More stories

  • in

    Quirinale: Draghi scopre carte ma crescono ostacoli. Gelo Salvini

    Qual è la vostra volontà, quali le vostre aspettative sul mio ruolo per il Paese. E’ la domanda che Mario Draghi rivolge ai leader politici, nel giorno dell’avvio delle votazioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. E’ l’iniziativa politica che gli chiedevano di prendere e che lui decide di assumere. A partire da un colloquio con il leader della Lega Matteo Salvini, un faccia a faccia lontano dai palazzi della politica e su cui sarebbe dovuto restare il riserbo, lungo circa un’ora, intorno alle 12. E’ Salvini che cerca di guidare i giochi, da lui potrebbe sbloccarsi lo snodo che porti Draghi al Quirinale. Ma servirebbe un accordo per il nuovo governo e a sera da via Bellerio trapelano parole che di apertura non sono affatto: “Per noi, per la Lega, Draghi a Palazzo Chigi è una risorsa preziosa per l’Italia”.
    Tratta su più tavoli, il leader leghista. C’è il dialogo avviato con Enrico Letta, innanzitutto su Draghi: il muro per ora non si infrange, secondo diverse fonti Dem, arrivare a un’intesa è difficilissimo. C’è un canale “gialloverde” con Giuseppe Conte, che più di lui frena sull’elezione del premier al Colle, che sembra portare all’identikit di Elisabetta Casellati o, con più forza nelle ultime ore, a Franco Frattini, ora presidente del Consiglio di Stato e figura che potrebbe raccogliere molti consensi nel Pd ma che, obiettano fonti di centrosinistra, è “la personalità più russofila si possa immaginare, non il nome più adatto, nei giorni della crisi russo-ucraina”. E resta in piedi anche la carta Pier Ferdinando Casini, il nome più gradito a Matteo Renzi, che potrebbe spuntare dalla quarta votazione.
    A sera Salvini fa sapere che si lavora a una rosa di nomi che possa trovare larga condivisione. Servirebbe anche a placare i timori degli alleati di centrodestra su una trattativa in solitaria. E a smorzare l’irritazione di quella parte di Forza Italia che è ancora ferma sul no a Draghi. Circola voce di una telefonata del premier a Silvio Berlusconi, ma per ora non se ne trova conferma. Mentre Giorgia Meloni non avrebbe nessuna preclusione rispetto all’attuale premier.
    Draghi incontra Salvini e parla con Letta, nelle prossime ore potrebbe sentire altri leader. In area centrista trapela un colloquio, non confermato, del premier anche con Casini, che da alcuni partiti sarebbe già stato sondato come possibile presidente del Consiglio qualora sfumasse per lui il Colle.
    A tutti i leader politici il presidente del Consiglio si rivolge, spiega chi gli è vicino, nella consapevolezza che le decisioni sul Quirinale non si prendono contro o senza i partiti, che spetta a loro indicare la soluzione. Lo scopo dei colloqui sarebbe quello di sapere, con umiltà, in modo diretto dai leader cosa si aspettino da lui. Nella carica che avrà in futuro, questo il ragionamento, Draghi farà quello che è nelle sue possibilità per rispondere a queste aspettative.
    Nelle fila dei partiti si traduce così il punto di queste ore: il premier può essere votato per il Quirinale solo con garanzie per i partiti sul futuro governo, sull’assicurazione che non si torni a votare. Dunque il nodo è la formula dell’esecutivo, il premier, se tecnico o politico, e anche alcuni ministeri chiave. Salvini, che avrebbe già visto Draghi la scorsa settimana, resterebbe dell’idea del governo dei leader e chiederebbe soprattutto garanzie sul Viminale. Difficile che possa andare a lui o un suo fedelissimo, potrebbe scegliersi un prefetto (si cita Matteo Piantedosi, che era al Viminale con Salvini). Ma questo sarebbe solo uno dei nodi da sciogliere. Il premier? Circola con insistenza Elisabetta Belloni.
    Chi sostiene si debba puntare su Draghi al Quirinale, sostiene che con un altro presidente (che non sia Mattarella o ad esempio Giuliano Amato) il governo non reggerebbe molto, anche perché il premier tirerebbe dritto per la sua strada, anche con decisioni poco gradite ai partiti. Sono timori, illazioni. La verità, spiegano più fonti, è che contro Draghi c’è un fronte ampio, che includerebbe nel Pd Dario Franceschini (eloquente il gesto di disapprovazione che Letta gli rivolge quando lo vede in transatlantico) e nel M5s Giuseppe Conte, cosa che starebbe creando non pochi attriti tra i leader del Pd e del Movimento. Tra i Dem starebbero lavorando per Casini anche Base riformista e l’area che fa capo ad Andrea Orlando. Il M5s è un partito balcanizzato. Fi è spaccata, con un fronte a favore di Draghi in forte agitazione, ma immobilizzata sul no.
    In Transatlantico Giancarlo Giorgetti, leghista moderato, dice solo che è stato importante per Salvini e Draghi parlarsi ed è meglio prendersi tutto il tempo per arrivare alla soluzione migliore. Tra i peones del transatlantico c’è chi spera che dal caos esca il nome di Sergio Mattarella, l’unica garanzia della stabilità. 

