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    Pd: dai circoli Bonaccini al 54%, Schlein al 33,9%

    Bonaccini 71.043 voti, pari al 54,03%; Schlein 44.590 voti, pari al 33,91%; Cuperlo 9.977 voti pari al 7,5%; De Micheli 5.869 voti, pari al 4,46%.
    Sono questi i dati dei congressi di circolo forniti dalla commissione nazionale per il congresso del Partito Democratico aggiornati al 17 febbraio 2023. Hanno espresso la loro preferenza 132.033 votanti.   

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    Prisco, vigili del fuoco in Turchia pronti e competenti

    (ANSA) – PERUGIA, 18 FEB – “Grazie ragazzi. I vigili del
    fuoco italiani si sono ancora una volta dimostrati pronti e
    competenti nei primi giorni dei soccorsi offerti in occasione
    del catastrofico terremoto che ha colpito Turchia e Siria”: è
    quanto scrive sui social il sottosegretario all’Interno Emanuele
    Prisco, salutando il rientro del team. “Competenza riconosciuta
    a livello internazionale – aggiunge -, tanto che l’Onu ha
    affidato loro il coordinamento dei team di soccorso delle altre
    nazioni. Senza risparmio hanno dato aiuto alle popolazioni
    colpite e onore alla nostra Nazione”. (ANSA).   

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    Montaruli si dimette, “sono innocente, difendo istituzioni”

    Augusta Montaruli si dimette da sottosegretario all’Università, dopo la condanna definitiva per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014.
    “Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo – dice l’esponente di FdI – per difendere le istituzioni certa della mia innocenza”.
    “Se ciò non avvenisse – spiega Montaruli in una lunga lettera in cui annuncia le proprie dimissioni – sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla ‘protesta più forte’ di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa. Tutto questo sì è stato decisamente imbarazzante”.
    “Ha finalmente fine un processo che è durato ben undici anni, per fatti che risalgono a 13 anni fa, articolato in cinque gradi di giudizio, con un’assoluzione piena in primo grado ed un esito ieri contrario. Mi riservo di valutare l’opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea”, afferma Montaruli nella lettera.
    “Considerata la particolarità dell’inchiesta non ho aspettato il giudizio dei magistrati per non rinviare sine die una valutazione attenta delle mie responsabilità politiche – aggiunge la deputata di FdI -. Se poi anche in punta di diritto oggi mi potessi sedere formalmente dalla parte della ragione non mi sentirei altrettanto sollevata in coscienza; non so francamente come facciano coloro che non essendo esenti dalle medesime responsabilità politiche se ne sono sottratti per tutti questi anni, nascondendosi nel silenzio o addirittura oggi parlandone a sproposito. Ciò nonostante non ho mai paragonato la mia vicenda a quella di altri per cui stranamente non è mai iniziata: non dovevo essere io ugualmente alleviata ma loro sottoposti allo stesso metro di giudizio. Non sono mai scappata. Non lo farò ora”. A conclusione della lunga lettera in cui annuncia le dimissioni da sottosegretario all’Università, “per difendere le istituzioni certa della mia innocenza”, Montaruli scrive: “Concludo oggi questa vicenda ringraziando tutti i protagonisti perché nel giudizio verso una ragazza di ventisei anni, entusiasta di entrare per la prima volta in un’assemblea legislativa e che riteneva di non dover dubitare delle indicazioni sulle modalità di uso dei fondi dei gruppi, non sono stati mai severi quanto il mio. In ciò – conclude – hanno determinato in maniera fondamentale, nel pubblico e nel privato, la donna che sono e che continua a battersi per ciò che è giusto”.
    FdI: “Dimissioni di Montaruli decisione spontanea e generosa””Non possiamo che rispettare la decisione generosa e spontanea di Augusta Montaruli che, pur non avendo alcun obbligo a riguardo – tantomeno di legge – ha deciso di rassegnare le dimissioni dall’incarico di sottosegretario all’Università, che ha ricoperto con onore, capacità ed impegno costante”. Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Lucio Malan che aggiungono “A Fratelli d’Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume”. “La conosciamo fin dalla gioventù e ben sappiamo quanto ha sempre dato in termini di impegno per le battaglie della destra, mai risparmiandosi e sempre mettendo a servizio della stessa idee e progetti. Nel momento in cui, con una scelta personale, decide di lasciare questo ruolo che si era guadagnata sul campo, la abbracciamo con l’amicizia di sempre. La aspettiamo attiva e determinata, sia nel gruppo parlamentare sia nel partito, perché continui ad essere punto costante e prezioso riferimento e a trasfondere quell’entusiasmo che le deriva da una disinteressata passione. Gli avvoltoi, che pensavano di poter speculare politicamente e personalmente su una vicenda che ha toccato tanti, anche tra coloro che si erigono a censori, e colpito pochi, sono serviti”, aggiungo nella loro lunga nota congiunta i capigruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Lucio Malan che concludono “A Fratelli d’Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume”.
    A Mulè schiaffo morale. “Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: invece ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia.Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile”.Lo fanno notare fonti autorevoli di Fratelli d’Italia. Giorgio Mulè, deputato di FI, in mattinata ha detto a Rainews24: “Montaruli o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare, nel suo caso c’è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo”.

