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    Berlusconi, Pd ostaggio demagogie grilline è pericolo per Paese

    (ANSA) – ROMA, 06 FEB – “Stiamo assistendo, purtroppo, ad un
    ritorno di istanze antiliberali, populiste e giustizialiste con
    un Partito Democratico tentato dal ritorno al passato ideologico
    e ostaggio delle demagogie grilline”. Lo afferma il leader di
    Forza Italia, Silvio Berlusconi, rispondendo a Mattino 5 su
    quali siano oggi i pericoli per l’Italia.
    “Pochi giorni fa uno dei candidati a guidare il Pd si è
    dichiarato orgogliosamente comunista, orgogliosamente fedele ad
    un’ideologia e ad un regime responsabile di 85 milioni di morti
    nella storia dell’umanità. Anche per questo molti italiani mi
    dicono, telefonandomi o scrivendomi di considerarmi un
    benefattore dell’Italia perché, mettendo a rischio la mia
    libertà e le mie imprese, nel 1994 sono sceso in campo e ho
    impedito ai comunisti di prendere il potere nel nostro Paese”.   
    (ANSA).   

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    Al via il vertice a Palazzo Chigi sulla cybersicurezza

    (ANSA) – ROMA, 06 FEB – Riunito a Palazzo Chigi il vertice
    per fare un primo bilancio dei danni provocati dagli attacchi
    hacker di ieri. Partecipano il sottosegretario alla Presidenza
    del Consiglio, Alfredo Mantovano, autorità delegata per la
    cybersicurezza, il direttore dell’agenzia per la cybersicurezza
    nazionale, Roberto Baldoni, e la direttrice del Dipartimento
    informazione e sicurezza, Elisabetta Belloni. La riunione è
    convocata anche “per confermare la promozione della adeguata
    strategia di protezione, peraltro da tempo già in atto”, come
    spiegava ieri una nota di Palazzo Chigi. (ANSA).   

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    Il parere dell'esperto: 'Cospito caso inedito, su diffida prevarrà magistrato'

    “Quello di Alfredo Cospito è un caso inedito e per la sua situazione non ci sono protocolli né certezze alle quali fare riferimento. Sebbene le volontà sul ‘fine vita’ espresse da una persona, anche se detenuta, vadano rispettate, stento a vedere un profilo di responsabilità penale qualora intervenisse la decisione del magistrato a salvaguardia della vita di Cospito, se le sue condizioni di salute dovessero precipitare”. E’ il parere dell’avvocato Cesare Antetomaso dell’associazione dei Giuristi democratici, da sempre attenta al rispetto dei diritti umani nelle carceri e nei centri di permanenza dei migranti.    Il giurista sottolinea che “a differenza dei casi di persone in stato di libertà che decidono di non essere curate, e hanno questo diritto, qui si tratta di una persona che non è libera ma affidata alla tutela dello Stato”. Per questo “il magistrato di sorveglianza ha la responsabilità della custodia delle persone recluse e deve tutelare il bene supremo della vita. Penso che alla fine – prosegue il giurista – prevarrà questo aspetto, nonostante la diffida e la volontà espressa da Cospito tramite il suo legale, che ha fatto tutto il possibile per dare la massima forza alla determinazione del suo assistito nel portare avanti la battaglia al 41bis”.    Sulla situazione di attuale stallo, con Cospito arrivato al giorno 109 di sciopero della fame contro il ‘carcere duro’ e ricoverato da lunedì nel centro clinico del penitenziario di Opera, e su come si possa evolvere, “non credo ci siano certezze, – afferma ancora Antetomaso – posso solo immaginare la grande sofferenza con la quale il collega Flavio Rossi Albertini ha inoltrato la diffida al ricorso all’alimentazione forzata”.    “Si tratta di una volontà espressa a chiare lettere da Cospito tramite il suo legale che – sottolinea l’esponente dei Giuristi democratici – è l’ultima barriera che lotta davanti all’amministrazione della giustizia per il rispetto del volere del detenuto, ma il magistrato di sorveglianza ha un dovere che è abbastanza chiaro e temo che non possa fare diversamente che intervenire per fare tutto il possibile per mantenere questa persona in vita, quando si arriverà al limite”.    Dunque rispetto alla diffida, nel caso in cui Cospito perdesse lucidità, il giurista ritiene che “prevarrà la decisione del magistrato di sorveglianza”, anche perchè “scatterà in lui il discorso ‘difensivo’, nel senso che se Cospito morisse, il magistrato potrebbe essere chiamato a risponderne per non essersi attivato ad evitare questo evento avendo nei confronti del detenuto una posizione di garanzia”. “E questo è l’unico aspetto certo, in uno scenario dove di certezze non ce ne sono, nella dottrina e nella giurisprudenza”.    Con l’attivazione del magistrato di sorveglianza, al venir meno della compatibilità dei parametri vitali di Cospito con la detenzione ad Opera, l’anarchico 55enne verrebbe ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano che ha un reparto penitenziario. Oltre alle pratiche salvavita in caso di collasso cardiaco, che comunque “non è l’unica eventualità che può presentarsi”, se sarà necessario “sarà somministrata l’alimentazione forzata che quindi – spiega Antetomaso – diventa un trattamento sanitario obbligatorio, in quanto si presenta con le stesse caratteristiche del Tso”.    Non è detto che con il ricovero nel reparto penitenziario del San Paolo, venga meno il 41bis. “Per forza di cose ci sarà una attenuazione di questo regime in quanto c’è il contatto con medici e infermieri, ma si tratta di personale sanitario che è stato formato e sa che non deve fare da tramite con l’esterno, comunque Cospito sarebbe tenuto in isolamento”, conclude Antetomaso. (ANSA).   

