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    Draghi: 'Transizione ordinata. I governi passano, l'Italia resta'

    “Tra qualche settimana, su questi banchi siederà il nuovo esecutivo, espressione del risultato delle elezioni che si sono appena tenute. Vi rinnovo l’invito ad agevolare una transizione ordinata, che permetta a chi verrà di mettersi al lavoro da subito. Lo dobbiamo alle istituzioni di cui abbiamo fatto parte, ma soprattutto lo dobbiamo ai cittadini. I governi passano, l’Italia resta”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, ringraziando i ministri in Cdm per il lavoro svolto.
    “L’unità nazionale è, per forza di cose, un’esperienza eccezionale, che avviene soltanto nei momenti di crisi profonda. Mantenerla, come avete fatto, per molti mesi, richiede maturità, senso dello Stato, e anche un bel po’ di pazienza”, ha detto ancora  Draghi in Cdm, sottolineando che “i cittadini si aspettavano molto da voi – e voi li avete serviti al meglio”.
    Il premier ha ringraziato, quindi, i ministri: “Voglio ringraziare tutti voi per il lavoro che avete svolto in questo anno e mezzo. Avete fronteggiato una pandemia, una crisi economica, una crisi energetica, il ritorno della guerra in Europa. Avete organizzato la campagna vaccinale, scritto e avviato il PNRR, approvato un numero enorme di misure di sostegno economico. Dall’organizzazione dei vertici G20 al sostegno immediato e convinto all’Ucraina, avete reso l’Italia protagonista in Europa e nel mondo”.

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    Parlamento, la carica dei neoeletti in centro a Roma

