More stories

  • in

    Pd: Bonaccini, molto soddisfatto del risultato nei circoli

    (ANSA) – BOLOGNA, 13 FEB – “Sono rimasto molto soddisfatto di
    avere superato il 50%, nonostante ci fossero quattro candidati.   
    E’ una prima prova molto importante”. Così Stefano Bonaccini,
    candidato alla segreteria del Pd, parlando del voto nei circoli
    del Pd che lo hanno visto primeggiare su Elly Schlein.   
    “Se divento segretario – ha detto – ribadisco che non ci
    vorranno più sei mesi per eleggere un segretario perché questi
    non sono i tempi normali che percepiscono i cittadini”. Ad ogni
    modo, ha concluso riferendosi alla partecipazione al voto da
    parte degli iscritti del Pd, “credo che possiamo essere
    soddisfatti di quello che è accaduto, che sta accadendo”.   
    (ANSA).   

  • in

    Papa: nessuno sia escluso o penalizzato dal servizio sanità

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 13 FEB – Il Papa ribadisce
    l’appello per una sanità che non escluda o discrimini nessuno.   
    Incontrando in Vaticano la Federazione Italiana Malattie Rare,
    Papa Francesco, nel discorso che ha loro consegnato, sottolinea:
    “La buona politica dipende anche dall’apporto delle
    associazioni, che, su questioni specifiche, hanno le conoscenze
    necessarie e l’attenzione verso persone che rischiano di essere
    trascurate. Ecco il punto decisivo: non si tratta di rivendicare
    favori per la propria categoria, non è questa la buona politica;
    ma si tratta di battersi perché nessuno – si legge nel discorso
    del Pontefice – sia escluso dal servizio sanitario, nessuno sia
    discriminato, nessuno penalizzato. E questo a partire da
    un’esperienza come la vostra che è fortemente a rischio di
    emarginazione”.   
    Il Papa ha anche fatto “un esempio: realtà come la vostra
    possono fare pressione perché si superino le barriere nazionali
    e commerciali per condividere i risultati delle ricerche
    scientifiche, così da poter raggiungere obiettivi che oggi
    appaiono molto distanti”. (ANSA).   

  • in

    Pd: Bonaccini vince nei circoli, Schlein punta ai gazebo

    La guerra dei numeri va avanti fino all’ultimo minuto. Il congresso Pd è al giro di boa, con la chiusura del voto nei circoli (tranne quelli di Lazio e Lombardia, dove prosegue fino al 19 febbraio) e l’investitura ufficiale dei due candidati che si sfideranno alle primarie del 26 febbraio. Chi saranno è ormai scontato: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Messi da parte fioretto e salamelecchi, entrambi hanno sfoderato la sciabola. In attesa dei risultati ufficiali, che il Nazareno dovrebbe diffondere domani, ogni squadra ha fatto uscire i dati che più giovano alla causa. “Ho più di 20 punti di vantaggio – ha tagliato corto in mattinata Bonaccini, riferendosi ai dati della sera precedente – Ringrazio chi mi ha scelto, siamo al 54%, è un risultato molto importante, ma l’importante è che le persone partecipino”. Il secondo posto nel gradimento fra gli iscritti non pare faccia paura a Schlein, che ha rilanciato: “Saremo in grado di mobilitare moltissime persone alle primarie del 26 febbraio e questo ci metterà nelle condizioni di dare un grande valore aggiunto a questo congresso. E vincerlo”.
    Per i sostenitori di Schlein, il voto ai gazebo, che coinvolgerà i simpatizzanti anche non tesserati, favorirà la loro proposta. Le proporzioni indicano due campi da gioco diversi: l’ordine di grandezza del voto nei circoli è di 100 mila iscritti, quello atteso per le primarie è di un milione di elettori. L’esito dei circoli “è andato oltre le aspettative – ha commentato Marco Furfaro, portavoce nazionale della mozione Schlein – Era il terreno dove tutti ci davano per sfavoriti”. Ma per la squadra del governatore, “la presunta rimonta – ha detto Pina Picierno (Pd) – è stata raccontata soltanto dai comunicati stampa, ma la realtà parla di un vantaggio consolidato e enorme di Stefano Bonaccini”. Gara di letture e gara di dati. Il deputato Andrea De Maria, che sta col presidente dell’Emilia Romagna, ha fatto sapere che a Bologna “la vittoria di Stefano Bonaccini è stata netta, con il 55,42% nella Federazione”, che comprende anche i comuni della Città Metropolitana.
    Un “risultato che vale doppio”, ha esultato Bonaccini. Dal comitato Schlein hanno risposto con i dati di Milano, indicando la candidata in vantaggio (42%) sul rivale (38,5%), Napoli dove “il risultato definitivo è di 898 voti per Elly Schlein e 881 per Stefano Bonaccini” e della Liguria, con Bonaccini al 38,25% e Schlein al 54,09%: anche se sarebbe l’unico dato complessivo di una regione che la vede in testa. “Abbiamo vinto in molte città, come Verona, Milano, Napoli, Catania, Venezia, Genova… – ha commentato Francesco Boccia – Dove non c’è la mano delle reti organizzate, Schlein vince”. Non a Firenze: “Bonaccini è al 58% con 22 punti di vantaggio su Schlein”, ha annunciato Dario Nardella. La sciabola sfoderata dai due sfidanti per la segreteria non è solo di cifre. “Non ci serve il partito degli amministratori – è stata la stoccata di Schlein al presidente di Regione – essere amministratori di per sé non è una linea politica e a noi serve una linea politica”. Ci sono poi le piccole sfide dal sapore antico. Come quella del circolo della Bolognina (quello della svolta di Occhetto e quello scelto da Schlein per il ritorno nel Pd), che ha visto al congresso Schlein e Cuperlo illustrare di persona le mozioni, l’una di fronte all’altro: Schlein è arrivata prima con 68 voti su 135, Cuperlo secondo con 36 voti, e Bonaccini terzo a quota 31. Il presidente della Regione ha però vinto nella sua Capogalliano col 95% delle preferenze. Ma già si guarda alle primarie, alla sfida decisiva. Nei prossimi giorni, saranno importanti anche gli endorsement degli esclusi. Ma Cuperlo non sembra intenzionato a dare indicazione. E anche De Micheli non ha sciolto la riserva.