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    Pallone-spia, Pechino silura il capo del servizio meteorologico

    Nel tentativo di dimostrare che il pallone abbattuto sui cieli americani era un velivolo meteorologico fuori rotta, e non una spia, Pechino ha silurato il capo del suo servizio meteorologico. Lo scrive l’emittente Usa Fox News.    Zhuang Guotai è stato licenziato ieri, poche ore prima che gli Stati Uniti abbattessero il pallone al largo della costa della Carolina del Sud, provocando l’ira della Cina. Gli Usa sono ora al lavoro per recuperarne i detriti ed esaminarli, ma Pechino continua a sostenere che era innocuo e che la sua presenza nello spazio aereo statunitense è stato un incidente.    “La parte cinese, dopo la verifica, ha ripetutamente informato la parte statunitense della natura civile del dirigibile e ha comunicato che il suo ingresso negli Stati Uniti per cause di forza maggiore era del tutto inaspettato”, ha ribadito ieri il ministero degli Esteri cinese.    Tuttavia, il licenziamento di Zhuang, scrive Fox News, non ha alcun impatto sugli eventi dato che la sua uscita era programmata da tempo in quanto, a fine gennaio, ha vinto le elezioni per guidare il Comitato consultivo politico del popolo della provincia del Gansu.   

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    Cospito, Salvini: 'Se te lo hanno dato il 41 bis, te lo fai'

    “Credo che il caso Donzelli-Delmastro debba essere chiuso. C’è un gran giurì alla Camera che dovrà decidere se ci sono stati comportamenti errati o meno. L’invito ad abbassare i toni deve essere accolto da tutti. Noi di FI non abbiamo mai alzato i toni. Lavoriamo per l’unità del governo e per dare risposte concrete. Dobbiamo preoccuparci di questo”. Lo dice il ministro degli Esteri e coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani, arrivando alla kermesse del centrodestra a favore di Francesco Rocca.

    Cospito, Tajani: ‘Credo che il caso Donzelli-Delmastro debba essere chiuso’

    “Adesso noi dobbiamo dimostrare grande senso di unità dello Stato perché quando si offende e si attacca il Capo dello Stato l’attacco non è contro il governo ma contro le istituzioni. Non dobbiamo drammatizzare ma neanche sottovalutare i pericoli. Non si cambia il 41 bis. Adesso dobbiamo andare avanti con l’azione del governo, risolvere i problemi concreti dei cittadini”.
    “Le parole di Giorgia Meloni sono parole sbagliate perché i toni li ha alzati Fratelli d’Italia facendo un atto che dimostra scarso senso dello Stato. Dopodiché anche basta”. Così il leader di Azione Carlo Calenda prima di un evento elettorale a Milano, tornando sulle polemiche degli ultimi giorni tra maggioranza e opposizione sul 41bis. “Vogliamo fare una mozione di censura a Delmastro e Donzelli? Facciamola – aggiunge Calenda – poi chiudiamo questa storia e iniziamo a parlare di sanità, economia e istruzione perché sono i grandi temi di questo Paese”.
    “Se te lo hanno dato il 41 bis te lo fai. Se qualcuno inneggia alla lotta armata non è un diritto ma un dovere che questo non parli all’esterno, non parli ai giovani”. Lo afferma il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini, durante suo intervento alla kermesse a favore di Francesco Rocca. 

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    Calenda: 'Il Quirinale non si tocca, triste dirlo ad una semifascista'. Poi si corregge.

     “Cara Giorgia Meloni ti proponiamo questo: non toccare la presidenza della Repubblica che è l’unica cosa che funziona in questo Paese. Senza l’unità della Nazione se ne va a farsi benedire. E che io lo debba spiegare a una nazionalista semifascista è deprimente. Via i busti e un po’ di nazionalismo”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, durante un evento elettorale del Terzo polo a Milano. “Noi proponiamo alla Meloni il premierato e l’abolizione secca di una Camera perché ormai il bicameralismo è una cosa morta”, aggiunge Calenda sottolineando che “qui abbiamo una differenza con Renzi, perché la Camera che va abolita non può essere il Senato”. Inoltre “proponiamo di rivedere tutto il federalismo, le materie che vanno date in più alle Regioni e quelle che vanno sottratte – conclude – esempio: con la nuova autonomia il Tap non lo facevo”.

