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    Comunali, Letta: 'Vittoria trionfale'. Conte: 'M5s farà opposizione costruttiva'

    La festa finale in piazza Santi Apostoli a Roma, che tanto cara fu all’Ulivo di Romano Prodi, mette insieme in una sola istantanea tutto quello che festeggia il Pd. Prima di tutto la vittoria nella Capitale, che all’inizio non era per niente scontata e già da sé vale la torna elettorale. E poi il peso che sul voto ha avuto il progetto di una coalizione larga di centrosinistra. E’ vero, a Roma il M5s ha corso da solo, ma al Nazareno vogliono credere che, nel complesso, in questo voto gli elettori abbiano premiato la prospettiva di un’alleanza che sarà chiamata a sfidare il centrodestra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E di cui il Pd vuol essere promotore e perno. Anche se la reazione del M5s non è di quelle che fanno pensare a una strada in discesa. Pochi commenti, quasi nessuno. E in quello del presidente Giuseppe Conte non c’è alcun “evviva”, ma una nota dolente sull’astensionismo con tanto di sottolineatura che a Roma, Torino e Trieste i Cinque stelle saranno all’opposizione. Enrico Letta si gode la giornata e tira le somme: il governo Draghi fa bene al Pd. E il suo posto di segretario al Nazareno ora è più forte. Non è un caso se la tregua elettorale ha retto e, da qualche settimana, non si sentono quei mugugni che esasperarono Nicola Zingaretti fino a farlo mollare. Anche la parola “congresso” sta circolando molto meno. Passato il voto nei comuni, ora ci sarà da pensare a un’altra partita, quella del Colle. E l’esito di questo voto potrà pesare non poco. Enrico Letta non nasconde il suo progetto: malgrado la vittoria, nessuna tentazione di elezioni anticipate, avanti con Mario Draghi fino al 2023. Perché in questa fase post pandemia, sostenere la linea del Governo ha giovato.
    “Ho sempre imparato che la cosa più importante è ascoltare gli elettori. E loro sono più avanti di noi, si sono saldati e fusi, quelli del centrosinistra e della coalizione larga che ho voluto costruire. Con una vittoria trionfale”. “Un risultato clamoroso e importante ovunque, in tutta Italia. Abbiamo vinto sia quando la destra ha sbagliato che quando ha azzeccato i candidati. Ho sentito un conferenza stampa surreale di Salvini che raccontava una vittoria del centrodestra, pensavo fossero immagini di archivio”.  
    “Unità vuol dire migliori candidati, una coalizione larga e uno sforzo di allargamento fondamentale”, ha detto ancora il segretario del Pd commentando l’esito del voto, al Nazareno.

    “Il vero protagonista di questa tornata di ballottaggi è in modo drammatico l’astensionismo. Un astensionismo che sfiora il 60% è un dato che deve farci riflettere e dovrebbe allarmare tutte le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella Politica come soluzione”. Così il leader M5s Giuseppe Conte commenta in un post i risultati dei ballottaggi. “Il Movimento 5 Stelle a Roma, Torino e Trieste sarà all’opposizione. Lavoreremo in modo costruttivo ma senza fare sconti a chi governerà le città perché la nostra stella polare sarà sempre l’interesse esclusivo dei cittadini”. 

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    Ai ballottaggi centrosinistra riequilibra geografia

     Il centrosinistra inverte una tendenza in corso da qualche anno, il centrodestra perde qualche posizione ma, rimane, in linea teorica, ancora avanti nella carta geografica dei Comuni. Dopo i ballottaggi cambia la mappa delle amministrazioni dei principali Comuni italiani, che come sempre forniscono preziose indicazioni sulla temperatura politica del paese. La mappa cambia soprattutto nel peso specifico: se infatti il numero dei capoluoghi di provincia è in sostanziale equilibrio, quello dei capoluoghi di regione, vede il centrosinistra riconquistare Torino e Roma: attualmente sono 12 quelli a guida Pd e alleati, otto per il centrodestra e uno per il Movimento 5 Stelle che è la forza che più di ogni altra esce ridimensionata da questa tornata elettorale, almeno in termini di Comuni governati. Il centrosinistra guida oggi le cinque città italiane più grandi, otto delle dodici città con più di 250mila abitanti e 17 delle 25 città con più di 150mila abitanti.
    Segno evidente anche di una tendenza in atto da alcuni anni (e non solo in Italia) che vede le forze progressiste egemoni nelle grandi città e quelle conservatrici più forti nei piccoli centri: una dinamica sempre più polarizzata che potrebbe essere una delle chiavi per decidere chi vincerà le prossime politiche. Ma rimanendo all’ultima tornata elettorale che ha visto al voto 19 capoluoghi di provincia il centrosinistra ha vinto in 14 e governava in otto: ne ha strappati due al M5s, tre al centrodestra e si è alleato a un’esperienza civica che già governava a Latina. Il centrodestra difende i cinque Comuni dove già guidava l’amministrazione (fra cui Trieste), ma non fa nuove conquiste, come, invece, era successo in tutte le tornate amministrative degli ultimi anni. La mappa dell’Italia, quella fatta dalle cento città e dalla provincia che spesso fa fatica ad entrare nel dibattito nazionale si riequilibra: il centrosinistra riconquista un po’ di terreno, ma se il confronto si fa con cinque anni fa il bilancio rimane pesantissimo. Governava infatti 68 capoluoghi contro i 28 del centrodestra: il M5s, che aveva appena conquistato Roma e Torino, si fermava a cinque. Da lì, per il Pd, è cominciata la slavina che nelle amministrative degli anni successivi lo ha portato a perdere posizioni su posizioni, con il centrodestra che ha sfondato anche in aree che sembravano storicamente inaccessibili, conquistando Comuni anche nelle regioni rosse dove la sinistra non aveva mai perso nel dopoguerra, come Siena, Pisa, Pistoia, Forlì e Ferrara. Il conto, oggi, è sostanzialmente in equilibrio e dipende, nei dettagli, dal perimetro delle coalizioni. Se si considerano in senso classico, centrodestra batte centrosinistra 50 a 46. Ma diventa quasi un pareggio se si rappresenta il M5s (che dalla carta geografica quasi sparisce, mantenendo tre capoluoghi, il principale dei quali Campobasso) come parte integrante della coalizione di cui fa parte il Pd. Completano poi un quadro del quale è difficile definire i contorni esatti un Comune con un’amministrazione di centro, due sotto commissariamento e otto esperienze puramente civiche, nelle quali i principali partiti rappresentati in parlamento sono all’opposizione. Ma che finiscono, poi, spesso per essere bene o male attratte nell’orbita d’influenza delle coalizioni maggiori: come ad esempio è successo a Latina dove il sindaco uscente Damiano Coletta è stato confermato grazie anche al sostegno del Pd. O come l’esperienza di Federico Pizzarotti a Parma, nata ormai ben nove anni fa sotto le insegne del Movimento 5 Stelle e oggi ascrivibile a un’area che è indubbiamente più vicina al centrosinistra che non al centrodestra.