  • in

    Regionali: affluenza al 29,72%, in forte calo

    (ANSA) – ROMA, 13 FEB – I dati dell’affluenza nei 1.882
    comuni al voto per le elezioni regionali di Lombardia e Lazio
    confermano il forte calo della partecipazione: alle 23 di ieri
    ha votato il 29,72%, rispetto al 70,63% delle precedenti
    omologhe.   
    In Lombardia l’affluenza è del 31,78% (nel 2018 alla stessa
    ora e con lo stesso numero di comuni aveva votato il 73,11%).   
    Nel Lazio è del 26,28% (66,55%). Nel 2018 si votò in una sola
    giornata, mentre quest’anno i seggi saranno aperti anche oggi.   
    (ANSA).   

  • in

    Regionali: affluenza in forte calo, 29,72% alle 23

    I dati dell’affluenza nei 1.882 comuni al voto per le regionali di Lombardia e Lazio confermano il forte calo della partecipazione: alle 23 di ieri ha votato il 29,72% (rispetto al 70,63% alle precedenti omologhe). Lo rende noto il sito del Viminale. In Lombardia (1.504 comuni su 1504) l’affluenza è del 31,78% (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva votato il 73,11). Nel Lazio (378 comuni su 378) è del 26,28% (66,55%). Nel 2018 si votò in una sola giornata, mentre quest’anno i seggi saranno aperti anche oggi, dalle 7 alle 15.
    “E’ un’elezione importante, quindi spero che l’affluenza sia adeguata a una scelta come quella che si deve fare per Regioni così strategiche per una nazione. Quindi andate a votare”. L’ha detto la premier Giorgia Meloni uscendo dal seggio a Roma dove è andata a votare per la presidenza della Regione Lazio.
    Si sono chiusi alle 23 i seggi per le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio, a conclusione del primo giorno di votazioni. Riapriranno domani alle 7 e si potrà votare fino alle 15. Subito dopo – al termine delle operazioni di voto e di riscontro dei votanti – avrà inizio lo scrutinio. Per questo turno elettorale le sezioni sono 9.254 per la Lombardia in un totale di 1.504 comuni e 5.306 sezioni per il Lazio suddivise in 378 comuni. In totale gli elettori chiamati al voto nelle due regioni sono circa 12 milioni.

    Oltre dodici milioni di cittadini sono chiamati alle urne, oggi e lunedì, per scegliere governatori e consigli di due delle più importanti regioni italiane: Lazio e Lombardia. L’ultima tornata elettorale per Lazio e Lombardia risale al 4 marzo del 2018.