    Agenzia ANSA

    La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il sottosegretario all’Università Augusta Montaruli per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014, applicando uno sconto di pena di un mese rispetto a quan… (ANSA)

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    Assessore pubblica foto Zelensky e bandiera Ucraina con svastica

    (ANSA) – VENEZIA, 18 FEB – La condivisione di un post su
    Facebook in cui un pupazzo con le sembianze di Volodymyr
    Zelensky agita una bandiera ucraina con al centro una svastica
    ha sollevato polemiche sull’assessore alla protezione civile del
    coimune di Recoaro Terme (Vicenza), Giovanni Ceola. Lo riporta
    oggi il Giornale di Vicenza.   
    Il post, un fotomontaggio di un carro allegorico di
    Carnevale, è stato rimosso dal profilo social dell’esponente
    della Giunta, ma l’opposizione ne ha chiesto le dimissioni;
    nessun commento finora sulla vicenda da parte del diretto
    interessato e dell’amministrazione comunale.   
    La capogruppo dell’opposizione in Consiglio, Stefania
    Pastore, ha definito il post “semplicemente vergognoso; Ceola
    deve dimettersi. Certo, si dice che a Carnevale ogni scherzo
    vale, peccato che il post di Ceola sia tutto tranne che
    divertente. Almeno sul tema dell’aggressione russa in Ucraina
    pensavamo di essere tutti d’accordo nel condannarla ma non pare
    essere così”.   
    Ceola è già stato sindaco di Recoaro, a fa parte del gruppo
    di maggioranza al cui interno vi sono vari orientamenti
    politici, dalla sinistra al centrodestra. (ANSA).   

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    Nel Terzo Polo è scontro Calenda-Renzi sul partito unico

    Il partito unico si farà. Italia Viva e Azione su questo sono d’accordo. Su tutto il resto, nel Terzo Polo, le opinioni sembrano essere contrastanti, le prospettive divergenti. “Io e Renzi non siamo mai stati amici, facciamo un percorso politico perché condividiamo alcune cose”, ha detto Calenda in diretta tv. Ma, al di là delle simpatie reciproche, le cose condivise sembrano ridursi, soprattutto dopo la performance delle elezioni regionali. Per il leader di Azione, lo scontro è sui tempi di costruzione del partito. “Io voglio fare il partito subito e Renzi lo vuole fare più tardi, dopo le europee, ma per me non ci arriviamo, si deve fare prima”.
    Italia Viva non tergiversa e replica con i portavoce nazionali Ciro Buonajuto e Alessia Cappello. “Renzi ha detto, sia privatamente a Calenda che pubblicamente, che siamo pronti a fare il partito unico anche subito. Il problema non è il se, né il quando. Ma il come”. Guardando la disputa con l’ottica renziana, dunque, non ci sarebbe nessuna tensione sulla tempistica ma sul metodo. Il riferimento è al dibattito necessario per evitare una fusione a freddo. E il passo in avanti di Calenda, da questa sponda del Terzo Polo, è sembrato un po’ troppo lungo. Il leader di Azione, nell’intervista televisiva, ha avvisato: “non c’è tempo, gli elettori devono avere chiarezza che c’è un centro riformista liberaldemocratico”.
    E “subito”, per Calenda, significa “da marzo”. Della stessa idea sono Mara Carfagna, presidente di Azione, e Enrico Costa, vicesegretario. L’invito è a “non temporeggiare”, a “evitare la moviola” La risposta di Italia Viva, però, non si limita alla nota di metodo. “Se questo dibattito sul partito unico serve a cancellare le polemiche sulle regionali, va bene”, scrivono i portavoce. Il senatore Ivan Scalfarotto è più esplicito: “noi siamo più convinti di tutti sul partito unico, ho l’impressione che questa discussione serva più a nascondere le tensioni post regionali che altro”.
    Un cenno implicito agli attriti degli ultimi giorni, sia sullo squilibrio tra i consiglieri eletti alle regionali, dove Italia Viva ha avuto la meglio, sia sulla guida di Carlo Calenda. Che risponde: “Renzi ha fatto un passo indietro e mi ha dato la leadership, io mi prendo la responsabilità della politica”, L’ex ministro prova poi a tranquillizzare gli animi. “Il percorso verso il partito unico – scrive il leader di Azione – è stato promesso agli elettori e discusso molte volte nel Comitato Politico: scrittura del manifesto, apertura alla sottoscrizione di cittadini e associazioni, costituente con voto degli iscritti per elezione organi dirigenti e leadership”. Per Calenda, quindi, il metodo c’è, eccome.
    E c’è anche una data per fissare i “tempi”, che tanto fanno discutere: il 27 febbraio, quando Italia Viva e Azione si incontreranno nel comitato. E alla fine di una lunga giornata, fonti di Italia Viva provano a stemperare la tensione raccontando di un Renzi “tranquillissimo”. Qui il partito unico continua a essere visto come una “destinazione” condivisa, o meglio, un “destino”. Con questa convinzione, l’ex premier riunirà la settimana prossima parlamentari, consiglieri regionali e portavoce nazionali.   

