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    Elezioni: da Santanché a Bonino, le sfide nei collegi. Chi ha vinto e chi ha perso. Escluso Bossi

    Tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra.
    Palazzo Madama perde Emma Bonino, ma vede il ritorno di Silvio Berlusconi, l’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze. La pasionaria radicale invece non ce l’ha fatta e rimane fuori dal parlamento, nel seggio romano ha prevalso Lavinia Mennuni (FdI) che ha spiazzato anche Carlo Calenda salvato solo grazie al paracadute del proporzionale. Il leader di Azione sarà uno dei big che si confronteranno in Senato dove siederanno anche il leader di Iv Matteo Renzi, quello della Lega Matteo Salvini e il presidente uscente della Regione siciliana Nello Musumeci (FdI).
    Escluso Umberto Bossi. Dopo 35 anni in Parlamento, lo storico segretario del Carroccio non è stato rieletto.Candidato nel collegio plurinominale di Varese,è stato escluso per un complicato gioco di resti. La proposta del segretario della Lega Matteo Salvini: ‘Sia nominato senatore a vita’
    Enrico Letta e Nicola Zingaretti siederanno tra i deputati come anche i leader di Verdi e Sinistra Italiana Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
    Sbarca da Bruxelles a Montecitorio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Ce l’ha fatta stavolta il forzista Claudio Lotito, il presidente della Lazio, diventa senatore per il Centrodestra, vincendo nel collegio uninominale in Molise. Resta in Senato anche l’ex presidente Elisabetta Casellati (Forza Italia), che ha conquistato il suo seggio correndo in Basilicata. Nelle sfide a due, che hanno coinvolto nomi storici della politica l’hanno spuntata, Daniela Santanché, Perferdinando Casini e Isabella Rauti. A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, la figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore, ha fatto fuori Emanuele Fiano (Pd), figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
    Daniela Santanché (FdI) a Cremona, ha avuto la meglio (52,17% voti) su Carlo Cottarelli (27,3%) e rimane a palazzo Madama. Pierferdinando Casini si appresta a vivere l’undicesima legislatura consecutiva da parlamentare, ha infatti vinto il collegio senatoriale di Bologna, fortino della sinistra, superando il critico d’arte Vittorio Sgarbi del centrodestra che ora è fuori. Tra gli affezionati riconfermati alla Camera anche Bruno Tabacci, Benedetto Della Vedova (+Eu) che a Milano ha avuto la meglio su Giulio Tremonti:l’ex ministro berlusconiano, che stavolta ha corso per FdI, rimane fuori dal parlamento. Il leghista Alberto Bagnai passa invece dal Senato alla Camera. Diventa senatrice Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, eletta a Firenze dove ha superato, in un collegio che era considerato blindato per il centrosinistra, Federica Picchi candidata del centrodestra. Senatore per il Pd anche il virologo Andrea Crisanti. Montecitorio invece dà l’addio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sconfitto dall’ex ministro Sergio Costa (M5s) nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e acquista la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che vince a Marsala e viene eletta alla Camera.
    Dopo 28 anni potrebbe uscire dal parlamento Stefania Prestigiacomo (FI), anche se i conteggi non sono definitivi. Fuori anche l’ex ministra di Iv Teresa Bellanova. Ko elettorale per il senatore leghista Simone Pillon, attivo sul fronte conservatore dei diritti umani, e per la dem Monica Cirinnà sua storica antagonista sui temi sociali. Nessuna poltrona in Senato per Gianluigi Paragone, il suo partito, Italexit, non è riuscito a sfondare la soglia del 3% e rimane al palo anche il piddino Andrea Marcucci. Eletto in Campania, alla Camera, Gianfranco Rotondi, uno dei colonnelli di Silvio Berlusconi.
    Tra i deputati della nuova legislatura vengono riconfermati in area Lega l’ex magistrato Simonetta Matone, l’imprenditore Antonio Angelucci. Conquista una poltrona a Montecitorio l’avvocatessa no vax Renate Holzeisen che a Bolzano sfiora il 9% (8,94%). Dalla tv all’Aula della Camera, è il salto che farà Rita Dalla Chiesa che ha vinto in Puglia per FI.
    Come sono finite le sfide

