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    M5s, costituire al più presto la Vigilanza Rai

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – Dopo quanto è successo al Festival di
    Sanremo, “bisogna procedere celermente alla costituzione della
    commissione di Vigilanza”. Lo ha chiesto nell’Aula della Camera
    Enrico Cappelletti del M5S, denunciando un “tiro a segno
    vergognoso di esponenti di maggioranza e governo sia verso chi
    si è esibito all’Ariston sia, poi, nei confronti della dirigenza
    della Rai, colpevole di non aver posto censure”.   
    Il vicepresidente Giorgio Mulè ha risposto: “siamo in attesa
    che venga pubblicata in Gazzetta ufficiale la legge: non appena
    avverrà la presidenza darà seguito”. (ANSA).   

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    La Russa, ruolo giornalisti decisivo per libertà della Nazione

    (ANSA) – RICCIONE, 14 FEB – “Il vostro è un ruolo essenziale
    e decisivo, perché solo attraverso una reale difesa dei diritti
    e della dignità di ogni professionista e operatore
    dell’informazione è possibile assicurare ai cittadini solidi
    pilastri di giustizia, trasparenza e partecipazione. Resto
    fermamente convinto, infatti, che la libertà di una Nazione si
    commisuri con la piena libertà di informare e di essere
    informati, senza preclusioni o pregiudizi: condizione
    imprescindibile per l’esercizio di ogni altra libertà
    democratica, sociale e civile”. Lo afferma il presidente del
    Senato, Ignazio La Russa, in un messaggio inviato in occasione
    del 29/o Congresso della Fnsi a Riccione.   
    “Rinnovo pertanto i miei auguri per i vostri lavori
    congressuali – ha detto ancora -, nella certezza che i
    contributi di queste giornate sapranno arricchire di idee e
    iniziative un percorso di valori, tutele e responsabilità che
    sosterrò sempre con convinzione e determinazione”. (ANSA).   

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    Regione Lazio, chi sono i 51 nuovi consiglieri della Pisana

    Ecco, dai dati del Viminale, come sarà composto il nuovo Consiglio regionale del Lazio. I dati e il riparto, sottolinea il sito del ministero, sono comunque ancora provvisori: 5299 sezioni su 5306, con alcune sezioni mancanti a Colleferro (RM), Torrice (FR), Cervaro (FR), Piglio (FR) E Fabrica di Roma (VT), i cui atti sono stati inviati all’Ufficio centrale per il completamento delle operazioni.    Inoltre bisognerà considerare eventuali rinunce che potrebbero far scattare, nei prossimi giorni, i relativi subentri che potrebbero modificare l’elenco dei nominativi.    L’Aula della Pisana conta 51 consiglieri, tra i quali il governatore eletto. La maggioranza sarà composta da 31 consiglieri: FdI 22, Lega 3, FI 3, Civica Rocca 1, Udc 1, più appunto Francesco Rocca. L’opposizione conterà dunque 20 consiglieri: Alessio D’Amato (di diritto), Pd 10, Terzo Polo 2, Civica D’Amato 1, Verdi-Sinistra 1, M5s 4, Polo progressista 1.    Saranno 22 quelli di FdI, di cui 13 a Roma (Giancarlo Righini, Micol Grasselli, Massimiliano Maselli, Marco Bertucci, Fabrizio Ghera, Emanuela Mari, Edy Palazzi, Antonello Aurigemma, Roberta Angelilli, Laura Corrotti, Marika Rotondi, Flavio Cera e Maria Chiara Iannarelli) 2 a Frosinone (Daniele Maura e Alessia Savo), 3 a Latina (Enrico Tiero, Elena Palazzo e Vittorio Sambucci), 2 a Rieti (Michele Nicolai ed Eleonora Berni) e 2 a Viterbo (Daniele Sabatini e Valentina Paterna).    La Lega elegge 3 consiglieri: 2 a Roma (Pino Cangemi e Laura Cartaginese) e 1 a Latina (Angelo Tripodi).    Forza Italia elegge 3 consiglieri: 2 a Roma (Fabio Capolei e Diana Magari) e 1 a Latina (Cosmo Mitrano).    La Civica Rocca elegge 1 consigliere (Mario Crea) e 1 l’Udc (Nazareno Neri).    Passando invece all’opposizione, è eletto di diritto consigliere Alessio D’Amato.    Il Pd elegge 10 consiglieri, di cui 7 a Roma (Daniele Leodori, Eleonora Mattia, Emanuela Droghei, Michela Califano, Mauro Alessandri, Mario Ciarla, Rodolfo Lena), 1 a Frosinone (Sara Battisti), 1 a Latina (Salvatore La Penna), 1 a Viterbo (Enrico Panunzi).    Il Terzo Polo si ferma a quota 2, entrambi a Roma: Marietta Tidei e Luca Andreassi.    Per la Civica D’Amato, a Roma, Marta Bonafoni.    Per i Verdi-Sinistra, a Roma, Alessio Pascucci.    Riguardo invece al Movimento 5 Stelle, sono eletti 4 consiglieri, tutti a Roma: Donatella Bianchi, Enzo D’Antò, Adriano Zuccalà e Valerio Novelli.    Il Polo progressista (che appoggiava Bianchi) porta alla Pisana Alessandra Zeppieri, sempre da Roma. 

