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    Stanzione, in 25 anni la privacy è diventata diritto di tutti

    (ANSA) – ROMA, 05 APR – In un quarto di secolo la privacy da
    diritto borghese è diventata una conquista di tutti, a sostegno
    della libertà e della democrazia. E’ il bilancio che traccia il
    presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, Pasquale
    Stanzione, in un’intervista con l’ANSA rilasciata in occasione
    della presentazione del libro fotografico “25 anni di Privacy in
    Italia. Dalla distanza di cortesia all’algoritmo”. Il volume,
    realizzato in collaborazione con l’agenzia, ripercorre i mandati
    che si sono succeduti dal 1997 ad oggi e verrà presentato il 6
    aprile alle 15.30 a Roma, presso la Camera di Commercio – Tempio
    di Adriano.   
    Quali sono le principali conquiste di questo quarto di
    secolo?
    “Indubbiamente la democratizzazione della privacy; la sua
    affermazione come diritto sempre più di tutte e tutti e,
    soprattutto, degli ultimi. Nato e percepito, in origine, come
    tradizionale prerogativa borghese, il diritto alla privacy si è
    progressivamente affermato come potente strumento di garanzia
    delle fasce deboli”.   
    La guerra, insieme alle vite umane, spazza via i diritti dei
    singoli. Come tutelare le persone vulnerabili?
    “Come ogni emergenza, la guerra amplifica la dimensione
    della necessità e induce a sottovalutare l’importanza dei
    diritti. A farne le spese sono, quasi sempre, i soggetti più
    vulnerabili per condizione sociale, economica, personale. E
    questo è inaccettabile. Ecco perché, ad esempio, proprio
    rispetto alla guerra abbiamo ribadito l’esigenza di evitare, pur
    nel prezioso esercizio della libertà d’informazione, la
    pornografia del dolore”.   
    Nel corso della pandemia si è cercato di conciliare le
    esigenze di tutela della privacy e della salute pubblica. E’
    soddisfatto del lavoro svolto? Quali sono le criticità da
    superare?
    “La pandemia ci ha insegnato a ricercare sempre, dietro
    pretesi antagonismi, una sinergia virtuosa tra l’io e il noi, la
    libertà e la solidarietà. La privacy è stata un’interprete
    importante di quest’esigenza di bilanciamento, dimostrando la
    rilevanza della sua “funzione sociale” nel garantire un
    equilibrio democraticamente sostenibile con le esigenze
    collettive”. (ANSA).   

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    Ucraina: manifestazione “no alla guerra” a Loreto 9 aprile

    (ANSA) – ANCONA, 05 APR – “Aderite alla manifestazione per
    la pace che si svolgerà sabato a Loreto”. L’invito del
    presidente del Consiglio regionale Dino Latini, è arrivato in
    apertura di seduta del Consiglio regionale in merito
    all’iniziativa organizzata dall’Ufficio di Presidenza del
    Consiglio regionale, in programma sabato 9 aprile a Loreto,
    città mariana sede della Basilica della Santa Casa.   
    Il corteo per dire “No alla guerra” partirà alle ore 11
    dall’Arco di Porta Romana per giungere fino al sagrato della
    Basilica della Santa Casa. (ANSA).   

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    Qui Washington, Russia fuori da consiglio diritti umani

     Gli Stati Uniti chiederanno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani di Ginevra. Lo ha annunciato l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield in risposta agli orrori di Bucha, mentre l’amministrazione Biden sta discutendo l’inasprimento della sanzioni a Mosca.    “Le immagini di Bucha e la devastazione in tutta l’Ucraina impongono ora che alle parole seguano i fatti”, ha scritto Greenfiled in un tweet. La Russia è al suo secondo anno di un mandato di tre all’interno del Consiglio, ma con un voto dei due terzi dell’Assemblea dell’Onu può essere espulsa “per gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani”. “Non possiamo permettere a uno Stato membro che sta sovvertendo ogni principio che ci sta a cuore di continuare a partecipare” al consiglio, ha affermato l’inviata Usa. “La Russia non dovrebbe avere una posizione di autorità in quell’organismo, né dovremmo consentire alla Russia di utilizzare il suo seggio nel Consiglio come strumento di propaganda” ha sottolineato.    Intanto Mosca ha chiesto per oggi una riunione del Consiglio di sicurezza “per discutere la provocazione dell’esercito ucraino a Bucha”, secondo quanto riferito dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sul suo canale Telegram. “Ieri – ha scritto – l’attuale presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Gran Bretagna, agendo secondo le sue peggiori tradizioni, ha rifiutato ancora una volta di dare il consenso a tenere una riunione del Consiglio di Sicurezza su Bucha. Oggi, la Russia chiederà ancora una volta che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisca in sessione per discutere le provocazioni criminali dei militari ucraini e dei radicali in quella città”.    Mentre sale l’indignazione internazionale per la strage di Bucha Biden, in coordinamento con l’Ue, sta studiando nuove misure contro Mosca. Non e’ ancora chiaro pero’ quali saranno le prossime eventuali sanzioni. Il portavoce del dipartimento di stato Usa Ned Price ha annunciato che “continueremo a rafforzare la pressione finche’ il Cremlino non si calmera’ ma non anticiperemo misure specifiche”.    

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    Qui Londra, la Russia? E' il nemico della Nato

    La Russia per la Nato è ora un nemico dichiarato. Nella percezione di Mosca lo era anche prima, in quella del governo britannico lo diventa formalmente dopo l’invasione dell’Ucraina, quasi come sulla base di una una profezia che si autorealizza: più che mai dopo le immagini definite “ripugnanti” dal premier Boris Johnson dei crimini di guerra attribuiti alle forze dell’ex Armata rossa tra Bucha e Irpin, alle porte di Kiev.    I toni sembrano ormai da punto di non ritorno. L’orizzonte quello di una nuova guerra fredda di lunga durata, a tempo virtualmente indeterminato, durante la quale Vladimir Putin e il suo entourage politico e militari sono destinati a trasformarsi nella prospettiva di Londra in ricercati: da chiamare alla sbarra dinanzi alla Corte Penale dell’Aja, se mai la giustizia penale riuscirà a mettere le mani su di loro. Le ultime denunce che riecheggiano da Bucha, “le nuove fosse comuni” mostrate ai media in queste ore, sono per BoJo il segno di “un massacro indiscriminato e imperdonabile”. E il Regno Unito s’impegna a “lavorare per assicurare che i responsabili siano chiamati a risponderne”, a “non darsi pace fino a quando giustizia sarà fatta”.    Intanto a livello diplomatico la titolare del Foreign Office, Liz Truss, incontra faccia a faccia in prima linea a Varsavia non solo il collega polacco, Zbigniew Rau, ma pure il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Mentre in settimana Johnson si prepara a ricevere a Downing Street tanto il presidente della Polonia, Andrzej Duda, partner di Londra sul terreno della linea durissima verso Mosca, quanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, tratteggiato nei panni della “colomba” da incoraggiare a “fare di più” in materia di sanzioni e aiuti militari a Kiev.    Un messaggio che vale del resto per tutti gli alleati Nato, organizzazione di cui giusto oggi ricorrono i 73 anni dalla fondazione, nel 1949. “La più grande alleanza per la sicurezza nella storia” nelle parole del primo ministro Tory, a cui spetta non solo “la responsabilità” di riconoscere nella Russia di oggi la minaccia numero uno per l’Occidente; ma anche “di fornire al popolo ucraino tutto ciò di cui esso ha bisogno affinché non venga soggiogato”.    

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    Anche Rana Ayyub protagonista Festival giornalismo Perugia

    (ANSA) – PERUGIA, 04 APR – Ci sarà anche l’indiana Rana
    Ayyub, opinionista del Washington Post, tra gli oltre 600
    speaker di tutto il mondo protagonisti del Festival
    internazionale del giornalismo in programma a Perugia dal 6 al
    10 aprile. Le autorità del suo Paese hanno revocato il divieto
    di viaggiare dopo averla bloccata il 29 marzo all’aeroporto di
    Mumbai.   
    Ayyub potrà quindi tenere i suoi due annunciati incontri sulla
    ‘libertà di informazione’ e contro le ‘intimidazioni ai
    giornalisti’. Uno dei 240 incontri, tra tavole rotonde,
    interviste, presentazioni, serate teatrali previsti per la
    rassegna. Tra i protagonisti – ricordano gli organizzatori del
    festival – i premi Pulitzer Frederik Obermaier e Bastian
    Obermayer che nel 2016 grazie a una fonte anonima hanno iniziato
    e coordinato l’inchiesta #PanamaPapers; Stella Moris avvocata,
    attivista e sposa di Julian Assange che interverrà sul caso
    WIkileaks; Tikhon Dzyadko direttore di Dozhd TV (“Pioggia TV”),
    l’unica stazione televisiva indipendente in Russia; i
    climatologi Michael Mann e Claudia Tebaldi, i ministri Roberto
    Cingolani ed Enrico Giovannini, gli scrittori Edoardo Albinati,
    Paolo Giordano, Nicola Lagioia, Michela Marzano. E ancora Lirio
    Abbate, Marianna Aprile, Pietro Bartolo, Paolo Berizzi, Mario
    Calabresi, Marco Cappato, Nino Cartabellotta, Marco Damilano,
    Barbara Gallavotti, Eva Giovannini, il collettivo Gkn, Nicola
    Gratteri, Francesca Mannocchi, Valerio Mastandrea, Morgan,
    Valentina Petrini, Laura Santi, Alessandra Sardoni, Roberto
    Saviano, Nello Scavo, Barbara Serra, Kasia Smutniak, Cecilia
    Strada, Benedetta Tobagi, Marco Travaglio, Zerocalcare.   
    Tra i temi centrali ci sarà la drammatica situazione in
    Ucraina. Saranno infatti presenti (se possibile di persona,
    oppure in collegamento) giornalisti di Kyiv Independent e del
    sito russo Meduza. Si accenderanno comunque i riflettori anche
    su Yemen e Afghanistan. (ANSA).   

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    Mattarella: “Fermare le guerre affermando le ragioni della civiltà umana”

    “È questo un tempo che ci fa comprendere ancora meglio il valore della convivenza pacifica, del rispetto delle convenzioni internazionali tese a ridurre l’impatto delle guerre sulle popolazioni, della cooperazione tra i popoli. Fermare le guerre e le distruzioni è possibile, affermando in ogni dove le ragioni della civiltà umana alle quali non intendiamo derogare”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio alla presidente della Campagna italiana contro le mine Onlus, Santina Bianchini in occasione della Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi.
    “Ogni guerra è disumana. Nelle guerre si possono assumere decisioni tanto crudeli da travalicare ogni limite di orrore. Disseminare il terreno di mine anti-uomo e usare ordigni speciali, che hanno come scopo terrorizzare la popolazione e provocare stragi di cittadini inermi, è una di queste e costituisce un crimine contro l’umanità che si aggiunge alle responsabilità del conflitto”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio alla presidente della Campagna italiana contro le mine Onlus. “La Campagna italiana contro le mine – prosegue Mattarella – e le espressioni della società civile, nel nostro Paese e nel mondo intero, che aiutano a tenere alta la vigilanza su questo tema, che sostengono le azioni di bonifica e che si fanno educatori e promotori di pace, sono tutte iniziative benemerite”.    “La Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi, indetta dalle Nazioni unite – sottolinea il Capo dello Stato – è un’occasione preziosa per sensibilizzare i cittadini e le comunità contro la fabbricazione e l’uso di questi strumenti di morte particolarmente odiosi e subdoli, e adoperati, tuttavia, nonostante siano banditi da convenzioni e trattati. I conflitti di questi decenni ci hanno restituito immagini di persone innocenti morte a causa delle mine. Di tanti anziani, bambini, adulti, rimasti mutilati, destinati a una vita carica di sofferenza e difficoltà”.