    Tutti in scuro, quasi tutti senza la proclamazione. Le strade nel centro di Roma tra Montecitorio e Palazzo Madama sono piene di parlamentari in attesa di presentarsi a Palazzo Madama ed a Montecitorio per i primi adempimenti in vista dell’inizio della nuova legislatura. Tutti, o quasi, condividono un problema: non hanno ricevuto il programma della loro proclamazione e dunque, in teoria, pensano di non potersi presentare al portone principale dove ricevere il primo saluto da parte dei commessi che poi li porteranno nelle sale adibite alla accoglienza.    I tavolini del caffè Giolitti, in via Uffici del Vicario, registrano il tutto esaurito. Ad uno di essi si accomoda anche una neoeletta deputata molisana che ha avuto una brutta storta alla caviglia, su cui pone del ghiaccio per sfiammarla. CAMERA – Sono iniziate a Montecitorio, nella sala del Mappamondo, le operazioni di accoglienza dei deputati in vista della prima seduta della XIX legislatura, il 13 ottobre alle 10. La prima deputata ad arrivare è stata Ylenia Lucaselli, rieletta alla Camera per Fratelli d’Italia. Tra i primi ad arrivare anche il ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando. I neoeletti attendono in fila nel corridoi di entrare nella grande sala dove sono state allestite le postazioni per la raccolta de dati e la foto di rito da inserire nel facciario.C’è anche Rita Dalla Chiesa tra i deputati eletti che attendono in fila per gli adempimenti necessari alla registrazione in Parlamento. “È una grande responsabilità, sono emozionata”, dice la neoeletta tra le fila di Forza Italia che tuttavia, non essendo prenotata per oggi, di fronte alla coda che si è creata rinuncia e torna indietro. “Dove posso passare per evitare le TV?”, chiede allondanandosi. Tornerà mercoledì, il giorno in cui il suo gruppo le ha preso appuntamento. “Ma sono contenta, ho preso un primo contatto, ho rotto il ghiaccio e annusato l’aria”, commenta cercando la via d’uscita dalla Camera.
    SENATO –  Partita l’accoglienza per la registrazione dei primi adempimenti amministrativi dei senatori della XIX legislatura a Palazzo Madama. Il primo ad accreditarsi è stato Nicola Calandrini (FdI) e subito dopo Luca De Carlo (FdI).  Alle 10.30 una decina di senatori hanno già ricevuto il kit con la Costituzione, il Regolamento interno e i documenti per gli adempimenti che servono per entrare a pieno titolo, dopo l’elezione, nella XIX legislatura. Tra le vecchie guardie si è visto l’azzurro Maurizio Gasparri al suo nono incarico in parlamento e Adolfo Urso di Fratelli d’Italia. Mentre tra le matricole il capitano dell’Esercito, Raffaele De Rosa, impegnato nel corpo militare della Croce rossa eletto in Campania con M5s; e Costanzo della Porta di FdI, de sei anni sindaco di San Giovanni degli Schiavoni in Molise. “Lavoreremo per l’Italia e per il nostro piccolo Molise”, ha detto Schiavone visibilmente emozionato. Tra i senatori meloniani è arrivato anche Alessio Butti che nella scorsa legislatura era alla Camera.
    “Grande onore e grande prestigio tornare in Senato. Il mio impegno sarà quello di sempre di lavorare su quello che porteremo in Parlamento. Stavolta all’opposizione e bisognerà reinventrasi l’opposizione avendo fatto il ministro di maggioranza questo è un ruolo nuovo e lo farò con costrutto e impegno. Voteremo le cose che ci convincono e non voteremo quelle che non ci convincono”. Così l’ex ministro Stefano Patuanelli (M5s) uscendo da palazzo Madama dopo essersi accreditato come senatore per la XIX legislatura. 
    “Molte delle cose che leggete sono frutto di congetture e illazioni. Il toto calcio è più realistico del toto ministri”. Così la senatrice leghista Giulia Bongiorno sulla prossima squadra di governo, intercettata dai cronisti vicino Montecitorio. Concetto ribadito anche sull’ipotesi che venga scelta per il ministero della Giustizia o dell’Interno. Poi sui ministri tecnici, ha aggiunto: “Sono scelte che farà il presidente della Repubblica insieme al premier incaricato e su questo non posso esprimermi, ci vuole grande rigore istituzionale in questo momento. Queste illazioni creano poi attriti inutili”. Infine alla domanda se ci sono ‘grane’ tra alleati sulla scelta del presidente del Senato, Bongiorno ha smentito: “Grane zero, dibattiti e discussioni si’. È un po’ presto. La presidenza del Senato dovra’ andare a un personaggio autorevole. Tutti i nomi che si fanno sono estremamente autorevoli”.”Ho compiuto i primi adempimenti per accingermi, insieme al mio gruppo, a fare l’opposizione. Concordo con chi dice che può aiutare il Pd a ritrovare un rapporto più quotidiano con il Paese reale, rapportandosi quotidianamente in parlamento e anche nel Paese all’Italia vera”. E’ il commento del dem Walter Verini che passa in questa legislatura da Montecitorio alla Camera Alta. Il parlamentare, che è alla sua quarta legislatura, osserva: “Il 13 ottobre ci insediamo e il giorno successivo, il 14, è il compleanno del partito democratico perché il 14 ottobre di 15 anni fa si svolsero le primarie, iniziare la legislatura il giorno prima può essere di buon auspicio, non per fare un congresso tra di noi chiusi, ma per riprendere quello spirito originario che significava un partito aperto, radicato nel popolo e non populista”
    “Arrivare in Senato comporta un grande senso di responsabilità perché i tempi che viviamo sono difficili. L’opposizione è un ruolo importante: vigileremo, saremo costruttivi ma non faremo sconti. Senza dubbio è una situazione difficile per il Paese e dobbiamo essere consapevoli del ruolo a cui siamo chiamati”. Lo dice ai giornalisti a palazzo Madama il neo-senatore del Pd, Michele Fina, dopo aver svolto le procedure di accreditamento per la XIX legislatura. E’ uno dei sei senatori più giovani che giovedì 13 faranno parte del Consiglio di presidenza provvisorio e affiancheranno in Aula la senatrice a vita Liliana Segre presidente per la prima seduta. “Diventare senatore a 44 anni, non l’avrei mai immaginato. – dice emozionato Fina – Anche se per chi, come me, ha la passione politica in pratica sin da bambino le istituzioni restano l’obiettivo più alto”. Fina è consigliere esperto del ministro del Lavoro, segretario regionale del partito in Abruzzo e aggiunge “per oltre 20 anni mi sono occupato di transizione ecologica”.”Questa volta ci prepariamo a una legislatura in cui saremo opposizione come abbiamo detto, responsabile ma intransigente se la Destra proverà a mettere in discussione il Reddito di cittadinanza che è una misura di sostegno fondamentale per questo Paese o se si proverà a stravolgere la Costituzione o se non si daranno risposte immediate all’emergenza bollette. C’è bisogno di risposte immediate”. Così la capogruppo M5s al Senato Mariolina Castellone, parla ai giornaliti dopo essersi accreditata per la nuova legislatura. “Giovedì – aggiunge – prima seduta d’Aula si eleggerà il presidente del Senato speriamo che sia una figura di alto profilo che possa rappresentare al meglio tutte le forze politiche”. “Noi – informa Castellone – daremo il benvenuto ai nuovi colleghi già domani in una riunione alla Camera con tutti i nuovi eletti”.”E’ sempre un’emozione rientrare in Senato tanto più quando si è rieletti e si fa il primo giorno di scuola”. Così il senatore questore Antonio De Poli di essersi accreditato. De Poli ricorda: “questa, per me, è la quinta legislatura di cui 2006/2008 al Senato, 2008/2013 alla Camera e poi il ritorno al Senato per tre legislature”. “L’entrata in Aula per l’inizio della legislatura è un’altra emozione – aggiunge – e credo anche che l’elezione del presidente del Senato sia l’elezione più importante che abbiamo in questo momento. Questa legislatura ci deve vedere tutti impegnati per risolvere problemi che oggi sono fondamentali: caro energia, caro bollette,. Servono risposte a cittadini, famiglie e imprese che non sono più riviabili”.

