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    Ucraina: fuga dalla guerra, in Piemonte i primi profughi

    (ANSA) – VERCELLI, 28 FEB – Borgosesia (Vercelli) ha accolto
    questa mattina i primi profughi arrivati dall’Ucraina in guerra:
    sono due mamme con i loro bambini di 11 e 15 anni, e un terzo
    ragazzino di 11 anni. Le due donne hanno raggiunto la madre, che
    vive a nella città valsesiana con il marito. A riferirlo, in una
    nota, il sindaco Paolo Tiramani, insieme con il vice Fabrizio
    Bonaccio e il consigliere ai Servizi sociali Francesco
    Nunziata.   
    “E’ stato commovente accogliere in municipio queste persone,
    di grandissima dignità – sottolinea Tiramani -; non hanno
    chiesto nulla di materiale, ma solo un’assistenza per avere
    quanto prima riconosciuto lo status di rifugiati. Siamo già al
    lavoro per fare i documenti, che garantiranno loro un permesso
    di soggiorno e la protezione internazionale”. Le due donne sono
    fuggite in auto partendo dalla città di Ivano-Frankivsk; le loro
    abitazioni si trovano a pochi chilometri dall’aeroporto
    attaccato dai russi. Hanno portato in salvo i loro figli, mentre
    i loro uomini sono rimasti in Ucraina a combattere. “Siamo
    pronti – conclude Bonaccio – ad offrire altre forme di
    accoglienza a coloro che arriveranno”. (ANSA).   

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    Ucraina: console Piemonte 'sono ore drammatiche, aiutateci'

    (ANSA) – TORINO, 27 FEB – Chiedono “l’immediato ritiro delle
    truppe russe dall’Ucraina, sanzioni più dure verso il regime
    russo e il sostegno dell’Italia ai profughi di guerra” i
    manifestanti che oggi pomeriggio sono tornati in piazza a
    Torino. Decide di persone chiamate a raccolta in piazza
    Castello, davanti al Palazzo della Regione Piemonte, per
    ribadire il no alla guerra tra le bandiere arcobaleno della pace
    e quelle gialle e blu dell’Ucraina.   
    “Sono ore drammatiche”, sottolinea il console onorario
    dell’Ucraina in Piemonte, Dario Arrigotti, che ringrazia le
    istituzioni e i cittadini piemontesi “per la loro solidarietà e
    la loro vicinanza”. Sono tante in queste ore le donazioni in
    arrivo. “Abbiamo chiesto e ottenuto dalla Protezione Civile un
    magazzino che servirà come punto di raccolta degli aiuti che
    invieremo non solo in Ucraina – spiega Arrigotti – ma anche nei
    Paesi confinanti in cui si stanno riversando centinaia di
    migliaia di profughi. Servono soprattutto medicine e materiale
    sanitario per gli ospedali che stanno curando le centinaia di
    feriti di tutte e due le parti. Sulla pagina Facebook del
    Consolato, invece, abbiamo pubblicato il numero di conto
    corrente a cui effettuare i bonifici per aiutare le nostre forze
    armate”. (ANSA).   

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    TEMPO REALE/Ultimatum russo a Zelensky, attacchi a Kiev