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    Bonaccini, Calenda e M5s non potranno vincere senza il Pd

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “Abbiamo perso nettamente, ma Calenda
    come i 5 Stelle devono porsi il problema che, perdendo come o
    peggio del Pd, senza il Pd non potranno mai vincere le elezioni
    in questo Paese”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna
    e candidato alla guida del Pd Stefano Bonaccini a Tagadà, su la
    7. (ANSA).   

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    Rocca, obiettivo è governare Lazio per 10 anni

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “È una giornata importante. Il
    nostro obiettivo è governare noi la regione per 10 anni”. Lo ha
    detto il neo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in
    collegamento telefonico a un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1.   
    “Ora mi chiamano governatore, ancora mi devo abituare. È Una
    bella responsabilità”, ha affermato Rocca. “Comunque mi piace
    più” la parola “presidente”, ha aggiunto.   
    “Tenermi la Delega alla sanità e al bilancio? Sto riflettendo
    ma solo sulla sanità. Ora sto studiando tutte le sfide
    prioritarie. Comunque la sanità seguirò molto da vicino”, Per
    la giunta “ci sono ancora 15 giorni”, ha aggiunto. (ANSA).   

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    Calenda, per noi meglio scelta indipendente che di coalizione

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “Io penso che nelle elezioni
    regionali per noi è molto difficile perché siamo al centro dello
    schieramento politico. Faccio però notare che il risultato della
    Lombardia è un risultato che va letto”. Così Carlo Calenda,
    leader di Azione, ha commentato i risultati delle urne durante
    la trasmissione ‘L’Aria che tira’. Il senatore ha aggiunto che
    “non può essere letto solo il risultato del Terzo Polo”, ma si
    deve guardare al risultato complessivo di Letizia Moratti, di
    poco inferiore rispetto a quello raggiunto dal Terzo Polo nelle
    scorse elezioni politiche. Poi è tornato sul tema delle
    alleanze, affermando che tra le due scelte fatte in Lombardia e
    nel Lazio “è stata comunque più premiata quella indipendente
    rispetto a quella di andare in coalizione”. (ANSA).   