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    Ballottaggi 2021 – Tutti i dati in tempo reale

    Il centrosinistra ha vinto in oltre metà delle venti città, fra capoluoghi di regione e di provincia, andati al voto per eleggere il sindaco nella tornata di amministrative conclusa oggi con i ballottaggi. Ne ha conquistate 13, e il bottino si è arricchito di Roma e Torino, reduci entrambe da cinque anni di amministrazione del M5s. Dopo i successi al primo di Napoli (con l’alleanza Pd-M5s), Bologna e Milano, l’en plein del centrosinistra nei capoluoghi di regione oggi sfuma solo per il risultato di Trieste, dove ha vinto la coalizione di centrodestra. Il centrosinistra si conferma a Varese, dove non riesce il ribaltone alla Lega, che si vede sfilare anche Savona. E al ballottaggio la coalizione progressista vince a Latina, Caserta, Cosenza e Isernia, dopo averlo fatto al primo turno anche a Ravenna e Rimini. Il centrodestra chiude queste elezioni con 4 capoluoghi, confermandosi a Pordenone, Novara e Grosseto. Sono liste civiche quelle che hanno vinto a Salerno (d’area di centrosinistra) e a Benevento, dove si è imposto nuovamente Clemente Mastella.
    Dai primi exit poll ai dati finale, tutte le notizie
    ore 19.28 – Comunali: M5S tiene Pinerolo, ma perde Cattolica – Nei ballottaggi delle Comunali c’è anche una città dove vince M5s, Pinerolo (Torino), 35 mila abitanti, all’imbocco della Valle Chisone che porta al Colle del Sestriere, dove il sindaco uscente Luca Salvai ha ottenuto la conferma sfiorando il 63%. Il Movimento 5 stelle ha perso invece l’ultima piazza gli era rimasta in Emilia-Romagna: Mariano Gennari, sindaco uscente di Cattolica (Rimini), è stato sconfitto al ballottaggio dalla candidata del Pd Franca Foronchi, che ha vinto con il 63,5%.
    ore 19.17 – Conte: ‘Vince astensionismo, dovere M5s è dare risposta’ – “Il vero protagonista di questa tornata di ballottaggi è in modo drammatico l’astensionismo. Un astensionismo che sfiora il 60% è un dato che deve farci riflettere e dovrebbe allarmare tutte le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella Politica come soluzione”. Così il presidente M5s Giuseppe Conte in un post in cui commenta i risultati delle amministrative. “C’è poco da parlare e molto da fare. A partire dalla nostra immediata riorganizzazione, dalla nostra rinnovata capacità di saper rispondere ai territori, al cuore del nostro Paese”
    ore 19.11 – Nel Lazio M5S perde l’unico scontro, bene le liste civiche – L’esito dei ballottaggi nel Lazio non cambia di molto la geografia del voto che si era evidenziata nel primo turno: già sparita la Lega, M5s perde l’unico ballottaggio, bene il centrosinitra, il centrodestra tiene in alcuni territori ed avanzano le liste civiche. M5s perde anche l’unico scontro che si era guadagnato nel Lazio: a Marino il sindaco uscente pentastellato Carlo Colizza è stato battuto dal candidato del centrodestra Stefano Cecchi. Riesce invece l’asse giallorosso a Cisterna (Latina) dove Valentino Mantini (Pd-M5S) si afferma sul candidato di centrodestra Antonello Merolla Altro grande centro al ballottaggio, Frascati, dove la sfida era tutta nel centrosinistra: vince Francesca Sbardella sostenuta da un gruppo di liste, capofila il Pd. A Bracciano va verso la vittoria il candidato di centrosinistra. Vince il candidato del centrodestra a Formia mentre a Sezze si afferma il civico Lidano Lucidi. Ancora un sindaco di centrodestra per Alatri, Maurizio Cianfrocca, mente a Sora vince il civico Luca Di Stefano. Il centrosinistra al primo turno aveva affermato i suoi sindaci a Mentana e a Minturno.
    ore 18.39 – Gualtieri: ‘Vittoria larga, anche in tutti municipi di Roma – “Abbiamo vinto, è stata una bellissima vittoria, larga e bella. Con questo spirito ci metteremo a lavorare per Roma”. Lo ha detto Roberto Gualtieri in piazza Santi Apostoli. “Abbiamo vinto tutti i Municipi dove siamo andati al ballottaggio”, ha aggiunto. 
    ore 18.26 – Meloni: ‘Centrodestra sconfitto ma non è una debacle’ – “Centrodestra esce sconfitto alle amministrative: non riusciamo a strappare al centrosinistra le grandi città. Ma da sconfitta a debacle, è eccessivo. Debacle è del M5s, il Pd sta festeggiando sulle spoglie degli alleati grillini”. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, commentando i ballottaggi. “Credo che ci si debba vedere questa settimana: ho già parlato con Berlusconi, lo farò con Salvini. Ci sono i tempi per una rivincita del centrodestra”.
    ore 18 – Di Maio: ‘In bocca al lupo a neo sindaci, ora remare compatti’ – “A Roma, Torino e in altre città italiane sono stati eletti i nuovi sindaci. I cittadini hanno scelto e ai neo sindaci va un grosso in bocca al lupo per l’impegno che li aspetta da qui ai prossimi anni”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rivolgendo un “ringraziamento speciale alle nostre due sindache uscenti, Virginia e Chiara, per il lavoro che hanno svolto con coraggio, competenza, determinazione”. Adesso, ha proseguito Di Maio, “occorre remare, compatti, nella stessa direzione per il rilancio del Paese”.
    ore 17.58 – Michetti: ‘Abbiamo dato il massimo, auguri a Gualtieri’  – “Faccio gli auguri al sindaco, perchè Roma è la cosa più importante, credo che abbiamo dato il massimo e in queste condizioni abbiamo fatto ciò che si poteva”. Così Enrico Michetti in una conferenza al suo comitato elettorale
    ore 17.38 – Sala: ‘La destra ha sbagliato quasi tutto’ – “La destra ha sbagliato quasi tutto, in particolare non ha capito che questo è il momento di tenere la testa bassa e pedalare , non di fomentare tutto il fomentabile”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato sulle sue pagine social il voto delle elezioni amministrative nelle città che ha visto prevalere in molti casi il centrosinistra. “La sinistra ha trovato candidati più credibili, non necessariamente organici alla politica. Quando la destra ha cercato di pescare nella società civile ha accumulato tanti ‘no grazie’ – ha aggiunto – e farebbe bene a chiedersi il perché”.