    Le dichiarazioni dei politici ai seggi (ANSA)

    Nel Lazio si sfideranno Alessio D’Amato (centrosinistra e Terzo Polo), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5s e altre liste di sinistra), Rosa Rinaldi (Unione popolare) e Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano). Il consiglio regionale del Lazio è composto da 50 consiglieri più il presidente della Regione.

    Agenzia ANSA

    FdI cerca en plein e campo largo diviso alla prova. Lega a caccia di uno spazio, Calenda spariglia e cerca leadership nella coalizione (ANSA)

    In Lombardia corrono per la carica di governatore l’uscente Attilio Fontana (centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5s), Letizia Moratti (Terzo Polo) e Mara Ghidorzi (Unione Popolare). Il consiglio regionale è composto da 80 consiglieri compreso il presidente della Regione.

    Agenzia ANSA

    Le aspettative e le speranze del centrodestra di una doppia vittoria in Lombardia e Lazio domenica e lunedì prossimi sono palpabili. (ANSA)

    La scheda elettorale è di colore verde. L’elettore ha tre opzioni: votare per il candidato presidente (e la scelta non si estende alle liste collegate), votare per candidato presidente e una lista (nel caso si selezioni solo sulla lista la preferenza di estende anche al candidato) o optare per il voto disgiunto, cioè scegliere una lista e un candidato governatore non collegato.
    È possibile esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio regionale: basta scrivere il cognome del candidato, o nome e cognome, accanto al simbolo della lista a cui appartiene. Nel caso si esprimano due preferenze, devono riguardare due candidati di sesso diverso pe rispettare la cosiddetta parità di genere. Se si scelgono due uomini o due donne la seconda scelta sarà annullata. Lo spoglio inizierà lunedì subito dopo la chiusura dei seggi.

    Al voto il 12 e 13 febbraio. Nel Lazio sei candidati, in Lombardia quattro (ANSA)

  • in

    Regionali: dati parziali, alle 23 affluenza in calo a 30,96%

    (ANSA) – ROMA, 12 FEB – I dati relativi a 1.790 dei 1.882
    comuni al voto per le regionali di Lombardia e Lazio indicano
    un’affluenza alle ore 23 del 30,96%% (era stata del 72,95% alle
    precedenti omologhe). Lo rende noto il sito del Viminale.   
    In Lombardia (1.436 comuni su 1.504) l’affluenza è del 31,76%
    (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva
    votato il 74,08). Nel Lazio (354 comuni su 378) è del 28,63%
    (69,69%).   
    Nel 2018 si votò in una sola giornata, mentre quest’anno i
    seggi saranno aperti anche domani, dalle 7 alle 15, mentre
    questa sera chiuderanno alle 23. (ANSA).   

  • in

    Regionali: affluenza ore 19 al 25,27%, in forte calo

    (ANSA) – ROMA, 12 FEB – I dati relativi ai 1.882 comuni al
    voto per le regionali di Lombardia e Lazio testimoniano
    un’affluenza alle ore 19 del 25,27% (era stata del 56,1% alle
    precedenti omologhe). Lo rende noto il sito del Viminale.   
    In Lombardia (1.504 comuni su 1.504) l’affluenza è del 27,17%
    (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva
    votato il 59,23%).   
    Nel Lazio (378 comuni su 378) è del 22,11% (50,96%).   
    Nel 2018 si votò in una sola giornata, quest’anno i seggi
    saranno aperti anche domani, dalle 7 alle 15, mentre questa sera
    chiuderanno alle 23. (ANSA).   

  • in

    Berlusconi: 'Da premier non sarei mai andato da Zelensky'

    “Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”. Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dopo aver votato nel seggio di via Ruffini a Milano.   
    Berlusconi: ‘Se fossi premier non avrei mai incontrato Zelensky’

    “Giorgia Meloni è d’accordo con le parole inquietanti pronunciate da Berlusconi sulla guerra in Ucraina? Oggi di fatto si è schierato ufficialmente con la Russia di Putin. Con questi alleati di governo la premier non si lamenti di come viene trattata in Ue”. Così su Twitter la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi.
    “Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo”. Così twitta il leader di Azione, Carlo Calenda riferendosi alle ultime dichiarazioni del presidente di Forza Italia.
    “Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’Esecutivo”. Così riferiscono fonti Palazzo Chigi.
    “Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani. Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l’Occidente aveva in mente”. Lo ha detto all’ANSA la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky.