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    Minacce a Fedriga dai No vax, presidente delle Regioni sotto scorta

    Il Governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, è dalla scorsa settimana sotto scorta a causa delle decine di minacce ricevute dal mondo No vax dopo essersi espresso più volte a favore della campagna vaccinale. Lo riporta il quotidiano Il Piccolo precisando che due persone lo accompagnano ovunque. “Spero – conferma Fedriga – soprattutto per la mia famiglia, che questa situazione possa risolversi nel minor tempo possibile”. Sabato scorso al governatore è stata somministrata la terza dose di vaccino di Moderna. “Mando un abbraccio all’amico Fedriga per le vili minacce ricevute da fanatici no green pass per la sua posizione chiara e ferma a tutela della salute dei cittadini e della ripresa economica. Con Max, dalla sua stessa parte, dalla parte di chi ha a cuore l’Italia”. Lo scrive sui social il ministro della P.a Renato Brunetta.    
    “Vicinanza e solidarietà a Massimiliano Fedriga per le pesanti intimidazioni da parte di gruppi di no vax. Conoscendo Massimiliano avranno l’effetto opposto come lo hanno su chi sa di avere responsabilità importanti a salvaguardia della sicurezza e della salute della nostra comunità”. Così su Twitter il Presidente di Italia Viva Ettore Rosato.

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    L'account del Quirinale su Twitter

    Il mandato di Sergio Mattarella scade il 3 febbraio (giurò in quel giorno nel 2015), quindi il 3 gennaio Roberto Fico convocherà il Parlamento in seduta comune. Orientativamente Fico potrebbe convocare la seduta per i giorni compresi tra il 18 e il 20 gennaio.
    Del Quirinale e dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica si parla ormai almeno da questa estate, avendo Mattarella chiarito in più occasioni che non è disponibile ad un secondo mandato. E naturalmente più ci si avvicina alla scadenza del mandato presidenziale e più si fa acceso il dibattito al riguardo con alcuni giornali nazionali apertamente schierati contro e altri decisamente a favore della candidatura di Silvio Berlusconi come 13esimo Presidente della Repubblica.
    Così, mentre le forze politiche giocano le loro carte sulla questione, ANSA e DataMediaHub hanno analizzato la presenza su Twitter di @Quirinale, l’account istituzionale del Presidente.
    Prima di entrare nel merito di quanto emerge dalla nostra analisi, ci preme evidenziare come, contrariamente a quanto avviene in altre nazioni, Stati Uniti e India per tutti, dove il capo dello Stato ha anche un proprio account personale, questo in Italia non avviene.
    Mattarella, per quanto riguarda la comunicazione sui social, utilizza solamente gli account ufficiali. Una scelta che come sappiamo è stata seguita anche da Mario Draghi e che ci pare assolutamente corretta.
    Un ruolo istituzionale richiede altrettanto una comunicazione istituzionale, cioè, in sintesi, una comunicazione che, in una logica di e-democracy, permette alle istituzioni di dialogare con i cittadini e di rilevare facilmente i loro bisogni ed il loro gradimento dei servizi e delle informazioni diffuse, divenendo così strumento strategico per il miglioramento della relazione tra amministrazione e cittadino.
    Ciò premesso, abbiamo appunto analizzato l’attività dell’account Twitter presidenziale dal 3 maggio 2017 ad oggi. In totale sono stati postati 3.200 tweet nel periodo. Pari ad una media di poco meno di due tweet al giorno (1,91). Una media decisamente inferiore a quella di molti dei leader dei partiti politici nostrani, anche se vi sono picchi di attività legati a momenti particolari, che però rappresentano un’eccezione. Ad oggi sono circa 713mila i follower di @Quirinale su Twitter, mentre sono solamente sette quelli che vengono seguiti.
    La comunicazione è austera, istituzionale appunto, com’è giusto che sia. E prevalentemente mono direzionale. Solo 56 le reply, le risposte ad altri account, pari a circa il 2% del totale dei tweet nel periodo. Di queste quasi la totalità (54) sono in risposta al proprio account stesso. Evidentemente corrispondono a dei thread costituiti da più tweet sul medesimo argomento. Dunque, è evidente che generare engagement non rientra tra gli obiettivi di comunicazione, anche se naturalmente al contrario i tweet presidenziali sono ampiamente citati.
    Nell’arco temporale preso in esame, il tweet più rilanciato, più retwittato, è del 12 marzo 2020, con una nota del Presidente della Repubblica sull’esplosione della pandemia da Covid19 che ottiene 9.778 retweet e 24.743 mi piace. Quello che ha avuto il maggior numero di like è del 11 luglio 2021 ed è di congratulazioni e riconoscenza nei confronti di Mancini e dei giocatori della nazionale per la vittoria degli Europei di calcio. 31.259 i mi piace.
    Si twitta tutti i giorni della settimana, con un numero leggermente superiore alle altre giornate i lunedì e martedì. Il flusso di comunicazione su Twitter scorre dalle cinque del mattino alle undici di sera. Con un leggero picco alle 16:00.
    Due gli account più citati. Quello di Rai1 e quello del Presidente della Camera, Roberto Fico. Mattarella comunica in maniera unidirezionale, come abbiamo visto, e infatti l’hashtag di gran lunga più utilizzato è #Mattarella, per inserirsi nelle conversazioni relative al Presidente.