    ore 17.32 – Mastella: ‘Ho vinto da solo contro tutti’ – “Ho vinto solo contro tutti, come Mario contro Silla” commenta a caldo Mastella, il cui nome di battesimo è Mario Clemente, che ha vinto al ballottaggio contro il candidato del centrosinistra Luigi Diego Perifano. “E stata campagna elettorale come mai si era verificata in vita mia, una campagna elettorale dai toni forti, con tante bugie, e una morale perfida. E’ stata un’Arca di Noè, di destra e sinistra, contro di me. Ma io dalla mia parte ho avuto il popolo di Benevento e, soprattutto, il voto della gente umile delle contrade”.
    ore 17.30 – A Siderno vince il candidato di centrosinistra – Mariateresa Fragomenni, del centrosinistra, è la nuova sindaca di Siderno, nel Reggino. Al ballottaggio ha ottenuto il 64,07% dei consensi, battendo il candidato di centrodestra, Domenico Barranca che si è fermato al 35,93%.
    ore 17.29 – A Cerignola, sciolto per mafia, vince magistrato in pensione – Ai ballottaggi al Comune di Cerignola, sciolto per mafia nel 2019, ha vinto Francesco Bonito, magistrato in pensione, sostenuto da una coalizione di centrosinistra formata da Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Bonito ha battuto il sindaco uscente Franco Metta, sostenuto da una lista civica, giudicato ‘incandidabile’ dalla Corte d’appello di Bari, e ‘non presentabile’ dalla Commissione parlamentare antimafia. Metta era alla guida del Comune quando venne sciolto per mafia
    ore 17.18 – Salvini: ‘Abbiamo più sindaci di 15 giorni fa’ – “Passiamo da 8 a 10: al momento il centrodestra ha più sindaci rispetto a 15 giorni fa”. E’ il primo commento del leader della Lega, Matteo Salvini ai ballottaggi, da Catanzaro. “Se uno viene eletto da una minoranza della minoranza è un problema non per un partito, ma per la democrazia”. 
    ore 17.14 – In Puglia affermazione di candidati Pd e M5S – In Puglia ai ballottaggi il centrodestra non riesce a conquistare alcun Comune, mentre il M5s conferma i suoi due sindaci, a Noicattaro, nel Barese, e a Ginosa, nel Tarantino. E’ l’esito del secondo turno elettorale nei cinque Comuni sopra i 15mila abitanti: Cerignola, Ruvo di Puglia, Noicattaro, Ginosa e Massafra. A Cerignola, quando mancano 6 sezioni su 50 da scrutinare, il candidato Francesco Bonito, ex magistrato e sostenuto anche da Pd e M5s, è avanti di quasi cinque punti percentuali sull’ex sindaco, Franco Metta. A Ruvo di Puglia vittoria di Pasquale Chieco con il 51,9% (Pd); a Noicattaro, con 18 sezioni su 22 scrutinate, Raimondo Innamorato del M5S, è riconfermato sindaco, battuto Sergio Ardito, che era sostenuto dal Pd. Nel Tarantino, a Massafra affermazione di Fabrizio Quarto (Pd) con il 57,44%; a Ginosa conferma per Vito Parisi (M5S) con il 57,61%.
    ore 17.11 – Comunali, Letta: ‘Vittoria trionfale’ – “Ho sempre imparato che la cosa più importante è ascoltare gli elettori. E loro sono più avanti di noi, si sono saldati e fusi, quelli del centrosinistra e della coalizione larga che ho voluto costruire. Con una vittoria trionfale”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, commentando l’esito del voto, al Nazareno.
    ore 17.09 – Caserta: Marino (centrosinistra) verso riconferma – Carlo Marino (centrosinistra) verso la riconferma a sindaco di Caserta. Quando mancano meno della metà delle sezioni – scrutinate finora 60 su 91 – il vantaggio del candidato del Pd e del centrosinistra sullo sfidante di Lega e centrodestra, Gianpiero Zinzi, sembra incolmabile, con 9169 (52,47%) preferenze contro le 8320 di Zinzi (47.57%) e quasi mille voti in più dunque. “La vittoria di Carlo Marino è la vittoria di una idea di città, di una visione di sviluppo che caratterizzerà in maniera decisiva il nostro futuro” commenta a caldo il segretario del Pd di Caserta Enrico Tresca.
    ore 17.05 – Damilano: ‘Città non ha voluto lottare per cambiare’ – “Torino non ha avuto voglia di lottare per il cambiamento”: così il candidato sindaco del centrodestra Paolo Damilano, che ha perso il ballottaggio contro il Dem Stefano Lo Russo. “La vera sconfitta – ha affermato Damilano – è la politica, è il fatto che si sia una città che non ha voluto lottare. Nelle periferie c’è grande disillusione, e la pandemia ha accentuato ancora di più le problematiche, troppo spesso ci sono state promesse non mantenute”.
    ore 16.52 – A Benevento è festa a comitato Mastella – Si festeggia al Comitato elettorale di Mastella. In base ai dati pervenuti al Comitato dai rappresentanti di lista, l’ex guardasigilli si riconferma primo cittadino di Benevento.
    ore 16.48 – Arcore torna al centrodestra – Arcore, la cittadina della Brianza dove vive Silvio Berlusconi, è tornata al centrodestra. Al ballottaggio infatti Maurizio Bono, appoggiato da Lega, Forza Italia, FdI e dalla lista Viviamo Arcore ha battuto l’assessore uscente Paola Palma, appoggiata da Pd, Prospettiva civica, Immagina Arcore e dalla lista civica futura. 
    ore 16.47 – Dipiazza: ‘Ho vinto a Trieste’ – Roberto Dipiazza è, per la quarta volta, sindaco di Trieste. Candidato del centrodestra, ha vinto il ballottaggio contro il candidato del centrosinistra, Francesco Russo, autore tuttavia di una incredibile rimonta. Lo ha detto lui stesso – “ho vinto” – intervenendo in collegamento in diretta con l’emittente televisiva TeleQuattro, quando mancano sei sezioni al termine dello spoglio ed è in vantaggio di circa tre punti, 51,6% contro 48,4%. Russo partiva da quasi 16 punti di svantaggio. Quando sono state scrutinate tutte le 238 sezioni, il dato definitivo è 51,29% per Dipiazza e 48,71% per Russo. Sono stati 76.613 i votanti mentre i voti validi sono stati 75.674. Dipiazza ha riferito di aver già telefonato all’antagonista per annunciargli la disponibilità a una maggiore condivisione nel grande progetto di trasformazione del Porto Vecchio. 
    ore 16.41 – Ballottaggi: ha votato il 43,94%, meno di 1 elettore su 2 – Alla chiusura dei seggi è del 43,94% l’affluenza alle urne rilevata per il turno di ballottaggio nei 63 Comuni centri chiamati al voto (il dato diffuso dal Viminale non tiene conto delle comunali in corso in Friuli Venezia Giulia). Al primo turno alla chiusura dei seggi aveva votato il 52,67%. Dunque ha votato molto meno della metà degli elettori, con un calo di circa 9 punti percentuali rispetto all’affluenza, pur bassa, di due settimane fa.
