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    Singapore, mappe proxy per guidare soccorsi in Turchia-Siria

    Poche ore dopo il terremoto che ha devastato la Turchia e la
    Siria all’inizio di febbraio, un team dell’Earth Observatory di
    Singapore (EOS) della Nanyang Technological University ha
    iniziato a costruire mappe che mostrano l’entità del danno nelle
    regioni colpite.   
    Sviluppate dall’elaborazione di dati satellitari grezzi, le
    mappe proxy dei danni possono essere utilizzate per guidare i
    governi locali e i primi soccorritori nell’identificare le aree
    che necessitano maggiormente di soccorso e aiuto. Le mappe
    utilizzano un satellite che utilizza la tecnologia radar ad
    apertura sintetica, inviando onde radio alla superficie
    terrestre e raccogliendo dati per formare immagini. Il radar può
    penetrare nell’oscurità e nelle nuvole per scattare istantanee
    delle conseguenze.   
    Anche l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, National
    Aeronautics and Space Administration (Nasa), ha contribuito alla
    mappa attraverso il suo Jet Propulsion Laboratory. Il Programma
    alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha utilizzato le mappe
    per stimare quante persone sono state colpite dal terremoto.   
    (ANSA).   

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    Onu, Consiglio sicurezza senza Africa non corrisponde a realtà

    (ANSA) – ROMA, 20 FEB – ” E’ mia profonda convinzione che la
    più grande ingiustizia è che nel Consiglio di sicurezza delle
    Nazioni Unite manca un membro africano”. E’ quanto scrive in un
    tweet il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio
    Guterres che aggiunge “abbiamo un consiglio di sicurezza che non
    corrisponde più alla realtà del mondo di oggi”. (ANSA).   

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    Papa agli artisti del cinema: “Il vostro lavoro ricorda la pagina della Creazione”

        “Il mondo, travagliato dalla guerra e da tanti mali, ha bisogno di segni, di opere che suscitino stupore, che lascino trasparire la meraviglia di Dio, il quale non smette mai di amare le sue creature e di stupirsi per la loro bellezza. In un mondo sempre più artificiale, dove l’uomo si è circondato delle opere delle proprie mani, il grande rischio è quello di perdere lo stupore”. Lo ha detto papa Francesco ricevendo stamane in udienza in Vaticano i membri della Fondazione Ente dello Spettacolo in occasione del 75.mo anniversario di fondazione.
        “Condivido con voi questa riflessione e, affidandovi il compito di ridestare la meraviglia, vorrei ringraziarvi per quello che fate in un aspetto essenziale per l’evangelizzazione, perché non c’è fede senza stupore”, ha sottolineato nel discorso scritto consegnato ai presenti.
        Dopo aver ricordato che “in Italia il mondo cattolico ha dato vita a una molteplicità di esperienze legate alla comunicazione sociale e in particolare al cinema, da quelle dell’Azione Cattolica, alla Commissione nazionale valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana, dall’impegno delle parrocchie e degli oratori, fino “alla grande stagione dei cineforum – ricordo anche quelli dei gesuiti – e, oggi, ai centri di ricerca nelle università”, il Pontefice ha spiegato che “pensando a voi, mi è venuta in mente la prima pagina della Bibbia, il racconto della creazione”. “Lo vediamo infatti scorrere quasi come un film, dove Dio appare autore e al tempo stesso spettatore”, ha commentato. Secondo Francesco, “è una storia di coinvolgimento, di bellezza e di passione: di amore. Ma al termine delle sue azioni creatrici, Dio compie un gesto sorprendente: diventa spettatore della sua opera, contempla quanto ha realizzato ed esprime il suo giudizio: ‘vide che era cosa buona’. Ma per l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, la ‘recensione’ è ancora più appassionata: ‘era cosa molto buona’”. “In questa pagina sacra, cari amici, registi, attori, donne e uomini che lavorate nel cinema, possiamo trovare anche il senso del vostro lavoro culturale – ha evidenziato il Pontefice -. Da una parte c’è l’azione creativa, dall’altra il contemplare e il valutare.
        Mi pare che potete rispecchiarvi in questo meraviglioso affresco biblico, che ha affascinato tanti artisti e non finisce mai di stupire e di stimolare l’immaginazione e la riflessione”.    Per il Papa, “sarebbero tante le suggestioni che si potrebbero ricavare. Ne colgo una, quella dello stupore. Sembra che Dio stesso provi stupore, meraviglia davanti alla bellezza delle creature, specialmente quando contempla l’essere umano. Vorrei dirvi: ripartiamo da qui, dall’arte come stupore, prima di tutto per chi la fa, per l’artista”. “Penso a quel capolavoro che è l’Andrej Rublëv di Tarkovski – ha concluso -: l’artista rimane muto a causa del trauma della guerra. Viene da pensare a ciò che sta accadendo anche oggi nel mondo”. 