  • in

    Quirinale: salta internet alla Camera, 2 ore di blackout

       Due ore di buio praticamente totale: computer delle sale stampa disconnessi, zero possibilità per i tanti deputati e senatori che si sono attardati lungo i corridoi e in Transatlantico di compulsare le agenzie, per cercare di intravedere una soluzione per il rebus del Quirinale. Nel primo giorno di votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica parlamentari e addetti ai lavori scoprono anche il brivido del blackout informatico. Non un attacco hacker, sembrerebbe dai primi accertamenti, ma un guasto tecnico, che per circa due ore ha fatto saltare la connessione internet non solo per la stampa, ma anche negli uffici.    Un inconveniente che in ogni caso non avrebbe impattato sullo spoglio delle schede poste nell’urna dai 1008 elettori chiamati a scegliere il successore di Sergio Mattarella: il presidente della Camera, Roberto Fico, ha iniziato regolarmente la lettura attorno alle otto di sera, mentre via via veniva anche ripristinato il collegamento web.    Dopo primi momenti di panico, registrato soprattutto nelle redazioni politiche con la sede fissa a Montecitorio. sono scattati immediate le verifiche della polizia postale con i responsabili della sicurezza informatica della Camera. Per ora non sarebbero emerse evidenze di attacchi informatici, ma i controlli sono ovviamente ancora in corso e gli investigatori starebbero anche verificando se nei canali abitualmente utilizzati dagli hacker compaiano delle rivendicazioni. Per ora, però, nessuna traccia.    Il buio informativo a Montecitorio è sceso attorno alle 18, quando sono saltati sia la connessione a internet sia il collegamento wi-fi per tutti i computer interni al Palazzo, non solo quelli al piano dell’Aula, destinati ai parlamentari, ma anche quelli nelle due grandi sale stampa che ospitano le redazioni delle agenzie di stampa oltre alle postazioni di radio, tv e quotidiani e quelle degli uffici della presidenza, dei gruppi parlamentari e delle commissioni, distribuiti sui cinque piani dei palazzi. Non solo, anche dall’esterno non erano raggiungibili né il sito della Camera né tutti quelli connessi, come il sistema delle agenzie. Un danno che è sembrato subito abbastanza grave, e una prima ipotesi di tempi lunghi per risolvere il problema. La connessione è stata invece ripristinata poco dopo le 20, mentre in contemporanea iniziavano a scemare anche i grandi elettori delle Regioni, gli ultimi a esprimere il loro voto, e in Aula iniziava lo spoglio. (ANSA).   

  • in

    Maria Elena Boschi prima vota e poi festeggia il compleanno

    La capogruppo renziana, Maria Elena Boschi, prima vota e poi festeggia il compleanno: si assenta un attimo per un tagliare un mini torta negli uffici di Iv, dove trova un mazzo di tulipani bianchi.