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    Schlein, ieri sconfitta netta, al Pd serve identità chiara

    (ANSA) – ROMA, 14 FEB – “Sapevamo che sarebbe stata dura però
    chiaramente è una sconfitta netta. Per risalire serve darci
    un’identità chiara, comprensibile e coerente. Forse è un po’ la
    chiarezza che è mancata in questi ultimi anni. È anche il motivo
    per cui ho deciso di tornare nel Partito Democratico e dare il
    mio contributo per dare un profilo chiaro a questo partito. La
    destra vince le elezioni e fa la destra. Noi dobbiamo costruire
    la sinistra perché è mancata in questi anni”. Lo ha dichiarato
    Elly Schlein, candidata alla Segreteria del Pd, commentando i
    risultati delle elezioni regionali durante la trasmissione
    ‘Forrest’ su Radio 1. (ANSA).   

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    Regionali, flop del Terzo polo, il mea culpa di Calenda

    “Avete tutti scritto che la Moratti era la candidata perfetta per la Lombardia. Il Lazio con un ottimo candidato e coalizione è andato peggio. Sono trent’anni che votiamo e siamo scontenti di chi votiamo. Sostengo da sempre che votiamo per ragioni sbagliate: appartenenza e moda. E basta guardare l’astensione per capirlo. È la ragione per cui abbiamo fondato Azione. Se stamattina volete sostenere che il voto a Fontana è basato sui risultati del buon governo, fatelo. Gli elettori decidono ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così”. Così Carlo Calenda, leader di Azione, rispondendo al post di un cronista su Twitter che definiva la scelta di Letizia Moratti come “un eccesso di tatticismo”.
    Fallisce l”impresa’ del Terzo polo, che non spicca nei risultati delle regionali in Lombardia e Lazio, né ruba voti a Pd e 5 Stelle. Flop, in particolare, di Letizia Moratti, che si ferma al 9% e infrange così il sogno di vincere da sola contro il suo ex presidente, Attilio Fontana, riconfermato invece largamente al Pirellone. Ma se Matteo Renzi tace – assente da ogni radar per tutto il giorno – Carlo Calenda è impietoso nel suo mea culpa. “La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque”, è l’analisi onesta del leader di Azione. Che poi ammette: “Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche se uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo”.
    Per la lista, nata 5 mesi fa dalla ‘strana coppia’ Calenda-Renzi, che alle politiche aveva sfiorato l’8%, è il debutto alle amministrative. Sul Terzo Polo, come su tutti, si abbatte la scure dell’astensionismo record, ma la prova si rivela un flop. E indipendentemente dalle scelte di campo fatte: sia con Moratti solitaria al nord, sia dove c’è l’unica alleanza con il Pd, nel Lazio, a sostegno di Alessio D’Amato (che arriva al 35,6%, 15 punti in meno del vincente Francesco Rocca).
    Così nella regione finora amministrata da Zingaretti, adesso il Terzo polo pesa attorno al 4-5%, in Lombardia quasi il doppio. Uno schiaffo che brucia ancor di più, se si considera che fino a pochi mesi fa era soprattutto nelle grandi città che i renziani-calendiani avevano più appeal. Decisiva era stata la forza trainante dell’ex ministro, che tentò pure la corsa a sindaco di Roma. Ma anche a Firenze si era raggiunta la doppia cifra. Adesso, con i dati disponibili, Moratti vanta il 10,26 a Milano, l’8,34 a Bergamo e il 7,79 a Brescia. Ma oltre non va. E Calenda non lo nega: “Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo polo non siamo riusciti ad attrarre consensi”.
    Insomma non è riuscito il sorpasso tentato nei confronti dei Dem da un lato, e dei rivali storici del M5s dall’altro. A evidenziare il fallimento è proprio il segretario del Pd. “II tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito. L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata”, sentenzia Enrico Letta. Convinto che il suo partito abbia comunque retto al “vento contro” e alla “sfida” dei due quasi alleati – Terzo polo e M5s – contro di loro lancia l’affondo: “Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente che l’opposizione va fatta al governo, e non al Pd”. “L’unica opa contro il Pd l’ha fatta Enrico Letta alle elezioni. Francamente sorprende che ne parli ancora”, chiosa amaro il senatore. di Italia Viva Ivan Scalfarotto.