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    La premier estone Kallas nella lista dei ricercati del Cremlino. Per l’Ue è “una medaglia al valore”

    Bruxelles – Una “medaglia al valore” per il supporto “inflessibile” in difesa dei “principi su cui è stata fondata l’Unione Europea”. Riassume così la solidarietà dell’Unione verso la prima ministra estone, Kaja Kallas, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, dopo la notizia arrivata in giornata (13 dicembre) sull’inserimento della leader del Paese baltico nella lista dei ricercati internazionali della Russia. “Non ci faremo intimidire dai guerrafondai del Cremlino”, ha messo in chiaro Michel a nome dei Ventisette.

    Da sinistra: il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e la prima ministra dell’Estonia, Kaja KallasÈ la prima volta che un capo di Stato o di governo viene inserito nella black list dei ricercati internazionali della Russia. Decisione motivata dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, per gli “atti ostili contro la nostra memoria storica”, vale a dire per la distruzione di monumenti dedicati alla ai soldati sovietici dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Dal 24 febbraio 2022 Kallas si è ritagliata un ruolo di irreprensibile leader al fianco di Kiev – tra i più decisi al tavolo dei 27 leader Ue – e potrebbe essere in lizza per succedere al norvegese Jens Stoltenberg come nuova segretaria generale della Nato. Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, la premier dell’Estonia (supportata nelle sue azioni dalla conferma alle urne lo scorso anno) ha ordinato la rimozione di centinaia di monumenti di epoca sovietica costruiti fino alla dichiarazione d’indipendenza del Paese nel 1991.“La mossa della Russia non sorprende, questa è l’ennesima prova che sto facendo la cosa giusta: il forte sostegno dell’Ue all’Ucraina è un successo e danneggia la Russia“, ha commentato la stessa premier Kallas in un post su X (subito ricondiviso dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen). “Nel corso della storia la Russia ha nascosto le sue repressioni dietro le cosiddette forze dell’ordine, lo so dalla storia della mia famiglia”, ha continuato la premier estone, facendo riferimento al mandato di arresto del Kgb per la deportazione della nonna e della madre in Siberia ai tempi dell’Unione Sovietica: “Il Cremlino spera ora che questa mossa serva a mettere a tacere me e altri, ma non sarà così, al contrario continuerò a sostenere con forza l’Ucraina” e “l’aumento della difesa dell’Europa”.

    La prima ministra dell’Estonia, Kaja Kallas (credits: Raigo Pajula / Afp)Parole di solidarietà sono arrivate anche da Madrid: “La mossa di Putin è un’altra prova del tuo coraggio e della leadership dell’Estonia nella difesa della democrazia e della libertà”, si è schierato al fianco di Kallas il premier spagnolo, Padro Sánchez. Così come l’ex-premier del Belgio (tra il 1999 e il 2008), Guy Verhofstadt: “Come persona inserita nella lista nera della Russia dal 2015, benvenuta Kaja Kallas, è un onore essere riconosciuto come un fermo oppositore dello Stato terrorista russo”, ha commentato sarcasticamente l’eurodeputato liberale, sottolineando però con forza che “inserire un leader dell’Ue in carica su una lista di ricercati deve tradursi in sanzioni Ue più severe e in passi reali verso un’Unione di difesa”.Messaggio simile a quello espresso anche dal partito europeo Alde – a cui aderisce il Partito Riformatore Estone di Kallas – che ribadisce come “i liberali non si tireranno indietro” nella lotta “per la libertà in Europa”. Facendo riferimento al post della leader di Tallin, l’eurodeputato di Italia Viva e vicepresidente del gruppo di Renew Europe al Parlamento Ue, Nicola Danti, ha messo in chiaro che “le sue parole sono le parole di tutti noi” e che “Kallas è una donna coraggiosa, una vera europeista e un riferimento” per il gruppo liberale a Bruxelles.

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    La premier estone Kallas spinge l’UE sulla difesa comune e sull’adesione dell’Ucraina: “Se non ora, quando?”