    ore 16.40 – A Latina centrosinistra avanti, Coletta al 54% – A Latina è in vantaggio il sindaco uscente Damiano Coletta (centrosinistra) sullo sfidante di centrodestra Vincenzo Zaccheo, già sindaco del capoluogo pontino per due mandati. Col 65% delle sezioni scrutinate Coletta si avvia alla vittoria col 54.12% mentre Zaccheo è al 45.88. Con Zacheo il centrodestra ha tentato di riprendersi la sua storica enclave nel Lazio espugnata la scorsa tornata elettorale da Coletta che ottenne il 75% dei voti. 
    ore 16.40 – A Isernia vince centrosinistra con Castrataro – E’ Piero Castrataro (centrosinistra) il nuovo sindaco di Isernia: scrutinio ancora in corso, ma ha superato il 50% più uno delle preferenze ottenendo 5574 voti con un ampio vantaggio sullo sfidante del centrodestra Gabriele Melogli.
    ore 16.37 – Appendino si complimenta con Lo Russo – “Congratulazioni al neosindaco, gli faccio i miei migliori auguri di buon lavoro, lo attende un compito complesso ma straordinario. Ho già sentito Stefano Lo Russo, e gli ho ribadito la mia disponibilità a fare un passaggio di consegne che mi auguro avvenga il più velocemente possibile. Anche perché ho una scadenza, e non vorrei essere in ospedale (a giorni partorirà il secondo figlio, ndr)”. Così la sindaca uscente di Torino, Chiara Appendino, sul ballottaggio nel capoluogo piemontese.
    ore 16.28:  A Cosenza verso vittoria candidato centrosinistra – Cosenza torna ad essere governata dal centrosinistra. Dopo che sono state scrutinate 65 sezioni su 82, infatti, si va verso la vittoria di Franz Caruso, candidato del centrosinistra, che al momento sta ottenendo il 57,99% dei consensi, contro lo sfidante omonimo di centrodestra Francesco Caruso che è al 42,0168%.
    ore 16.26 – A Varese vince il sindaco uscente Galimberti – Quando mancano solo una decina di sezioni, il centrosinistra coi 5 stelle è in testa al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Varese. Il primo cittadino uscente Davide Galimberti ha raggiunto il 53,78% delle preferenze, rispetto al 46,22% dell’avversario, il leghista Matteo Bianchi, che gli ha telefonato per complimentarsi. Accolto da un lungo applauso, Bianchi è appena arrivato alla storica sede varesina del Carroccio di piazza del Podestà, spronando i suoi sostenitori e dicendo loro: “La partita è chiusa, ma non è un funerale, c’è chi vince e c’è chi perde, l’importante è essere a posto con la propria coscienza”.
    ore 16.24 – Raggi, ‘Complimenti a Gualtieri, sosterrò battaglie per Roma’ – “Congratulazioni a Roberto Gualtieri. Il nuovo sindaco saprà lavorare nell’interesse della nostra comunità. Da parte mia ci sarà leale e costruttivo sostegno nelle battaglie che avranno a cuore Roma”. Così la sindaca di Roma Virginia Rgagi si complimenta con Roberto Gualtieri, che le prime proiezioni danno in vantaggio su Enrico Michetti.
    ore 16.24 – Lo Russo: ‘Grazie Damilano, ha dato prova di stile’ – “Ringrazio Paolo Damilano per la lealtà della competizione. Torino ha dato una prova di stile e di come si può lavorare anche in termini competitivi e collaborativi”. Stefano Lo Russo commenta così lo spoglio del ballottaggio. “Adesso il primo compito è fare mie le istanze di chi non mi ha sostenuto – aggiunge parlando dal suo comitato elettorale – e di chi non è andato a votare Obiettivo fra 5 anni aver ricostruito il legame con i torinesi per farli tornare a votare”.
    ore 16.17 – Roma, ha votato il 40,68% – Alla chiusura dei seggi per i ballottaggi, alle ore 15, ha votato il 40,68% a Roma. Al primo turno l’affluenza alla stessa ora era stata del 48,54%, dunque il calo di affluenza nella capitale è stato di 8 punti percentuali. A Latina ha votato al ballottaggio il 49,72%; era andato a votare il 63,99% due settimane fa. 
    ore 16.17 – Savona torna al centrosinistra – Savona torna al centrosinistra dopo cinque anni di governo del centrodestra. Dopo lo scrutinio di 51 sezioni su 61 il candidato Marco Russo ha il 62,20% dei voti contro il 37,80 di Angelo Schirru. Russo è stato sostenuto da lista Articolo Uno-Partito Democratico, Patto per Savona, Riformiamo Savona e Sinistra per Savona. Su Schirru puntava il presidente della Regione Giovanni Toti con la lista Toti per Savona, con Lega Salvini Liguria, Fratelli d’Italia, Lista civica Schirru, Andare Oltre, Forza Italia e Unione di Centro.
    ore 16.16 – Lo Russo, emozionato: ‘Dedico vittoria a don Aldo’ – “Non nego emozione. Questa vittoria la dedico a una persona che per me è stato un maestro, un padre, una guida, don Aldo Rabino”. Sono le prime parole di Stefano Lo Russo, che al suo comitato elettorale commenta l’esito dello spoglio del ballottaggio. Salesiano, storico cappellano del Torino, è stato il sacerdote, morto nel 2015, ad avviare Lo Russo al volontariato e alla politica.
    ore 16.12 – Gualtieri: ‘Sono onorato, ci metterò tutto l’impegno’ – “Grazie ai romani per questo risultato così significativo, di cui sono onorato. Ci metterò tutto il mio impegno”. Lo ha detto Roberto Gualtieri, candidato a sindaco del centrosinistra per Roma, nella sede del suo comitato elettorale. “Sarò il sindaco di tuttom delle romnae, dei romani e di tutta la città. Inizia un lavoro straordinario per rilanciare Roma e per farla crscere, per farla diventare più inclusiva e per farla funzionare”.
    ore 16.10 – Proiezioni Opinio-Rai: Torino; Lo Russo al 59,4% – La seconda proiezione del consorzio Opinio Italia per la Rai, al ballottaggio delle comunali a Torino vede Stefano Lo Russo (centrosinistra) è in testa con il 59,4%, Paolo Damilano (centrodestra) al 40,6%
    ore 16.07 – Proiezione Opinio-Rai, Gualtieri al 59,9% Michetti al 40,1% –  La seconda proiezione Opinio Italia per la Rai, con una copertura del campione al 39%, vede Roberto Gualtieri, candidato del centrosinistra a Roma in vantaggio al 59,9%, mentre Enrico Michetti, candidato del centrodestra si ferma al 40.1%.
    ore 16.05 -Boccia (Pd), c.sinistra unito vince quasi ovunque  “Grande soddisfazione, i risultati delle proiezioni stanno confermando le percezioni che avevamo. Il centrosinistra unito vince quasi ovunque”. Lo ha detto Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd, commentando il voto al Nazareno.
