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    La Polonia chiede un rafforzamento della NATO su tutto il fronte orientale per rispondere alle minacce russe

    Bruxelles – Ora la parola d’ordine è rafforzamento, di tutto il fronte orientale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO). La richiesta è arrivata oggi (lunedì 7 febbraio) dal presidente della Polonia, Andrzej Duda, e si sposa perfettamente con l’impostazione del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, nella risposta da dare alla crescente presenza di forze militari russe sul confine con l’Ucraina. “Dovrebbe essere presa una scelta collettiva da parte dell’Alleanza per rafforzare tutto il fronte orientale“, ha sottolineato in conferenza stampa a Bruxelles il presidente polacco, al termine dell’incontro con Stoltenberg.
    A preoccupare non sono solo le “oltre 100 mila truppe lungo il confine con l’Ucraina, ma anche le circa 30 mila in Bielorussia, il più grande dispiegamento in quel Paese dai tempi della guerra fredda”, ha spiegato il segretario generale della NATO. “Questi schieramenti non sono giustificati, non sono trasparenti e sono molto vicini ai confini” dell’Alleanza. È in quest’ottica che si giustifica il rafforzamento della capacità di risposta degli alleati e la possibilità di dispiegare “nuovi gruppi tattici”sul fronte sud-orientale (Romania): “La NATO farà tutto il necessario per proteggere e difendere tutti gli alleati e l’invio di più truppe statunitensi in Polonia, Germania e Romania è una potente dimostrazione di impegno per uno schieramento difensivo e proporzionato”. Il presidente Duda si è detto preoccupato soprattutto per la presenza delle truppe russe in Bielorussia per esercitazioni: “Se non dovessero lasciare immediatamente il Paese, dovremo agire di conseguenza, perché si tratterebbe di un nuovo distretto militare ai suoi confini”.
    Sul piano del dialogo con Mosca, è stata ribadita la necessità di trovare “una soluzione politica a livello di Consiglio NATO-Russia”, ha ricordato Stoltenberg. Tuttavia, in linea con quanto definito nella lettera del 26 gennaio, “non scenderemo a compromessi sui principi fondamentali“, tra cui la difesa degli alleati e la possibilità per ogni Paese di scegliere le proprie alleanze per la sicurezza nazionale. A rendere necessaria questa precisazione è stata la dichiarazione congiunta di venerdì scorso (4 febbraio) di Russia e Cina, in cui entrambi i Paesi hanno chiesto alla NATO di smettere di ammettere nuovi membri nell’Alleanza: “Si tratta di un tentativo di negare alle nazioni sovrane il diritto di fare le proprie scelte e di ritornare a un’epoca di sfere d’influenza”, ha accusato con forza Stoltenberg.

    Met #Poland’s President @AndrzejDuda at a critical time for our security. We addressed #Russia’s build-up, and the Russia–#China statement, which calls on #NATO to bar new members. We must not return to spheres of influence where big powers tell others what they can & cannot do. pic.twitter.com/HN6TuU7Ua1
    — Jens Stoltenberg (@jensstoltenberg) February 7, 2022

    Il presidente Duda a Bruxelles
    Nel corso della sua visita a Bruxelles, il presidente polacco ha incontrato anche i presidenti della Commissione, Ursula von der Leyen, e del Consiglio UE, Charles Michel. Al centro delle discussioni la questione della sicurezza delle frontiere dell’Unione e del rafforzamento militare della Russia, compresa la necessità di un “coordinamento sulle sanzioni per rispondere a qualsiasi ulteriore escalation e anche sull’approvvigionamento energetico“, ha commentato von der Leyen.
    Punti ricordati da Michel, che si è anche soffermato sulla situazione al confine polacco – compreso il nuovo muro in costruzione lungo il confine con la Bielorussia – e la necessità di un “maggiore impegno sul rispetto dello Stato di diritto” nel Paese, in particolare sull’indipendenza della magistratura. Proprio il presidente Duda ha presentato la settimana scorsa un disegno di legge per abolire la sezione disciplinare della Corte Suprema, per tentare di risolvere lo scontro tra Varsavia e Bruxelles sul primato del diritto comunitario, scatenatosi nel luglio dello scorso anno.

