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    Molinari (Lega), aspettiamo che Santanchè spieghi in Aula

    (ANSA) – ROMA, 23 GIU – “Il Ministro Santanchè ha detto di
    essere assolutamente tranquilla, ha detto che quando sarà il
    momento verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni,
    aspettiamo che il ministro Santanchè spieghi le sue ragioni ma i
    processi non si fanno in televisione con le inchieste
    giornalistiche, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a
    dover intervenire non certo Report”. Lo afferma il capogruppo
    della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, a Rainews24 (ANSA).   

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    Mes: Conte, i patrioti hanno disertato il fronte

    (ANSA) – ROMA, 23 GIU – “Il fronte piu caldo in Europa è il
    Mes. I nostri patrioti che hanno fatto? Hanno disertato il
    fronte”. Lo ha detto il leader di M5s Giuseppe Conte al Convegno
    dei giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo.   
    “Si assuma la maggioranza di approvarlo o meno. Noi ci
    asterremo”, ha aggiunto. (ANSA).   

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    Metsola, ‘sul clima l’Ue ambiziosa, ma occorre anche realismo’

    “Oggi quando chiediamo ai giovani quale sia la sfida prioritaria dell’Ue viene prima il clima, poi l’immigrazione e poi l’economia. Abbiamo un programma molto ambizioso, noi vogliamo essere il primo continente al mondo neutrale climaticamente. La cosa che abbiamo riconosciuto il 24 febbraio dell’anno scorso è che non possiamo essere più dipendenti dalle fonti fossili”. Lo ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola nel corso del forum ANSA.    Prima della guerra in Ucraina “non eravamo autonomi, ancora oggi non siamo totalmente autonomi, non siamo competitivi, ma abbiamo preso decisioni al Pe che sono molto ambiziose”, ha aggiunto Metsola citando alcune delle misure sul tavolo in queste settimane: da quella sul packaging alla direttiva sulla natura. “Ma ogni proposta va pesata, se non è sostenibile perdiamo l’approvazione dei cittadini. Occorre essere realisti”, ha sottolineato. (ANSA).   

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    Mes, ok della commissione al testo base, maggioranza assente

    L’Aventino al contrario, un inedito assoluto in Parlamento, con la maggioranza che lascia la commissione e fa passare un primo voto sul Mes delle opposizioni. E un secondo inedito, un Consiglio dei ministri rinviato, a sorpresa, per “sopraggiunti motivi personali” non meglio specificati della presidente del Consiglio. Non è stata la giornata migliore per Giorgia Meloni, alle prese anche con la grana del caso Santanché, con la ministra del Turismo pronta alle querele e il partito che le fa quadrato attorno.

    Agenzia ANSA

    Opposizioni chiedono dimissioni, ‘per la credibilità del Governo’ (ANSA)

    La premier, dice qualche ministro ha avuto modo di parlarle, sarebbe parecchio irritata dal polverone che si è alzato sul meccanismo europeo, ma anche da distinguo, tensioni e scivoloni che si ripetono in Parlamento tra i partiti della maggioranza. Tanto da farla sbottare, riferisce più di qualcuno, “avanti così e torniamo a contarci al voto”. Di certo il rinvio del Cdm, improvviso, non contribuisce a rassenerare gli animi. Anzi. Si racconta che Matteo Salvini non l’abbia presa affatto bene. Doveva essere il Consiglio dei ministri dell’annunciatissima riforma del codice della strada, che il ledaer della Lega va raccontando da settimane. Provvedimento che Salvini va comunque in serata a spiegare in Tv. In più, premier e vicepremier avrebbero discusso anche sulla nomina del commissario per la ricostruzione che in molti davano in arrivo in occasione della riunione di governo poi rinviata, proprio in concomitanza con il primo ok al disegno di legge quadro con le regole generali per gli interventi dopo le calamità. E non è la prima volta che i due si trovano in disaccordo sulla gestione post emergenza in Emilia Romagna e nelle altre aree colpite dalle alluvioni di maggio.
    La pura cronaca vede comunque la maggioranza trovare, a fatica e dopo numerosi contatti tra i capigruppo, una posizione unitaria sul Mes. Nessuno si presenta in commissione Esteri dove Pd, Iv-Azione e +Europa si votano da soli (con l’astensione di M5s e Avs), l’adozione del testo base che chiede la ratifica della riforma del Meccanismo europeo. La Lega, raccontano, sarebbe stata la più riottosa da convincere e tra le file di Fdi si rincorrono i sospetti sui rischi di sorpese se davvero il 30 giugno, come da calendario, si andrà in Aula. Proprio mentre Meloni sarà impegnata con il Consiglio europeo – di cui parla con Roberta Metsola che vede a Palazzo Chigi, insieme a Raffaele Fitto fino attorno alle 17.30, quando doveva esserci, in origine, la riunione del Cdm. Da Bruxelles si guarda “con attenzione” al dibattito italiano, fanno sapere intanto fonti europee. E non è un mistero che ci si attenda, alla fine, l’ok alla ratifica.
    Una soluzione cui parte della maggioranza sarebbe, raccontano, oramai rassegnata. Ma va costruita la giusta “narrazione”. Per questo si sta cercando di guadagnare tempo di rinvio in rinvio. Che succederà ancora non è chiaro. Si starebbe ragionando su varie exit strategy, dalla replica dell’assenteismo – “ingiustificato” per il Pd che parla di maggioranza “indecente”- ma sarebbe clamoroso in Aula, all’ipotesi di un qualche emendamento che rassicuri sul fatto che il Mes non sarà mai richiesto dall’Italia, magari ponendo condizioni specifiche come una maggioranza qualificata per l’ok all’accesso. Mentre alla Camera ci si arrovella sui diversi scenari, arriva la notizia del rinvio del Cdm. Che prima sembra slittare del tutto, tanto che i ministri smobilitano. Salvo poi essere richiamati perché ci sono leggi regionali in scadenza da valutare. Ma la premier, la difesa d’ufficio affidata al ministro Nello Musumeci in uscita da Palazzo Chigi, “ci teneva ad esserci” per dare il via libera alla ricostruzione e alla riforma del codice della strada. Quindi “ci ha chiesto la cortesia di rinviare”.
    Matteo Salvini ribadisce il suo no al Mes, definendo la lettera del capo di gabinetto del ministro del Tesoro Giorgetti “un parere tecnico”. “Ma gli italiani – ha affermato in serata a Porta a Porta – hanno scelto un governo politico. Questo non è il governo Monti o il governo Draghi. Questo è un governo politico che ha idee politiche. E politicamente continuo a ritenere che il Mes non è uno strumento utile al Paese”. Il vicepremier ha quindi aggiunto che “qualunque sia l’esito della votazione in Parlamento io da democratico rispetterò questa votazione. Ma personalmente ritengo che le strade per finanziare il nostro Paese siano altre”. “Con le emissioni dei buoni del Tesoro – ha proseguito quindi Salvini – il mio debito è in mano agli italiani. Il Mes è un meccanismo straniero, e non vorrei che i soldi dei risparmiatori italiani andassero a sostenere buchi da altre parti”.