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    Undici navi nel Mar Nero, Mosca prepara l'attacco

    I segnali della rafforzata offensiva russa si cercano sul terreno anche oltre la linea del fronte dove – secondo più indicazioni, l’ultima da Sumy – Mosca ammassa migliaia di uomini da giorni. Ci sono anche le navi da guerra che si moltiplicano. La Marina russa avrebbe aumentato da sette a undici il numero di quelle schierate nel Mar Nero: trasportano missili Kalibr e al momento il totale dei razzi da crociera sarebbe di 24. Questo almeno stando a quanto riferiscono le forze navali ucraine, secondo le quali inoltre un’altra nave da combattimento della Federazione si trova nel Mar d’Azov e dieci sono nel Mediterraneo, cinque delle quali portaerei, con un totale di 72 missili a bordo.
    Sono numeri che danno l’idea di un’operazione già massiccia ma di sicuro rafforzata guardando anche oltre il corpo a corpo in corso nell’est dell’Ucraina. E che sembrano anche confermare le previsioni, da più parti ribadite giorno dopo giorno, di un intervento pronto in occasione dell’anniversario dell’invasione, il prossimo 24 febbraio, ormai fra pochi giorni. Ciò che resta da capire è se le forze messe in campo siano sufficienti a sferrare un attacco che abbia esiti significativi e che non rimanga soltanto un’azione sì roboante ma dal valore in sostanza simbolico.
    Perché secondo fonti d’intelligence Nato i russi stanno in realtà affrontando “enormi difficoltà” nel mettere in piedi la nuova offensiva. L’analisi si basa sugli ultimi sviluppi e mette in evidenza che a Bakhmut – per esempio – gli ucraini sono “sotto pressione” ma i russi stanno pagando “costi astronomici” in termini di vite umane, con circa “2.000 soldati” morti solo lo scorso weekend per strappare “pochi metri” presso la città dell’Ucraina orientale ormai da tempo al centro della battaglia più furiosa e per questo ormai simbolo del braccio di ferro fra Kiev e Mosca.
    Più in generale poi, sempre secondo l’intelligence Nato, l’offensiva non si sta dipanando lungo tutto il fronte ma su “piccoli punti di pressione”. Le truppe russe sono “male equipaggiate e mal addestrate” e al momento gli ucraini sembrano avere la situazione “sotto controllo”.
    Intanto i miliziani russi della Wagner rivendicano di aver preso completamente sotto il loro controllo l’insediamento di Paraskovievka, situato immediatamente a nord di Bakhmut, posto sull’autostrada M-03, l’unica importante via di rifornimento rimasta per le truppe ucraine a difesa della città. Ad affermarlo è stato il capo della milizia privata, Yevgeny Prigozhin, in una dichiarazione diffusa dal suo servizio stampa. “Nonostante pesanti perdite, i ragazzi hanno occupato l’intero territorio di Paraskovievka, grazie a loro, eroi!”, ha esultato Prigozhin.
    Novemila uomini della milizia Wagner sono stati uccisi in due mesi e mezzo, dallo scorso dicembre, ha detto in serata il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. Quanto a Bakhmut il funzionario della Casa Bianca ha detto che “negli ultimi giorni i russi hanno fatto progressi ma la città non ha un reale valore strategico”.
    Lo stato maggiore ucraino riferisce che nelle scorse ore le forze di Kiev hanno effettuato cinque attacchi aerei contro i militari russi, mentre conta sei attacchi missilistici contro infrastrutture civili a Kupiansk, nell’oblast di Kharkiv, dieci attacchi aerei e più di 10 attacchi con lanciarazzi multipli. Tre abitazioni private e un edificio a più piani sono stati danneggiati. Sempre secondo l’aggiornamento dei vertici militari ucraini, diffuso dalla stampa locale, l’artiglieria russa ha colpito anche diversi insediamenti e distretti negli oblast di Chernihiv, Zapozhzhia, Kharkiv, Kherson, Donetsk e Lugansk.   

