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    Voto in Lombardia punto di svolta in equilibri c.destra

        Le aspettative e le speranze del centrodestra di una doppia vittoria in Lombardia e Lazio domenica e lunedì prossimi sono palpabili. Anche se la maggioranza che sostiene l’azione del governo Meloni deve fare i conti con i rischi di un eccessivo squilibrio elettorale della coalizione a favore di Fdi: un possibile scenario che metterebbe in ulteriore tensione Fi e Lega, soprattutto nella principale Regione italiana, che storicamente ha determinato la leadership del partito di Matteo Salvini. Il vicepremier si gioca fino in fondo questa partita chiudendo la campagna per le regionali a Brescia e puntando sui cavalli di battaglia dell’autonomia e delle infrastrutture per recuperare il consenso eroso da Fratelli d’Italia nelle ultime elezioni politiche. Una tornata elettorale, quella del 25 settembre scorso, che ha riscritto completamente i rapporti di forza nel centrodestra, con Fdi al 27% e gli altri due alleati poco sopra l’8%. Uno squilibrio che spiega l’attuale nervosismo di Lega e Fi. Con Silvio Berlusconi, che in una campagna elettorale quasi esclusivamente televisiva (se si esclude la kermesse milanese di martedì scorso a Milano) si aggancia al tema dell’autonomia (molto sentito nelle regioni del Nord) ma guarda anche al Sud e parla di infrastrutture come il ponte sullo Stretto.
       La Lega nel Lazio è scesa dal 9,9% delle Regionali 2018 al 6,1% delle politiche: un ulteriore arresto spingerebbe verso l’archiviazione l’ipotesi di un partito nazionale, quella Lega per Salvini Premier che aveva perfino abbandonato il colore verde in favore del blu. Ma se anche in Lombardia si ripetesse domenica per Salvini il risultato delle politiche, diventerebbe molto complicato anche un ritorno alla Lega Nord di Bossi e del Carroccio. Il risultato raggiunto da Via Bellerio il 25 settembre è lontanissimo dal 29,6% delle Regionali 2018. Non solo meno consiglieri e meno assessori, ma un indebolimento complessivo del partito e del suo leader. Il Comitato Nord di Bossi alla fine non ha presentato la propria lista a sostegno di Attilio Fontana, che avrebbe sottratto consensi alla Lega; tuttavia potrebbe indirizzare preferenze verso la lista civica del Governatore, che infatti ha dichiarato che Lombardia Ideale punta al 5-6%, mentre cinque anni fa ottenne solo 1,46%. Per Fi il discorso è analogo. In entrambe le Regioni ha visto un crollo dei consensi dal 2018 al 2022 (dal 14,3% al 7,9% in Lombardia e dal 14,6% al 6,8% in Lazio). Le due Regioni sono i feudi delle due correnti interne, guidate da Licia Ronzulli e Antonio Tajani e l’inamovibilità della leadership di Berlusconi potrebbe trasformare il partito in una pentola a pressione.
        Per Giorgia Meloni la difficoltà consisterebbe nel gestire una grande vittoria in sede di governo. Dei risultati troppo favorevoli a Fratelli d’Italia nel contesto del centrodestra farebbero aumentare il nervosismo dei due partiti alleati ulteriormente ridimensionati. Poi c’è una questione di profilo politico. Se Fdi confermasse il 27,6% delle politiche in Lombardia, si teme in ambienti politici azzurri e dell’ex Carroccio, si potrebbe parlare a tutti gli effetti di un partito nazionale spinto ad interpretare da una posizione di forza anche il Nord produttivo. Una vocazione che forse spingerebbe Fdi ad una forte ridefinizione del proprio profilo, con una giustificata ambizione anche in vista delle Regionali del Veneto e del Piemonte, qualora Luca Zaia e Alberto Cirio vollessero andare in Europa nel 2024. (ANSA).   

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    Sangiuliano, Colosseo illuminato per il Giorno del ricordo

    (ANSA) – ROMA, 10 FEB – “Penso che il Colosseo sia un
    monumento universalmente noto ed uno dei simboli importanti
    dell’Italia e quindi ci è parso di sottolineare tra le
    tantissime iniziative, tra cui l’illuminazione della facciata di
    Palazzo Chigi, il giorno del Ricordo con questa illuminazione
    del Tricolore” . Lo ha detto il ministro della Cultura Gennaro
    Sangiuliano in occasione dell’illuminazione del Colosseo con il
    tricolore e la scritta “Io Ricordo “. (ANSA).   