    ore 16.01 – Proiezioni Opinio-Rai: Trieste; Dipiazza avanti al 51,2%  – In base alla prima Proiezione del consorzio Opinio Italia per la Rai, al ballottaggio per le comunali a Trieste Roberto Dipiazza (centrodestra) è in vantaggio di misura con il 51,2%, su Francesco Russo (centrosinistra) al 48,8%
    ore 16 – Calenda, complimenti calorosi a Gualtieri – “Complimenti calorosi a Gualtieri”. Lo scrive su Twitter l’eurodeputato Carlo Calenda, precisando che “gli eletti della lista @CalendaSindaco daranno il loro contributo, con un’opposizione costruttiva e pragmatica, al suo difficile compito”, aggiunge Calenda.
    ore 15.47 – Prima proiezione La7 per Torino – In base alla prima proiezione di Swg per La7, al ballottaggio per le comunali a Torino Stefano Lo Russo (centrosinistra) si attesta tra il 57,1 e il 59,1%. Paolo Damilano (centrodestra) tra il 40,9 e il 42,9%.
    ore 15.41 – Lo Russo al 58% dopo 260 seggi,comitato già in festa – E’ già festa al comitato elettorale di Stefano Lo Russo. Dopo appena 260 sezioni scrutinate, su 919, è scattato l’applauso dei militanti del centrosinistra presenti negli uffici di piazza Delpiano. Il candidato sindaco di Torino è al momento al 58% delle preferenze contro il 41% dello sfidante di Torino Bellissima e del centrodestra, Paolo Damilano. L’arrivo di Lo Russo è atteso da militanti e sostenitori e dai vertici locali del centrosinistra. 
    ore 15.41 – Proiezione Opinio-Rai – La prima proiezione Opinio italia per la Rai vede Gualtieri, candidato del centrosinistra a Roma al 59,1% mentre Enrico Michetti, candidato del centrodestra si ferma al 40.9%. 
    ore 15.41 – Torino, affluenza 42,1% nuovo minimo storico – Al ballottaggio a Torino l’affluenza è stata del 42,13%, nuovo minino storico che ritocca il 48,08% del primo turno. Sono andati alle urne 290.581 elettori su 689.684 aventi diritto. L’affluenza più alta nella circoscrizione 1 (Centro-Crocetta), 46,49%, la più bassa nella circoscrizione 6 (Barriera di Milano-Falchera-Regio parco), alla periferia nord della città, 35,66%. 
    ore 15.38 – Ballottaggi: comitato Gualtieri, verso vittoria – “Non possiamo che essere molto soddisfatti. Aspettiamo dati più consolidati ma il trend ci dice con chiarezza che siamo di fronte alla vittoria di Roberto Gualtieri” . Lo dice la presidente del comitato Gualtieri Beatrice Lorenzin.
    ore 15.37 – Prima proiezione flash La7 – Torino: Lo Russo 57.1-59.1; 40.9-42.9
    ore 15.28 – Per Gualtieri si pensa a festa a Piazza SS Apostoli – Sono solo exit poll ma la forbice è talmente ampia da far ben sperare e così al comitato Gualtieri, scaramanzia a parte, si pensa già a festeggiare. Se le previsioni degli exit sarano confermate la piazza scelta per festeggiare è quella cara ai tanti successi amministrativi a Roma dell’allora Ulivo, da Rutelli a Veltroni sindaco, ovvero Piazza Santi Apostoli.
    ore 15.25 – Ballottaggi: primi dati affluenza a chiusura seggi, 48,9% – Alla chiusura dei seggi per i ballottaggi, quando sono noti i dati relativi a 31 comuni sui 63 raccolti dal Viminale, l’affluenza alle urne alle ore 15 di oggi va attestandosi al 48,95%. Al primo turno alla stessa ora era stata del 58,35 %. Dunque è di ben dieci punti percentuali il calo di affluenza e la disaffezione alle urne che si era già registrata in maniera forte quindici giorni fa, al primo turno.
    ore 15.27 – Prima proiezione flash La7 – Roma: In base alla prima proiezione di Swg per La7, al ballottaggio per le comunali a Roma Roberto Gualtieri (centrosinistra) si attesta tra il 57,2 e il 59,2%. Enrico Michetti (centrodestra) tra il 40,8 e il 42,8%.
    ore 15.13 – Verso 5 capoluoghi a c.sinistra, Trieste in bilico – Il centrosinistra si avvia a conquistare cinque dei sei capoluoghi di Regione al voto, e in particolare le cinque maggiori città. Se gli exit poll verranno confermati dai dati reali il centrosinistra oltre a Milano, Bologna e Napoli, vinte al primo turno, dovrebbe portare a casa anche i sindaci di Roma e Torino. Rimane invece in bilico Trieste. Nel 2016 dei sei capoluoghi di Regione il centrosinistra aveva riportato la vittoria solo a Milano (con Beppe Sala) e Bologna (Virginio Merola), mentre M5s si era imposto sotto la Mole (Chiara Appendino) e nella Capitale (Virginia Raggi). A Napoli aveva vinto Luigi De Magistris al ballottaggio sul centrodestra, mentre quest’ultimo aveva conquistato Trieste con Dipiazza, oggi sfidato da Francesco Russo.
    ore 15.09 – A comitato Gualtieri applausi dopo exit poll – Applausi al comitato di Roberto Gualtieri, candidato a sindaco del centrosinistra a Roma, quando sono stati proiettati i primi exit poll in Rai che lo danno tra il 59 e il 63% dei consensi sul suo sfidante Enrico MIchetti al 37-41%.
    ore 15.08 – Letta segue spoglio al Nazareno – “In attesa. Trepidazione”. E’ il tweet del segretario del Pd, Enrico Letta, che è nella sede nazionale del partito, al Nazareno a Roma, per seguire lo spoglio del voto ai ballottaggi. Al momento, oltre a Letta, al Nazareno ci sono il vicesegretario Pd Giuseppe Provenzano e il coordinatore dei sindaci dem, Matteo Ricci.
    ore 15.03 – Instant Quorum/youTrend per SkyTg24 – In base al primo Instant Quorum/youTrend per SkyTg24, al ballottaggio per le comunali a Torino il candidato Stefano Lo Russo (centrosinistra) raggiunge una forchetta del 53-57%, mentre Paolo Damilano (centrodestra) ha il 43-47%. In base al primo Instant Quorum/youTrend per SkyTg24, al ballottaggio per le comunali a Roma il candidato Roberto Gualtieri (centrosinistra) raggiunge una forchetta tra il 58 e il 62, mentre Enrico Michetti (centrodestra) ha il 38-42. 
    Ore 15 –  Exit Opinio-Rai – In base al primo Exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, al ballottaggio per le comunali di Roma, Roberto Gualtieri (centrosinistra) raggiunge una forchetta tra il 59 e il 63 mentre Enrico Michetti (centrodestra) è tra il 37 e il 41.In base al primo Exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, al ballottaggio per le comunali di Torino, Stefano Lo Russo (centrosinistra) raggiunge una forchetta tra il 56 e il 60 mentre Paolo Damilano (centrodestra) si attesta tra il 40 e il 44.  In base al primo Exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, al ballottaggio per le comunali di Trieste, Roberto Dipiazza (centrodestra) e Francesco Russo (centrosinistra) si attestano entrambi tra il 48 e il 52. 