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    Berlusconi, M5s ha dato voce al disagio reale che merita rispetto

     “Il voto al Movimento 5 stelle, dal quale siamo lontanissimi, nasceva da motivazioni tutt’altro che ignobili o irragionevoli. Nasceva dallo stesso disagio e dallo stesso fastidio per un certo tipo di politica per la quale è nata Forza Italia. I Cinque stelle non sono riusciti a dare una rappresentanza a questa Italia, ma hanno dato voce a un disagio reale, che merita rispetto, attenzione e anche delle risposte”.    A dirlo è il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi nell’intervista che sarà pubblicata sul numero speciale dei 35 anni di Milano Finanza, in edicola l’11 dicembre. 
    “La parola moderati – ha spiegato Silvio Berlusconi – si presta a un equivoco. I moderati non sono coloro che non hanno opinioni forti, convinzioni profonde, passioni civili intense: sono coloro che con razionalità e concretezza, con rispetto degli altri e spirito critico, manifestano le loro convinzioni e sulla base di queste scelgono”.
    “La Borsa è il volano della ripresa economica” e Piazza Affari “deve essere” un fattore di rilancio dell’Italia dopo il Covid, afferma Berlusconi
    Berlusconi aggiunge: “Quello che conta è avere un sistema borsistico che consenta alle aziende di capitalizzarsi e ai risparmiatori di investire in modo sicuro e trasparente. Il risparmio degli italiani è una grande ricchezza: sarebbe importante, anche tramite incentivi fiscali, convogliarlo nella ripresa e nello sviluppo del Paese”.
    Alla domanda su quali siano i fattori più importanti per lo sviluppo, l’ex premier risponde che finanza e risparmio “possono essere le due chiavi, insieme agli aiuti europei del Recovery fund, perché il Pnrr sia davvero il volano di una ripresa forte, solida, che non lasci indietro nessuno. L’importante è che la finanza e il risparmio – nazionale e anche internazionale – siano convogliati sugli investimenti, e non in operazioni meramente speculative. Questo si può favorire con una politica fiscale adeguata”. Infine sull’attuale rimbalzo del Pil, aggiunge: “Per renderlo strutturale, bisogna impiegare le risorse del Pnrr, come il governo si è impegnato a fare, in interventi strutturali e non spese assistenziali o semplici operazioni tampone per dare un po’ di ossigeno in situazioni di crisi. Bisogna anche affrontare le tre grandi riforme delle quali parlo da molto tempo: quella fiscale, quella della burocrazia, quella della giustizia”.    

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    Il Papa ai giovani: non fatevi ammaliare dalle sirene del consumismo

    Papa Francesco è rientrato in Italia dal viaggio che lo ha portato a Cipro e in Grecia. L’aereo del pontefice è atterrato all’aeroporto di Roma Ciampino.
    Salendo gli ultimi gradini della scaletta dell’aereo che lo ha riportato in Italia da Atene, il Papa è inciampato perdendo un attimo l’equilibrio e appoggiandosi al mancorrente di destra. Subito si è rialzato, aiutato prontamente da chi lo seguiva, evitando una vera e propria caduta. Francesco ha potuto salire poi gli ultimi 5 gradini che mancavano e si è girato per salutare chi attendeva alla base della scaletta.
    Stamane Francesco si è recato in auto alla Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline, a Maroussi, per incontrare i giovani, ultimo appuntamento del suo viaggio. “Ricordate le famose parole incise sul frontone del tempio di Delfi? ‘Conosci te stesso’. Oggi c’è il rischio di scordare chi siamo ossessionati da mille apparenze, da messaggi martellanti che fanno dipendere la vita da come ci vestiamo, dalla macchina che guidiamo, da come gli altri ci guardano… Ma quell’invito antico, conosci te stesso, vale ancora oggi: riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai”, ha detto il Papa nel suo discorso ai giovani incontrati nella Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi, di cui ha ascoltato anche tre testimonianze. “Non vali per la marca del vestito o per le scarpe che porti – ha sottolineato -, ma perché sei unico, sei unica”.
    “Penso a un’altra immagine antica, quella delle sirene – ha proseguito il Pontefice -. Come Ulisse nel percorso verso casa, anche voi nella vita, che è un viaggio avventuroso verso la Casa del Padre, troverete delle sirene. Nel mito attiravano i naviganti con il loro canto per farli sfracellare contro gli scogli. Nella realtà le sirene di oggi vogliono ammaliarvi con messaggi seducenti e insistenti, che puntano sui guadagni facili, sui falsi bisogni del consumismo, sul culto del benessere fisico, del divertimento a tutti i costi…”. Secondo Francesco, “sono tanti fuochi d’artificio, che brillano per un attimo, ma lasciano solo fumo nell’aria”.
    “Certo, non è facile resistere – ha riconosciuto -. Vi ricordate come ci riuscì Ulisse, insidiato dalle sirene? Si fece legare all’albero maestro della nave. Ma un altro personaggio, Orfeo, ci insegna una via migliore: intonò una melodia più bella di quella delle sirene e così le mise a tacere”. “Ecco perché è importante alimentare lo stupore, la bellezza della fede! – ha concluso il Pontefice – Non siamo cristiani perché dobbiamo, ma perché è bello. E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla”.    

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    Papa: chiude viaggio a Cipro e in Grecia,oggi rientra a Roma

    (ANSA) – ATENE, 06 DIC – Dopo la visita di ieri all’isola di
    Lesbo, dove ha visitato il campo profughi cinque anni dopo la
    prima visita del 2016, papa Francesco chiude oggi il suo viaggio
    a Cipro e in Grecia, 35/o all’estero del suo Pontificato, e fa
    rientro in Italia.   
    Oggi ad Atene, alle 8.15 locali presso la Nunziatura, il
    Pontefice riceverà la visita del presidente del Parlamento greco
    Konstantinos Tasoulas.   
    Seguiranno, alle 9.45, l’incontro con i giovani alla Scuola
    San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi, alle 11.15 la
    cerimonia di congedo all’aeroporto di Atene, e alle 11.30 la
    partenza per Roma-Ciampino, con arrivo previsto alle 12.35.   
    (ANSA).   

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    Quirinale: Prodi, sono saggio e so che per me non è cosa

    E’ fuori dalla corsa per il Quirinale? “Io ero già prima fuori corsa. La mia maestra elementare mi ha insegnato a contare. Non è cosa, si dice. C’è l’età, c’è che sto benissimo così, ci sono tantissime ragioni. E poi c’è il realismo politico: se un uomo politico ha un mimo di saggezza deve rendersi conto delle situazioni”. Lo dice Romano Prodi, ex presidente del Consiglio, a Mezz’ora in più, su Rai3.       

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    Il Papa nel campo di Lesbo: “Chiusure e nazionalismi portano al disastro”

    “Chiusure e nazionalismi – la storia lo insegna – portano a conseguenze disastrose”. Così il Papa a Lesbo. “È un’illusione – ha detto – pensare che basti salvaguardare se stessi, difendendosi dai più deboli che bussano alla porta. Il futuro ci metterà ancora più a contatto gli uni con gli altri. Per volgerlo al bene non servono azioni unilaterali, ma politiche di ampio respiro”. La storia “lo insegna ma non lo abbiamo ancora imparato. Non si voltino le spalle alla realtà, finisca il continuo rimbalzo di responsabilità, non si deleghi sempre ad altri la questione migratoria, come se a nessuno importasse e fosse solo un inutile peso”.
    “È triste sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri, dei fili spinati. Siamo nell’epoca dei muri, dei fili spinati”, ha detto il Papa. Certo, “si comprendono timori e insicurezze, difficoltà e pericoli. Si avvertono stanchezza e frustrazione, acuite dalle crisi economica e pandemica, ma non è alzando barriere che si risolvono i problemi e si migliora la convivenza”. “È invece unendo le forze per prendersi cura degli altri secondo le reali possibilità di ciascuno e nel rispetto della legalità – ha aggiunto -, sempre mettendo al primo posto il valore insopprimibile della vita di ogni uomo”.
    “È facile trascinare l’opinione pubblica instillando la paura dell’altro; perché invece, con lo stesso piglio, non si parla dello sfruttamento dei poveri, delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio?”. Così il Papa. “Vanno affrontate le cause remote, non le povere persone che ne pagano le conseguenze, venendo pure usate per propaganda politica! Per rimuovere le cause profonde, non si possono solo tamponare le emergenze. Occorrono azioni concertate e grandezza di visione”.
    “Non scappiamo via frettolosamente dalle crude immagini dei piccoli corpi di bambini stesi inerti sulle spiagge. Il Mediterraneo, che per millenni ha unito popoli diversi e terre distanti, sta diventando un freddo cimitero senza lapidi”. “Questo grande bacino d’acqua, culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte – ha rilevato -. Non lasciamo che il ‘mare nostrum’ si tramuti in un desolante ‘mare mortuum’, che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro! Non permettiamo che questo ‘mare dei ricordi’ si trasformi nel ‘mare della dimenticanza’. Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!”.
       Entrato nel Reception and Identification Centre di Mytilene, a Lesbo, Papa Francesco si è diretto a piedi verso il luogo della cerimonia intrattenendosi ungo il tragitto con i profughi in sua attesa, accarezzando in particolare i tanti bambini, spesso molto piccoli, stringendo mani, dispensando sorrisi, saluti e parole di conforto e incoraggiamento. Il Papa si ferma anche ad ascoltare le storie e le invocazioni di alcuni dei rifugiati, delle provenienze più diverse, dall’Asia, al Medio Oriente, all’Africa. Al termine della cerimonia ufficiale, presenti anche la presidente della Repubblica Ekaterini Sakellaropoulou e l’ordinario della diocesi, arcivescovo Josif Printezis, Francesco si fermerà ancora con alcuni rifugiati e visiterà le loro abitazioni. Circa 200, anche qui con diversi bambini, quelli che lo attendono nel luogo dell’incontro, tutti dotati di cuffiette per la traduzione simultanea delle sue parole.
    I rifugiati sono stati nel frattempo in parte ricollocati o trasferiti in altre isole dell’Egeo, e nel campo di Mytilene, soprannominato dai greci ‘Moria 2.0’, ve ne sono oggi alcune migliaia, con numeri che oscillano tra i 2.000-2.500 e gli oltre 4.000-4.200. Secondo la Caritas, attualmente neile baracche, tendoni e container risiedono 2.200 persone: in effetti il campo avrebbe una capacità di 8.000 persone ma in questo periodo vengono accettati meno rifugiati per ragioni legate al Covid. Le provenienze vanno dalle zone di conflitto dell’Asia e del Medio Oriente fino a quelle dell’Africa. Le condizioni di vita nel campo sono migliorate rispetto a quello di ‘Moria’, considerato una sorta di inferno, ma sempre molto dure, e le attese dei permessi di asilo in Europa lunghissime. Molte le famiglie con bambini anche in tenerissima età.
    Ad Atene, alle 16.45 la messa nella ‘Megaron Concert Hall’ e alla 19.00 la visita di cortesia che l’arcivescovo ortodosso Ieronymos II renderà al Ponteficepresso la Nunziatura apostolica. 

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    Scuola: i presidi, usare subito l'esercito per tamponi tempestivi

    “Per ridurre il ricorso alla Dad l’esercito e il generale Figliuolo dovranno essere subito operativi e risolvere due questioni su cui, finora, moltissime Asl hanno fallito, o non sono riuscite fino in fondo. Primo: garantire un testing tempestivo. Secondo: in caso di contagio, far partire all’istante il tracciamento che permette l’individuazione dei contatti del positivo”. Lo sottolinea Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, in un’intervista al Sole 24 Ore.    “Se non si migliora qui – prosegue Giannelli – qualsiasi protocollo per gestire il Covid nelle scuole, salvando le lezioni in presenza, è destinato a rimanere inattuato. Ed è impensabile che sui presidi ricadano anche le inadempienze dei dipartimenti di prevenzione”. Per Giannelli, “adesso saremo a 10mila classi da remoto”. “Stiamo entrando nei mesi invernali e i contagi, purtroppo, sono in risalita, anche tra i giovani tra i 5 e gli 11 anni, non vaccinati. I sieri quindi proteggono – sottolinea -. Auspico campagne di comunicazione a tappeto sui benefici dei vaccini”.