    Bruxelles – Di fronte alla minaccia russa, i Baltici cercano di prendere il timone per guidare l’Unione Europea sull’onda dell’intransigenza nella risposta al Cremlino. Ora come nel prossimo futuro. “A Mosca sono sicuri che prima o poi ci stancheremo della nostra iniziativa e chiederemo di tornare al tavolo dei negoziati. Putin ci metterà alla prova e noi dovremo resistere, questa è una maratona in cui esercitare pazienza strategica”, così ha esortato i Ventisette a sostegno dell’Ucraina la prima ministra dell’Estonia, Kaja Kallas, dall’Aula del Parlamento UE di Strasburgo.
    L’Estonia condivide con la Russia circa 300 chilometri di confine e, dopo l’invasione dell’Ucraina, “niente può più essere come prima“, ha attaccato Kallas. Non può esserlo soprattutto nel rapporto con il Cremlino sul tema della sicurezza europea e globale, il tema del dibattito all’Eurocamera di questa mattina (mercoledì 9 marzo) in cui la premier estone è intervenuta. Tracciando le linee di intervento del “dopo” l’invasione, la leader del Paese baltico ha indicato due aree su cui l’UE dovrà concentrarsi: la difesa comune e il sostegno all’Ucraina. “Il nostro atteggiamento di deterrenza deve diventare una politica di contenimento intelligente”, ovvero “consolidare ciò che il mondo libero ha realizzato nelle ultime settimane”, dalla denuncia dell’aggressione dell’Ucraina all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a larghissima maggioranza, all’indagine della Corte penale internazionale dell’Aja sui crimini contro l’umanità da parte dell’establishment russo.
    La premier dell’Estonia, Kaja Kallas (9 marzo 2022)
    La questione più urgente è la difesa comune. La decisione di utilizzare il Fondo europeo per la pace per assistere l’Ucraina “è solo un primo passo verso il rafforzamento della nostra sicurezza continentale”, ha commentato Kallas, sottolineando che “il rafforzamento delle nostre capacità di difesa comune devono andare mano nella mano con la NATO“. Difesa comune europea significa “pianificare la nostra spesa in modo saggio e coordinato” e “concentrarci sulle capacità troppo costose per ogni singolo Stato membro”, come i missili a lungo raggio. Nel delineare la strategia – che sarà oggetto del confronto tra i leader UE di domani e venerdì (10-11 marzo) – la premier estone ha spinto perché “le nostre capacità europee siano mobili e all’avanguardia“, perché “se la Russia può avere una forza militare enorme, noi possiamo competere con una tecnologia di qualità e all’avanguardia”.
    Ma il nuovo ordine mondiale non dovrà dimenticare “chi guarda all’Unione Europea come un luogo sicuro e pacifico“. L’Ucraina “è stata attaccata dalla Russia nel 2014 perché voleva entrare nell’UE e il 24 febbraio perché cerca di prendere il posto che le spetta tra di noi”, ha puntato il dito la premier Kallas. È nell’interesse dei Ventisette che Kiev “diventi più stabile, più prospera e solidamente fondata sullo Stato di diritto, come il caso dell’Estonia dimostra”, e di qui la necessità di “dare una prospettiva di adesione” all’Ucraina: “È un dovere morale, perché gli ucraini stanno combattendo anche per l’Europa. Se non ora quando?”
    La leader del Paese baltico non ha avuto esitazioni a definire l’azione di Bruxelles come “unità da Unione geopolitica“, che “ha sorpreso Putin, il mondo e oserei dire anche noi stessi”, dal momento in cui “abbiamo cambiato più nelle ultime due settimane che nei precedenti trent’anni”. È notizia di questa mattina che gli ambasciatori dei 27 Stati membri riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) hanno dato il via libera per inasprire le sanzioni contro Russia e Bielorussia. “Un nuovo pacchetto di sanzioni economiche contro più di 100 responsabili del governo e dell’oligarchia russa sta già circolando tra i Paesi membri”, ha confermato l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell.

    🔴 #Ukraine | Approbation par le COREPER II de nouvelles sanctions à l’encontre de dirigeants et oligarques russes et de membres de leurs familles impliqués dans l’agression russe contre l’Ukraine. ⤵️ 1/5 #PFUE2022 pic.twitter.com/SHatb7ZD4z
    — Présidence française du Conseil de l’UE 🇫🇷🇪🇺 (@Europe2022FR) March 9, 2022

    Nel suo intervento alla plenaria del Parlamento UE, la premier estone Kallas ha parlato sia dei profughi in arrivo dall’Ucraina, sia del popolo russo. Sono già 2 milioni quelli in fuga dal territorio ucraino verso l’UE “e continueranno ad arrivare, perché in un conflitto i rifugiati si dirigono verso dove c’è sicurezza, e non è la Russia”. L’obiettivo di Putin è quello di “terrorizzare i civili”, una strategia già sperimentata a Grozny, nel corso della seconda guerra cecena: “Asili, ospedali, edifici residenziali sono presi di mira, in violazione del diritto internazionale umanitario”.
    Ma la guerra di Putin è anche contro il proprio stesso popolo. “Ha lasciato i russi senza accesso alla verità, vivono isolati dall’informazione”, ha attaccato Kallas. “Il nostro compito è quello di rompere questo muro di bugie“, mobilitando “il nostro potenziale tecnologico per vincere la guerra per la verità” anche grazie al “ruolo enorme delle piattaforme globali di Internet”. La premier estone si è rivolta direttamente ai cittadini russi, ricordando che “l’Unione Europea non sta agendo contro di voi, ma è il vostro governo che sta istituendo pratiche familiari al passato sovietico”, dal razionamento delle derrate alimentari alla censura, fino all’indottrinamento dei bambini. “State vedendo solo l’inizio di una privazione che peggiorerà, capiamo che vi farà male, come lo fa a noi, ma dobbiamo mettere fine alla barbarie di Putin”, ha concluso con una nota tetra la prima ministra estone dal podio di Strasburgo.

    Intervenuta alla plenaria del Parlamento UE, la prima ministra Kaja Kallas ha avvertito che “Putin ci metterà alla prova e noi dovremo resistere, questa è una maratona in cui esercitare pazienza strategica”

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    Paesi baltici e Polonia in prima linea per le sanzioni alla Russia. Kallas: “Il dialogo è un’illusione”

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