    Good exchange with President @AndrzejDuda on the security situation and Russia’s military build-up.
    We are coordinating deeply our preparedness, including on energy supply, and on sanctions to respond to any further escalation. pic.twitter.com/OW8tohxKGa
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 7, 2022

    La richiesta del presidente della Polonia, Andrzej Duda, si sposa con la visione del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, per rispondere alle minacce di Mosca: “Faremo tutto il necessario per difendere gli alleati”

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    Lettera NATO alla Russia: “Ogni Paese ha il diritto di scegliere le proprie alleanze di sicurezza”. Ma ci si prepara al peggio

    Bruxelles – Si spera per il meglio, ma ci si prepara al peggio. È ormai diventato questo l’approccio dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) nei confronti della Russia, per affrontare la crisi in atto in Ucraina da settimane. “Abbiamo consegnato questa sera una lettera all’ambasciatore russo in Belgio in risposta a tutte le preoccupazioni di Mosca, perché prendiamo molto seriamente lo sforzo di fare progressi attraverso la diplomazia”, ha spiegato il segretario generale, Jens Stoltenberg, nel corso di una conferenza stampa a sorpresa questa sera (26 gennaio).
    Al centro della lettera c’è la questione della possibile adesione dell’Ucraina (ma anche della Georgia e della Moldavia) alla NATO. Mosca chiedeva garanzie legali per la fine dall’allargamento dell’Alleanza a nuovi membri, ma su questo punto è un muro contro muro: “Non tradiremo i nostri principi, è diritto di ogni Paese europeo quello di scegliere le proprie alleanze per la sicurezza nazionale“. Una riconferma di quanto già emerso al Consiglio NATO-Russia di due settimane fa e nessuna delle due parti sembra voler fare un passo in avanti.
    Ecco perché la NATO sta iniziando a prepararsi a scenari di ulteriore escalation militare sul confine tra Ucraina e Russia. “Non c’è trasparenza nel movimento delle truppe di Mosca e questo accresce la preoccupazione e la tensione”, ha spiegato Stoltenberg, facendo il punto della situazione sul fianco orientale dell’Alleanza: “Ci sono oltre 100 mila truppe già schierate lungo il confine ucraino e sta aumentando la presenza di forze di terra e di aria anche in Bielorussia”. Per gli alleati occidentali “prepararsi al peggio” significa anche “aumentare le capacità delle nostre forze, con il rafforzamento della presenza nei Paesi baltici e in Polonia e la possibilità di attivare gruppi operativi di supporto con brevissimo preavviso”.
    La parola che non viene mai pronunciata – guerra – rimane ancora lo scenario più remoto nell’approccio della NATO alla crisi con la Russia (“attivare questo tipo di piani è una decisione che sarà presa solo se inevitabile”). La via da seguire è quella del dialogo: “Invitiamo Mosca ad accettare l’invito a riunirsi quanto prima in una nuova sessione del Consiglio NATO-Russia“, ha ribadito con forza Stoltenberg, ricordando che i punti sul tavolo rimangono “la trasparenza sulle attività militari e le armi nucleari, il controllo delle armi ed evitare incidenti in aria o in mare”.

    Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha consegnato la risposta scritta all’ambasciatore russo in Belgio sulla questione del possibile ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza: “Non tradiamo i nostri principi sulla sicurezza europea”

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    Si stringe la collaborazione tra UE e Stati Uniti per allentare le tensioni con la Russia

    Strasburgo – Si intensifica il coordinamento transatlantico per affrontare una crisi con la Russia di Vladimir Putin che non accenna a risolversi. L’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, e la presidenza di turno polacca dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), si sono confrontati ieri sera (mercoledì 19 gennaio) per trovare una posizione comune sulle minacce portate dalla Russia all’Ucraina e all’Europa in generale.
    Una nota diffusa dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) spiega che i quattro partner “hanno discusso dell’impegno militare russo intorno all’Ucraina, così come gli impegni diplomatici bilaterali e internazionali in corso” per tentare di giungere a una de-escalation sul confine orientale. Sottolineata la necessità di “sostenere i principi fondamentali” dell’architettura di sicurezza europea, ma soprattutto di “continuare intense consultazioni per risolvere la situazione attraverso un impegno diplomatico bilaterale e multilaterale“. La strategia è quella di presentare “un fronte transatlantico forte, chiaro e unito”.
    Si spiega così l’invito dell’alto rappresentante UE Borrell al segretario di Stato Blinken a partecipare al Consiglio Affari esteri di lunedì prossimo (24 gennaio) a Bruxelles. La volontà di “rafforzare ulteriormente il coordinamento con gli Stati Uniti e con la NATO” era emersa anche al vertice informale dei ministri UE della Difesa e degli Esteri della settimana scorsa a Brest (Francia), con la richiesta all’alto rappresentante Borrell di portare questa collaborazione al tavolo delle discussioni sulla crisi in atto con la Russia. “Continueremo il nostro impegno negli sforzi diplomatici internazionali in corso e nello stretto coordinamento transatlantico“, ha fatto sapere Borrell su Twitter. “L’UE e gli Stati Uniti rimangono uniti per affrontare le sfide alla sicurezza in Europa”, ha aggiunto.

