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    Tar: presidente Catania, poteri economici lucrano su guerra

    (ANSA) – CATANIA, 25 FEB – “È arrivato il momento di
    ridisegnare i rapporti e la dinamica degli interessi pubblici,
    mettendo alla porta, una volta per tutte, chi, sotto le mentite
    spoglie della loro cura, a qualsiasi livello, pretende di
    esercitare un potere, piuttosto che un servizio alla qualità
    delle cose da fare”. Lo afferma il presidente del Tribunale
    amministrativo regionale di Catania, Pancrazio Maria Savasta,
    nella relazione per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario,
    ricordando “l’omelia sferzante e coraggiosa dell’arcivescovo
    Luigi Renna” per la festa di Sant’Agata e il suo “invito a ‘non
    avere paura’”.   
    “Il Giudice amministrativo, però, da solo – sottolinea Savasta –
    non può cambiare le cose. Occorre sviluppare virtuose sinergie
    tra i poteri dello Stato.   
    Il Legislatore anche regionale deve avere il coraggio di
    assumere le scelte politiche, senza scaricare la responsabilità
    sull’Amministrazione e sulla giurisdizione. Deve intervenire sui
    centri del potere economico, che mai forse come in questo
    periodo stanno lucrando accampando giustificazioni fondate sulle
    tragedie di una guerra scellerata. Assistiamo a una crisi sempre
    più pressante di fiducia del cittadino, soffocato nella sua
    dimensione economica dal gioco dei poteri forti”. “Occorre
    intervenire – aggiunge il presidente del Tar di Catania – per
    creare indiscriminate condizioni per tutte le famiglie e le
    imprese, per affrancarsi dalle dipendenze energetiche, che,
    ingiustificatamente, hanno raggiunto valori intollerabili,
    abbandonando il sistema dell’assistenza, che suona come la
    dipendenza da elemosina. Bisogna porre rimedio a scelte di
    politica fiscale sull’edilizia, che hanno avuto l’effetto di
    drogare un mercato, assestando verso l’alto i prezzi generali di
    uno dei maggiori settori produttivi dell’economia e affliggendo
    con costi esorbitanti i cittadini e le stesse imprese”.   
    “Non sta a me indicare i motivi e le modalità di intervento –
    osserva il presidente Savasta – posso soltanto auspicare che
    venga fuori il coraggio della reale e leale vicinanza al
    cittadino, ciascuno nel proprio ruolo, senza il timore di
    rischiare per costruire”. (ANSA).   

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    Sardegna: Solinas nomina segretaria generale, fuori 5 dg

    (ANSA) – CAGLIARI, 25 FEB – E’ Gabriella Massidda la nuova
    segretaria generale della Regione Sardegna. La nomina è arrivata
    ieri a tarda sera dopo una riunione di Giunta convocata in tutta
    fretta e ha seguito a stretto giro la rinuncia all’incarico
    dell’avvocato Giuseppe Luigi Cucca, che dopo soli quattro giorni
    dall’annuncio della nomina ha deciso di lasciare a causa delle
    “risibili e insipienti polemiche”.   
    Insieme all’incarico a Massidda, già direttrice generale
    dell’assessorato dei Trasporti e direttrice della presidenza
    della Giunta con l’esecutivo Cappellacci, è anche arrivata la
    revoca dell’incarico per cinque direttori generali. Il
    presidente Christian Solinas ha deciso di non confermare Roberto
    Raimondi, dell’ufficio speciale dell’Autorità di gestione del
    programma Eni Cbc Bacino del Mediterraneo, indagato insieme al
    governatore pochi giorni fa dalla Procura di Cagliari
    nell’inchiesta per evasione, Silvia Curto, nella presidenza
    della Regione e sulla cui nomina Solinas è stato rinviato a
    giudizio, Riccardo Porcu agli Affari generali, Cinzia Lilliu
    nella Centrale regionale di committenza ed Ersilia Lai, alla
    Pianificazione urbanistica e vigilanza edilizia.   
    La motivazione di Solinas ieri durante la seduta, accesa
    anche nei toni in alcuni momenti, è chiara: “L’incarico dei
    direttori generali deve essere confermato o revocato entro i 90
    giorni successivi all’insediamento di una nuova Giunta
    regionale”. Per nuova Giunta si intende la cosiddetta
    Solinas-bis, frutto del rimpasto dello scorso 29 novembre: il
    governatore aveva dunque ancora pochi giorni di tempo per
    decidere cosa fare. (ANSA).   

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    Su 'Usato sicuro' e correnti scintille Bonaccini-Schlein