    Piccola “pausa dolcezza” tra una riunione e una votazione: un #compleanno particolare! Grazie a tutti per gli auguri, per ogni messaggino e pensiero! Vi abbraccio pic.twitter.com/OulNPT4kxz
    — Maria Elena Boschi (@meb) January 24, 2022

  • in

    Quirinale, il film della giornata

    Prima giornata di voto per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica al posto di Sergio Mattarella. E i partiti continuano il confronto sul nome di un candidato che alla fine possa venire votato dal più ampio schieramento possibile.
    20.06 – Si è conclusa nell’Aula di Montecitorio la prima votazione del Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle regioni per eleggere il presidente della Repubblica. Parte ora lo spoglio, che viene effettuato personalmente dal presidente dell Camera Roberto Fico.
    19.59 – “Matteo Salvini ha detto di preferire che Mario Draghi rimanga a palazzo Chigi, e altrettanto ha dichiarato Berlusconi. Ma se non vuoi Draghi al Colle allora il centrodestra deve trattare su altri nomi superando alcuni veti”. Lo dice Maurizio Lupi, presidente di Noi con L’Italia. “Noi non voteremmo mai Gentiloni, come pure il centrosinistra non voterà mai Casellati. Ma se andiamo avanti a forza di veti alla fine o ti ritrovi Draghi o vai in tilt. Devi saper fare un passo indietro rinunciando a qualcuno dei tuoi veti per accordarti sul nome”.Casini? “C’è quel nome e ce ne sono altri,perchè non una donna?Ci sono anche nomi di donne”.
    19.47 – Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto in giornata un colloquio, a quanto si apprende, con il segretario del Pd, Enrico Letta. Sia da Palazzo Chigi che dal Nazareno si risponde con un “no comment” alla notizia.
    19.46 – “Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.
    19.28 – Finita nell’Aula di Montecitorio la chiama dei deputati per l’elezione del presidente della Repubblica. Dopo una sospensione, partirà la chiama dei delegati della regioni.
    19.09 – Black out a Montecitorio, nel primo giorno di voto per il Quirinale. Internet salta e uffici e sala stampa non riescono ad andare avanti con il lavoro nella giornata più cruciale. Le agenzie di stampa non riescono a trasmettere notizie, la paralisi è totale.
    18.10 – Draghi deve restare a Palazzo Chigi? “I cittadini hanno bisogno di certezze”. Così risponde il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli lasciando il transatlantico della Camera.
    17.56 – Nuova sospensione di dieci minuti nell’Aula di Montecitorio durante la prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica. A quanto si apprende, la votazione sta andando più velocemente dei tempi a fasce orarie inizialmente previsti, per cui c’è un rallentamento per far sì che chi deve votare lo faccia secondo gli orari prestabiliti.
    17.52 – E’ in corso al gruppo M5s alla Camera un incontro tra il Presidente 5 Stelle Giueppe Conte e il leader di Coraggio Italia, Giovanni Toti.
    17.47 – “E’ bene che ci si parli”. Così Giorgia Meloni, leader di Fdi, risponde in transatlantico a chi le chiede cosa pensi dell’incontro positivo tra Matteo Salvini ed Enrico Letta.
    17.24 – Com’è andato l’incontro tra Mario Draghi e Matteo Salvini? “Non lo so. Se si parlano è positivo…”. Così risponde Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, ai cronisti in transatlantico.
    17.08 – È in corso alla Camera un incontro tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Lo rende noto la Lega.
    16.53 – Lungo e cordiale incontro tra Matteo Salvini ed Enrico Letta negli uffici della Lega alla Camera. Con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno domani. Lo riferiscono note della Lega e del Partito Democratico.
    16.36 – Finita nell’Aula di Montecitorio la chiama dei senatori per l’elezione del presidente della Repubblica. Ora parte la chiama dei deputati.
    16.32 – Draghi al Quirinale “è una delle ipotesi in campo ma sta in piedi solo in un quadro di accordo politico. L’elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma è una scelta politica e prevede un accordo sul governo del dopo. Draghi è una ipotesi in campo, non è la sola”. Lo dice Matteo Renzi parlando con i cronisti in Transatlantico e dicendo di non aver incontrato il premier.