    I have invited @SecBlinken to join FAC discussions on Russia/Ukraine on Monday. Look forward to continue our engagement on ongoing international diplomatic efforts & continued close transatlantic coordination. The EU & U.S stand together to face challenges to security in Europe.
    — Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) January 19, 2022

    L’alto rappresentante UE, Josep Borrell, ha invitato il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, a partecipare al prossimo Consiglio Affari esteri a Bruxelles: in agenda le soluzioni per risolvere la crisi sul fronte orientale

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    NATO e Russia su posizioni “significativamente diverse” su crisi in Ucraina e sicurezza europea. Avanti con il confronto

    Bruxelles – Il conflitto armato può aspettare. Quello andato in scena oggi (mercoledì 12 gennaio) al Consiglio NATO-Russia è stato “uno scambio di battute molto serio, una discussione difficile, in cui sono emerse posizioni significativamente diverse” sia sulla crisi in Ucraina sia sulla sicurezza dell’Europa. Durante la conferenza stampa post-Consiglio il segretario generale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), Jens Stoltenberg, ha messo subito in chiaro che “le differenze non saranno facili da colmare, ma proprio per questo è ancora più importante proseguire con il dialogo“.
    L’appuntamento di oggi a Bruxelles era stato presentato come cruciale dallo stesso segretario Stoltenberg al vertice straordinario dei ministri degli Esteri della NATO di venerdì scorso (7 gennaio), in quanto avrebbe dovuto dimostrare se la Russia è disposta a impegnarsi nella de-escalation militare al confine con l’Ucraina e a impegnarsi in un confronto diplomatico. Dall’altra parte del tavolo si sono seduti i viceministri russi per gli Affari esteri, Alexander Grushko, e per la Difesa, Alexander Fomin, che hanno avanzato le richieste del Cremlino: garanzie legali per la fine dall’allargamento della NATO a nuovi membri e del rinforzamento militare del fianco orientale dell’Alleanza.
    Da sinistra: i viceministri russi per la Difesa, Alexander Fomin, e per gli Affari esteri, Alexander Grushko, e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg (12 gennaio 2022)
    Richieste irricevibili per gli alleati, che hanno riaffermato “con forza e con unità” la volontà di non compromettere alcuni principi-chiave, come il “diritto di ogni Paese a scegliere la propria strada verso la sicurezza e quello dei membri dell’Alleanza alla difesa reciproca”, ha riportato Stoltenberg. “La nostra è un’alleanza di tipo difensivo e l’allargamento si basa esclusivamente su processi democratici interni che portano alla richiesta di adesione”, ha aggiunto. Paesi che non sono parte della NATO, come Svezia e Finlandia, “hanno capito che Mosca vuole rintrodurre il concetto di sfere d’influenza in Europa“, ha sottolineato il segretario Stoltenberg: “Se si inserisce l’ipotesi di un veto esterno alla libera scelta delle alleanze nazionali, si creeranno di nuovo Paesi di serie A e di serie B”.
    Il punto di arrivo del Consiglio NATO-Russia è comunque un impegno reciproco a “riprendere il dialogo, programmare i prossimi incontri e mettere sul tavolo proposte concrete, dettagliate e costruttive”. Si può partire da un’intesa sul controllo degli armamenti, le limitazioni missilistiche e delle minacce nucleari, la trasparenza sulle esercitazioni militari e la sicurezza informatica. Inoltre, per la NATO “non ci sono precondizioni sulla riapertura delle relazioni diplomatiche con la Russia“. Il riferimento è alla chiusura degli uffici dell’Alleanza a Mosca nell’ottobre dello scorso anno, che ha seguito la revoca dell’accreditamento di otto funzionari della missione russa presso la NATO. “Il dialogo sarebbe più facile se avessimo una presenza diplomatica reciproca”, ha confessato Stoltenberg, “ma comunque lo si potrà portare avanti lo stesso”.
    L’importanza della riunione di oggi è legata al fatto che “c’è ancora un rischio reale di conflitto in Europa, a partire dal confine ucraino” e per gli alleati rimane prioritario prevenire un confronto armato. Tuttavia, ribandendo ai due viceministri russi quanto già detto venerdì scorso (“Se Mosca userà la forza, ci saranno severe conseguenze e un supporto difensivo all’Ucraina”), tutti i membri della NATO hanno chiesto una de-escalation militare “immediata” sul confine occidentale russo e di “rispettare la sovranità dei Paesi della regione“. Non solo l’Ucraina – “inclusa la Crimea occupata” – ma anche la Georgia e la Moldavia.

