serrande chiuse al Gran Bazar di Teheran, per le strade di Isfahan, così come nella provincia curda e nel Beluchistan.
    Il regime teocratico, nel tentativo di scoraggiare le proteste, ha annunciato la “tolleranza zero” verso i manifestanti: le Guardie della rivoluzione, il corpo militare istituito nel 1979 dall’ayatollah Khomeini, hanno dichiarato che “non esiteranno a fronteggiare duramente i rivoltosi, i criminali armati e i terroristi sostenuti dai servizi di intelligence stranieri”.
    Sembrano quindi archiviate le timide ipotesi di aperture, circolate nel fine settimana, da parte del governo iraniano: sabato 3 dicembre il Procuratore generale Mohamad Montazeri, in una conferenza stampa a margine di un incontro con l’establishment clericale nella città santa sciita di Qom, aveva paventato lo scioglimento “de facto” della Gasht-e Ershad, la polizia morale incaricata di vigilare sul rispetto dei precetti islamici e responsabile della morte della ventiduenne Mahsa Amini, che ha dato il via alle proteste lo scorso 16 settembre.
    In realtà, non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale sulla sospensione della polizia morale, confermata da alcuni quotidiani riformisti iraniani, ma smentita da diverse associazioni e da esponenti della società civile. Anche perché non è la magistratura a controllare la milizia, che fu creata nel 2005 dal governo di Mahmud Ahmadinejad e rinforzata dal presidente attuale, l’ultraconservatore Ebrahim Raisi. A segnare un punto di non ritorno però, è stata un’altra comunicazione del Procuratore generale: Montazeri ha ammesso che si aprirà una commissione congiunta tra l’Assemblea islamica e il Consiglio supremo della rivoluzione per discutere le norme che regolano l’abbigliamento femminile.
    A prescindere dalle decisioni che prenderanno i mullah iraniani sul velo, ridiscutere l’obbligatorietà di uno dei simboli del regime teocratico è una concessione che potrebbe non bastare più, e che anzi potrebbe rappresentare un incentivo per insistere ulteriormente nelle proteste. Anche perché il costo sostenuto dai manifestanti, in termini di vite umane, va ben oltre la questione del velo: secondo l’ultimo bollettino dell’agenzia iraniana per i diritti umani Hrana, sarebbero almeno 471 le vittime dall’inizio delle proteste, tra cui 64 minori. E 18 mila arrestati, che rischiano la pena capitale.
    Abir Al-Sahlani
    I segni di cedimento del regime potrebbero essere cavalcati anche dalla Comunità internazionale, che finora non è riuscita a incidere in maniera significativa. È questo il pensiero dell’eurodeputata svedese di origini irachene, Abir Al-Sahlani, che lo scorso 5 ottobre si rese protagonista del gesto simbolo della mobilitazione delle donne iraniane, tagliandosi una ciocca di capelli nell’aula del Parlamento europeo di Strasburgo. Intervenuta a “Center Stage”, podcast del gruppo Renew di cui fa parte, Al-Sahlani ha affermato che “la comunità internazionale, guidata dall’Unione europea, deve prendersi maggiori responsabilità e isolare il regime iraniano”. Secondo l’eurodeputata, le sanzioni europee a 126 persone e 11 entità iraniane sono ancora troppo poche: “Sostanzialmente è solo il gabinetto del presidente. Bisogna isolare le Guardie della rivoluzione, la polizia morale, tutti i membri del Parlamento e le loro famiglie, che spesso vivono all’estero e godono dei diritti che gli verrebbero negati in patria”.
    Oltre alle sanzioni, un’altra via che l’Ue può percorrere è il supporto ai movimenti della società civile che si battono per i diritti umani: il programma Global Europe Human Rights and Democracy prevede budget specifici per sostenere associazioni per i diritti umani in Paesi terzi, che possono essere concessi senza il consenso dei rispettivi governi. Per “non distogliere lo sguardo da coloro che ci guardano dalle strade dell’Iran”, come ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in apertura al dibattito tenutosi a Strasburgo lo scorso 23 novembre sulla risposta dell’Ue alla crescente repressione delle proteste in Iran, esiste anche questa possibilità.

    Al via una nuova mobilitazione, a cui le Guardie della Rivoluzione hanno annunciato che “reagiranno duramente”. Smentito lo scioglimento della polizia morale, rimane l’apertura del regime che ridiscuterà le norme sul velo obbligatorio

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    Bielorussia, Borrell: “L’insiediamento di Lukashenko è illegittimo, aumenta la crisi politica nel Paese”

    jyrkikatainenSad but necessary story about the most worrying development in the EU. As a Union of Values we must have strength t… https://t.co/i7TSWetbfm

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    nomfup“Tante cose che avrei voluto dirvi di Rossana ve le dirò un’altra volta”. Luciana Castellina, ricordando Rossana Ro… https://t.co/Orb6rwVBR1

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    nomfupRT @ValeSantarelli: 3 donne elette su 40 in Liguria, 8 su 50 in Puglia. Meglio in Toscana (16 su 40) e in Veneto (17 su 50). Solo 9 in Camp…

    LJahierEUDedicato a quel burlone di @BorisJohnson https://t.co/OqBp2cmt1l

    nomfupRT @BarackObama: You don’t need me to tell you what’s at stake in this election. Now is the time to show up and vote like never before to e…

    LJahierEURT @GuntramWolff: Another great speech by @Isabel_Schnabel on the unequal effect the pandemic has had on euro area countries and different…

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    nomfupEcco, mi vergogno https://t.co/ofBGLQb5bg

    CSpillmannRT @Beadelvaux: Mais la liberté, aujourd’hui, C’EST le masque! « Votre appel n est pas seulement d une irresponsabilité crasse il est d un…

    nomfupParlare come presente di chi non è più, una umana ingiustizia

    sandrogoziNous l’avons vu et vécu durant cette crise sanitaire, la prolifération des contenus illégaux est un véritable fléau… https://t.co/9FKz27xFlc

    OECD?️ “As #recovery plans will be at the heart of gov’ts budget preparation for 2021, the opportunity to reboot the ec… https://t.co/OUvICycHvV

    nomfupNon sta andando affatto bene. Mascherina, distanziamento sociale, lavare le mani. Mascherina, distanziamento social… https://t.co/au27y3WOo2

    nomfupA sabato, Patrick #freepatrickzaki

    nomfupRT @repubblica: La morte di Paciolla: “Difficile credere al suicidio, l’Onu collabori per la verità” https://t.co/4FCrDLPf0G

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    Bielorussia: “Kolesnikova in isolamento a Minsk”. Scomparsi altri due oppositori

    Il padre dell’attivista conferma la detenzione in carcere nella capitale, mentre non si hanno più notizie di Maxim Znak e Antonina Konovalova. Secondo il Comitato di coordinamento la leader anti-Lukashenko avrebbe “strappato il passaporto per non dover lasciare il Paese”
    L’articolo Bielorussia: “Kolesnikova in isolamento a Minsk”. Scomparsi altri due oppositori proviene da Eunews.