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Il Papa ai giovani: non fatevi ammaliare dalle sirene del consumismo

Papa Francesco è rientrato in Italia dal viaggio che lo ha portato a Cipro e in Grecia. L’aereo del pontefice è atterrato all’aeroporto di Roma Ciampino.

Salendo gli ultimi gradini della scaletta dell’aereo che lo ha riportato in Italia da Atene, il Papa è inciampato perdendo un attimo l’equilibrio e appoggiandosi al mancorrente di destra. Subito si è rialzato, aiutato prontamente da chi lo seguiva, evitando una vera e propria caduta. Francesco ha potuto salire poi gli ultimi 5 gradini che mancavano e si è girato per salutare chi attendeva alla base della scaletta.

Stamane Francesco si è recato in auto alla Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline, a Maroussi, per incontrare i giovani, ultimo appuntamento del suo viaggio. “Ricordate le famose parole incise sul frontone del tempio di Delfi? ‘Conosci te stesso’. Oggi c’è il rischio di scordare chi siamo ossessionati da mille apparenze, da messaggi martellanti che fanno dipendere la vita da come ci vestiamo, dalla macchina che guidiamo, da come gli altri ci guardano… Ma quell’invito antico, conosci te stesso, vale ancora oggi: riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai”, ha detto il Papa nel suo discorso ai giovani incontrati nella Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi, di cui ha ascoltato anche tre testimonianze. “Non vali per la marca del vestito o per le scarpe che porti – ha sottolineato -, ma perché sei unico, sei unica”.

“Penso a un’altra immagine antica, quella delle sirene – ha proseguito il Pontefice -. Come Ulisse nel percorso verso casa, anche voi nella vita, che è un viaggio avventuroso verso la Casa del Padre, troverete delle sirene. Nel mito attiravano i naviganti con il loro canto per farli sfracellare contro gli scogli. Nella realtà le sirene di oggi vogliono ammaliarvi con messaggi seducenti e insistenti, che puntano sui guadagni facili, sui falsi bisogni del consumismo, sul culto del benessere fisico, del divertimento a tutti i costi…”. Secondo Francesco, “sono tanti fuochi d’artificio, che brillano per un attimo, ma lasciano solo fumo nell’aria”.

“Certo, non è facile resistere – ha riconosciuto -. Vi ricordate come ci riuscì Ulisse, insidiato dalle sirene? Si fece legare all’albero maestro della nave. Ma un altro personaggio, Orfeo, ci insegna una via migliore: intonò una melodia più bella di quella delle sirene e così le mise a tacere“. “Ecco perché è importante alimentare lo stupore, la bellezza della fede! – ha concluso il Pontefice – Non siamo cristiani perché dobbiamo, ma perché è bello. E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla”. 
   


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