    Agenzia ANSA

    Scranni accorpati al centro; a Montecitorio tabellone digitale (ANSA)

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    Governo, Meloni: 'Sia autorevole, noi modello per gli altri'

    ‘L’ho detto agli alleati e lo dico anche a voi che siete la squadra di Fratelli d’Italia in Parlamento: puntiamo a dar vita a un governo autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze. Puntiamo a dare a questa nazione il governo più autorevole possibile. Non c’è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo”. Lo ha detto la leader di Fdi Giorgia Meloni, nel suo intervento all’assemblea degli eletti del partito. “Siamo consapevoli del risultato che abbiamo ottenuto e sentiamo la responsabilità di dover affrontare una sfida di governo nella condizione più difficile nella quale l’Italia potesse trovarsi. Ogni qual volta entrerete in Parlamento dovrete pensare a tutti gli italiani che il 25 settembre hanno visto in noi la loro speranza e ci hanno messo in mano il loro futuro. Così come dovrete pensare a tutti quelli che non ci hanno votato perché, in alcuni casi, la speranza l’hanno persa. E dovremmo lavorare per far cambiare loro idea” ha detto la leader di Fdi Giorgia Meloni nel corso del suo intervento all’assemblea degli eletti del partito. “Abbiamo portato – prosegue – per la prima volta la destra italiana ad avere la leadership della coalizione di fronte ad una sfida di governo. È una sfida di cui sentiamo tutta la responsabilità e intendiamo affrontarla dimostrando serietà e capacità. E a voi dico: dobbiamo puntare al massimo. E vi auguro di vivere cinque anni di orgoglio e di vittorie”.
    “Abbiamo rotto tutti gli schemi, creando diversi cortocircuiti nella sinistra e nel mainstream. Noi siamo una cosa completamente diversa da tutto quello che è stato visto finora. Noi non ci ispiriamo a nessuno ma siamo la nostra storia e vorremmo essere noi domani un modello di ispirazione per gli altri”. Lo afferma la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nel corso dell’assemblea degli eletti in Parlamento di FdI.
    Si è svolta a Montecitorio l’assemblea dei parlamentari di Fratelli d’Italia con la presidente del partito Giorgia Meloni. Tra volti noti, conferme e new entry sono arrivati Giulio Tremonti; l’ex pm Carlo Nordio un po’ emozionato per la sua prima assemblea da eletto; l’ex governatore siciliano Nello Musumeci; Livia Mennunni che ha battuto Emma Bonino e Carlo Calenda a Roma; l’editore toscano Alessandro Amorese; la più giovane della nuova squadra Grazia Di Maggio (di 27 anni); la fedelissima di Meloni, Chiara Colosimo oltre ai capigruppo Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, al responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli e al responsabile del programma Giovanbattista Fazzolari.
    “Professionisti, docenti, economisti, rappresentanti dei territori, amministratori, uomini e donne che daranno anima e cuore per difendere gli interessi e i diritti del popolo italiano. La squadra di Fratelli d’Italia in Parlamento è pronta a dare il massimo per la Nazione”. Lo scrive in un post su facebook la leader di Fdi Giorgia Meloni. 

