Israele esce allo scoperto e presenta il “piano di conquista” di Gaza. Bruxelles è “preoccupata”
Bruxelles – Un altro tassello verso l’occupazione totale della Striscia di Gaza. Nella notte, il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha approvato all’unanimità un piano per espandere le operazioni militari nel territorio già devastato da 18 mesi di bombardamenti a tappeto: prevede, tra le altre cose, lo spostamento della popolazione palestinese verso sud e il mantenimento dei territori sotto il controllo delle forze di difesa israeliane. Tel Aviv ha inoltre architettato un sistema – respinto dalle Nazioni Unite – per escludere le agenzie dell’Onu e le organizzazioni internazionali dalla distribuzione degli aiuti umanitari e affidarla ad appaltatori privati.Secondo quanto riportato dai media israeliani, l’operazione ‘Gideon’s Chariots’ inizierà “entro la fine della visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nella regione la prossima settimana”, a meno che nel frattempo non verrà raggiunto con Hamas un accordo per il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani del gruppo terroristico. Un ultimatum che, di riflesso, riguarda tutta la comunità internazionale che assiste inerte alle prove generali di quello che diversi esperti ed organizzazioni indipendenti definiscono un genocidio. Da Bruxelles, il solito appello “alla massima moderazione” e il rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi leva – economica o diplomatica – per evitare che l’alleato israeliano continui a macchiarsi di crimini di guerra e contro l’umanità con la complicità del blocco Ue.L’Unione europea “è preoccupata per la prevista estensione dell’operazione delle forze armate israeliane a Gaza, che causera’ ulteriori vittime e sofferenze alla popolazione palestinese”, ha affermato oggi (5 maggio) il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa. Ricordando che “l’Alta rappresentante (Kaja Kallas, al momento della scrittura di quest’articolo non pervenuta, ndr) ha chiarito che la ripresa dei negoziati era l’unica via da seguire”. Da quando, lo scorso 18 marzo, Israele ha ripreso i raid sull’enclave palestinese decretando la fine del cessate il fuoco, secondo il ministero della Salute di Gaza sono state uccise più di 2.300 persone. In tutto, dal 7 ottobre 2023, le vittime palestinesi accertate della guerra tra Israele e Hamas sono circa 52.400.Secondo quanto riferito da un alto funzionario della difesa israeliana al Times of Israel, il piano approvato dal governo di Benjamin Netanyahu prevede “l’ampia evacuazione dell’intera popolazione di Gaza dalle zone di combattimento, compresa Gaza settentrionale, verso le aree di Gaza meridionale, creando al contempo una separazione tra questa e i terroristi di Hamas, al fine di consentire all’Idf libertà di azione operativa”. A differenza di quanto fatto finora però, i militari israeliani “resteranno in ogni area conquistata per impedire il ritorno del terrore”.In un secondo momento, “dopo l’inizio delle attività operative e un’ampia evacuazione della popolazione verso sud”, Israele avrebbe intenzione di rimuovere il blocco all’ingresso di aiuti umanitari, in atto da più di due mesi. Tel Aviv ha sottoposto alle Nazioni Unite un nuovo modello di distribuzione limitato in un’area “sterile” intorno a Rafah, gestito da aziende private sotto il controllo dell’esercito israeliano. In un duro comunicato, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari (Ocha) ha denunciato un piano che “viola i principi umanitari fondamentali e sembra concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, nell’ambito di una strategia militare”. Secondo l’Onu “gran parte di Gaza, comprese le persone meno mobili e più vulnerabili (tra la popolazione civile ci sarebbero quasi 120 mila feriti, ndr), continuerà a rimanere senza rifornimenti”.“È una prospettiva che ci fa orrore in un territorio martoriato da oltre un anno e mezzo di bombardamenti e da due mesi di blocco totale degli aiuti umanitari”, denuncia Cecilia Strada, eurodeputata dal Pd. “L’Unione europea deve far pressione perché Israele rispetti il diritto umanitario, smetta di bombardare la popolazione civile e garantisca immediatamente, e senza condizioni, l’ingresso degli aiuti nella Striscia con regolarità”, ammonisce la parlamentare in una nota. “Finché non sarà così – annuncia Strada -continueremo a chiedere con forza la sospensione immediata dell’accordo di Associazione Ue-Israele, della vendita di armi a Israele e del commercio con le colonie”.Le agenzie dell’Onu e i loro partner umanitari hanno chiarito, come già affermato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che “non parteciperanno ad alcun programma che non rispetti i principi umanitari globali di umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità”. In un atto di coraggio, dal momento che dal 7 ottobre 2023 sono stati uccisi più di 409 operatori umanitari a Gaza, Ocha assicura che “le nostre squadre rimangono a Gaza, pronte a intensificare nuovamente la fornitura di beni e servizi essenziali: cibo, acqua, assistenza sanitaria, nutrizione, protezione e altro ancora”. LEGGI TUTTO