    16.30 – La Cei lancia un appello al Parlamento affinché ascolti, nelle elezioni per il Quirinale, “il desiderio di unità” che arriva dal Paese. “L’ascolto della realtà non è disincanto o esercizio astratto, ma è un dovere che interpella direttamente anche le responsabilità della politica”. Oggi “iniziano le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. Il Parlamento in seduta comune saprà cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese? Non possiamo che auspicarlo nell’interesse generale”, ha detto il cardinale presidente Gualtiero Bassetti introducendo i lavori del Consiglio episcopale permanente.
    16.28 – Si è conclusa nell’Aula della Camera la votazione dei senatori per l’elezione del presidente della Repubblica. La seduta è adesso sospesa per 10 minuti, riprenderà con la chiama dei deputati.
    16.27 – Il presidente del M5s Giuseppe Conte incontra il coordinatore di Fi Antonio Tajani. L’incontro è in corso al gruppo M5s alla Camera in sala Tatarella.
    15.49 – Il leader della Lega, Matteo Salvini sta incontrando Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia negli uffici della Camera.
    15.17 – Oggi Matteo Salvini vedrà Enrico Letta e Giuseppe Conte. Lo rende noto la Lega.
    15.11 – Al via nell’Aula di Montecitorio la prima votazione del Parlamento seduta comune integrato dai delegati regionali per eleggere il presidente della Repubblica. Al banco della presidenza ci sono i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati. Il quorum richiesto è di due terzi dei componenti del Collegio. Prima dell’inizio della chiama Fico ha spiegato le modalità di voto. Il primo ad essere chiamato a votare è stato Umberto Bossi.
    15.06 – È arrivato a bordo di una ambulanza il primo dei dei circa quindici elettori positivi o in quarantena che hanno chiesto di votare per l’elezione del presidente della Repubblica al seggio speciale drive in allestito nel parcheggio di Montecitorio.
    14.44 – “La Lega voterà scheda bianca”. È l’indicazione emersa durante la riunione con Matteo Salvini in corso alla Camera. “Confermeremo di essere seri e responsabili” ha detto il leader del partito. 
    14.22 –  Si apprende che il presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe incontrato questa mattina il leader della Lega Matteo Salvini.
    14.20 – Anche ‘Coraggio Italia’ decide di votare scheda bianca alla prima votazione per il Quirinale.
    13.44 – “I grandi elettori di Noi con l’Italia oggi voteranno scheda bianca”. A dichiararlo è il presidente Maurizio Lupi.
    13.43 – E’ iniziata da pochi minuti l’assemblea dei grandi elettori di Forza Italia. La riunione si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo di Enzo Fasano, il deputato scomparso ieri. 
    13.18 – Sono “tra i 12 e i 15″ i Grandi elettori contagiati o in quarantena che han chiesto di votare nel seggio Covid allestito nel parcheggio di Montecitorio. E’ quanto emerge dalla Conferenza dei Capigruppo congiunta di Camera e Senato. La deputata no vax Sara Cunial non potrà votare nel seggio speciale Covid perchè per accedervi si deve trasmettere alla Camera il certificato medico che attesta la quarantena o l’isolamento in quanto positivi. Ma Cunial non si trova in nessuna di queste situazioni e non ha il Green pass per entrare alla Camera.
    13.02 – Fonti Dem confermano che nel pomeriggio ci sarà l’incontro atteso tra i leader del Pd Enrico Letta e della Lega Matteo Salvini. Un'”apertura di dialogo vero con il centrodestra e la volontà di preservare Andrea Riccardi come profilo ideale” di candidato alla presidenza della Repubblica emerge dal vertice di Pd, M5s e Leu. I leader e i capigruppo si sono visti dopo le assemblee dei rispettivi grandi elettori per “condividere le conclusioni” dei loro partiti e confermare la scheda bianca alla prima votazione
    12.53 – Oggi il quorum dei 2/3 per far scattare l’elezione del presidente della Repubblica è di 672 voti (i 2/3 dei componenti del Parlamento in seduta integrato dai delegati delle regioni). Il numero tiene conto della morte del deputato Vincenzo Fasano. Il successore di Fasano nel seggio a Montecitorio verrà proclamato entro domani: dopo il passaggio in Giunta per le elezioni la proclamazione avverrà in una brevissima seduta ad hoc dell’Aula della Camera. E la subentrante è Rossella Sessa che è stata la prima dei non eletti alla Camera alle elezioni del 2018 nel listino forzista plurinominale Campania 2 di Salerno-Scafati e Battipaglia.
    12.06 – Pd, Movimento cinque stelle e Leu confermano che voteranno scheda bianca al primo voto. E’ stato deciso nel corso del vertice alla Camera con i leader delle tre forze politiche e i capigruppo.
    11.58 – Azione e +Europa voteranno per Marta Cartabia al primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica. Lo annunciano in una conferenza stampa Carlo Calenda e Benedetto della Vedova al termine di una riunione con i grandi elettori dei due partiti.
    11.56 – “Comunque vada, noi sosterremo il ritorno alle urne anche perché il mandato di Draghi, a nostro avviso, è legato a quello di Sergio Mattarella. Noi puntiamo a un governo che abbia un programma coeso e un chiaro mandato popolare”, dichiara la presidente di FdI Giorgia Meloni nell’assemblea con i suoi grandi elettori. “Il centrodestra da solo non ha i numeri per eleggere da solo il capo dello Stato ma se rimane compatto, può sicuramente condurre la partita”. Meloni lancia il nome di Carlo Nordio come candidato, “nome su cui ci pare difficile che si possano muovere obiezioni”, ribadendo l’indisponibilità ad un Mattarella-bis
    11.42 – “L’unica cosa che non possiamo accettare è che si sostenga un principio secondo il quale chi proviene o è espressione del centrodestra non possa avere incarichi istituzionali, questo è illiberale, in Italia non ci sono cittadini di serie A e di serie B, siamo tutti uguali. Noi non poniamo veti e non vogliamo che siano posti”, afferma il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani arrivando alla Camera. 
    11.08 – È iniziato negli uffici del gruppo del Pd alla Camera il vertice del centrosinistra al quale prendono parte Enrico Letta, Roberto Speranza e Giuseppe Conte. Quest’ultimo chiede “un nome di alto profilo” e dichiara che l’obiettivo del Movimento è quello della “continuità dell’azione di Governo”.
    10.58 – Per la prima volta nella storia, l’Aula della Camera dei deputati sarà convocata durante la fase di elezione del presidente della Repubblica per la proclamazione di un deputato subentrante. La decisione verrà assunta dalla Conferenza dei Capigruppo convocata per 12.00. Si deve sostituire il deputato di FI Vincenzo Fasano morto ieri. Normalmente, durante l’elezione del presidente della Repubblica, le aule di Camera e Senato non vengono convocate.
    10.52 – È in corso, a Palermo il trasloco del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Davanti alla sua casa di via Libertà sono al lavoro operai di un’impresa specializzata di Roma che sta caricando mobili e suppellettili su un camion per portarli nella nuova abitazione del Capo dello Stato nella Capitale. Il Presidente Mattarella è ancora nella sua abitazione palermitana e non è ancora certa la data del suo rientro a Roma.
    10.35 – Si conclude a Montecitorio la riunione congiunta degli Uffici di presidenza di Camera e Senato in vista dell’inizio delle votazioni. Durante la riunione, il presidente della Camera Roberto Fico ha illustrato le modalità di svolgimento del voto, di cui è stato preso atto. Il presidente della Camera durante lo spoglio delle schede leggerà solo il cognome del votato ove la scheda rechi solo tale indicazione ovvero quando, pur riportando altre notazioni, sia comunque univocamente individuabile il soggetto cui è attribuito il voto. Leggerà nome e cognome soltanto nel caso in cui entrambi siano riportati nella scheda e la lettura del solo cognome non consenta l’univoca attribuzione del voto.
    9.56 – I 44 Grandi Elettori di Iv presenteranno oggi scheda bianca. E’ la decisione che hanno preso parlamentari e delegati regionali del partito di Matteo Renzi nell’assemblea che, convocata per fare il punto sul da farsi, si è appena conclusa.
    9.52 – Ignazio La Russa fa capire che Fratelli d’Italia voteranno scheda bianca a questo primo voto
    8.49 – Ieri sera è morto il deputato di FI Vincenzo Fasano e, siccome i grandi elettori senza di lui sarebbero 1008, oggi si dovrebbe procedere alla proclamazione del primo dei non eletti per farlo partecipare subito al voto.
    8.30 – Il presidente del Consiglio Mario Draghi lascia Città della Pieve dove ha trascorso il fine settimana. Il premier è partito a bordo di un’auto con la scorta.
    00.16 – Finisce l’incontro tra i parlamentari M5S e il loro leader Giuseppe Conte che invita il centrodestra a “non cedere a deliri di onnipotenza, cioè a pensare che questo sia il momento di un presidente di centrodestra o che ci sia un diritto di prelazione, perché sarebbero maggioranza del paese”. “Non è questo un discorso che ci farebbe andare avanti”, assicura. E garantisce che il Movimento non metterà “veti” a vessuno e che non avrà “atteggiamenti negativi” nei confronti delle varie proposte di candidature che verranno presentate.

  • in

    Quirinale: parte la corsa al Colle, la prima votazione

    Si è avviato il primo voto per l’elezione del presidente della Repubblica. Non c’è accordo tra le forze politiche che almeno oggi hanno avviato un dialogo, come conferma una nota congiunta Lega-Pd al termine dell’incontro tra Salvini e Letta. Attivissimo infatti è proprio Matteo Salvini che sta incontrando i leader dei partiti senza soluzione di continuità. C’è il massimo riserbo sui risultati di questi colloqui ma tutti danno per scontato che bisognerà arrivare almeno alla quarta votazione – quando il quorum scenderà alla maggioranza asoluta – per immaginare un esito positivo. I protagonisti dei due schieramenti sono impegnati in un tourbillion di colloqui che segnalano la volontà di lasciarsi alle spalle il muro contro muro.
    “Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale”, ha detto in serata Salvini.  
    Nell’Aula di Montecitorio la prima votazione del Parlamento in seduta comune integrato dai delegati regionali per eleggere il presidente della Repubblica. Al banco della presidenza i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati. Prima dell’inizio della chiama Fico ha spiegato le modalità di voto. Il primo ad essere chiamato a votare è stato Umberto Bossi. Ogni grande elettore ha disinfettato le mani prima di ricevere la scheda, vota e quindi la depone nell’Insalatiera, l’urna in vimini e oro rivestita di raso verde che le contiene.
    LE FOTO DELLA PRIMA GIORNATA DI VOTO

    Ascolta “Non c’è accordo ma si dialoga, oggi scheda bianca” su Spreaker.

    Transatlantico pieno alla Camera per il primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, come non si vedeva da molto tempo. A popolare l’ampio spazio davanti l’ingresso dell’aula non solo i grandi elettori, ma anche numerosi giornalisti. I deputati questori stanno controllando, assieme ai commessi, che tutto si svolga secondo i piani. Le grandi porte finestre che danno sul cortile sono tenute spalancate per favorire il cambio d’aria. 
    “Il voto è segreto, non lo direi mai a nessuno cosa ho votato”, ha detto la senatrice a vita Liliana Segre in Transatlantico a Montecitorio dopo aver votato. Segre ha votato tra i primi, assieme agli altri senatori a vita, e una volta uscita dall’Aula si è fermata su un divanetto del Transatlantico, dove è stata salutata da molti grandi elettori, alcuni dei quali hanno voluto farsi un selfie con lei. Ai cronisti che l’anno interpellata sul voto ha detto “di sentire molto la responsabilità di questo scelta”, ma di non voler rivelare il proprio voto: “non l’ho deto a nessuno, non potrei dirlo a lei” ha risposto al cronista.
    “Noi di +Europa e Azione abbiamo deciso di votare fin dal primo scrutinio la ministra Marta Cartabia. Non parteciperemo al rito della scheda bianca che è semplicemente un tatticismo per coprire il fatto che i grandi partiti non hanno ancora trovato un accordo. Dopo tanto blaterare di donne, una donna competente c’è e noi la votiamo convintamente da subito”. Lo dichiara la senatrice di Più Europa, Emma Bonino entrando a Montecitorio. “L’elezione del Presidente della Repubblica non è un gioco: è una cosa seria. Noi riteniamo che la Cartabia abbia un curriculum adeguato e grande esperienza in uno dei settori più disastrati del nostro paese, ovvero la giustizia. Spero che i nostri colleghi grandi elettori non si prestino alla scheda bianca ma votino anche loro la Cartabia”, conclude Bonino.
    E la Cei lancia un appello al Parlamento affinché ascolti, nelle elezioni per il Quirinale, “il desiderio di unità” che arriva dal Paese. “L’ascolto della realtà non è disincanto o esercizio astratto, ma è un dovere che interpella direttamente anche le responsabilità della politica”. Oggi “iniziano le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. Il Parlamento in seduta comune saprà cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese? Non possiamo che auspicarlo nell’interesse generale”, ha detto il cardinale presidente Gualtiero Bassetti introducendo i lavori del Consiglio episcopale permanente.
    Dopo i tanti nomi annunciati nei giorni scorsi i partiti scelgono di votare scheda bianca in questa giornata che ha visto il primo grande elettore positivo arrivare in ambulanza nel drive in allestito nel cortile di Montecitorio. Solo Fratelli d’Italia si è espressa annunciando che voterà l’ex magistrato Carlo Nordio. Ma alla prima votazione FdI voterà scheda bianca. Salvini in mattinata ha visto il premier Mario Draghi per un colloquio che doveva restare riservato. “No comment” sui contenuti sia da fonti di palazzo Chigi che della Lega. Il premier ha anche avuto in giornata un colloquio, a quanto si apprende, con il segretario del Pd, Enrico Letta. Sia da Palazzo Chigi che dal Nazareno, anche in questo caso, si risponde con un “no comment” alla notizia.
    Sempre Salvini si è consultato con il segretario del Pd Enrico Letta e l’incontro è stato particolarmente importante per l’inizio di un percorso comune tra i due schieramenti che fino ad oggi si sono osservati in cagnesco dalle due sponde del fiume. A segnalare come qualcosa sia cambiato è il Pd. Il Nazareno infatti ha confermato che esiste “un’apertura di dialogo vero con il centrodestra e la volontà di preservare Andrea Riccardi come profilo ideale” di candidato alla presidenza della Repubblica. Ma sembra, ad oggi, essere un candidato di bandiera. Per chiudere il cerchio Salvini ha visto anche Giuseppe Conte, il leader dei Cinque stelle che, è bene ricordare, rappresenta il più robusto gruppo parlamentare in questa elezione. Ancora alle prese con il dopo-Berlusconi Forza Italia sembra in attesa delle determinazioni altrui. Antonio Tajani si è limitato a confermare che per gli azzurri Mario Draghi deve restare a palazzo Chigi.
    “La Lega voterà scheda bianca” è stata appunto l’indicazione emersa durante la riunione con Matteo Salvini alla Camera. “Confermeremo di essere seri e responsabili” ha detto il leader del partito.
    Draghi al Quirinale “è una delle ipotesi in campo ma sta in piedi solo in un quadro di accordo politico. L’elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma è una scelta politica e prevede un accordo sul governo del dopo. Draghi è una ipotesi in campo, non è la sola”. Lo dice Matteo Renzi parlando con i cronisti in Transatlantico e spiegando di non aver incontrato il premier. “Ci sono soluzioni diverse, Draghi ha sempre detto di essere un nonno a disposizione delle istituzioni, penso che gli si debba dire grazie per quello che ha fatto, che sta facendo e che farà”.
    IL FILM DELLA GIORNATA