    Dopo il Consiglio NATO-Russia, il segretario generale Stoltenberg ha spiegato che Mosca vuole che non entrino più nuovi membri nell’Alleanza, mentre per la NATO “ogni Paese deve essere libero di scegliere la propria strada per la sicurezza”

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    La NATO avverte sul “rischio reale di conflitto” in Ucraina, ma spinge per risolvere la crisi attraverso il dialogo con la Russia

    Bruxelles – Dopo mesi di avvertimenti sul potenziamento della presenza militare russa lungo i suoi confini occidentali, il rischio che si apra un nuovo fronte di guerra in Europa è “reale” e, nonostante gli sforzi diplomatici, “il dialogo con Mosca potrebbe fallire“. È questo l’avvertimento arrivato dal segretario generale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), Jens Stoltenberg, sul livello di tensione raggiunto tra Russia e Ucraina: “L’ammassamento di truppe russe è continuato e Mosca non ha preso nessuna misura per una de-escalation, si tratta di una minaccia per la sicurezza europea”.
    Il punto sulla situazione alla frontiera orientale dell’Ucraina è stato riportato da Stoltenberg alla stampa al termine del vertice straordinario dei ministri degli Esteri della NATO di oggi (venerdì 7 gennaio), dopo una settimana rovente per i rapporti con il Cremlino. “Decine di migliaia di soldati e strumenti di guerra elettronica, combinati con una retorica violenta e incendiaria, rendono evidente quanto sia fondamentale sederci al tavolo del dialogo quando la tensione è alle stelle“, ha ribadito Stoltenberg.
    Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg (7 gennaio 2022)
    La NATO rimane “fortemente impegnata in ogni sforzo” per trovare una soluzione alla crisi attraverso la diplomazia e lo dimostra il calendario fitto di incontri dell’inizio della prossima settimana. Lunedì (10 gennaio) Stoltenberg riceverà il ministro degli Affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba – lo stesso giorno in cui a Ginevra si terranno i colloqui bilaterali tra Stati Uniti e Russia – mentre due giorni più tardi si svolgerà la cruciale riunione del Consiglio NATO-Russia. Per Mosca sarà un banco di prova come nessun altro fino a questo momento: “Potrà dimostrare che è seriamente impegnata nella diplomazia, esprimendo le proprie preoccupazioni e cercando insieme a noi soluzioni praticabili in Ucraina”, è ciò che si aspettano gli alleati della NATO.
    Tuttavia il realismo è d’obbligo e “dobbiamo essere preparati alla possibilità che la diplomazia possa non avere successo”, ha messo in chiaro Stoltenberg. In questo scenario il messaggio è chiaro: “Ogni attacco militare avrà serie conseguenze e sarà pagato a caro prezzo dalla Russia“. Si parla di sanzioni “economiche e politiche”, come quelle in discussione a livello UE, ma anche di supporto sul campo al partner ucraino: “Non lasceremo spazio ad alcun dubbio, saremo subito pronti a rafforzare la capacità militare a scopo preventivo e a rispondere per garantire la stabilità del fronte orientale dell’Alleanza”.
    L’intervento NATO in Ucraina rimane però l’ultima spiaggia e prima si tenterà di impostare un confronto “incardinato sulla sicurezza dell’Europa”. La questione non riguarda solo Minsk e la sua “libertà di decidere le proprie alleanze”, ma tutto il continente. È per questa ragione che per la NATO “tutti gli alleati devono essere coinvolti, compresa l’Unione Europea” e anche gli Stati Uniti hanno riferito di non voler trovare “nessun accordo con la Russia se gli europei non saranno al tavolo dei negoziati”, ha spiegato Stoltenberg. Questo atteggiamento si incrocia con i ripetuti appelli dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, durate il suo recente viaggio sul confine orientale dell’Ucraina e nella capitale Kiev: “UE e Ucraina dovranno essere incluse in ogni discussione inerente alla sicurezza europea“. Un concetto condiviso anche dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e dal presidente di turno del Consiglio dell’UE, Emmanuel Macron, nel corso del loro incontro di oggi a Parigi.