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    Salvini su banco imputati al Consiglio Lega

    Mentre Giorgia Meloni da via della Scrofa tesse la tela del suo governo, da Palazzo Chigi Mario Draghi annuncia che sta lavorando sulla anticipazione della terza tranche del Pnrr, tema di cui certo il premier uscente e quello entrante parleranno insieme. Nella sede della Lega a Via Bellerio, intanto, va in scena in queste ore al Consiglio Federale il processo a Matteo Salvini, dopo il flop che il segretario ieri ha imputato in larga parte al sostegno al governo Draghi. A fronte di un Roberto Maroni che da il benservito a Salvini e ipotizza una nuova guida, c’è Attilio Fontana che ne conferma la leadership (“Lui a rischio? Non credo proprio”). Di certo il grande exploit di Fratelli d’Italia – passata nell’arco di una legislatura dal 4% al 26 % conquistando il Nord (Lombardia, Veneto, Friuli) a danno della Lega – peserà sugli equilibri del nuovo esecutivo, dopo che Il Capo dello Stato Sergio Mattarella avvierà le consultazioni circa una settimana dopo il 13 ottobre, giorno segnato in rosso sul calendario per la prima convocazione delle Camera della diciannovesima legislatura. I rapporti di forza nel centrodestra influiranno fin da subito, prima ancora che per la formazione della squadra di governo, nella scelta dei Presidenti di Senato e Camera. A Palazzo Madama (dove è ormai escluso che possa andare il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi), se Fdi cederà il passo agli alleati invece di Ignazio La Russa, di cui pure si è fatto il nome, potrebbe arrivare il leghista Roberto Calderoli o l’azzurro Maurizio Gasparri. Per Montecitorio invece si sono fatti i nomi del leghista Riccardo Molinari, il centrista Maurizio Lupi o di Antonio Tajani, in lizza anche per la Farnesina (“Io ministro degli Esteri? Farò ciò che serve al nostro paese come ho sempre fatto”, si schermisce lui). Nel Pd intanto si elabora la sconfitta e si avvia la macchina congressuale, in attesa della convocazione della direzione che dovrà approvare il regolamento delle assise. Il Terzo Polo, con Matteo Renzi, si candida intanto a sedere al tavolo delle riforme: “Meloni premier avrà la nostra opposizione. Voteremo contro la fiducia, presenteremo i nostri emendamenti. E, se chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole”.

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    Meloni lavora alla squadra di governo. Tensione nella Lega

    di Yasmin Inangiray
    Incassata la vittoria elettorale, Giorgia Meloni inizia a mettere mano alla squadra di governo. Nulla di concreto al momento ma la leader di Fdi ha iniziato a definire la cornice del nuovo esecutivo da discutere con gli alleati. Nello schema, diverse sono le caselle su cui i riflettori sono puntati. Economia e Farnesina innanzitutto tenendo conto della situazione internazionale: dalla crisi energetica alla messa a punto del Pnrr che oggi vedrà il via libera ufficiale di Bruxelles alla seconda tranche di fondi.
    Il percorso per la costruzione della squadra di governo non è però tutta in discesa. A complicare il quadro è la Lega con le tensioni interne dopo il risultato elettorale ben al di sotto delle aspettative. Alle 15 è convocato il consiglio federale del partito e lì, Matteo Salvini, si troverà a confronto con i governatori che non hanno di certo risparmiato critiche alla linea scelta dal segretario alla luce anche dell’esito delle urne. A mettere in discussione la leadership è l’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni che dalle colonne del Foglio chiede senza mezzi termini un “congresso straordinario della Lega ed un nuovo segretario”. Parole dure che si uniscono anche alla notizia dell’esclusione di Umberto Bossi. Dopo 35 anni il Senatur e fondatore della Lega non siederà negli scranni del Parlamento. Una esclusione che rischia di pesare ulteriormente negli equilibri interni tanto che Salvini propone subito come “giusto riconoscimento” la nomina a senatore a vita “Porterò avanti questa proposta con l’appoggio della Lega e di tantissimi italiani”.   
    Il congresso è invece il tema dominante del Partito Democratico dopo la decisione del segretario Enrico Letta di non ricandidarsi. La capogruppo del Dem al Senato Simona Malpezzi ribadisce che “il partito democratico non ha paura di dire che ha subito una sconfitta, perché così si chiama, e non solo non ha paura e non si nasconde, ma dice anche che non si mette in un fortino ma anzi vuole costruire un percorso di apertura per capire che cosa non è andato, che cosa deve essere nel futuro, quali devono essere i rapporti rispetto al M5s ma anche rispetto a Calenda, che sono le altre forze che sono all’opposizione del governo della destra”.
    Sul piede di guerra infine anche i piccoli partiti, uno su tutti è Più Europa. “Chiederemo il riconteggio dei voti – attacca Emma Bonino sui social – visto che alla soglia del 3% è mancato pochissimo, appena lo 0,05. Questo per dare valore al voto di ciascuno dei nostri elettori che ha deciso di fare una scelta di libertà in un’Italia che vogliamo democratica ed europea”.    