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    Conte, superbonus è “decreto vergogna”, lo contrasteremo

    (ANSA) – ROMA, 17 FEB – “E’ un decreto vergogna. Fdi, Lega e
    Fi avevano assunto impegni precisi in campagna elettorale per
    sostenere il superbonus e i bonus edilizi; hanno aspettato che
    si votasse e il giorno dopo hanno voltato le spalle a famiglie
    e imprese”. Lo ha detto il leader di M5s Giuseppe Conte
    intervistato dal Tg3.   
    Commentando l’affermazione di Giorgetti, secondo cui la
    misura era “scellerata”, Conte ha replicato: “Scellerato è venir
    meno agli impegni presi in campagna elettorale. Il superbonus ha
    creato 900mila posti di lavoro, a tagliato un milione di
    tonnellate di CO2, ha dato ritorno alle Casse Stato per il 70%”.   
    “Noi siamo sempre stati disponibili per correttivi e
    disincagliare i crediti. Saremo a fianco di tutte le
    associazioni imprenditoriali, delle famiglie, per contrastare
    questo decreto vergogna”. (ANSA).   

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    “Stupiti dall'Italia”, Mosca convoca l'ambasciatore

    Le cancellazioni di esibizioni di artisti russi in Italia, giudicate atti discriminatori, e le forniture italiane di armi a Kiev nell’ambito di una politica occidentale che provoca una “escalation” del conflitto ucraino. Questi i due temi sui quali Mosca ha espresso tutta la sua insoddisfazione con un messaggio inviato a Roma attraverso l’ambasciatore in Russia, Giorgio Starace.
    Il ministero degli Esteri ha fatto sapere di aver “convocato l’ambasciatore italiano”, al quale ha espresso “sconcerto per la recente cancellazione” di performance di artisti russi in Italia. Nel comunicato non si cita a quali eventi si faccia riferimento, ma è noto che l’ultimo caso riguarda l’annullamento del concerto del pianista di fama internazionale Denis Matsuev, accusato di essere un sostenitore della politiche di Vladimir Putin, che si sarebbe dovuto esibire in maggio al Festival internazionale di Bergamo e Brescia, quest’anno capitali della Cultura italiana.ù
    Le cancellazioni degli eventi culturali “sfortunatamente testimoniano una tendenza a discriminare gli artisti russi”, lamenta la diplomazia di Mosca, riecheggiando la protesta già espressa dall’ambasciata russa in Italia, che aveva ricordato come l’esclusione di Matsuev è stata decisa dopo la richiesta in questo senso dell’ambasciatore ucraino, Yaroslav Melnyk. “L’ambasciata dell’Ucraina in Italia continuerà a fare da censore delle sale da concerto e dei teatri italiani o c’è speranza che l’Italia possa ancora difendere la sua sovranità in questo campo?”, ha chiesto polemicamente la missione diplomatica russa.
    Più sfumato, nel colloquio avuto con Starace, il riferimento delle autorità russe alle forniture militari italiane all’Ucraina. Nel suo comunicato, il ministero degli Esteri dice infatti di avere “informato” l’ambasciatore delle “valutazioni” di Mosca riguardanti “le attuali forniture di armi ed equipaggiamento militare al regime di Kiev, incluse armi offensive, l’addestramento di personale militare ucraino e, in generale, la linea dell’Occidente per provocare un’escalation del conflitto”.
    Le esclusioni di musicisti, e in alcuni casi anche di composizioni o opere di letteratura russe, da eventi culturali in Occidente, hanno particolarmente colpito i dirigenti russi, che non perdono occasione per denunciare quella che definiscono come una politica del ‘culture cancel’. Una politica, fanno notare a Mosca, che non era seguita nemmeno durante la Guerra Fredda.
    L’episodio di Matsuev era stato preceduto, sempre quest’anno, da altri due casi eccellenti riguardanti anch’essi artisti giudicati sostenitori dell’operazione militare di Putin in Ucraina: il ballerino russo (di origine ucraina) Serghei Polunin, a cui ha chiuso le porte il Teatro Arcimboldi di Milano, e la pianista ucraino-americana Valentina Lisitsa, che non ha potuto esibirsi alla Fenice di Venezia.
    Nel dicembre scorso Mosca aveva mostrato apprezzamento per la decisione della Scala di inaugurare la stagione con il ‘Boris Godunov’ di Musorgskij, nonostante le proteste del console ucraino a Milano, Adrii Kartysh. In occasione della prima, la premier Giorgia Meloni aveva richiamato alla necessità di non “mescolare dimensioni che sono diverse”, quella politica e quella culturale. Ricordando quelle parole, il ministero degli Esteri russo afferma ora che l’esclusione degli artisti russi dalle scene italiane “è in contrasto con le dichiarazioni di rappresentanti della dirigenza italiana sull’importanza di mantenere un unico spazio culturale europeo e mondiale e l’inammissibilità di erigere barriere basate sulla nazionalità”.