    Dal vertice straordinario dei ministri degli Esteri NATO è emersa la necessità di impegnare Mosca in uno sforzo diplomatico, ma ci si prepara a un possibile fallimento: “Ogni attacco militare sarà pagato a caro prezzo”, ha avvertito il segretario Stoltenberg

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    L’alto rappresentante UE Borrell sul confine Russia-Ucraina. E telefona al segretario NATO per preparare i prossimi vertici

    Bruxelles – Si preannuncia un anno caldo sul fronte dei rapporti tra Unione Europea e Russia. La prima visita del 2022 dell’alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, è iniziata ieri sera (martedì 4 gennaio) in Ucraina, “per mostrare il sostegno dell’UE alla sovranità e all’integrità territoriale” del Paese, di fronte “all’aumento del potenziamento militare della Russia”.
    Sono le parole con cui l’alto rappresentante Borrell ha annunciato su Twitter il suo arrivo a Charkiv, la città più importante nella parte orientale dell’Ucraina, poco distante dalla linea degli scontri tra le forze governative e i separatisti filo-russi, dove si assiste a un conflitto iniziato quasi otto anni fa. Lo stesso Borrell ha reso noto che visiterà alcune zone di particolare tensione militare, tra cui il centro di Stanytsya Luhanska. In un secondo momento si recherà a Kiev, per incontrare alti funzionari e membri del governo e “per sostenere gli sforzi di riforma fondamentali per la resilienza” del Paese.
    La visita di Borrell fa seguito all’incontro di ottobre nella capitale ucraina tra la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, del Consiglio Europeo, Charles Michel, e dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Allora, la leader dell’esecutivo UE aveva intimato alla Russia di “prendersi le proprie responsabilità sulle violazioni della sovranità” dell’Ucraina, mentre il numero uno del Consiglio aveva condannato “fermamente” l’aggressione, compresa quella che per Bruxelles è “un’annessione illegale della Crimea”. La questione è stata centrale anche sul tavolo dell’ultimo vertice del 2021 tra i capi di Stato e di governo dell’UE. Dalla mediazione tra i Paesi baltici e dell’Est (per interventi immediati) e il quadrilatero Germania-Francia-Spagna-Italia (per il canale del dialogo) è emerso che bisogna prepararsi a una linea dura: “Serie conseguenze e gravi costi in risposta a ulteriori aggressioni militari”, o, in altre parole, sanzioni contro Mosca.

    My first visit in 2022 is to Stanytsya Luhanska and Kyiv, #Ukraine.
    With Russia’s increased military build-up, I am here to show EU support for Ukraine’s sovereignty and territorial integrity and to support sustained reform efforts that are key for resilience.@EUDelegationUA pic.twitter.com/SymF8CZAMU
    — Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) January 4, 2022

    Nell’attesa del vertice straordinario dei ministri degli Esteri della NATO, convocato per venerdì (7 gennaio), il Servizio europeo per l’azione esterna ha reso noto che ieri l’alto rappresentante Borrell si è anche confrontato telefonicamente con il segretario generale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, Jens Stoltenberg. I temi caldi della telefonata hanno riguardato la presenza militare della Russia lungo i confini orientali dell’Ucraina e la necessità di stimolare a livello UE e NATO un “allentamento della tensione”, soprattutto da parte di Mosca. Lunedì prossimo (10 gennaio) Stoltenberg riceverà il ministro degli Affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
    Il confronto tra Stoltenberg e Borrell è stato anche l’occasione per discutere sulla preparazione della riunione del Consiglio NATO-Russia, in programma il prossimo 12 gennaio. L’alto rappresentante UE ha riaffermato il “sostegno incondizionato” dei Ventisette alla “sovranità, all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina”, ma anche l’obbligo per la Russia di rispettare il Protocollo di Minsk (l’accordo – mai attuato – per porre fine alla guerra nell’Ucraina orientale, raggiunto il 5 settembre 2014). Borrell ha ribadito a Stoltenberg che “qualsiasi ulteriore aggressione militare contro l’Ucraina avrà conseguenze massicce e gravi costi“, si legge nella nota, e che “qualsiasi discussione sulla sicurezza in Europa dovrebbe basarsi e rafforzare gli impegni e gli obblighi dell’OSCE e delle Nazioni Unite”.