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    Zaki: oggi la settima udienza del suo processo a Mansura

    Si tiene stamattina a Mansura, sul delta del Nilo, la settima udienza del processo a carico di Patrick Zaki in cui lo studente dell’Università di Bologna, dopo i 22 mesi passati in custodia cautelare fino al dicembre scorso. rischia altri cinque anni di carcere per diffusione di notizie false. Le previsioni della vigilia indicavano un lungo aggiornamento: di “due o tre mesi”, secondo una fonte giudiziaria la quale ha sostenuto che il rinvio servirebbe a dar tempo di maturare “una decisione politica che congeli completamente il processo e conceda a Patrick la sua totale libertà”.
    La sua avvocata principale, Hoda Nasrallah, non ha voluto rilasciare dichiarazioni e lo stesso Patrick di recente ha detto di non attendersi “nulla” dall’udienza odierna anche se in teoria il giudice monocratico di Mansura potrebbe assolverlo, annullare la scarcerazione o rinviare a “chissà quando”.
    L’appuntamento è come sempre davanti all’ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura, la città natale di Patrick dove opera una locale Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza). Il tribunale lo sta processando dal 14 settembre dell’anno scorso per un articolo su controverse discriminazioni della minoranza cristiana in Egitto, dichiaratamente perseguitata dall’Isis. Anche per stamane è prevedibile la presenza a Mansura di una delegazione di diplomatici stranieri che, su impulso dell’Italia, seguono tutte le udienze nell’ambito di un programma di monitoraggio europeo di processi di rilievo per il rispetto dei diritti umani. L’udienza di Patrick, come già avvenuto nelle sei occasioni precedenti, dovrebbe essere inserita in una sessione di diversi processi: circostanza che non permette di prevedere con esattezza a che ora inizia e termina. 
    “Oggi Patrick Zaki dovrà affrontare l’ennesima udienza del suo processo. Speriamo possa ritornare definitivamente libero”: lo scrive su Twitter Amnesty International Italia che rivolgendosi allo studente egiziano conclude: “vogliamo rivederti presto a Bologna!”   

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    Elezioni: da Santanché a Bonino, le sfide nei collegi. Chi ha vinto e chi ha perso. Rebus Bossi