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    Meloni: “Nessun gelo con Parigi ma Macron ha sbagliato”

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni parla dopo il vertice europeo di ieri a cui ha preso parte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
    L’UCRAINA”La posizione dell’Italia è estremamente chiara e coerente sull’Ucraina con un impegno a 360 gradi che riguarda il fronte finanziario, militare e civile e a Zelensky con cui ho parlato ho ribadito questo”, ha detto Meloni.
    “L’Ue ritiene di restare al fianco di Kiev con tutti gli strumenti necessari. Ieri a Volodymyr Zelensky ho ribadito la nostra piena disponibilità, ma era importante che al di là degli stati lo facesse il Consiglio europeo nel suo complesso”, ha evidenziato la premier. “Zelensky tiene alla nostra presenza a Kiev e mi ha nuovamente invitato, stiamo vedendo come organizzare”, la visita, ha aggiunto la presidente del Consiglio.
    “Io avrei preferito che Zelensky fosse stato presente a Sanremo”, ha anche detto Meloni aggiungendo di aver “apprezzato” la scelta del presidente ucraino di inviare poi la lettera. “Mi dispiace più che altro che si sia creata una polemica: non è mai facile far entrare la politica in una manifestazione come Sanremo, anche se poi ci entra sempre”, ha detto. “Credo che fosse comunque importante una sua presenza”.

    Meloni: ‘Avrei preferito Zelensky presente a Sanremo’

    Meloni ha confermato l’invio dell’Italia con la Francia del sistema Samp-T a Kiev: “Assolutamente sì, siamo da tempo impegnati in joint venture” con Parigi “su una materia molto importante per l’Ucraina. Credo che si stia procedendo speditamente e nei prossimi giorni saremo in grado di annunciarlo definitivamente”.
    In merito all’invio di jet a Kiev, “noi siamo disponibili a fare la nostra parte a 360 gradi. Preferisco non dire di più. Dipende dagli equilibri della comunità internazionale, ma noi ci siamo e ci siamo sempre stati. Dei timori, sentiti più dall’opposizione che dalla maggioranza, sul fatto che aiuti militari portino ad un’escalation della guerra io non sono assolutamente d’accordo”.
    C’è una sola possibilità che alla fine si arrivi ad un tavolo negoziale ed è l’equilibrio delle forze in campo. Un’invasione dell’Ucraina porta la guerra più vicina a casa nostra, non più lontana. Chi aiuta l’Ucraina lavora per la pace”, ha sottolineato Meloni
    Ieri dall’Europa si è data “un’immagine di compattezza e credo che sia un segnale molto importante, chiaramente dentro al Consiglio Ue e nelle conclusioni c’è la conferma del pieno sostegno alla causa della sovranità e della libertà. Abbiamo ribadito che l’Ue rimarrà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”.
    “Sono molto contenta dei risultati ottenuti dall’Italia in questo Consiglio europeo, sono soddisfatta di importantissimi passi avanti fatto su alcune materie particolarmente delicate”, ha detto Meloni. Il documento prodotto dal vertice Ue “è una grande vittoria per l’Italia, mi ritengo estremamente soddisfatta”, ha rimarcato.

    Aiuti di Stato, Meloni: ‘Abbiamo chiesto flessibilita’ sui fondi’