    Agenzia ANSA

    “Nel Pd avevano me e Calenda ora hanno gente che dice che bisogna recuperare Lenin e Speranza” dice il leader di IV alla convention del Terzo Polo a sostegno di Letizia Moratti in Lombardia. La risposta di Cuperlo: ‘La Ferrari era in leasing dalla destra’ (ANSA)

    Dopo l’attacco alla premier il leader di Azione corregge il tiro su Twitter. “Era una battuta evidentemente”. Il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter ritorna sulle sue parole espresse questa mattina su Giorgia Meloni durante un evento elettorale al Teatro Franco Parenti di Milano. Sul presidenzialismo Calenda aveva parlato dell’esigenza di “non toccare la presidenza della Repubblica” senza cui “l’unità della Nazione se ne va a farsi benedire. E che io lo debba spiegare a una nazionalista semifascista è deprimente”. “Ho detto una cosa molto diversa – replica Calenda – se manco nazionalisti semifascisti riconoscono il valore della cultura patria siamo messi malissimo. Era una battuta evidentemente”

    No. Ho detto una cosa molto diversa. Se manco nazionalisti semifascisti riconoscono il valore della cultura patria siamo messi malissimo. Era una battuta evidentemente. https://t.co/vhRFi9B5Kb
    — Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 5, 2023

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    Renzi come Shakira sul Pd: 'Avevano Ferrari, l'hanno scambiata con una Twingo'

    “Nel Pd avevano me e Calenda che parlavamo di lavoro con industria 4.0 e jobs act, ora hanno gente che dice che bisogna recuperare Lenin e Speranza che dice che bisogna abbattere il neoliberismo. Avevano una Ferrari e l’hanno scambiata con una Twingo”. Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi a Milano, all’evento in sostegno alla candidatura in Lombardia di Letizia Moratti, facendo una citazione della canzone di Shakira contro il suo ex Gerard Piqué. 
    “Dice Matteo Renzi ‘avevano una Ferrari’ (leggi jobs act) ‘e l’hanno scambiata con una twingo’. Matteo, il punto è che la Ferrari non era di nostra proprietà ma ce l’aveva data in leasing la destra. La Twingo la stiamo pagando a rate ma è nostra! Un abbraccio”. Così Gianni Cuperlo, candidato alla Segreteria del Partito Democratico, risponde su Twitter alla battuta del leader di Italia Viva, che aveva accusato il Pd di aver scambiato una Ferrari, ‘me e Calenda che parlavamo di lavoro con industria 4.0 e jobs act’, con una Twingo.

    Dice @matteorenzi “avevano una Ferrari” (leggi jobs act) “e l’hanno scambiata con una twingo”. Matteo, il punto è che la Ferrari non era di nostra proprietà ma ce l’aveva data in leasing la destra. La Twingo la stiamo pagando a rate ma è nostra! Un abbraccio
    — Gianni Cuperlo (@giannicuperlo) February 5, 2023

     

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    Il Papa in Sud Sudan: “Preghiamo per la pace in Africa e in Ucraina”

       Il Papa saluta il Sud Sudan e afferma di volere lasciare due parole: speranza e pace. Il Papa ha affidato alla Madonna “la causa della pace in Sud Sudan e nell’intero continente africano. Alla Madonna affidiamo anche la pace nel mondo, in particolare i numerosi Paesi che si trovano in guerra, come la martoriata Ucraina”. Francesco ha concluso: “Torniamo tutti e tre – ha detto riferendosi all’arcivescovo di Canterbury e al moderatore della Chiesa di Scozia – portandovi ancora di più nel cuore. Lo ripeto: siete nel mio cuore, siete nei nostri cuori, siete nei cuori dei cristiani di tutto il mondo! Non perdete mai la speranza. E non si perda l’occasione di costruire la pace. La speranza e la pace dimorino in voi, la speranza e la pace dimorino in Sud Sudan”.
    “Speranza è la parola che vorrei lasciare a ciascuno di voi, come un dono da condividere, come un seme che porti frutto. Come ci ricorda la figura di santa Giuseppina – ha detto all’Angelus riferendosi alla santa africana Giuseppina Bakhita -, la speranza, qui specialmente, è nel segno della donna e vorrei ringraziare e benedire in modo speciale tutte le donne del Paese”. Alla celebrazione hanno partecipato oltre 100mila persone.       Oltre alla speranza “vorrei associare un’altra parola, la parola di questi giorni: pace. Con i miei Fratelli Justin e Iain – ha detto riferendosi all’arcivescovo di Canterbury e al Moderatore della Chiesa di Scozia -, che ringrazio di cuore, siamo venuti qui e continueremo ad accompagnare i vostri passi, noi tre insieme siamo venuti facendo tutto quello che possiamo perché siano passi di pace, passi verso la pace”. Il Pontefice ha quindi affidato “il cammino della riconciliazione e della pace” alla Madonna, “la Regina della pace”.