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    Per Gualtieri squadra larga e dossier su Roma, 'subito pulire città'

    Da una pulizia straordinaria della città all'”incontro con il premier Mario Draghi” per discutere della governance del Giubileo, dall’elaborazione di un piano per i trasporti e la manutenzione delle strade romane ad un incontro con le parti sociali per stipulare il patto per lavori e trasporti. E poi i fondi del Pnrr. Sono le tappe che Roberto Gualtieri, sindaco eletto di Roma, si è già prefissato per i primi 100 giorni alla guida del Campidoglio. Dossier e una giunta, giovane, esperta e più rosa, che dovrà contribuire alla rinascita di Roma.
    La tabella di marcia serrata, che coniuga il quotidiano con la prospettiva di lungo respiro, prenderà il via già nei prossimi giorni, con la giunta che potrebbe essere varata entro 7 giorni dalla proclamazione, quindi la prossima settimana. Ma, come spesso ha detto l’ex titolare del Mef citando il suo predecessore Francesco Rutelli, al suo fianco non avrà bisogno solo di assessori ma di una squadra più ampia, “di almeno 100 persone”.
    Anche perché, insieme all’ordinario, Gualtieri avrà da organizzare grandi eventi che potranno imprimere una vera e propria svolta alla città: dal Giubileo 2025 alla candidatura per Expo 2030. Sul fronte dell’Anno Santo l’ipotesi è un’agenzia ad hoc, un commissario per le opere e risorse adeguate (stimate da Gualtieri intorno ai 2 miliardi), ma il sindaco ne parlerà prima con Draghi. Per Expo servirà un comitato, nella cui composizione non si esclude il coinvolgimento anche della sindaca uscente Virginia Raggi. E poi ci sarà la struttura di missione per le risorse del Pnrr.
    In giunta ci sarà sicuramente una vice donna: tra i nomi circola quello di Francesca Bria, nome internazionale (già Chief Technology Officer di Barcellona, voluta dalla sindaca Ada Colau) e super competente (è economista e accademica) ma alcuni danno possibile anche Beatrice Lorenzin, l’ex Fi ora Pd presidente del Comitato elettorale. Gualtieri punta ad un esecutivo composto da almeno il 50% di donne: tra loro ci potrebbe essere Sabrina Alfonsi, tra i più votati del Pd in consiglio comunale.
    Alla minisindaca uscente del municipio Roma I potrebbe andare la delega al verde. In quota dem si parla anche di Eugenio Patanè ai Trasporti e Svetlana Celli allo Sport. Ma ogni dettaglio è azzardato, in quanto – come spiegano dal suo entourage – Gualtieri inizierà a lavorare al suo esecutivo solo da domani. C’è chi ipotizza anche l’ingresso di Alessandro Onorato (coordinatore della lista civica di Gualtieri) e di Giovanni Caudo, presidente uscente del municipio III, ma soprattutto ex assessore all’Urbanistica di Ignazio Marino e anche di Paolo Ciani (Demos) che ha coagulato il voto del volontariato cattolico. Il prof ha in mente personalità di alto profilo, tecnici che potrebbe attingere direttamente da quelli che furono i suoi più stretti collaboratori al Mef.
    Dall’agenda dei dossier su Roma poi dipende anche la ricucitura con la città. Le periferie, col il forte astensionismo, sembrano il grande assente nella competizione, qui il non voto è stato più deciso che altrove, segno che oltre a far ripartire la città il sindaco dovrà anche rammendare il contatto con territorio oltre il centro e i quartieri borghesi. “Dobiamo lavorare per ridurre l’astensionismo”, ha detto infatti Gualtieri. Conscio che dovrà amministrare, far rinascere la città ma anche far rinascere la fiducia nella politica. 