    GLI AIUTI DI STATO”La proposta italiana” per il vertice europeo “era quella della possibilità di una flessibilità sui fondi esistenti”, ha spiegato Meloni. “L’altra cosa che abbiamo chiesto è che nella futura discussione sul Patto di stabilità si tenesse conto del fatto se i cofinanziamenti nazionali messi in campo impattano sul rapporto deficit/Pil. Siamo riusciti a inserire questo elemento: nella riforma del Patto si tenga conto delle decisioni prese” sugli aiuti di Stato. “La posizione italiana sulla materia economica è pienamente entrata nelle conclusioni del vertice”, ha aggiunto.
    “Abbiamo chiesto che la Commissione faccia una proposta sul fondo sovrano europeo, che vada nella direzione delle esigenze strategiche europee”, ha proseguito Meloni. “Si tratta di dare una soluzione europea a un problema europeo”, ha detto ricordando che c’è “una discussione aperta sull’allentamento degli aiuti di Stato, in particolare la richiesta da nazioni che hanno spazio fiscale”.
    Chiedere più flessibilità non significa “che prendiamo i fondi di coesione e li mandiamo da un’altra parte, in altre Regioni. Il punto è capire se si possa costruire uno spazio fiscale che ci consente di concentrare risorse su priorità che oggi abbiamo, segnatamente la competitività delle imprese”, ha spiegato poi Meloni.
    Sempre sugli aoiuti di Stato, “abbiamo chiesto che l’allentamento sia circoscritto, temporaneo e limitato e che vi fosse anche la capacità di dare a un problema europeo una risposta europea. Questa soluzione, solo così, rischia di essere una soluzione nazionale”, ha detto Meloni.
    “Sul rinnovo del Patto di stabilità noi chiediamo che si tenga conto degli investimenti che dovremo fare nei prossimi anni: sino ad oggi il Patto di stabilità e crescita è stato più sbilanciato sulla stabilità che sulla crescita, e noi vorremmo invece che fosse più concentrato sulla crescita. Che poi è il modo migliore per rendere sostenibile il debito italiano: la crescita”, ha sottolineato la premier.

    Meloni durante la conferenza stampa a Bruxelles

    I MIGRANTI”Sono molto soddisfatta sul tema dei migranti. Ieri si è stabilito un principio, si cambia approccio, che è molto diverso da quello degli ultimi anni. L’approccio messo nero su bianco parte da una frase che mai si era riusciti a mettere: ‘l’immigrazione è un problema Ue e ha bisogno di una risposta Ue'”.
    “Prima di ragionare sui movimenti secondari dobbiamo lavorare insieme sui movimenti primari, per combattere il traffico di esseri umani e frenare gli ingressi illegali. Noi vogliamo che l’Ue si attivi nel suo lavoro sull’Africa, che ora sta facendo l’Italia: immaginiamo una cooperazione rafforzata con i paesi di partenza e transito dell’immigrazione per combattere anche i traffici illegali e consentendo alle persone di entrare in modo legale con flussi ben regolati”, ha detto Meloni.
    Nelle conclusioni “c’è il rapporto con chi è impegnato nelle attività di salvataggio. Questo tema è nelle conclusioni ed è abbastanza una novità, e che ne se discuta nell’ottica di regolamentare il funzionamento di queste attività”, ha detto la premier spiegando che nel documento europeo è specificato anche come “non si possa trattare il tema dei movimenti secondari senza affrontare quello dei movimenti primari”.
    “Sulle ong c’era un tavolo di lavoro che si chiama Gruppo di Contatto sul Search & Rescue che era stato costituito e non ha mai operato. Quel Gruppo è stato ripreso e nelle conclusioni si parla di rilancio di questo organo. Anche questo è un fatto molto importante”, ha poi rimarcato Meloni in conferenza stampa. “Mi sembra che al vertice ci siano stati passi avanti sulla concretezza”, ha aggiunto.
    “Una cosa è dire che l’Europa aiuterà l’Italia nel Mediterraneo, un conto è avere un piano della Commissione: il consiglio stabilisce una cornice, poi che tipo di concretezza fa la differenza. Ora abbiamo chiesto che il piano sulla rotta centrale” del Mediterraneo “va implementato e messo in modo. Io sono convinta che vedremo questa cooperazione, che per esempio vuol dire prendere risorse e impiegarle verso sud e non verso est: sono stati spesi sei miliardi con la Turchia per gestire la rotta balcanica, io ho un obiettivo simile con i Paesi del Nord africa”, ha detto Meloni.
    “Chi ha 3.000 euro da dare a uno scafista può tentare di arrivare in Europa, chi è ancora più povero e non ce li ha, no. È umano questo?”, ha chiesto Meloni. “È arrivato il momento di dire che non possono essere i criminali a fare la selezione d’ingresso in Europa, la dobbiamo fare noi: sia per rifugiati che per la migrazione legale. Con i Paesi africani si può lavorare meglio, anche attraverso i nostri consolati”, ha aggiunt

    Agenzia ANSA

    In merito al trilaterale Scholz-Macron-Zelensky, con la Francia “non c’è stato uno strappo”, ma “secondo me è stato un errore non coinvolgere l’Italia, visto che c’è un Trattato del Quirinale”. (ANSA)

    o.