    Tra new entry e grandi esclusi sono molte le novità della neonata XIX Legislatura che ha portato la vittoria del Centrodestra.
    Palazzo Madama perde Emma Bonino, ma vede il ritorno di Silvio Berlusconi, l’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze. La pasionaria radicale invece non ce l’ha fatta e rimane fuori dal parlamento, nel seggio romano ha prevalso Lavinia Mennuni (FdI) che ha spiazzato anche Carlo Calenda salvato solo grazie al paracadute del proporzionale. Il leader di Azione sarà uno dei big che si confronteranno in Senato dove siederanno anche il leader di Iv Matteo Renzi, quello della Lega Matteo Salvini e il presidente uscente della Regione siciliana Nello Musumeci (FdI).
    Al momento è giallo sulle sorti politiche di Umberto Bossi. Dopo 35 anni in Parlamento, lo storico segretario del Carroccio rischia di essere escluso. Candidato nel collegio plurinominale di Varese, potrebbe risultare non eletto per un complicato gioco di resti. “È il famoso flipper, mi sembra strano per i numeri di rappresentanza, ma dobbiamo verificare”, dice contattato telefonicamente dall’ANSA l’onorevole Fabrizio Cecchetti, capogruppo lombardo della Lega. “Di ufficiale non c’è nulla – aggiunge – solo domani sapremo”.
    Enrico Letta e Nicola Zingaretti siederanno tra i deputati come anche i leader di Verdi e Sinistra Italiana Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
    Sbarca da Bruxelles a Montecitorio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Ce l’ha fatta stavolta il forzista Claudio Lotito, il presidente della Lazio, diventa senatore per il Centrodestra, vincendo nel collegio uninominale in Molise. Resta in Senato anche l’ex presidente Elisabetta Casellati (Forza Italia), che ha conquistato il suo seggio correndo in Basilicata. Nelle sfide a due, che hanno coinvolto nomi storici della politica l’hanno spuntata, Daniela Santanché, Perferdinando Casini e Isabella Rauti. A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, la figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore, ha fatto fuori Emanuele Fiano (Pd), figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
    Daniela Santanché (FdI) a Cremona, ha avuto la meglio (52,17% voti) su Carlo Cottarelli (27,3%) e rimane a palazzo Madama. Pierferdinando Casini si appresta a vivere l’undicesima legislatura consecutiva da parlamentare, ha infatti vinto il collegio senatoriale di Bologna, fortino della sinistra, superando il critico d’arte Vittorio Sgarbi del centrodestra che ora è fuori. Tra gli affezionati riconfermati alla Camera anche Bruno Tabacci, Benedetto Della Vedova (+Eu) che a Milano ha avuto la meglio su Giulio Tremonti:l’ex ministro berlusconiano, che stavolta ha corso per FdI, rimane fuori dal parlamento. Il leghista Alberto Bagnai passa invece dal Senato alla Camera. Diventa senatrice Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, eletta a Firenze dove ha superato, in un collegio che era considerato blindato per il centrosinistra, Federica Picchi candidata del centrodestra. Senatore per il Pd anche il virologo Andrea Crisanti. Montecitorio invece dà l’addio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sconfitto dall’ex ministro Sergio Costa (M5s) nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e acquista la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che vince a Marsala e viene eletta alla Camera.
    Dopo 28 anni potrebbe uscire dal parlamento Stefania Prestigiacomo (FI), anche se i conteggi non sono definitivi. Fuori anche l’ex ministra di Iv Teresa Bellanova. Ko elettorale per il senatore leghista Simone Pillon, attivo sul fronte conservatore dei diritti umani, e per la dem Monica Cirinnà sua storica antagonista sui temi sociali. Nessuna poltrona in Senato per Gianluigi Paragone, il suo partito, Italexit, non è riuscito a sfondare la soglia del 3% e rimane al palo anche il piddino Andrea Marcucci. Eletto in Campania, alla Camera, Gianfranco Rotondi, uno dei colonnelli di Silvio Berlusconi.
    Tra i deputati della nuova legislatura vengono riconfermati in area Lega l’ex magistrato Simonetta Matone, l’imprenditore Antonio Angelucci. Conquista una poltrona a Montecitorio l’avvocatessa no vax Renate Holzeisen che a Bolzano sfiora il 9% (8,94%). Dalla tv all’Aula della Camera, è il salto che farà Rita Dalla Chiesa che ha vinto in Puglia per FI.
    Come sono finite le sfide

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    Meloni, Usa: 'impazienti di lavorare con qualsiasi governo italiano'. Macron: 'Continuiamo a lavorare insieme'.