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    Ballottaggi: ha votato il 43,94%, meno di 1 elettore su 2

    L’astensionismo più alto di sempre ha caratterizzato questa tornata elettorale autunnale e i ballottaggi che si sono svolti ieri e oggi hanno confermato la forte disaffezione alle urne che generalmente non sfiora l’elezione dei sindaci. Stavolta, invece, alla chiusura dei seggi, ha votato solo il 43,94% nei 63 Comuni chiamati a scegliere il primo cittadino: al primo turno era andato a votare il 52,67%. Dunque ha votato molto meno della metà degli elettori, con un calo di circa 9 punti percentuali rispetto all’affluenza, pur già esigua, di due settimane fa. Il risultato della capitale (solo il 40,68% dei votanti) abbassa la media del Lazio, regione in cui però si trova anche il Comune con la partecipazione più alta: a Corchiano, in provincia di Viterbo, hanno votato l’87,14% degli aventi diritto, più del primo turno (80,22%) concluso con un singolare pareggio di 1.141 voti a testa fra i due candidati.
    Certamente la sostenuta flessione dell’affluenza è la causa del calo forte di voti diretti all’elezione del sindaco: in pratica, rispetto al 1993, quando ci fu la prima elezione diretta dei primi cittadini con la novità dei ballottaggi, i consensi al secondo turno sono quasi dimezzati. A Roma ad esempio, Gualtieri ha ottenuto oltre 550 mila voti ma la Raggi 5 anni fa ne aveva avuti 770 mila, 871 mila Veltroni nel 2001 per non parlare degli oltre 955 mila di Rutelli nel ’93. Anche a Torino, Lo Russo vince con 168.997 voti, ma la Appendino ne aveva presi 292.764 e Chiamparino, nei due mandati, ne aveva avuti circa 300 mila. In una tornata elettorale segnata dall’astensionismo, è Seveso, in provincia di Monza e Brianza, il Comune dove i ballottaggi hanno attirato la percentuale più bassa di elettori: 38,67%. I casi di pareggio al primo turno sono gli unici che hanno prodotto un aumento dell’affluenza. È successo anche in altri due piccoli centri: a Torricella Verzate, meno di quattrocento anime nel Pavese, dove al secondo turno è stata del 68,99%, oltre tre punti percentuali più di due settimane fa; e a Rondanina, in provincia di Genova, dove si è passati da 44 a 49 voti. Fra le grandi città spiccano le affluenze di Benevento (59,58%) e Isernia (57,50%), decisamente più alte del 42,13% registrato a Torino, dove c’è stato un nuovo minimo storico: basta ricordare il 71,4% di cittadini alle urne per il ballottaggio della prima elezioni di Sergio Chiamparino.
    Forte calo di affluenza anche in Calabria: a Cosenza l’affluenza alla chiusura dei seggi è stata del 44,71% contro il 64,87% del primo turno di 15 giorni fa. La preoccupazione per l’alto astensionismo è di tutti i partiti politici. “Dobbiamo lavorare perché si superi e si riduca l’astensionismo”, ha detto Roberto Gualtieri, sottolineando la necessità del ritorno ad una maggiore fiducia nella politica. “Il vero protagonista di questa tornata di ballottaggi è in modo drammatico l’astensionismo. Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella politica come soluzione”, dice Giuseppe Conte, leader di M5S. “Se oggi è andato a votare una minoranza del Paese ed ha vinto l’astensionismo vuol dire che la politica deve riflettere perchè forse ha fatto degli errori”, è il parere anche del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini. E per Giorgia Meloni, leader di FdI, “nessun partito può gioire quando una città come Roma elegge il proprio sindaco con queste cifre: c’è una crisi della democrazia, non della politica”. 

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    Faq governo, badanti senza Green pass devono lasciare la casa

     “Se la badante non possiede il green pass non potrà accedere al luogo di lavoro” e se è convivente “dovrà abbandonare l’alloggio” anche perché prevale il “diritto della persona assistita di poter fruire senza soluzione di continuità della assistenza ricorrendo ad altro idoneo lavoratore”. Lo prevedono tre Faq pubblicate oggi sul sito di Palazzo Chigi.
    “La normativa vigente prevede il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena. Se la badante è convivente non potrà chiaramente allontanarsi dalla casa nella quale vive”, scrive il governo nelle sue Faq. “Il contratto collettivo nazionale preveda, per le badanti conviventi, che il datore di lavoro fornisca loro anche il vitto e l’alloggio o, in alternativa, una indennità sostitutiva. In caso di sospensione per mancanza di green pass, si sospendono anche le componenti vitto e alloggio? La badante dovrà quindi lasciare l’alloggio in cui vive abitualmente? Il vitto e l’alloggio sono prestazioni in natura aventi natura retributiva sicchè, alla luce della disciplina legale e della corrispettività del rapporto di lavoro domestico, è corretta la mancata attribuzione delle stesse in virtù della mancata esecuzione della controprestazione lavorativa”, è la risposta a un’altra domanda. “Se per cinque giorni la badante non fornisce un green pass valido, il datore di lavoro può procedere alla sua sostituzione per 10 giorni, rinnovabili una volta? In caso affermativo, la badante da sostituire è convivente con il datore di lavoro (o con un suo familiare che beneficia della prestazione lavorativa), deve lasciare l’alloggio alla sostituta? Se la badante – risponde il governo – non possiede il green pass non potrà accedere al luogo di lavoro. Resta impregiudicato il prevalente diritto della persona assistita di poter fruire senza soluzione di continuità della assistenza necessaria ricorrendo ad altro idoneo lavoratore. Se la badante è convivente con il datore di lavoro dovrà quindi abbandonare l’alloggio”. 
    In risposta a domande frequenti, il governo afferma che non siano dovuti vitto e alloggio, oltre allo stipendio, a badanti senza il certificato verde. Inoltre, se la badante è convivente e positiva al Covid, “non potrà allontanarsi dalla casa nella quale vive” per la quarantena.
    L’obbligo di Green pass sussiste anche in capo agli operatori del commercio sulle aree pubbliche la cui “sede lavorativa” è collocata all’aperto? “Sì. L’obbligo di green pass non è collegato al fatto che la sede in cui si presta servizio sia all’aperto o al chiuso”. Lo si legge in una delle Faq pubblicate sul sito del governo.
    “Il Green pass deve essere valido nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso quotidiano alla sede di servizio e può scadere durante l’orario di lavoro, senza la necessità di allontanamento del suo possessore”. Lo si legge in una delle Faq, le risposte a domande frequenti, pubblicate sul sito di Palazzo Chigi, con riferimento ai casi in cui il Green pass venga rilasciato dopo aver effettuato un tampone.
    “Quali sono i soggetti titolati a controllare le aziende? Le aziende potranno essere controllate dagli ispettori del lavoro e dalle aziende sanitarie locali, dei quali si avvalgono i prefetti”. Lo si legge in una della Faq, risposta alle domande frequenti, pubblicate sul sito di Palazzo Chigi.
    Anche i lavoratori di aziende estere che devono accedere a sedi di imprese o amministrazioni pubbliche in Italia, compresi gli autotrasportatori, devono avere ed esibire il green pass. Lo precisano le Faq aggiornate sul sito di palazzo Chigi ricordando che, in caso gli autotrasportatori fossero sprovvisti del certificato, le operazioni di carico e scarico potranno essere effettuate dal personale dell’azienda italiana.
           