    IL RAPPORTO CON MACRON”Confesso che trovo alcune letture italiane un po’ provinciali. Il tema non è ‘gelo’, ‘problemi’, il tema è che l’Italia è una nazione abbastanza centrale in Ue da dover dire quando su qualcosa non è d’accordo rispetto al passato in cui per noi era sufficiente stare in una foto e questo bastava a descrivere la nostra centralità”, ha detto Meloni rispondendo ad un domanda sul botta e risposta con Macron sull’invito di Zelensky a Parigi. Quanto successo “non compromette i miei rapporti, ma quando c’è qualcosa che non va devo dirlo”, ha ribadito Meloni.
    “Non è facile per nessuno di noi gestire la questione Ucraina con l’opinione pubblica, quello che noi facciamo lo facciamo perché è giusto ma forse non è la cosa migliore sul piano del consenso. Quello che era giusto era la foto dei 27 con Zelensky, anticipare la compattezza con una riunione a Parigi era politicamente sbagliato. Il tema non era stare nella fotografia e io non ho condiviso” la scelta, ha spiegato la presidente del Consiglio. “Credo che ieri non andasse indebolita la forza dell’immagine di unità dei 27 a Bruxelles. A Parigi” con Zelensy “c’erano due presidenti, e non gli altri 25”.
    “Rispetto a chi pensava che la politica estera italiana era solo farsi dare la pacca sulla spalla e non considerare gli interessi italiani, ecco io credo che gli interessi dell’Italia siano più rilevanti”, ha evidenziato.
    “Rispetto a chi pensava che la politica estera italiana era solo farsi dare la pacca sulla spalla e non considerare gli interessi italiani, ecco io credo che gli interessi dell’Italia siano più rilevanti”.
    “Chi pensa ad una Ue di serie A e serie B, chi pensa che l’Europa debba essere un club in cui c’è chi conta di più e di meno, sbaglia. Secondo me quando si dice che l’Ue ha una prima classe e una terza classe, vale la pena ricordarsi del Titanic. Se una nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto”, ha proseguito Meloni.

    Agenzia ANSA

    ‘Pensa di fare da solo? Non credo che andrà lontano’ (ANSA)

    VISEGRAD”Si dice che Meloni ha scelto Visegrad perché non era nella foto con gli altri. Ma è normale che abbia visto i premier del nostro partito, come Fiala e Morawiecki”, ha affermato la presidente del Consiglio.

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    Balneari, l'Ue all'Italia: “no a ulteriori ritardi”

    “I cittadini e le imprese” italiane “hanno bisogno, senza ulteriori ritardi, di procedure trasparenti, imparziali e aperte” per decidere “a quale impresa debba essere concesso il diritto di utilizzare il suolo pubblico, in questo caso le spiagge, per offrire i propri servizi”. Così un portavoce della Commissione Ue all’ANSA all’indomani del via libera della commissione Bilancio e affari costituzionali del Senato alla proroga di un anno delle concessioni balneari.
    Bruxelles “continua a seguire da vicino gli sviluppi sulla riforma delle concessioni in Italia” che, evidenzia il portavoce, “è già oggetto di una procedura d’infrazione”.
    Meloni: impegnati in interlocuzione con Ue”Credo ci siano interlocuzioni che si possono ancora avviare, a partire dal tema della mappatura delle nostre spiagge per ragionare nel senso di difendere anche un mondo produttivo che per noi è strategico. Vedremo nelle prossime ore anche nella discussione in Parlamento quali saranno le tempistiche ma è uno dei dossier su cui siamo impegnati anche con una interlocuzione con l’Ue”, ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa a Bruxelles all’indomani del consiglio straordinario europeo.   

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    Giorno ricordo, Mattarella: “Il ricordo conserva e rinnova la memoria della tragedia”

    Al Quirinale si sono svolte le celebrazioni del Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata.