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    Il Molise verso il voto, incontro Schlein-Conte poi palchi separati

    E’ durato 40 minuti l’incontro tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein all’interno di un bar a Campobasso: i due leader sono andati via dopo essersi salutati molto cordialmente. Presenti anche Nicola Fratoianni e Roberto Gravina, candidato del centrosinistra alle regionali in Molise. Il presidente del M5s e la segretaria del Pd sono entrambi in Molise per la campagna elettorale: domenica e lunedì si vota per la Regione.
    “Ci siamo visti tante altre volte. Oggi eravamo tutti a Campobasso alla stessa ora ed è stato normale prendere almeno un caffè, sarebbe stato strano il contrario”, ha detto Nicola Fratoianni all’ANSA Ttra i due leader.
    Incontro con Schlein oggi? “Abbiamo pensato, siccome il tempo stringe, di rendere più efficaci i nostri interventi, di distribuirli – aveva detto Conte a L’Aria che tira, su La 7 -.. Lei farà il suo intervento a Termoli, dove io sono stato ieri, e io a Isernia e Campobasso. Stiamo lavorando in uno spirito di squadra”. “Stiamo pensando alla concretezza di portare avanti questo progetto”.   

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    Santanchè nel mirino si difende: ‘Querelo Report’

    Non accenna a placarsi ma anzi sembra in aumento la bufera politica scoppiata attorno a Daniela Santanchè, ministra del Turismo ed esponente tra i più noti della destra italiana, a seguito dell’inchiesta per Report andata in onda lunedì su Rai3 sulla gestione delle aziende Visibilia e Ki Group. In giornata si è fatta sempre più assordante la protesta delle opposizioni che chiedono le dimissioni spiegando senza mezzi termini come “sia in gioco la credibilità del Governo”. Molti si appellano direttamente a Giorgia Meloni e Pd, M5s e Alleanza Verdi e Sinistra chiedono alla premier di riferire al Parlamento “sugli affari poco chiari” della sua ministra. E la diretta interessata, dopo alcuni giorni di silenzio, in serata fa sapere di aver dato mandato ai suoi legali per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie dato che “i responsabili della trasmissione televisiva erano stati preventivamente invitati a evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano”. “In merito al servizio di Report e alle conseguenti notizie di stampa riportate su alcune testate giornalistiche – precisa la ministra in una nota – le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica”.
    Ma partiamo dall’inchiesta di Report firmata da Giorgio Mottola e intitolata Open to Fallimento (richiamando la recente campagna realizzata dalla ministra per il turismo italiano Open to Meraviglia). Già nell’introduzione Sigfrido Ranucci spiega come la Santanchè, oltre a essere esponente di spicco di Fratelli d’Italia, “sia anche un’imprenditrice come rivendica lei stessa spesso con orgoglio” ma “le sue aziende finora sono andate tutte molto male”. Il programma manda poi in onda testimonianze di dipendenti e fornitori storici e parla di “bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà, o addirittura strozzate, dal mancato saldo delle forniture”.
    ‘Dipendenti non pagati, tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento non sono accuse che possono essere lasciate cadere nel vuoto da parte di un ministro’ scrive il leader di Azione Carlo Calenda. “Quello che sta emergendo è incompatibile con un solo minuto in più nel ruolo di ministra della Repubblica. Non ci sono alternative: dimissioni. Giorgia Meloni non taccia, assicuri la credibilità delle istituzioni. Altrimenti è complice del loro discredito” aggiunge il deputato e responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano. “Dalla presidente del Consiglio – dice Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd – ci aspettiamo una decisione rapida nell’interesse della credibilità del suo stesso governo”. Per Enzo Amendola, capogruppo del Pd in commissione Esteri della Camera, “abbiamo una ministra imprenditrice spericolata, accusata di collezionare fallimenti e di non pagare dipendenti e fornitori”. E aggiunge: “Abbiamo visto membri del Governo dimettersi per molto meno”. Ironico il senatore del Pd Michele Fina: “Non ci