    La guerra infuria in Ucraina, ma una schiarita si profila all’ orizzonte: la delegazione di Kiev domani si incontrerà in Bielorussia con quella russa per tentare di aprire una trattativa. Sulle prime, il presidente Zelensky aveva rifiutato il colloquio, ma alla fine ha accettato dopo aver ricevuto anche dal presidente bielorusso Lukashenko precise garanzie sulla sicurezza per la delegazione. Nell’attesa, forse proprio in vista di questo incontro, entrambe le fazioni in guerra alzano i toni.
    Putin definisce “illegittime” tutte le sanzioni prese dall’Ue contro di lui e getta nel panico Usa e Ue con la notizia di aver attivato l’allerta del sistema difensivo nucleare russo, mentre gli ucraini chiedono ai partner europei di inasprire le misure anti-Mosca e di attivare un embargo immediato su petrolio e gas russi. E questo, dopo aver rivendicato i successi ucraini (“Putin non è riuscito a raggiungere nessun obiettivo strategico. Nessuna grande città è in mano loro”) e dopo aver fatto un bilancio sulle perdite russe (“La Russia ha perso 4.300 uomini”). Attacchi rintuzzati da Mosca con un’altra pesante accusa: “L’esercito ucraino fa uso massiccio di munizioni caricate con il fosforo alla periferia di Kiev”. Ma è senz’altro la minaccia nucleare ad inasprire gli animi. Putin “fabbrica minacce”, afferma la Casa Bianca dove Biden crolla sempre di più nei sondaggi, mentre Washington denuncia un’escalation “inaccettabile”.
    L’allerta nucleare è un modo per “mettere pressione” alla delegazione ucraina, commenta il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba che aggiunge: “Se Putin usa le armi contro di noi sarà una catastrofe per il mondo”. “Questa guerra è responsabilità di Putin”, incalza il segretario della Nato Stoltenberg che critica la “retorica aggressiva”. Mentre il Pentagono, che parla di “un’escalation che può rendere le cose molto più pericolose”, assicura che gli Usa “possono difendersi e difendere gli alleati”. Intanto, l’Ue si prepara all’arrivo di “milioni di rifugiati” come avverte la commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, al Consiglio straordinario dei ministri dell’ Interno Ue che si è riunito per discutere dell’emergenza visto che in tre giorni di guerra “almeno 300 mila ucraini sono entrati nell’Ue”. “E’ il momento giusto per usare la direttiva per la protezione temporanea” è il suo appello. Una direttiva mai applicata e alla quale non partecipa la Danimarca.
    Nell’attesa di capire i nuovi scenari, la Nato rafforza il sostegno militare all’Ucraina con l’invio di centinaia di missili e migliaia di armi anti-carro, mentre dal Giappone arrivano a Kiev 100 milioni di dollari. L’Italia, che per ora si dice al sicuro dalla minaccia di una carenza di gas, anche perché l’Algeria dice di essere pronta a mandare in Europa il suo gas attraverso il nostro Paese, sta predisponendo un provvedimento, domani all’esame del Cdm, per inviare mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari al governo ucraino e per consentire “una maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica del Paese”. E mentre l’Europa chiude quasi tutti gli spazi aerei alle compagnie russe, scendono in piazza, in difesa della pace, mezzo milione di persone in Germania e in Russia. Qui però i manifestanti vengono arrestati: 4.500 in poche ore.

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    Ucraina: Torino, al Museo del Cinema punto raccolta farmaci

    (ANSA) – TORINO, 27 FEB – Il Museo Nazionale del Cinema di
    Torino aderisce tra i primi alla raccolta di farmaci necessari
    per la popolazione ucraina, organizzata dall’associazione Miufi
    ‘Made in Ucraine for Italy’, diretta dall’attrice ucraina Oksana
    Filonenko, e coordinata dal Consolato Generale Ucraino a Milano
    e e dall’Ambasciata dell’Ucraina a Roma.   
    Recandosi alla Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale
    del Cinema, è possibile lasciare presso il punto di raccolta
    medicinali e materiali di primo soccorso da inviare nelle città
    e nelle zone colpite dal conflitto in Ucraina. (ANSA).   

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    Vescovi e sindaci del Mediterraneo firmano Carta di Firenze

    (ANSA) – FIRENZE, 26 FEB – Sindaci e vescovi delle città e
    delle diocesi sul Mediterraneo hanno firmato oggi la ‘Carta di
    Firenze’ in Palazzo Vecchio al termine di un forum nel capoluogo
    toscano. La ‘Carta’ “non è una legge” ma “profeticamente è
    qualcosa di più” perché sottolinea “l’aspirazione dei popoli
    alla pace, alla giustizia, all’uguaglianza dei diritti, alla
    libertà intesa che sottolinea un bene comune”, ha detto il
    presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. “Abbiamo
    scritto una pagina che è già il nostro futuro”, ha proseguito, e
    “per i credenti” è importante sperare contro ogni speranza,
    ‘spes contra spem’.   
    La Carta di Firenze impegna sindaci e vescovi su vari punti
    fra cui per attuare programmi a favore del dialogo
    interreligioso, dello sviluppo economico e sociale sostenibile,
    del mantenimento dell’ecosistema, per percorsi di pace e di
    civile convivenza tra le popolazioni del Mediterraneo, per la
    libertà religiosa, per la difesa della dignità dei migranti.   
    “Amiamo la sobrietà ma questa dichiarazione è una conquista
    storica – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – Un
    punto di arrivo ma anche punto di partenza perché il nostro
    desiderio non è solo portare queste dichiarazioni al Santo
    Padre, ma lo vogliamo portare anche ai leader internazionali, ai
    capi di stato e di governo. Cominceremo un pellegrinaggio perché
    questa dichiarazione cominci a vivere da oggi”. “Abbiamo fatto
    un passo in avanti partendo da Giorgio La Pira – ha aggiunto –
    viene naturale dire che rispetto al suo tempo abbiamo fatto
    tanti passi indietro: le guerre sono aumentate, l’inquinamento
    non c’era. Oggi abbiamo aggiunto un pezzo al grande mosaico
    della pace: mai prima di ora sindaci di città importantissime a
    maggioranza musulmana avevano firmato un documento di impegni
    insieme ai vescovi cattolici. Un grandissimo passo, il segnale
    più forte che potevamo dare in questo momento di guerra”.   
    (ANSA).   