    Giorno Ricordo, Mattarella: ‘C’e’ carico di dolore e sangue per anni rimosso’

    “Sono passati quasi vent’anni da quando il Parlamento italiano istituì, con una significativa ampia maggioranza, il Giorno del Ricordo, dedicato al percorso di dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia nella drammatica fase storica legata alla Seconda Guerra Mondiale e agli avvenimenti a essa successivi”. Una legge, che vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Lo ha detto Sergio Mattarella al Quirinale.
    Oggi si ricordano “vessazioni e violenze dure, ostinate, che conobbero eccidi e stragi e, successivamente, l’epurazione attraverso l’esodo di massa. Un carico di sofferenza, di dolore e di sangue, per molti anni rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato. Come se le brutali vicende che interessarono il confine orientale italiano e le popolazioni che vi risiedevano rappresentassero un’appendice minore e trascurabile degli eventi della fosca epoca dei totalitarismi o addirittura non fossero parte integrante della nostra storia”, ha affermato Mattarella.
    “Nessuno deve avere paura della verità. La verità rende liberi. Le dittature – tutte le dittature – falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato. La nostra Repubblica trova nella verità e nella libertà i suoi fondamenti e non ha avuto timore di scavare anche nella storia italiana per riconoscere omissioni, errori o colpe”, ha sottolineato il capo dello Stato
    “Ribadendo la condanna per inammissibili tentativi di negazionismo e di giustificazionismo, segnalo che il rischio più grave di fronte alle tragedie dell’umanità non è il confronto di idee, anche tra quelle estreme, ma l’indifferenza che genera rimozione e oblio”, ha aggiunto il presidente della Repubblica

    Mattarella: ‘Il Giorno del Ricordo conserva e rinnova la memoria della tragedia’

    Nel suo intervento, il presidente della Repubblica ha parlato anche della guerra in Ucraina. “La civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l’unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano – ancora oggi – le terribili vicende legate all’insensata e tragica invasione russa dell’Ucraina. Un inaccettabile tentativo di portare indietro le lancette della storia, cercando di ritornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza”, ha detto.
    Sui Balcani, “la presenza di segnali ambigui e regressivi, con rischi di ripresa di conflitti, ammantati di pretesti etnici o religiosi, richiede di rendere veloce con decisione e coraggio il cammino dell’integrazione europea dei Balcani occidentali”, ha dichiarato Mattarella alludendo alle recenti tensioni tra Serbia e Kosovo.”Italia, Slovenia e Croazia, grazie agli sforzi congiunti e al processo di integrazione europea – ha aggiunto – hanno fatto, insieme, passi di grande valore. Lo testimoniano Gorizia e Nova Gorica designate insieme unica capitale europea della cultura del 2025″.
    Meloni: il Giorno del Ricordo ricuce dolore e congiura del silenzio “Oggi l’Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani” costretti “ad abbandonare le loro case terre per il solo fatto di essere italiani. Centinaia di migliaia di nostri connazionali obbligati a fuggire e che la Nazione, non seppe accogliere come sarebbe stato giusto fare”, afferma la premier, Giorgia Meloni. “La memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata – prosegue – è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio. La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge n. 92 del 30 marzo 2004”.
    Una legge, sottolinea Meloni, “che istituisce la solennità civile che celebriamo oggi e che impegna le Istituzioni a promuovere la conoscenza di quei fatti, a valorizzare il contributo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia allo sviluppo sociale e culturale dei territori dell’Adriatico orientale e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti sul territorio nazionale e all’estero”. “È la ragione – spiega ancora – per la quale ho voluto istituire a Palazzo Chigi uno specifico Comitato di coordinamento delle celebrazioni legate a questa giornata, allo scopo di garantire una più efficace programmazione delle iniziative e delle cerimonie proposte e organizzate dalle Amministrazioni in occasione del 10 febbraio. Il ringraziamento del Governo va agli esuli e ai loro discendenti per l’insostituibile opera di testimonianza e a tutte le Associazioni, le Fondazioni, le Società e i Comitati che portano avanti la memoria di quei fatti e lavorano instancabilmente allo ricerca, alla documentazione e alla divulgazione. I nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia sono “italiani due volte” e custodiscono nel loro cuore la nostra Bandiera. Quel Tricolore che molti di loro portarono con sé fuggendo dalle loro terre e che questa sera illuminerà, con i suoi meravigliosi colori, la sede del Governo. L’Italia non dimentica”, conclude Meloni.
    La Russa: è un momento fondante della storia comuneLa tragedia delle foibe “non può e non deve essere dimenticata, così come deve essere dimenticato l’esodo dall’Istria, dalla Dalmazia, da Fiume, gli italiani che furono di fatto costretti a lasciare le loro case, i luoghi dove erano nati e dove vivevano, e che furono accolti malissimo dall’Italia di allora”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
    “Io credo – ha proseguito – che la svolta c’è stata nel 2004 quando è stata istituita la Giornata del ricordo. Io ero capogruppo di Alleanza nazionale ed ebbi l’onore di firmarla questa legge, insieme a Menia”.
    Una legge “che oggi comincia veramente a dare i propri frutti. Quella legge fu votata praticamente all’unanimità tranne 12 che non la votarono alla Camera. Oggi a distanza di anni considero quel momento uno dei momenti fondanti della memoria comune della nostra Nazione”, ha sottolineato.
    “Quando La memoria diventa comune – ha quindi concluso – diventa un momento di crescita quale è oggi il ricordo della tragedia delle foibe, la tragedia di coloro che dovettero abbandonare le loro case”.
    Fontana: conservare e rinnovare la memoria delle vittime “Conserviamo e rinnoviamo la memoria di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre e dell’atroce sofferenza inflitta dal totalitarismo comunista e dalla dittatura titina. #10febbraio #GiornodelRicordo”. Lo scrive su Twitter il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
    Sangiuliano: il ricordo è antidoto a nuove tragedie “Coltivare la memoria è l’unico antidoto affinché tragedie come queste non accadano mai più”. Lo scrive in un tweet il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel giorno del ricordo delle vittime delle foibe.

