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    Lega: 'Piena fiducia in Salvini, avrà ruolo fondamentale'

    “La Lega potrà recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di centrodestra – e Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale – ripartendo anche dall’ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori”. Lo rende noto la Lega, al termine del consiglio federale – durato quasi 4 ore in via Bellerio a Milano – che ha confermato piena fiducia a Salvini.
    Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha lasciato il Consiglio federale, in via Bellerio a Milano, senza rilasciare dichiarazioni. È andata “benissimo” ha detto dopo il governatore Fontana anche il presidente delle Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. “Abbiamo discusso dei congressi”, ha aggiunto Fedriga, che alla domanda “Salvini sì o Salvini no?”, ha risposto: “Salvini sì”. “Bene”, ha detto anche il vicesegretario del partito, Andrea Crippa, e pollice in sù dal presidente del Trentino, Maurizio Fugatti.
    A testimonianza del clima di condivisione, la Lega aveva diffuso una foto della riunione in cui si vede Matteo Salvini seduto accanto a Luca Zaia. Poi Massimiliano Fedriga vicino a Attilio Fontana. Poco dietro Giancarlo Giorgetti.
    “E ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma, per adesso, non faccio nomi”, aveva scritto l’ex segretario federale della Lega ed ex governatore della Lombardia Roberto Maroni nella rubrica “Barbari Foglianti” su Il Foglio.
    “La vittoria è netta. Svanisce quella che per il centrodestra era l’unica paura e per il centrosinistra l’ultima speranza: non ci saranno incertezze in Parlamento. Una doppia maggioranza in Parlamento abbatte ogni possibile ostacolo sulla strada della Meloni verso Palazzo Chigi. Il risultato sotto le aspettative della lista centrista di Renzi e Calenda non lascia dubbi: il centrodestra non avrà bisogno di altri voti in Parlamento”. 
    “La Lega sarà parte fondamentale del governo di centrodestra”. E’ quanto sottolinea in una nota il Consiglio federale del partito, che si sta svolgendo in via Bellerio, a Milano. “Due ore di lavoro con lo sguardo rivolto soprattutto al futuro e ai problemi da risolvere grazie al nuovo governo di centrodestra, di cui la Lega sarà parte fondamentale”, scrive la Lega in una nota.

    Agenzia ANSA

    Porterò avanti personalmente questa proposta. Il fondatore della Lega: ‘Il popolo del Nord va ascoltato, non volevo candidarmi’ (ANSA)

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    Si apre confronto nella Lega. Pd verso congresso

    Il giorno dopo la vittoria del centrodestra, si continuano a fare i conti, ma per attribuire oltre 100 posti si dovranno attendere altre 48 ore. Si tratta di 38 senatori e 71 deputati che andranno a sostituire i cosiddetti plurieletti al proporzionale, al netto di chi ha avuto l’elezione anche all’uninominale. Tra i casi ‘eccellenti’, quello di Giorgia Meloni che è stata eletta nel collegio Abruzzo 3 L’Aquila, ma anche in 5 collegi proporzionali, in Lombardia, Lazio, Puglie e in due in Sicilia. Al momento, si considerano eletti al proporzionale 86 donne e 184 uomini tra Senato e Camera. Gli uomini già eletti a Montecitorio sono 123 e a palazzo Madama 61.
    Comunque, in queste ore, oltre ai conteggi aritmetici, si continuano a fare anche quelli ‘politici’ all’interno dei partiti. Dopo le voci critiche che si sono alzate nella Lega contro il segretario Matteo Salvini, al termine delle due ore di Consiglio federale, che vede riuniti anche i Governatori, viene diramata una nota per assicurare che “nessuno discute la segreteria Salvini”. C’è stata una discussione franca, si spiega, “ma è emersa la tutela assoluta del segretario federale Matteo Salvini”. E a testimonianza del clima di condivisione, la Lega posta anche una foto della riunione in cui si vede il ‘capitano’ seduto accanto a Luca Zaia e Massimiliano Fedriga vicino a Attilio Fontana. Poco dietro Giancarlo Giorgetti. Più intransigenti nei confronti del vertice del partito i leghisti della prim’ora. Secondo il fondatore Umberto Bossi, che per colpa del pessimo risultato riportato a Varese dal Carroccio non riesce ad entrare in Parlamento dopo 35 anni, il messaggio che è arrivato dalle urne è “chiaro ed inequivocabile” e “il popolo del Nord va ascoltato”. Ma sempre dal Consiglio Federale si fa osservare che “la Lega sarà parte fondamentale del governo di centrodestra” e che anche nella riunione di oggi lo “sguardo è rivolto soprattutto al futuro e ai problemi da risolvere grazie al nuovo governo di centrodestra, di cui la Lega sarà parte fondamentale”.
    Più fermento invece nel Pd dove si parla di Paola De Micheli come possibile candidato alla segreteria Dem. Andrea Marcucci parla di sconfitta “inequivocabile” e chiede “un congresso da fare il prima possibile”.
    In Fratelli d’Italia, intanto, nessun tono trionfalistico, con Giorgia Meloni che si chiude nella sede di Via della Scrofa per “lavorare per l’Italia”, come si legge in un messaggio social postato subito dopo l’incontro tra la leader del partito e il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Lui minimizza sul colloquio (“Con Giorgia ci centiamo 100 volte al giorno”), rafforza la posizione del suo partito dicendo che senza “di noi il governo non parte” e avverte che da parte degli ‘azzurri’ non c’è alcun pregiudizio nei confronti di una possibile nomina di Salvini al Viminale. Il tutto, mentre Fabio Rampelli spiega come sia “necessario individuare un perimetro all’interno del quale ci debba essere un confronto sano tra maggioranza e opposizione”. In attesa che si riuniscano le Camere e si formi il nuovo Esecutivo, da Palazzo Chigi arriva una buona novità per la Sardegna: “un pieno sostegno alla candidatura del sito di Sos Enattos come sede del futuro telescopio di onde gravitazionali ‘Einstein Telescope’ in Italia”.  