vuole tanto a capire quale idea di lavoro abbia FdI. Basta guardare le attività della Santanchè: fornitori non pagati, dipendenti senza Tfr, licenziamenti, Cig senza diritto. Saranno in dubbio se chiedere le dimissioni o confessare che sia parte del programma di governo”. Secondo il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni “all’estero la Santanchè l’avrebbero già allontanata dal Governo”. “Fossi nella maggioranza mi occuperei più di chiedere alla ministra una spiegazione rispetto a quello che Report ha evidenziato e credo che siano le aule parlamentari il luogo dove dovrebbe farlo” attacca il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli. “Da due giorni il M5s chiede alla ministra di spiegare e di chiarire, concedendole il beneficio del dubbio. Però nulla, solo silenzio. Un silenzio che rispetto a un quadro così grave diventa assenso” dice la deputata M5s Chiara Appendino. “Il made in Italy non si sostiene facendo fare il ministro a chi facendo impresa ha “strozzato” altre imprese” dicono i senatori M5s Sabrina Licheri e Gisella Naturale. Duro anche l’editoriale del Il Foglio: “Le accuse contro la ministra Daniela Santanchè sono gravi. Lo scoop di Report impone a Meloni di ripensare a quella casella. Non serve essere moralisti, basta guardare i fatti”.

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    Roccella apre ad una sanatoria per bimbi delle coppie gay nati finora

    “Dovremo pensare a una soluzione legale per i bambini nati fin qui”. Lo ha detto la ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella riferendosi alla maternità surrogata durante la registrazione de La Confessione di Peter Gomez, in onda sul Nove venerdì 23 giugno.
    “Dovremo pensare a una sorta di sanatoria – ha spiegato – una volta che ci sarà la nuova legge per la perseguibilità dell’utero in affitto, anche per chi lo fa all’estero, visto che in Italia è già vietato per fortuna. Io penso che sia utile introdurre una soluzione legale che non sia un modo di aggirare le leggi per i bambini nati fin qui”.
    La risposta dell’associazione Famiglia Arcobaleno”I nostri figli non sono villette abusive a cui si può applicare una sanatoria. Sono cittadini italiani privi di diritti elementari di cittadinanza che qualunque Paese dovrebbe garantire. La sanatoria è trattare i nostri figli come un abuso e frutto di una illegalità, quando questi bambini sono nati all’estero dove la pratica della Gpa è legale e quindi non devono subire questo trattamento. E’ una cosa indegna detta da una ministra della Repubblica che dovrebbe garantire l’articolo tre della Costituzione che vede tutti i cittadini uguali per legge”. E’ il commento di Alessia Crocini, la presidente di Famiglia Arcobaleno all’ipotesi formalata dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella. “Intanto non esistono soltanto i figli nati da Gpa – aggiunge – ma esistono anche i figli delle coppie di donne, 33 bambini a cui vengono tolti una dei due genitori. Quindi non esistono sono i figli dei padri. So che alla Roccella non piacciono le donne, in senso politico, visto come tratta le femministe. Ma esistono anche le coppie di mamme. Una sanatoria significa accettare una cosa non vera perchè questi bambini quando sono nati per gestazione per altri, sono nati in Paesi in cui la gpa è legale”. Secondo la presidente di Famiglie Arcobaleno, “Roccella la dovrebbe smettere di dire bugie. Ha sostenuto che in Italia per fare la stepchild ci vogliono tre mesi. Un bambino napoletano di un anno e mezzo, figlio di nostre socie, è ricoverato in ospedale ed una malattia oncologica da quando aveva 20 giorni. Le sue mamme hanno provato a fare la stepchild hanno avuto il primo appuntamento al tribunale dei minorenni di Napoli dopo un anno. E su sollecitzione dell’avvocato che ha fatto presente che ha una grave malattia non c’è stato niente da fare. Intanto questo bambino può avere una sola madre perchè l’altra non può dare il cambio perchè non le fanno fare le notti e perchè non può firmare il consenso informato per le cure salvavivta. Ci dicesse in faccia la Roccella che ci vogliono solo tre mesi, si deve vergognare… è una bugiarda…venisse a denunciarmi”.

    I ricorrenti chiedevano la condanna dell’Italia (ANSA)