    Risposta di Bruxelles “all’aumento del potenziamento militare russo” alla frontiera orientale ucraina. Il 7 gennaio vertice straordinario ministri degli Esteri NATO, in attesa del Consiglio NATO-Russia la prossima settimana (12 gennaio)

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    La Norvegia sceglie i laburisti: Jonas Gahr Støre sarà il prossimo primo ministro

    Bruxelles – Dopo 8 anni, la sinistra torna a vincere le elezioni in Norvegia. Con il 26,4 per cento dei voti, il partito laburista AP è la compagine più votata, staccando di sei punti i conservatori della primo ministro uscente Erna Solberg. “Come partito vincitore, ci assicureremo che la Norvegia abbia un nuovo governo e un nuovo corso. Nei prossimi giorni, inviterò i leader di tutti i partiti che vogliono un cambiamento, a cominciare dai centristi di SP e dalla Sinistra Socialista”, ha dichiarato il segretario di AP Jonas Gahr Støre. Solberg gli ha telefonato per congratularsi della vittoria e ha affermato che proverà ancora a correre per le prossime elezioni, fissate per il 2025.
    Il leader laburista sarà dunque il prossimo primo ministro norvegese. 61 anni, è stato tra il 2005 e il 2012 ministro degli Esteri del governo guidato da Jens Stoltenberg, l’attuale segretario generale della NATO. Pur essendo un milionario, Gahr Støre ha incentrato la sua campagna sulla promessa di combattere l’eccessiva diseguaglianza presente nel Paese. Il buon risultato ottenuto da centristi e Sinistra Socialista (rispettivamente 13.6 e 7.5 per cento) gli consente di tentare di creare una coalizione di governo senza lo scomodo appoggio dei marxisti del Partito Rosso, che con il 4.7 per cento hanno duplicato i consensi rispetto al 2017. Non sarà necessario nemmeno l’apporto dei Verdi, che con un risultato sotto le aspettative sono scesi sotto la soglia di sbarramento del 4 per cento ed entrano in Parlamento solo per il ripescaggio dovuto al voto nelle contee.
    La formazione del prossimo governo di centro-sinistra potrebbe però non essere così semplice. In campagna elettorale il leader centrista Trygve Slagsvold Vedum aveva escluso qualsiasi accordo con la Sinistra Socialista, per via della loro intransigenza sul tema dell’esplorazione per la scoperta di idrocarburi, punto centrale e divisivo del dibattito pre-elettorale. A differenza dei laburisti però, i due partiti condividono un certo euroscetticismo e hanno promesso di rinegoziare l’adesione della Norvegia allo Spazio Economico Europeo. A Gahr Støre il compito di fare sintesi, ma per la prima volta dal 1959 il centro-sinistra sarà nello stesso momento alla guida di tutti e cinque i Paesi nordici.

    I laburisti vincono le elezioni nel Paese scandinavo. L’ex ministro degli Esteri Gahr Støre intende creare una coalizione di governo con i centristi e Sinistra Socialista, con i partiti che sono divisi su rapporti con l’UE e transizione ecologica. Sotto le aspettative il risultato dei Verdi

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    NATO, vertice dei leader ribadisce che “Europa e Nord America sono di nuovo forti insieme”. Biden in prima fila

    Bruxelles – Come il primo giorno di scuola a settembre, quando incontri di nuovo tutti i tuoi amici. Una similitudine semplice e alla portata di tutti è quella offerta dal segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, per descrivere l’atmosfera che si è respirata oggi (lunedì 14 giugno) al vertice di leader dell’Alleanza Atlantica, svoltosi di persona a Bruxelles.
    Una riunione che ha aperto un “nuovo capitolo della nostra Alleanza”, ha spiegato Stoltenberg, in particolare per il rinnovato impegno degli Stati Uniti nella NATO, sotto la presidenza del democratico Joe Biden. “È stato vigoroso il messaggio del presidente Biden, per ribadire che Europa e Nord America sono di nuovo forti insieme“. Lo ha confermato anche lo stesso inquilino della Casa Bianca in un tweet pubblicato appena prima della riunione: “La nostra Alleanza NATO è più forte che mai” e ha messo in luce la volontà di rispondere alle questioni di “difesa collettiva”, inclusa “l’aggressione russa, le sfide strategiche della Cina, le attività cibernetiche dannose, il terrorismo e il cambiamento climatico”.