    Una cravatta agli uomini e un foulard alle donne. Stesso colore blu e i tre colori della bandiera italiana. È l’omaggio di Fratelli d’Italia ai suoi nuovi eletti durante l’assemblea dei parlamentari con la presidente Giorgia Meloni. Sulla confezione, il nome del partito e il riferimento alla 19/a legislatura.

       

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    Berlusconi, torno al Senato senza rivalse, nessun veto su nomi

     “Non ho alcuno spirito di rivalsa. So di avere subìto dei torti, ma mi hanno ampiamente risarcito gli italiani con l’affetto e il consenso che non hanno mai smesso di dimostrarmi. Il problema giustizia esiste ed è grave, ma non è una questione personale”. Così – in un’intervista al Giornale – Silvio Berlusconi sul suo ritorno al Senato. Il leader di Forza Italia parla del rapporto con gli alleati e della formazione del governo, con due premesse: “La prima è che, a differenza di quanto si legge, non esistono, non possono esistere, fra partiti alleati, veti o pregiudiziali verso qualcuno” e “la seconda è che non procederemo con il manuale Cencelli”.    Riguardo al risultato elettorale, osserva che “è importante che Forza Italia sia determinante sul piano dei numeri, ma ancora più determinante è la nostra funzione politica. L’Europa si attende molto da noi, e ci considera i garanti del prossimo Governo”, questo – aggiunge – “non significa ovviamente assumere un atteggiamento ricattatorio”. “Giorgia non ha bisogno dei miei consigli – prosegue l’ex premier -. Ha la determinazione e la lucidità necessarie per guidare il Paese in un momento così difficile”.    Quanto alla squadra di governo, “credo che ogni governo sia un governo politico, perché si basa sulla fiducia del Parlamento.    Esistono governi, come quello uscente, che, a fronte di situazioni eccezionali in questo caso la pandemia, hanno superato per un periodo limitato le ragioni di schieramento che dividono i partiti”, “il nostro invece sarà un governo politico che, tuttavia come il precedente, non rinuncerà a chiamare a raccolta le energie migliori del Paese, nell’economia, nella cultura, nella scienza, nell’impresa, nel lavoro”. Liquida poi come “pettegolezzi” le discussioni su un veto sul Viminale: “Io non credo che Salvini faccia del ministero dell’Interno una questione personale”. (ANSA).   

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    Dpb a Bruxelles, scadenza rispettata per il nuovo governo

    Il Documento programmatico di bilancio, approvato oggi dal consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende è già stato trasmesso a Bruxelles. Il documento indica solo il quadro tendenziale già tracciato dalla Nadef e le spese indifferibili, che ammonterebbero a circa 2-3 miliardi. Manca la parte programmatica con la definizione della manovra, che verrà integrata dal nuovo governo. In questo modo il prossimo esecutivo può partire con una scadenza già rispettata, quella del 15 ottobre, data entro cui gli Stati membri sono infatti chiamati a inviare alla Commissione Europea e all’Eurogruppo il progetto di Dpb per l’anno successivo.

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    Il punto alle 18:45 Meloni: “Vogliamo essere un modello di ispirazione”