    Agenzia ANSA

    L’appello del ministro della cultura Sangiuliano per il Giorno del Ricordo. La Russa a Foiba di Basovizza. ‘Siamo sulla strada giusta per memoria condivisa’. Bonaccini: ‘Una tragedia che segna la storia’ (ANSA)

    Mulè: pensiero alle vittime ma guardare avanti “Il ‘Giorno del Ricordo’ impone a tutti gli italiani la reiterazione di un atto di misericordia nei confronti delle vittime e dei loro familiari nella doverosa e dolorosa rilettura di una pagina infame della storia. Nello stesso momento siamo chiamati a guardare avanti esaltando i valori di unità e concordia tra i popoli su cui si fonda la nostra Costituzione”. Lo dichiara Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, presente al Quirinale per la celebrazione del Giorno del Ricordo.
    Malpezzi: sconfiggere ogni forma di negazionismo “Nel giorno del Ricordo, riviviamo una pagina tragica della storia recente, per molti anni ignorata. Impegnamoci a sconfiggere qualsiasi forma di negazionismo e indifferenza che genera odio: per farlo dobbiamo conoscere la storia e i suoi eventi, conservando intatta la memoria”. Così su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.
    Gelmini: una ferita nascosta per troppo tempo “Per troppo tempo nel nostro Paese la tragedia delle Foibe è stata una ferita nascosta, una pagina oscurata. Oggi ricordare le vittime, a lungo dimenticate, e tenere vivo anche nelle nuove generazioni il ricordo di questo eccidio è un nostro dovere”. Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione.
    Floridia: memoria è dovere morale e civile “Rinnovare la memoria sulla tragedia delle Foibe è un dovere morale e civile. Coltivare il ricordo e conoscere la storia, anche nei suoi meandri più bui, è il modo migliore per rendere omaggio alle vittime di una tragedia tanto enorme e per contrastare ogni forma di negazionismo e di strumentalizzazione”. Così la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Barbara Floridia.
    Salvini: spero che Sanremo dedichi un attimo “Commemorare il Giorno del ricordo anche a Sanremo, ma soprattutto che la tragedia delle foibe venga sempre ricordata dagli italiani e insegnata nelle scuola”. A dirlo il leader della Lega Matteo Salvini, a margine della cerimonia di deposizione di corone d’alloro presso il Monumento agli infoibati ed esuli, in piazza della Repubblica a Milano. “L’importante – aggiunge – è che si ricordino queste centinaia di migliaia di italiani massacrati, trucidati, costretti a scappare e che avevano solo la colpa di essere italiani e non comunisti. Nei cuori di tanti italiani e nelle scuole. Poi lascio alla Rai onori e oneri, ma mi auguro che essendo una giornata importante per milioni di italiani il Festival della canzone italiana dedichi qualche secondo a questa pagina tragica. Ma non è che se qualcosa non succede a Sanremo non succede, ma visto che stanno parlando di tutto l’universo umano, questa è storia italiana”.   