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    Elezioni: Meloni e Santanchè elette per 5 volte

    Elette per ben cinque volte: sono Giorgia Meloni e Daniela Santanchè le candidate plurielette in tutta Italia, ambedue schierate con Fratelli d’Italia, rispettivamente alla Camera e al Senato. Giorgia Meloni è risultata eletta (secondo i dati del Viminale) in Lombardia, Lazio, Puglia e in due collegi in Sicilia. Santanché in Piemonte, due collegi in Lombardia, Toscana e Lazio. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è stato eletto quattro volte (al Senato) in Piemonte, Lombardia, Lazio e Campania.
    Tra chi è stato eletto in tre collegi ci sono Chiara La Porta (Fdi alla Camera), Antonio Tajani alla Camera, Isabella Rauti al Senato, Carlo Calenda e Matteo Renzi, ambedue al Senato.
    Il ridotto numero di eletti non ha portato numerosi plurieletti al centrosinistra: fanno eccezione Simona Malpezzi eletta in due collegi per il Pd al Senato e Ilaria Cucchi per Sinistra-Verdi anche lei al Senato. Infine, tra i leader, Matteo Salvini è stato eletto in due collegi al Senato, in Lombardia e Puglia.    

    Agenzia ANSA

    Eletti Meloni, Berlusconi, Lotito e Cucchi. Casini batte Sgarbi a Bologna. Rauti supera Fiano a Sesto San Giovanni. Lavinia Mennuni trionfa su Bonino e su Calenda (ANSA)

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    Elezioni: da Santanché a Bonino, le sfide nei collegi. Chi ha vinto e chi ha perso. Escluso Bossi

    Tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra.
    Palazzo Madama perde Emma Bonino, ma vede il ritorno di Silvio Berlusconi, l’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze. La pasionaria radicale invece non ce l’ha fatta e rimane fuori dal parlamento, nel seggio romano ha prevalso Lavinia Mennuni (FdI) che ha spiazzato anche Carlo Calenda salvato solo grazie al paracadute del proporzionale. Il leader di Azione sarà uno dei big che si confronteranno in Senato dove siederanno anche il leader di Iv Matteo Renzi, quello della Lega Matteo Salvini e il presidente uscente della Regione siciliana Nello Musumeci (FdI).
    Escluso Umberto Bossi. Dopo 35 anni in Parlamento, lo storico segretario del Carroccio non è stato rieletto.Candidato nel collegio plurinominale di Varese,è stato escluso per un complicato gioco di resti. La proposta del segretario della Lega Matteo Salvini: ‘Sia nominato senatore a vita’
    Enrico Letta e Nicola Zingaretti siederanno tra i deputati come anche i leader di Verdi e Sinistra Italiana Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
    Sbarca da Bruxelles a Montecitorio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Ce l’ha fatta stavolta il forzista Claudio Lotito, il presidente della Lazio, diventa senatore per il Centrodestra, vincendo nel collegio uninominale in Molise. Resta in Senato anche l’ex presidente Elisabetta Casellati (Forza Italia), che ha conquistato il suo seggio correndo in Basilicata. Nelle sfide a due, che hanno coinvolto nomi storici della politica l’hanno spuntata, Daniela Santanché, Perferdinando Casini e Isabella Rauti. A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, la figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore, ha fatto fuori Emanuele Fiano (Pd), figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
    Daniela Santanché (FdI) a Cremona, ha avuto la meglio (52,17% voti) su Carlo Cottarelli (27,3%) e rimane a palazzo Madama. Pierferdinando Casini si appresta a vivere l’undicesima legislatura consecutiva da parlamentare, ha infatti vinto il collegio senatoriale di Bologna, fortino della sinistra, superando il critico d’arte Vittorio Sgarbi del centrodestra che ora è fuori. Tra gli affezionati riconfermati alla Camera anche Bruno Tabacci, Benedetto Della Vedova (+Eu) che a Milano ha avuto la meglio su Giulio Tremonti:l’ex ministro berlusconiano, che stavolta ha corso per FdI, rimane fuori dal parlamento. Il leghista Alberto Bagnai passa invece dal Senato alla Camera. Diventa senatrice Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, eletta a Firenze dove ha superato, in un collegio che era considerato blindato per il centrosinistra, Federica Picchi candidata del centrodestra. Senatore per il Pd anche il virologo Andrea Crisanti. Montecitorio invece dà l’addio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sconfitto dall’ex ministro Sergio Costa (M5s) nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e acquista la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che vince a Marsala e viene eletta alla Camera.
    Dopo 28 anni potrebbe uscire dal parlamento Stefania Prestigiacomo (FI), anche se i conteggi non sono definitivi. Fuori anche l’ex ministra di Iv Teresa Bellanova. Ko elettorale per il senatore leghista Simone Pillon, attivo sul fronte conservatore dei diritti umani, e per la dem Monica Cirinnà sua storica antagonista sui temi sociali. Nessuna poltrona in Senato per Gianluigi Paragone, il suo partito, Italexit, non è riuscito a sfondare la soglia del 3% e rimane al palo anche il piddino Andrea Marcucci. Eletto in Campania, alla Camera, Gianfranco Rotondi, uno dei colonnelli di Silvio Berlusconi.
    Tra i deputati della nuova legislatura vengono riconfermati in area Lega l’ex magistrato Simonetta Matone, l’imprenditore Antonio Angelucci. Conquista una poltrona a Montecitorio l’avvocatessa no vax Renate Holzeisen che a Bolzano sfiora il 9% (8,94%). Dalla tv all’Aula della Camera, è il salto che farà Rita Dalla Chiesa che ha vinto in Puglia per FI.
    Come sono finite le sfide

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    Salvini su banco imputati al Consiglio Lega

    Mentre Giorgia Meloni da via della Scrofa tesse la tela del suo governo, da Palazzo Chigi Mario Draghi annuncia che sta lavorando sulla anticipazione della terza tranche del Pnrr, tema di cui certo il premier uscente e quello entrante parleranno insieme. Nella sede della Lega a Via Bellerio, intanto, va in scena in queste ore al Consiglio Federale il processo a Matteo Salvini, dopo il flop che il segretario ieri ha imputato in larga parte al sostegno al governo Draghi. A fronte di un Roberto Maroni che da il benservito a Salvini e ipotizza una nuova guida, c’è Attilio Fontana che ne conferma la leadership (“Lui a rischio? Non credo proprio”). Di certo il grande exploit di Fratelli d’Italia – passata nell’arco di una legislatura dal 4% al 26 % conquistando il Nord (Lombardia, Veneto, Friuli) a danno della Lega – peserà sugli equilibri del nuovo esecutivo, dopo che Il Capo dello Stato Sergio Mattarella avvierà le consultazioni circa una settimana dopo il 13 ottobre, giorno segnato in rosso sul calendario per la prima convocazione delle Camera della diciannovesima legislatura. I rapporti di forza nel centrodestra influiranno fin da subito, prima ancora che per la formazione della squadra di governo, nella scelta dei Presidenti di Senato e Camera. A Palazzo Madama (dove è ormai escluso che possa andare il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi), se Fdi cederà il passo agli alleati invece di Ignazio La Russa, di cui pure si è fatto il nome, potrebbe arrivare il leghista Roberto Calderoli o l’azzurro Maurizio Gasparri. Per Montecitorio invece si sono fatti i nomi del leghista Riccardo Molinari, il centrista Maurizio Lupi o di Antonio Tajani, in lizza anche per la Farnesina (“Io ministro degli Esteri? Farò ciò che serve al nostro paese come ho sempre fatto”, si schermisce lui). Nel Pd intanto si elabora la sconfitta e si avvia la macchina congressuale, in attesa della convocazione della direzione che dovrà approvare il regolamento delle assise. Il Terzo Polo, con Matteo Renzi, si candida intanto a sedere al tavolo delle riforme: “Meloni premier avrà la nostra opposizione. Voteremo contro la fiducia, presenteremo i nostri emendamenti. E, se chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole”.

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    Meloni lavora alla squadra di governo. Tensione nella Lega

    di Yasmin Inangiray
    Incassata la vittoria elettorale, Giorgia Meloni inizia a mettere mano alla squadra di governo. Nulla di concreto al momento ma la leader di Fdi ha iniziato a definire la cornice del nuovo esecutivo da discutere con gli alleati. Nello schema, diverse sono le caselle su cui i riflettori sono puntati. Economia e Farnesina innanzitutto tenendo conto della situazione internazionale: dalla crisi energetica alla messa a punto del Pnrr che oggi vedrà il via libera ufficiale di Bruxelles alla seconda tranche di fondi.
    Il percorso per la costruzione della squadra di governo non è però tutta in discesa. A complicare il quadro è la Lega con le tensioni interne dopo il risultato elettorale ben al di sotto delle aspettative. Alle 15 è convocato il consiglio federale del partito e lì, Matteo Salvini, si troverà a confronto con i governatori che non hanno di certo risparmiato critiche alla linea scelta dal segretario alla luce anche dell’esito delle urne. A mettere in discussione la leadership è l’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni che dalle colonne del Foglio chiede senza mezzi termini un “congresso straordinario della Lega ed un nuovo segretario”. Parole dure che si uniscono anche alla notizia dell’esclusione di Umberto Bossi. Dopo 35 anni il Senatur e fondatore della Lega non siederà negli scranni del Parlamento. Una esclusione che rischia di pesare ulteriormente negli equilibri interni tanto che Salvini propone subito come “giusto riconoscimento” la nomina a senatore a vita “Porterò avanti questa proposta con l’appoggio della Lega e di tantissimi italiani”.   
    Il congresso è invece il tema dominante del Partito Democratico dopo la decisione del segretario Enrico Letta di non ricandidarsi. La capogruppo del Dem al Senato Simona Malpezzi ribadisce che “il partito democratico non ha paura di dire che ha subito una sconfitta, perché così si chiama, e non solo non ha paura e non si nasconde, ma dice anche che non si mette in un fortino ma anzi vuole costruire un percorso di apertura per capire che cosa non è andato, che cosa deve essere nel futuro, quali devono essere i rapporti rispetto al M5s ma anche rispetto a Calenda, che sono le altre forze che sono all’opposizione del governo della destra”.
    Sul piede di guerra infine anche i piccoli partiti, uno su tutti è Più Europa. “Chiederemo il riconteggio dei voti – attacca Emma Bonino sui social – visto che alla soglia del 3% è mancato pochissimo, appena lo 0,05. Questo per dare valore al voto di ciascuno dei nostri elettori che ha deciso di fare una scelta di libertà in un’Italia che vogliamo democratica ed europea”.    

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    Zaki: oggi la settima udienza del suo processo a Mansura

    Si tiene stamattina a Mansura, sul delta del Nilo, la settima udienza del processo a carico di Patrick Zaki in cui lo studente dell’Università di Bologna, dopo i 22 mesi passati in custodia cautelare fino al dicembre scorso. rischia altri cinque anni di carcere per diffusione di notizie false. Le previsioni della vigilia indicavano un lungo aggiornamento: di “due o tre mesi”, secondo una fonte giudiziaria la quale ha sostenuto che il rinvio servirebbe a dar tempo di maturare “una decisione politica che congeli completamente il processo e conceda a Patrick la sua totale libertà”.
    La sua avvocata principale, Hoda Nasrallah, non ha voluto rilasciare dichiarazioni e lo stesso Patrick di recente ha detto di non attendersi “nulla” dall’udienza odierna anche se in teoria il giudice monocratico di Mansura potrebbe assolverlo, annullare la scarcerazione o rinviare a “chissà quando”.
    L’appuntamento è come sempre davanti all’ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura, la città natale di Patrick dove opera una locale Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza). Il tribunale lo sta processando dal 14 settembre dell’anno scorso per un articolo su controverse discriminazioni della minoranza cristiana in Egitto, dichiaratamente perseguitata dall’Isis. Anche per stamane è prevedibile la presenza a Mansura di una delegazione di diplomatici stranieri che, su impulso dell’Italia, seguono tutte le udienze nell’ambito di un programma di monitoraggio europeo di processi di rilievo per il rispetto dei diritti umani. L’udienza di Patrick, come già avvenuto nelle sei occasioni precedenti, dovrebbe essere inserita in una sessione di diversi processi: circostanza che non permette di prevedere con esattezza a che ora inizia e termina. 
    “Oggi Patrick Zaki dovrà affrontare l’ennesima udienza del suo processo. Speriamo possa ritornare definitivamente libero”: lo scrive su Twitter Amnesty International Italia che rivolgendosi allo studente egiziano conclude: “vogliamo rivederti presto a Bologna!”