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Meloni: “Vogliamo essere un modello di ispirazione”

Nel giorno in cui Putin decide di lanciare bombe su Kiev come risposta alla distruzione del Ponte Kerch che collega la Russia alla Crimea, prende il via di fatto in Italia la XIX legislatura. Sin dalle prime ore della mattina si notano davanti ai portoni di Palazzo Madama e Montecitorio i nuovi parlamentari che attendono di essere accolti per gli adempimenti del caso. Tra loro alcune facce nuove, come Michele Fina del Pd, tra i 6 senatori più giovani che il 13 faranno parte del Consiglio di presidenza provvisorio e affiancheranno in Aula la senatrice a vita Liliana Segre che presiederà la prima seduta, ma anche vecchie ‘glorie’ come Antonio Guidi e Antonio De Poli, giunto alla sua V legislatura. Vestiti per lo più di scuro confessano di essere ‘molto emozionati’, come Rita Dalla Chiesa che, vista la lunga fila rinvia a domani l’iscrizione, ma anche di essere pronti a fare “un’opposizione durissima” come l’ex ministro M5S Stefano Patuanelli. Ottimista sulla rinascita del Pd è, invece, il Dem Walter Verini che pensa sia di buon auspicio che le Camere si insedino il 13 e che il giorno dopo, il 14, sia il compleanno del Partito Democratico.

Comunque, per amore di cronaca, i primi ad accreditarsi sono 3 esponenti di FdI e uno del Pd: a Palazzo Madama, Nicola Calandrini e Luca De Carlo e a Montecitorio Ylenia Lucaselli e Andrea Orlando. Alle matricole viene dato un kit con la Costituzione, il Regolamento interno e documenti vari. Una cravatta blu con il simbolo del partito per gli uomini e un foulard analogo per le donne sono invece i doni che Giorgia Meloni fa ai suoi parlamentari che riunisce subito nell’ aula dei gruppi a Montecitorio. Tra loro ci sono l’ex Pm Carlo Nordio; l’ex governatore siciliano Nello Musumeci; il fedelissimo Edmondo Cirielli; Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, Giovanni Donzelli e il responsabile del programma Giovanbattista Fazzolari. A tutti gli eletti Giorgia Meloni chiede “sobrietà, disciplina, competenza, rispetto delle istituzioni” e ribadisce l’intenzione di accelerare al massimo sul Governo che vuole “forte e autorevole”. Le emergenze sono molte, ricorda: dal caro bollette, all’energia, alla legge di bilancio e servono subito delle risposte. “Noi non ci ispiriamo a nessuno”, ma “vorremmo essere domani un modello di ispirazione per gli altri”, dichiara. Nessun accenno alla squadra di Governo. L’unico che si fa scappare una battuta è Fazzolari che assicura come il prossimo responsabile del Mef sarà un laureato in Economia e non in Storia come invece era Roberto Gualtieri.

Nelle stesse ore, al Quirinale, Sergio Mattarella lancia un appello. Consegnando le onorificenze a Cavalieri e Alfieri del Lavoro spiega come ci sia bisogno di “coesione e senso della comunità” e come l’Italia “non possa perdere la sfida del Pnrr”.

“Ne va del nostro ruolo in Europa che deve essere trainante”.

“L’Europa – osserva – fatica a esprimere una politica di solidarietà e di coesione sulle conseguenze economiche e sociali di questa guerra”. E a questo “va posto un rimedio”. Quella tra Russia e Ucraina, dice con forza Mattarella, è “una guerra sciagurata” e “la pace è urgente e necessaria”.
   


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