    Nel giorno in cui Putin decide di lanciare bombe su Kiev come risposta alla distruzione del Ponte Kerch che collega la Russia alla Crimea, prende il via di fatto in Italia la XIX legislatura. Sin dalle prime ore della mattina si notano davanti ai portoni di Palazzo Madama e Montecitorio i nuovi parlamentari che attendono di essere accolti per gli adempimenti del caso. Tra loro alcune facce nuove, come Michele Fina del Pd, tra i 6 senatori più giovani che il 13 faranno parte del Consiglio di presidenza provvisorio e affiancheranno in Aula la senatrice a vita Liliana Segre che presiederà la prima seduta, ma anche vecchie ‘glorie’ come Antonio Guidi e Antonio De Poli, giunto alla sua V legislatura. Vestiti per lo più di scuro confessano di essere ‘molto emozionati’, come Rita Dalla Chiesa che, vista la lunga fila rinvia a domani l’iscrizione, ma anche di essere pronti a fare “un’opposizione durissima” come l’ex ministro M5S Stefano Patuanelli. Ottimista sulla rinascita del Pd è, invece, il Dem Walter Verini che pensa sia di buon auspicio che le Camere si insedino il 13 e che il giorno dopo, il 14, sia il compleanno del Partito Democratico.
    Comunque, per amore di cronaca, i primi ad accreditarsi sono 3 esponenti di FdI e uno del Pd: a Palazzo Madama, Nicola Calandrini e Luca De Carlo e a Montecitorio Ylenia Lucaselli e Andrea Orlando. Alle matricole viene dato un kit con la Costituzione, il Regolamento interno e documenti vari. Una cravatta blu con il simbolo del partito per gli uomini e un foulard analogo per le donne sono invece i doni che Giorgia Meloni fa ai suoi parlamentari che riunisce subito nell’ aula dei gruppi a Montecitorio. Tra loro ci sono l’ex Pm Carlo Nordio; l’ex governatore siciliano Nello Musumeci; il fedelissimo Edmondo Cirielli; Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, Giovanni Donzelli e il responsabile del programma Giovanbattista Fazzolari. A tutti gli eletti Giorgia Meloni chiede “sobrietà, disciplina, competenza, rispetto delle istituzioni” e ribadisce l’intenzione di accelerare al massimo sul Governo che vuole “forte e autorevole”. Le emergenze sono molte, ricorda: dal caro bollette, all’energia, alla legge di bilancio e servono subito delle risposte. “Noi non ci ispiriamo a nessuno”, ma “vorremmo essere domani un modello di ispirazione per gli altri”, dichiara. Nessun accenno alla squadra di Governo. L’unico che si fa scappare una battuta è Fazzolari che assicura come il prossimo responsabile del Mef sarà un laureato in Economia e non in Storia come invece era Roberto Gualtieri.
    Nelle stesse ore, al Quirinale, Sergio Mattarella lancia un appello. Consegnando le onorificenze a Cavalieri e Alfieri del Lavoro spiega come ci sia bisogno di “coesione e senso della comunità” e come l’Italia “non possa perdere la sfida del Pnrr”.
    “Ne va del nostro ruolo in Europa che deve essere trainante”.
    “L’Europa – osserva – fatica a esprimere una politica di solidarietà e di coesione sulle conseguenze economiche e sociali di questa guerra”. E a questo “va posto un rimedio”. Quella tra Russia e Ucraina, dice con forza Mattarella, è “una guerra sciagurata” e “la pace è urgente e necessaria”.   

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    I droni kamikaze Shahed, le armi iraniane di Mosca

    Una dozzina di droni kamikaze, tutti di marca iraniana. Ad armare la rappresaglia russa dopo l’attacco al ponte di Crimea, accusa l’Ucraina, è stata l’industria bellica di Teheran. Questi velivoli senza pilota avrebbero rifornito l’arsenale di Mosca, sguarnito dopo mesi di guerra, favorendo l’ultima escalation contro obiettivi civili.
     Accuse sempre respinte dalla Repubblica islamica, che ha negato ogni coinvolgimento nel conflitto.
    L’uso dei droni iraniani viene denunciato da tempo dalle autorità ucraine, che rivendicano di averne distrutti un migliaio dall’inizio del conflitto. I velivoli senza pilota Shahed-136 (ma si parla anche dei modelli 129 e 191), arma di ultima generazione con un raggio d’azione di 2.500 chilometri, sono stati ribattezzati kamikaze perché non sparano missili ma piombano dritti sul bersaglio carichi di esplosivo, grazie a una tecnologia gps che permette di tracciare l’obiettivo.
    Difficilmente rilevabili dai radar per le loro traiettorie a bassa quota e le piccole dimensioni (sono lunghi 3,5 metri e larghi 2,5), il loro impiego è ritenuto particolarmente efficace negli attacchi alle infrastrutture, come nel caso dei ribelli sciiti Houthi dello Yemen contro i depositi di petrolio saudita.
    Inoltre, possono essere utilizzati anche contro l’artiglieria a lungo raggio Himars made in Usa, cruciale per la controffensiva di Kiev.
    Un’arma in diretta competizione con i droni Bayraktar TB2, orgogliosamente forniti all’Ucraina dalla Turchia, di cui secondo gli esperti sarebbero più veloci, arrivando a volare a 180 km all’ora. Ma non mancano i punti deboli. Questi velivoli sono anche molto rumorosi e ritenuti poco efficaci contro bersagli mobili. Il loro basso costo di produzione, tuttavia, ne favorirebbe un uso massiccio, con lanci a raffica. Proprio come avvenuto in questi mesi in Ucraina.