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    Zelensky,grazie Italia, vinceremo presto, poi la ricostruzione

    La gratitudine per il sostegno dell’Italia, la convinzione di vincere la guerra, il ruolo del nostro paese nella ricostruzione e il futuro del suo nell’Ue, la risposta alle dichiarazioni su Putin di Berlusconi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla a tutto campo stamattina dalle pagine di Corriere della Sera, Repubblica e Sole 24 Ore, ai quali ha concesso una intervista.
     “Con Meloni ci siamo appena visti a Bruxelles e sono felice di accoglierla in Ucraina – riporta il quotidiano milanese – Sono molto grato all’Italia per la scelta di mandarci armi sia per la difesa antiaerea che per le artiglierie. Ci attendiamo la piena cooperazione dell’Europa e siamo certi che ne diventeremo membri, anche perché stiamo ripulendoci dai nostri oligarchi e dalla corruzione interna. Per noi è fondamentale non perdere il sostegno italiano e di nessun altro Paese, che abbiamo coltivato con grande sforzo contro l’intensa campagna di disinformazione del Cremlino negli ultimi anni. Giorgia è una donna forte che può tenere compatto il governo”. Berlusconi? “Gli piace la vodka, noi ne abbiamo di ottima qualità in Ucraina, se crede gliela regaliamo”. Rispetto invece alle tensioni tra Washington e Pechino e al timore che i cinesi possano inviare armi alla Russia, Zelensky ha risposto: “Mi sono rivolto ai dirigenti cinesi per canali diretti e pubblicamente affinché non offrano alcun sostegno ai russi”, mentre rispetto all’apertura al dialogo lasciata aperta da Macron con Putin, per Zelensky il presidente francese “sta perdendo il suo tempo. Noi non siamo in grado di cambiare l’atteggiamento russo”.
    Rispetto all’andamento del conflitto sul campo, dice a Repubblica, il presidente assicura che “la guerra sarà veloce perché alla Russia mancano risorse e volontà di combattere. Una tregua farebbe comodo solo a loro. Siamo pronti a respingere l’offensiva russa, difenderemo Bakhmut e ogni singolo centro, piccolo o grande, con il massimo della forza. Questa settimana potremmo dover affrontare la vendetta della Russia, si parla in effetti di un’offensiva in arrivo. Ma non sono così potenti come lo erano un anno fa, quando comunque non hanno avuto abbastanza risorse per occupare il nostro Paese. Oggi loro sono più deboli. Noi, invece, siamo più forti. Ci stiamo preparando a una guerra di breve durata che terminerà con una vittoria. Gli ucraini odiano la politica di Putin e lui non può farci niente. Putin vuole ricostruire l’Urss, non ce la farà. Gli italiani devono capire che non possono lasciarci soli”.
    Rispetto invece alla ricostruzione, si legge sulle colonne del Sole24Ore, Zelensky delinea una strategia: Europa e democrazia, “questa è la priorità. In secondo luogo vogliamo capire quali sono i veri partner e dove mostriamo un deficit produttivo. Gli Stati Uniti sono per noi il mercato delle tecnologie. Tre le grandi priorità nella ricostruzione dell’economia. La prima è “l’energia, diversificare la produzione e immagazzinare l’elettricità”. Poi “lo sviluppo del settore agricolo. L’Ucraina è e sarà sempre di più il granaio dell’Europa. Siamo pronti per costruire nuovi hub del grano sul territorio dell’Ue, dell’Africa e dell’Asia. Altra direttrice di sviluppo: la Cyber Security”. La ricostruzione avverrà in due fasi: “La prima è la ricostruzione di emergenza, ciò di cui abbiamo bisogno subito: rifugi anti bomba per gli asili, le scuole, le università. Le case dove le persone possano tornare, e riprendere a lavorare. La seconda fase sarà la vera ricostruzione” e alle aziende italiane dice: “Venite qua e ricostruiremo insieme l’Ucraina. Le aziende francesi e tedesche non sono sufficienti”. (ANSA).   

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    Meloni: “Il superbonus è costato 2000 euro a ogni italiano”. Le imprese lunedì a palazzo Chigi

    “Se lasciassimo il superbonus così com’è, non avremmo i soldi per fare la finanziaria”. Giorgia Meloni riemerge dalla “fastidiosa influenza” e usa la sua consueta rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia’ per difendere l’intervento del governo sui bonus edilizi, che negli ultimi giorni ha mandato in subbuglio il mondo dell’edilizia, creando anche significative fibrillazioni nel centrodestra.
    Tensioni per ora contenute dall’intervento di Silvio Berlusconi, che ha definito “giustificato e forse inevitabile il percorso del governo per evitare danni al bilancio dello Stato, che potrebbero addirittura portarci ad una situazione di default”. Pur aggiungendo che “il Parlamento sovrano discuterà il decreto, e, nei tempi richiesti, ove lo ritenesse opportuno, potrà apportare utili modifiche”. Cambiamenti sono “indispensabili”, in Forza Italia lo dicono chiaro e tondo: gli azzurri hanno anche chiesto l’apertura di un tavolo di maggioranza prima che il decreto legge, varato all’unanimità giovedì dal Consiglio dei ministri, inizi l’iter di esame parlamentare in commissione alla Camera. L’ipotesi, è il ragionamento che si fa in FdI, sarà approfondita dopo il confronto in programma domani a Palazzo Chigi fra il governo e le parti interessate. A nessuno conviene uno scontro interno come sulle accise. 