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    Ucraina: Torino torna in piazza, la guerra non risolve nulla

    (ANSA) – TORINO, 26 FEB – Torino torna a dire no
    all’invasione dell’Ucraina, e alla guerra. Sono numerose le
    persone presenti alla manifestazione, promossa dal Coordinamento
    A.G.i.Te. contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi, a
    cui partecipa un centinaio di sigle, tra cui i sindacati e i
    rappresentanti di tutte le professioni religiose. “La guerra non
    risolve nessun problema, semplicemente distrugge”, sostiene
    Zaira Zafarana di A.G.i.Te.   
    “I lavoratori sono da sempre contrari alla guerra – aggiunge
    Enrica Valfrè, segretario generale della Cgil Torino – Siamo qui
    perché la guerra non è in grado di risolvere le questioni tra i
    Paesi, serve la diplomazia, e per esprimere solidarietà agli
    ucraini ma anche ai russi che manifestano in tutta la Russia,
    certo non con la libertà di espressione che abbiamo. Questa
    vicenda mette in luce la debolezza dell’Europa, che al più
    presto deve trovare una politica estera condivisa e concreta”.   
    “Non subiremo la fatalità della guerra come soluzione delle
    controversie, o peggio, come ‘igiene del mondo’ per pulirlo dai
    suoi errori. Essere in piazza è fondamentale, per nulla banale”,
    si legge su un volantino distribuito da Se non ora quando, tra
    le tante associazioni presenti in piazza. (ANSA).   

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    Ucraina: Comune Bari aderisce a 'Cultura unisce il mondo'

    (ANSA) – BARI, 26 FEB – Anche la città di Bari aderisce alla
    campagna digitale ‘La Cultura unisce il mondo’, lanciata dal
    ministero della Cultura per ricordare che l’Italia ripudia la
    guerra ed esprimere piena solidarietà all’Ucraina. L’immagine
    scelta dall’assessora Ines Pierucci per veicolare gli hashtag
    #cultureunitestheworld e #museumsagainstwar è quella del
    prospetto del teatro Margherita che, naturalmente proteso verso
    il mare, rappresenta plasticamente l’idea del dialogo con
    l’altra sponda del nostro mare Adriatico e dell’apertura
    all’altro.   
    “L’armonia, la bellezza – dichiara Ines Pierucci – sono
    l’antidoto alla violenza e all’orrore e insieme la forma più
    alta di espressione dell’ingegno umano, comprensibili in ogni
    luogo, ad ogni latitudine, e capaci di resistere all’oltraggio
    del tempo. Oggi che le bombe e i carrarmati sono tornati nel
    cuore dell’Europa, costringendo decine di migliaia di innocenti
    ad abbandonare le proprie case e la propria vita per affrontare
    la paura e l’ignoto, dobbiamo essere fermi nel rifiutare la
    logica della guerra e della sopraffazione e pronti a offrire la
    nostra solidarietà al popolo ucraino. Qui a Bari vivono e
    lavorano moltissime donne ucraine, che in queste ore sono
    schiacciate dall’angoscia per le sorti dei propri cari. A tutte
    loro ci stringiamo idealmente. Bari è la città di San Nicola,
    santo che unisce e non divide. Bari è città di pace”. (ANSA).   

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    Ucraina: Messa, atenei chiamati a far sentire voce di pace

    (ANSA) – BOLOGNA, 26 FEB – “Le università oggi sono chiamate
    più che mai a far sentire la loro voce di pace, di libertà, di
    confronto democratico, di solidarietà. Questo è uno degli
    aspetti forse più antichi dell’Università ma purtroppo ancora
    tanto moderni”. Così la ministra dell’Università e della Ricerca
    Maria Cristina Messa all’inaugurazione dell’anno accademico
    2021/2022 dell’Università di Bologna riferendosi alla guerra in
    Ucraina.   
    “È un grande onore per me essere qui, a Bologna, in una città
    che ieri sera non ha esitato a scendere in piazza”, “un grande
    segno per tutti noi”. Parole interrotte da un lungo applauso
    dell’Aula Magna di Santa Lucia.   
    “Stiamo ovviamente monitorando tutto quello che sta
    succedendo e coordinando tute le attività che possono prevedere
    accoglienza e solidarietà per l’Ucraina”, aggiunge Messa.   
    “Dobbiamo ribadire che la nostra è una voce forte, di una
    comunità che vive dei principi democratici, della liberta delle
    idee e del confronto. E dobbiamo farlo sempre di più anche
    considerando le responsabilità che abbiamo”. (ANSA).