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    Da Benevento a Varese, i risultati negli altri capoluoghi

    Il centrosinistra ha vinto in oltre metà delle venti città, fra capoluoghi di regione e di provincia, andati al voto per eleggere il sindaco nella tornata di amministrative conclusa oggi con i ballottaggi. Ne ha conquistate 13, e il bottino si è arricchito di Roma e Torino, reduci entrambe da cinque anni di amministrazione del M5s. Dopo i successi al primo di Napoli (con l’alleanza Pd-M5s), Bologna e Milano, l’en plein del centrosinistra nei capoluoghi di regione oggi sfuma solo per il risultato di Trieste, dove ha vinto la coalizione di centrodestra. Il centrosinistra si conferma a Varese, dove non riesce il ribaltone alla Lega, che si vede sfilare anche Savona. E al ballottaggio la coalizione progressista vince a Latina, Caserta, Cosenza e Isernia, dopo averlo fatto al primo turno anche a Ravenna e Rimini. Il centrodestra chiude queste elezioni con 4 capoluoghi, confermandosi a Pordenone, Novara e Grosseto. Sono liste civiche quelle che hanno vinto a Salerno (d’area di centrosinistra) e a Benevento, dove si è imposto nuovamente Clemente Mastella.
    Sono sette i capoluoghi oltre ai tre capoluoghi di Regione chiamati al voto nei ballottaggi. Ecco i risultati
    CASERTA – Carlo Marino (centrosinistra) verso la riconferma a sindaco di Caserta.
    BENEVENTO – A Benevento si va consolidando il trend a favore del sindaco uscente Clemente Mastella che distanzia il candidato del centrosinistra Luigi Diego Perifano di oltre 4 punti quando mancano ancora 13 sezioni su 72 da scrutinare.
    ISERNIA – E’ Piero Castrataro (centrosinistra) il nuovo sindaco di Isernia: scrutinio ancora in corso, ma ha superato il 50% più uno delle preferenze ottenendo 5574 voti con un ampio vantaggio sullo sfidante del centrodestra Gabriele Melogli.
    COSENZA – Cosenza torna ad essere governata dal centrosinistra. Dopo che sono state scrutinate 65 sezioni su 82, infatti, si va verso la vittoria di Franz Caruso, candidato del centrosinistra, che al momento sta ottenendo il 57,99% dei consensi, contro lo sfidante omonimo di centrodestra Francesco Caruso che è al 42,0168%.
    SAVONA –  Savona torna al centrosinistra dopo cinque anni di governo del centrodestra. Dopo lo scrutinio di 51 sezioni su 61 il candidato Marco Russo ha il 62,20% dei voti contro il 37,80 di Angelo Schirru. Russo è stato sostenuto da lista Articolo Uno-Partito Democratico, Patto per Savona, Riformiamo Savona e Sinistra per Savona. Su Schirru puntava il presidente della Regione Giovanni Toti con la lista Toti per Savona, con Lega Salvini Liguria, Fratelli d’Italia, Lista civica Schirru, Andare Oltre, Forza Italia e Unione di Centro.
    LATINA – A Latina è in vantaggio il sindaco uscente Damiano Coletta (centrosinistra) sullo sfidante di centrodestra Vincenzo Zaccheo, già sindaco del capoluogo pontino per due mandati. Col 65% delle sezioni scrutinate Coletta si avvia alla vittoria col 54.12% mentre Zaccheo è al 45.88. Con Zacheo il centrodestra ha tentato di riprendersi la sua storica enclave nel Lazio espugnata la scorsa tornata elettorale da Coletta che ottenne il 75% dei voti. 
    VARESE – Quando mancano solo una decina di sezioni, il centrosinistra coi 5 stelle è in testa al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Varese. Il primo cittadino uscente Davide Galimberti ha raggiunto il 53,78% delle preferenze, rispetto al 46,22% dell’avversario, il leghista Matteo Bianchi, che gli ha telefonato per complimentarsi. 

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    Green pass, Di Battista: 'Serviva ascolto, sono arrivati i manganelli'

    “l green pass per i lavoratori, misura inesistente nel resto d’Europa, oltretutto imposta nonostante la campagna vaccinale (per quel che loro stessi dicono) stia andando bene, è stata una forzatura che ha buttato benzina sul fuoco. Il fuoco si chiama sofferenza, squilibri sociali, povertà, aumento delle bollette. Abbiamo vissuto 2 anni molto complicati. Serviva intelligenza, ascolto, pacificazione. Invece sono arrivati lacrimogeni, idranti e manganelli. E lavoratori che manifestano pacificamente sono trattati da criminali”. Così l’ex deputato M5s Alessando Di Battista in un post in cui ricorda di essere un “pro-vax: consiglio a tutti di vaccinarsi (a Cuba, un paese che non ha nulla a che fare con big-pharma addirittura stanno vaccinando i bambini)”.    “Ma il green pass per i lavoratori è una forzatura sciocca in un momento di grande tensione sociale. Tant’è – aggiunge – che nei paesi che il sistema politico-mediatico prende come esempio non esiste. Oltretutto chi ha quattrini e non si vuole vaccinare (per me sbagliando) va avanti tranquillamente. Chi campa con 1200 euro al mese e non si vuole vaccinare (per me sbagliando) no!”.