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    Tajani, errore della Francia non coinvolgerci con Zelensky

     In merito al trilaterale Scholz-Macron-Zelensky, con la Francia “non c’è stato uno strappo”, ma “secondo me è stato un errore non coinvolgere l’Italia, visto che c’è un Trattato del Quirinale”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del convegno Medor di Leonardo Foundation alla Luiss di Roma.    “Dobbiamo andare avanti, perché quello che conta è l’unita degli europei per sostenere l’Ucraina in questo momento così importante”, ha aggiunto.    

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    Il 6 marzo al via celebrazioni per trentennale scomparsa Guido Carli

       Si apriranno con una doppia Lectio Magistralis le celebrazioni promosse dalla Fondazione Guido Carli per il trentennale della scomparsa dello statista, ex Ministro del Tesoro ed ex Governatore della Banca d’Italia.    Lunedì 6 marzo alle ore 17.00 nell’Aula Magna Mario Arcelli della Luiss Guido Carli – si legge in una nota – prenderanno la parola due protagoniste dell’Italia di oggi: Claudia Parzani, prima donna presidente di Borsa Italiana e partner Linklaters, tesserà un “Elogio dell’insuccesso. Le nuove leadership tra gentilezza e diversità”; Beatrice Venezi, direttore d’orchestra di fama internazionale, racconterà l’importanza di “Cantare fuori dal coro. Le voci delle donne, oltre i pregiudizi”.    Le commemorazioni culmineranno il 5 maggio con la cerimonia di assegnazione del Premio Guido Carli ai talenti che fanno grande l’Italia nel mondo. Quest’anno, per la prima volta, la premiazione si svolgerà nella cornice del Teatro dell’Opera di Roma.    “Nei suoi cinquant’anni di attività al servizio del Paese – afferma Romana Liuzzo, Presidente della Fondazione Guido Carli – mio nonno Guido Carli anticipò tutte le doti che si richiedono ai leader contemporanei: fu un innovatore che credeva nel potere delle riforme, un visionario che non aveva paura di osare e di cambiare gli schemi di gioco, uno statista che aveva fiducia nei giovani. Sono particolarmente orgogliosa che la Fondazione, nella settimana della Giornata internazionale della donna, abbia scelto per le Lectiones Magistrales Claudia Parzani e Beatrice Venezi. Sarà l’occasione per ascoltare la testimonianza di due donne che si sono affermate in ambiti tradizionalmente maschili, la finanza e la musica, con competenza e determinazione, facendo valere la loro differenza senza mai avere paura di sfidare i pregiudizi e il conformismo del pensiero unico. Gentilezza, diversità ed empatia possono rappresentare i veri vantaggi competitivi per rifondare la società sulla base del merito, valore caro a Carli e alla Fondazione che mi onoro di presiedere”. In platea saranno presenti esponenti delle Istituzioni, top manager, imprenditori e numerosi studenti.    Sarà possibile seguire le Lectiones Magistrales anche in diretta streaming su ansa.it, corriere.it, tgcom24.it, Luiss Social tv e la pagina Facebook della Fondazione Guido Carli.    

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    Salvini, conto su buon risultato Lega in Lombardia e Lazio

    (ANSA) – MILANO, 10 FEB – “Conto in un buon risultato della
    Lega in Lombardia e anche nel Lazio”. Lo ha detto il leader
    della Lega e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini,
    parlando del risultato delle regionali a margine del sopralluogo
    al cantiere del villaggio olimpico a Milano.   
    “Perché per la Lega vincere in Lombardia significa continuare
    un percorso di trent’anni. Ma una eventuale vittoria a Roma e
    nel Lazio sarebbe la prima volta nella storia”, ha concluso.   
    (ANSA).