  • in

    TEMPO REALE – Salvini maker dialogo ma king ancora non c'è

    Una valanga di schede bianche e nessun ‘king’, nel primo giorno di voto per il Quirinale, ma certo un ‘maker’: Matteo Salvini. Il leader della Lega vede tutti: Draghi, Letta, Conte, Meloni. Ancora si gira a vuoto e certo siamo lontani da una soluzione, nel giorno del primo voto che peraltro richiede la maggioranza dei due terzi ed il quorum altissimo di 672 voti. Nei corridoi di Montecitorio si fa un gran parlare del governo che verrà, che sia con Draghi ancora premier e al Quirinale un nome nato dal dialogo. O che sia con un nuovo presidente del Consiglio, dopo un accordo politico che porti l’attuale premier al Colle. Ma ancora si lavora sulla ricerca di un’intesa che tenga dentro tutti, nel parlamento delle minoranze, cercando di sgombrare il campo dalle rose di parte, per condividere profili indiscussi e alti. Come Mario Draghi, certo, ma come anche altri.    Forse è destinato a rimanere un auspicio quello del segretario del Pd Letta, che ieri sera si augurava di avere in 72 ore al massimo la fumata bianca. Perchè a chi considera Draghi in salita, proprio il Pd Stefano ribatte facendo ancora il nome di Pierferdinando Casini e in molti, soprattutto nel M5s, pretendono che il premier resti dove è. La Meloni chiude la porta al già improbabile bis di Mattarella e tira fuori dal cilindro Carlo Nordio e in FI si parla ancora di nomi espressione di un centrodestra unito.    Intanto il dialogo tra le forze politiche si organizza intorno al leader della Lega Matteo Salvini . Oggi il premier lo vede, anche se non a Palazzo Chigi, e dà una implicita risposta ad una classe politica che non accetta di essere messa in castigo come inconcludente ma rivendica (ieri con Letta, oggi con Renzi) la sua centralità, competenza e anche capacità di scelta, con la larga maggioranza di governo alle prese con la pandemia. Certo ha un significato che Letta e Salvini siglino un comunicato dalle identiche parole, parlando di un “lungo e cordiale dialogo” che proseguirà domani. E certo è importante che Giorgia avalli l’operato del leader leghista ed il colloquio con il Pd: “E’ bene che ci si parli”. Ma se la candidatura di Draghi è ancora sul tavolo, ce ne sono altre e una scelta ancora non c’è. E’ stato rimosso l’ostacolo che ha sin qui bloccato ogni trattativa, con Berlusconi malinconicamente fuori dai giochi al San Raffaele insieme alle figlie Marina ed Eleonora, Confalonieri e Dell’Utri. Ma il leghista Molinari avverte “non possono dirci sempre no’ e svela che il confronto ancora non ha portato ad un nome nè di centrodestra nè di centrosinistra. E infatti le schede sono bianche. ì

  • in

    Quirinale: nel seggio Covid tra 12 e 15 grandi elettori

    Sono “tra dodici e quindici” i Grandi elettori contagiati o in quarantena che hanno chiesto di votare nel seggio Covid allestito nel parcheggio di Montecitorio. La deputata no vax Sara Cunial non potrà votare nel seggio speciale Covid allestito nel parcheggio di Montecitorio per eleggere il presidente della Repubblica. Per accedere al seggio speciale allestito in via della Missione, è stato ricordato, si deve trasmettere alla Camera il certificato medico che attesta la quarantena o l’isolamento causa positività al Covid. Cunial non si trova in nessuna di queste situazioni e non ha il green pass per entrare alla Camera. 
    È arrivato a bordo di una ambulanza il primo degli elettori positivi o in quarantena che hanno chiesto di votare. Dopo aver atteso qualche minuto a bordo dell’ambulanza su cui è stato accompagnato, è entrato camminando lungo il percorso pedonale nella tensostruttura allestita davanti a Montecitorio. L’operazione di voto è durata un paio di minuti, al termine dei quali il parlamentare è tornato sull’ambulanza che ha subito lasciato via della Missione. Poco dopo un altro grande elettore è entrato nel seggio a bordo di un’auto, sulla quale ha compilato la sua scheda.

  • in

    Quirinale: addio ai catafalchi, arrivano le cabine

    Addio ai catafalchi. In Aula a Montecitorio per la votazione del presidente della Repubblica entrano in scena le cabine. Sono tre, enormi, una più grande delle altre due per accedervi in sedia a rotelle, rivestite di rosso, campeggiano al centro dell’Emiciclo al posto dei ‘catafalchi’ con il tetto a volta e le tendine che prima dell’epoca Covid erano disposte trai banchi del governo e quello della presidenza. Al loro ingresso, presidiato dai commessi che distribuiscono le schede ai grandi elettori ci sono tre distributori di liquido disinfettante.
    I grandi elettori in attesa si accomodano, a gruppi di cinquanta, sui banchi di sinistra. Vengono chiamati man mano con l’altoparlante dal Transatlantico dove c’è la folla delle grandi occasioni. A chiamare l’appello oggi è Alessandro Colucci (Nci), mentre verificare che il convocato risposìnda all’appello è Alessandro Amitrano (M5S). Ad accertarsi che gli elettori si sanifichino debitamente le loro mani è il questore di Palazzo Madama Antonio De Poli.
    Il presidente Fico è assistito in Aula dal segretario generale della Camera, il consigliere Fabrizio Castaldi, e dai funzionari del servizio Assemblea di Montecitorio guidato dal consigliere Danilo Santoro.