    “Vogliamo spingere – ha chiarito Meloni – le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito”. Negli incontri con l’Associazione delle banche, Cdp, Sace e le varie categorie del mondo dell’edilizia saranno probabilmente messe sul tavolo due strade, la cartolarizzazione o le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca. La prima, al momento, sembra più complicata della seconda. Con alle spalle lo sfondo domestico di un salotto, e indosso un informale maglione blu Tiffany, dopo aver annullato per la febbre tutti gli impegni settimanali, Meloni intanto ha riaperto il quaderno degli appunti partendo dal successo alle Regionali in Lazio e Lombardia.

    Agenzia ANSA

    Ipotesi cartolarizzazione o F24. Ma modifiche solo in parlamento (ANSA)

    “Un segnale sul consenso attorno lavoro del governo”, ha sottolineato senza sorvolare sull’astensionismo: “Ogni cittadino che decide di non partecipare al voto è una sconfitta per la politica”. C’è chi collega questo trend a una politica che dà sempre meno certezze, anche sul fronte del superbonus, modificato almeno una dozzina di volte negli ultimi anni. Nel suo monologo social, per la premier era fondamentale spiegare all’opinione pubblica che la nuova stretta sulla cessione dei crediti, “che attualmente hanno un costo totale di 105 miliardi”, era necessaria “per sanare una situazione fuori controllo” e non certo per danneggiare imprese e cittadini.
    Perché il sistema era “scritto male”, concetto su cui insisteva anche Mario Draghi. Meloni ha puntato su alcuni numeri per rendere l’idea: “Il Superbonus è costato a ogni singolo italiano circa 2mila euro, anche a un neonato o a chi una casa non ce l’ha. Non era gratuito, il debitore è il contribuente italiano”. A inizio febbraio in audizione in commissione, il direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, aveva indicato in 110 miliardi il costo dei bonus, 37,7 miliardi più delle previsioni. Stima che salirebbe a 120 miliardi con gli ultimi dati. Da qui il costo medio pro-capite citato da Meloni, che attacca pure sulle “moltissime truffe, per circa 9 miliardi di euro”. In questo contesto, la premier ha sottolineato che “il superbonus continua a generare 3 miliardi di crediti al mese: se lo lasciassimo fino a fine anno, non avremmo i soldi per fare la finanziaria. Altro che taglio del cuneo fiscale, scordiamoci tutto”. Queste sono le basi su cui Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno puntato sul decreto per vietare il ricorso alla cessione dei crediti o allo sconto in fattura per i nuovi interventi e bloccare l’acquisto da parte degli enti pubblici dei crediti incagliati. Ora, per “mettere tutto su un binario sensato ed evitare il tracollo delle aziende” si apre il confronto con le parti: Palazzo Chigi e Mef, è la linea, vaglieranno tutte le proposte. Per il leghista Alberto Bagnai l’obiettivo è “una copertura all’acquisto dei crediti delle famiglie e delle imprese, consentendo il completamento dei lavori avviati. È presto per dire con quale strumento specifico”.

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    Berlusconi, percorso governo su Superbonus è giustificato

    (ANSA) – ROMA, 19 FEB – “Il mio punto di vista al riguardo,
    da uomo di Stato e di economia, è che sia giustificato e forse
    inevitabile il percorso del Governo per evitare danni al
    bilancio dello Stato, che potrebbero addirittura portarci ad una
    situazione di default.   
    Naturalmente il Parlamento sovrano discuterà il decreto, e, nei
    tempi richiesti, ove lo ritenesse opportuno, potrà apportare
    utili modifiche”. Lo afferma il presidente di Forza Italia,
    Silvio Berlusconi sulla vicenda del superbonus. (ANSA).   

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    Foti (FdI) su scontri a liceo Firenze, violenza da condannare

    (ANSA) – ROMA, 19 FEB – “Episodi di violenza politica sono
    sempre da condannare al netto di quella che sarà la dinamica da
    accertare. L’auspicio è che tutto ciò rimanga circoscritto a
    questo liceo”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso
    Foti, conversando con l’ANSA, commenta l’aggressione di alcuni
    militanti di Azione Studentesca davanti a un liceo fiorentino.   
    (ANSA).