    “Siamo impazienti di lavorare con qualsiasi governo esca dalle elezioni italiane per avanzare i nostri valori comuni”: lo ha detto il portavoce del dipartimento di stato Ned Price rispondendo ad una domanda dell’ANSA nel briefing quotidiano con i reporter. Price, dopo aver ricordato che Italia e Usa sono stretti alleati e vantano relazioni diplomatiche di 160 anni, ha anche ringraziato Draghi per la sua “leadership forte e visionaria” in Italia e a livello internazionale. “Vogliamo ringraziare il premier italiano uscente Mario Draghi per la sua leadership forte e visionaria in un momento difficile per la storia italiana, europea e del mondo”.
    Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha espresso “rispetto per la scelta democratica” degli elettori italiani ed ha lanciato un appello a “continuare a lavorare insieme”. In precedenza  il primo ministro francese Elisabeth Borne aveva dichiarato:”La Francia sarà “attenta” al “rispetto” dei diritti umani e dell’aborto in Italia dopo la vittoria del partito post-fascista di Giorgia Meloni alle elezioni legislative”. “Ovviamente saremo attenti, e con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a garantire che questi valori sui diritti umani, sul rispetto reciproco, in particolare sul rispetto del diritto all’aborto, siano rispettati da tutti”, ha dichiarato a Bfm Tv. 
    Marine Le Pen e Viktor Orban esultano per la vittoria del centrodestra in Italia. Ma c’è preoccupazione in alcuni partiti europei, dalla Germania alla Francia alla Spagna. “L’Italia è un Paese molto amico dell’Europa, abitato da cittadini molto amici dell’Europa e ci aspettiamo che questo non cambi”, ha detto il portavoce di Olaf Scholz, Wolfgang Buechne.
    “In tempi di incertezza, i populismi crescono e finiscono sempre nello stesso modo, con una catastrofe. Danno risposte semplici e a breve termine a problemi molto complessi. La loro risposta è sempre la stessa: chiudiamoci e torniamo al passato”: ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, Juan Manuel Albares, nel corso di una conferenza stampa in Spagna, soffermandosi sul voto italiano. Albares ha aggiunto che “rispetta il risultato legittimo in Italia” sebbene in Spagna, dove si vota il prossimo anno, “veda una situazione molto differente”.
    “Speriamo di avere una cooperazione costruttiva con le autorità italiane, ora stiamo aspettando che l’Italia formi un governo secondo le procedure della sua costituzione”, ha detto il portavoce della Commissione Europea Eric Mamer.
    ESULTANO ORBAN E LE PEN
    “Il popolo italiano ha deciso di riprendere in mano il proprio destino, eleggendo un governo patriottico e sovranista – ha scritto in un tweet la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen -. Bravi Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per aver resistito alle minacce di una Unione europea anti-democratica e arrogante, ottendendo questa grande vittoria”.
    “Congratulazioni, vittoria meritata”.; così il premier ungherese, Viktor Orbán, saluta la vittoria della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, in un post su Facebook accompagnato da una foto dei due politici insieme.
    Viktor Orbán “ha inviato lettere” a Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in cui “si congratula con loro per i risultati elettorali”. “Attendo con ansia la nostra futura collaborazione per preservare la pace nei nostri Paesi e in Europa, per far ripartire l’economia europea e per alleviare la crisi energetica”, scrive il premier ungherese. Lo ha scritto su Twitter Balázs Orbán direttore politico del premier
    DALLA RUSSIA ALLA CINA
    “Siamo pronti a dare il benvenuto a qualsiasi forza politica in grado di mostrarsi maggiormente costruttiva nei rapporti con la Russia”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
    Cina e Italia “sono partner strategici globali e lo sviluppo sano e stabile delle relazioni bilaterali è nell’interesse di entrambe le parti: ci auguriamo che il nuovo governo italiano continui ad aderire a una politica positiva e pragmatica nei confronti della Cina, collaborando con la parte cinese, sostenendo lo spirito di rispetto e di fiducia reciproca”, afferma il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin.
    La Cina esorta “le persone rilevanti in Italia” a riconoscere “l’elevata sensibilità della questione di Taiwan”, evitando di inviare “segnali sbagliati” alle forze secessioniste, aggiunge Wenbin sulle critiche rivolte a Pechino in un’intervista scritta della scorsa settimana dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sulle politiche assertive verso Taipei. Il principio della ‘Unica Cina’, con Taiwan parte integrante, è “universalmente riconosciuto a livello internazionale” ed è “il fondamento politico alla base di chi decide di avere rapporti” con la Repubblica popolare.

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    Elezioni 2022, i risultati. Meloni: 'Non deluderemo gli italiani'. Fdi: 'La Costituzione è bella, ma ha 70 anni'

    Dalla “notte del riscatto, di lacrime e abbracci” al silenzio del giorno dopo. Giorgia Meloni sceglie l’assenza e un profilo basso, poche ore dopo il trionfo del suo partito schizzato in 9 anni dal misero 1,9% del 2013 al 26% di ieri. Ma da “sgobbona” come in tanti la descrivono, è già al lavoro sul programma e il governo che probabilmente guiderà. La leader di Fratelli d’Italia, che nella notte aveva dato appuntamento ai cronisti a un generico “domani”, resta invece a casa. E lascia i riflettori ai suoi dirigenti. Sono i capigruppo Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida, oltre al responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli a commentare il voto e rispondere ai giornalisti. E proprio Lollobrigida sembra dare la linea sulle riforme costituzionali, a partire dal presidenzialismo, ammettendo che “si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età”. A parte il mezzo sprint sulle riforme, parola d’ordine della giornata è prudenza e senso di responsabilità. Come la notte prima, nel quartier generale allestito da FdI all’hotel Parco dei Principi di Roma, nel pomeriggio cambiano solo gli occhi più arrossati per le poche ore di sonno. Non mancano sorrisi e abbracci ma tutti pacati e qualche complimento agli eletti. Come l’ambasciatore Giulio Terzi Sant’Agata, da cui corre a congratularsi Ignazio La Russa. E chissà se oltre all’approdo in Parlamento, per lui stia maturando anche un ruolo alla Farnesina.

    Elezioni, Berlusconi: ‘Fallito il tentativo dei ‘centristi’ di catturare i nostri voti’

    Nel frattempo Meloni lontana dall’ufficio, alterna telefonate e carte da studiare. Unica pausa, la ‘fuga’ da casa con occhialoni e cappuccio in testa, per andare a prendere la figlia con la sua Mini. In attesa dei dati dei collegi proporzionali e soprattutto delle decisioni del Quirinale, la leader romana si mette avanti sui dossier più caldi. A farle “tremare i polsi” (suo il copyright) sono soprattutto i conti pubblici da gestire, e che rischiano di diventare cruciali anche per i rapporti con l’Europa. Da qui il lavoro sulla squadra di governo, in particolare sulle caselle più sensibili alias i ministeri di Economia, Interno, Difesa,Giustizia ed Esteri. Circolano voci che punterebbe a piazzare almeno 14 esponenti del suo partito e allo stesso tempo gestire i rapporti con gli alleati, Lega e Forza Italia, nessuno dei due in versione dimessa. Bocche cucite però sul toto ministri: “Sarebbe prematuro e irrispettoso fare nomi”, spiega Donzelli che aggiunge: “Sarebbe una sgrammaticatura a cui non ci prestiamo”. Per ora, quindi, si parla di criteri, con la preferenza per un esecutivo prettamente politico, come più volte ribadito in campagna elettorale. Discorso a parte, però, sull’Economia, scelta delicatissima e attesissima dall’Europa e dai mercati. L’obiettivo è avere una figura di prestigio internazionale, ma allo stesso tempo affidabile politicamente.

    Agenzia ANSA

    Dati del sito del Viminale (ANSA)

    Da tempo i rumors riferiscono che come successore del ministro Franco, FdI pensi a Fabio Panetta, economista ed ex direttore generale della Banca d’Italia, dal primo gennaio 2020 membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Nei giorni scorsi Meloni ha avuto con lui due colloqui a stretto giro. Ma secondo più fonti, al momento punterebbe alla guida di Bankitalia, al posto di Visco. Tuttavia, i numeri decisamente ampi della nuova maggioranza potrebbero alla fine convincere Panetta ad accettare l’incarico. Altra poltrona da scegliere è quella degli Esteri. Oltre a Terzi, ad ambirci è pure Antonio Tajani. In subordine, il cordinatore azzurro penserebbe alla presidenza della Camera o potrebbe ‘correre’ per la Difesa. Del resto, alla luce del sostanziale pareggio nelle urne, FI ricorda che non potrebbe avere meno posti della Lega. In pole per un ministero, potrebbero esserci pure Bernini e Ronzulli. Qualche dissapore non manca con l’ex Carroccio: tanti sono rimasti stupiti, in negativo, dalla conferenza stampa grintosa di Salvini. Voci più maliziose dicono che Giorgia stia trattando con Matteo ma pure con il governatore veneto Luca Zaia, che ammette la performance deludente del partito. Intanto al ‘capitano’ potrebbero offrire un ministero (ma probabilmente non il Viminale). Erika Stefani invece dovrebbe rimanere in quota Zaia e Giulia Bongiorno sarebbe un altro nome papabile ma non alla Giustizia perchè lì punterebbe Carlo Nordio, in quota FdI.

    Come sono finite le sfide

    “Siamo ansiosi di lavorare con il governo italiano sui nostri obiettivi condivisi: sostenere un’Ucraina libera e indipendente, rispettare i diritti umani e costruire un futuro economico sostenibile. L’Italia è un alleato fondamentale, una democrazia forte e un partner prezioso”. Lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken.

    Elezioni, Letta: ‘Quando si alzano le paure, la Destra vince’

     Il segretario del Pd Enrico Letta ha telefonato a Giorgia Meloni. E’ quanto si apprende da fonti del Nazareno. Nel corso del colloquio, Letta ha riconosciuto la vittoria della leader di FdI e del centrodestra.Sarà “un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd – ha detto il segretario Dem – Enrico Letta, in conferenza stampa al Nazareno – che sia all’altezza di questa fida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui non mi presenterò da candidato”. “Ora avremo cinque anni di stabilità”, dice Matteo Salvini parlando in conferenza stampa in via Bellerio e non ha dubbi sulla tenuta della coalizione. Il leader della Lega si complimenta per il risultato di Giorgia Meloni: “Mi sono messaggiato con Giorgia fino alle 4 di notte. Le faccio gli auguri, FdI è stata brava a fare una buona opposizione”. Il risultato del partito, sotto le due cifre, non lo soddisfa “non è quello per cui ho lavorato”, ammette convinto che gli elettori abbiano premiato chi ha fatto opposizione e chi ha non vuole il termovalorizzatore ma, precisa “gli elettori hanno sempre ragione”. Letta parla invece di “giorno triste per l’Italia e l’Europa”.

    Agenzia ANSA

    “Se verrà toccato il reddito di cittadinanza la nostra opposizione sarà durissima” ha sottolineato (ANSA)

    Che la coalizione di centrodestra non avrà problemi è il leit motiv che circola tra gli alleati. Alla leader di Fdi sono arrivati già i complimenti di Viktor Orban e Marine Le Pen. Entrambi scelgono twitter per congratularsi con la leader di FdI. Diverso il commento che arriva dal governo spagnolo: “In tempi di incertezza, i populismi crescono e finiscono sempre nello stesso modo, con una catastrofe”, è l’opinione del ministro degli Esteri spagnolo, Juan Manuel Albares. Una preoccupazione a cui fa eco il capogruppo dei Socialisti all’Europarlamento: “Il post-fascismo di Meloni arriva in Italia mano nella mano con Forza Italia e il Ppe e la Lega con Id. Una giornata buia per l’Italia e per l’Europa, scrive Iratxe Garcia Perez mentre da Bruxelles: “La Commissione lavora con i governi eletti dal voto nelle urne negli stati Ue, lo stesso si applica in questo caso come in tutti gli altri: speriamo di avere una cooperazione costruttiva con le autorità italiane”, dice il portavoce della Commissione Europea Eric Mamer. Chi sorride è il Movimento Cinque Stelle. Il risultato evidenzia come il M5s sia il primo partito al Sud e che i dati sono soddisfacenti. Beppe Grillo, il fondatore del Movimento, paragona il partito ad un nespolo del suo giardino: “Gliene abbiamo fatte di tutti i colori a questo nespolo negli anni, eppure è rigoglioso e verde”.
    Resta alta la tensione infine tra Pd, Terzo Polo e M5s. Un tutti contro tutti su chi abbia contribuito alla vittoria del centrodestra.

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    La conferenza stampa del leader del Pd

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    Nel quartier generale della Lega, a Milano, sono presenti, tra gli altri, Riccardo Molinari, Alessandro Morelli e Laura Ravetto

    Il punto sugli elettiLe sfide nei collegi, chi ha vinto e chi ha perso
    Giorgia Meloni: ‘Italia ha scelto noi, governeremo per tutti’

    Agenzia ANSA

    “Prospettiva pericolosa. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare”

    Le reazioniConte: ‘Ci davano in picchiata, rimonta significativa’. Serracchiani: ‘Vittoria a destra, giornata trsite’