    Our NATO Alliance is stronger than ever. Today I’m joining our 29 allies to discuss our collective defense — including from Russian aggression, strategic challenges from China, malicious cyber activity, terrorism, and climate change.
    — President Biden (@POTUS) June 14, 2021

    Quello dei “regimi autoritari che minacciano lo spazio democratico“, come lo ha definito il segretario generale della NATO, è stato uno dei temi piò scottanti sul tavolo degli alleati. In primis, la Russia di Vladimir Putin: “Le nostre relazioni sono al punto più basso dalla fine della guerra fredda”, è stato il secco commento, a conferma delle dichiarazioni dei vertici ministeriali degli ultimi mesi. Tuttavia, l’Alleanza è impegnata in un “doppio approccio”, basato sia sulla “difesa da minacce militari e cibernetiche”, sia sul “dialogo per evitare un’escalation di tensione”, ha confermato Stoltenberg. Anche se, come si legge nella dichiarazione congiunta dei capi di Stato e di governo, “fino a quando la Russia non dimostrerà il rispetto del diritto internazionale e dei suoi obblighi e responsabilità, non si potrà tornare alla normalità” nelle relazioni. Per questo motivo, il segretario Stoltenberg ha ribadito il sostegno dell’Alleanza all’Ucraina, “a cui va il nostro supporto politico”.
    Cerimonia di benvenuto dei leader dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles, 14 giugno 2021 (fonte: NATO)
    Un altro attore internazionale che mette apprensione all’Alleanza Atlantica è la Cina. “Vediamo delle nuove opportunità geostrategiche, come sulla risposta ai cambiamenti climatici”, ma Pechino presenta “sfide crescenti in politica estera nei confronti degli alleati”. Soprattutto per quanto riguarda la disinformazione, “sta espandendo la sua sfera di influenza con un numero sempre maggiore di mezzi militari e tecnologici”, ha aggiunto Stoltenberg. “La NATO deve rispondere con decisione” alla minaccia di una “cooperazione con la Russia”. La dichiarazione finale afferma che  “le ambizioni dichiarate (dalla Cina, ndr) e il comportamento assertivo presentano sfide sistemiche all’ordine internazionale basato su regole”.
    Sorvegliato speciale, il fronte degli attacchi “non convenzionali”, vale a dire lo spazio informatico “che è costantemente minacciato”, ha precisato il segretario generale della NATO. L’Alleanza “è impegnata per garantire la sicurezza a tutti i livelli, anche cyber”, al punto da tirare in ballo l’articolo 5 (quello che afferma che un attacco armato contro uno o più alleati si considera come un attacco contro ogni componente della NATO, a cui ciascuno può rispondere secondo il diritto di autodifesa). “Gli alleati riconoscono che l’impatto di significative attività informatiche cumulative dannose potrebbe, in determinate circostanze, essere considerato come un attacco armato“, si legge nella dichiarazione dei leader. “Ci confrontiamo sempre più con minacce cyber e ibride, comprese le campagne di disinformazione, e l’uso dannoso di tecnologie emergenti sofisticate”.
    Ultime battute in conferenza stampa sulla questione del ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Per la sua “importanza per tutta la comunità internazionale”, la NATO “fornirà finanziamenti di transizione per garantire il funzionamento dell’aeroporto internazionale di Kabul“, ha spiegato Stoltenberg. “La Turchia svolge un ruolo chiave in questi sforzi”. L’ultimo atto di una presenza nel Paese che proprio quest’anno compie vent’anni.

    Al suo esordio alle riunioni dell’Alleanza Atlantica, il presidente statunitense ha affermato che “siamo più forti che mai”. Affrontate le “minacce” provenienti da Russia e Cina, sia sul piano militare sia su quello cyber