       Stefano Bonaccini guarda al dopo: “Se divento segretario prendo l’impegno: fra qualche anno torniamo al governo battendo la destra alle urne e già tra un anno facciamo di tutto per essere il primo partito alle europee”. Elly Schlein invita gli elettori del Pd a scommettere: “Non si va avanti con l’usato sicuro”, dice in un’intervista al Manifesto. A poche ore dal giorno della verità, i due sfidanti alla guida del Pd sparano le ultime munizioni. Ancora poche ore e poi saranno gli elettori dem a decidere: 5.500 gazebo aperti dalle 8 alle 20 di domenica. In molti seggi, accanto alle bandiere del Pd, sventoleranno quelle della pace e dell’Ucraina.
        A un anno dall’inizio della guerra, Enrico Letta ha voluto compiere l’ultimo atto da segretario guidando una delegazione del partito in visita all’ambasciata ucraina a Roma: “È un gesto importante – ha detto – Ho voluto testimoniare la coerenza della nostra linea: l’aggressione infame deve arrestarsi”. Letta è sicuro, chiunque vinca domenica, la linea del Pd non cambierà, anche sull’invio delle armi: “Il Pd ha preso una decisione che è nel suo dna, difendere chi è aggredito”. A dividere i candidati a succedergli sono di più i temi interni. Bonaccini non si sente un usato sicuro. “Non ho mai fatto parte di alcuna corrente – ha detto – e sono stato il primo a dire che se le correnti volevano appoggiarmi io quell’appoggio non lo avrei voluto e questo ha fatto sì che veramente abbiamo sparigliato. Non è un caso che tutti i dirigenti o quasi che hanno guidato il partito non sostengano Bonaccini”. E poi, in risposta alle accuse della rivale: “I diritti civili sono fondamentali per accrescere diritti a minoranze che non ne hanno. Su quelli non prendo lezioni da nessuno, in Emilia Romagna, nella legislatura scorsa, quando Schlein ancora non era in Regione, abbiamo approvato la legge regionale contro l’omotransfobia”.
        Intanto Schlein ha incassato un altro endorsement. E’ quello della presidente del Pd, la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi. “Dobbiamo prenderci lo spazio che ci hanno negato per tanto tempo soffocando le nostre energie – ha scritto su Facebook – E quando dico nostre, intendo un Noi largo e plurale, a differenza dell’io e dell’idea di uomo solo e forte al comando”. Schlein ha confermato: “Mi sono dispiaciuta di sentire ancora una volta quanto il partito patriarcale stia a suo agio nel dire alle donne dove devono stare e vederle casualmente sempre bene ma nel ruolo di vice. Io mi sono candidata per spezzare queste dinamiche, per dimostrare che anche per il Pd è tempo di una guida femminile e femminista soprattutto ora che al governo c’è una leader donna che ha deciso ogni giorno di non contribuire a migliorare le condizioni di vita delle altre donne”. Il congresso Pd è stato costellato anche di incidenti, grandi e piccoli. A Schlein hanno rubato lo zaino sul treno: dentro c’erano “i taccuini dove ho raccolto testimonianze e voci incrociate in questo lungo viaggio – ha scritto su Facebook – Le lettere che alcuni di voi mi hanno consegnato con le loro speranze e proposte, da Sud a Nord. Quelle mi dispiace tantissimo perderle”.

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    Su 'Usato sicuro' e correnti scintille Bonaccini-Schelin

       Stefano Bonaccini guarda al dopo: “Se divento segretario prendo l’impegno: fra qualche anno torniamo al governo battendo la destra alle urne e già tra un anno facciamo di tutto per essere il primo partito alle europee”. Elly Schlein invita gli elettori del Pd a scommettere: “Non si va avanti con l’usato sicuro”, dice in un’intervista al Manifesto. A poche ore dal giorno della verità, i due sfidanti alla guida del Pd sparano le ultime munizioni. Ancora poche ore e poi saranno gli elettori dem a decidere: 5.500 gazebo aperti dalle 8 alle 20 di domenica. In molti seggi, accanto alle bandiere del Pd, sventoleranno quelle della pace e dell’Ucraina.
        A un anno dall’inizio della guerra, Enrico Letta ha voluto compiere l’ultimo atto da segretario guidando una delegazione del partito in visita all’ambasciata ucraina a Roma: “È un gesto importante – ha detto – Ho voluto testimoniare la coerenza della nostra linea: l’aggressione infame deve arrestarsi”. Letta è sicuro, chiunque vinca domenica, la linea del Pd non cambierà, anche sull’invio delle armi: “Il Pd ha preso una decisione che è nel suo dna, difendere chi è aggredito”. A dividere i candidati a succedergli sono di più i temi interni. Bonaccini non si sente un usato sicuro. “Non ho mai fatto parte di alcuna corrente – ha detto – e sono stato il primo a dire che se le correnti volevano appoggiarmi io quell’appoggio non lo avrei voluto e questo ha fatto sì che veramente abbiamo sparigliato. Non è un caso che tutti i dirigenti o quasi che hanno guidato il partito non sostengano Bonaccini”. E poi, in risposta alle accuse della rivale: “I diritti civili sono fondamentali per accrescere diritti a minoranze che non ne hanno. Su quelli non prendo lezioni da nessuno, in Emilia Romagna, nella legislatura scorsa, quando Schlein ancora non era in Regione, abbiamo approvato la legge regionale contro l’omotransfobia”.
        Intanto Schlein ha incassato un altro endorsement. E’ quello della presidente del Pd, la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi. “Dobbiamo prenderci lo spazio che ci hanno negato per tanto tempo soffocando le nostre energie – ha scritto su Facebook – E quando dico nostre, intendo un Noi largo e plurale, a differenza dell’io e dell’idea di uomo solo e forte al comando”. Schlein ha confermato: “Mi sono dispiaciuta di sentire ancora una volta quanto il partito patriarcale stia a suo agio nel dire alle donne dove devono stare e vederle casualmente sempre bene ma nel ruolo di vice. Io mi sono candidata per spezzare queste dinamiche, per dimostrare che anche per il Pd è tempo di una guida femminile e femminista soprattutto ora che al governo c’è una leader donna che ha deciso ogni giorno di non contribuire a migliorare le condizioni di vita delle altre donne”. Il congresso Pd è stato costellato anche di incidenti, grandi e piccoli. A Schlein hanno rubato lo zaino sul treno: dentro c’erano “i taccuini dove ho raccolto testimonianze e voci incrociate in questo lungo viaggio – ha scritto su Facebook – Le lettere che alcuni di voi mi hanno consegnato con le loro speranze e proposte, da Sud a Nord. Quelle mi dispiace tantissimo perderle”.

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    Zelensky concede selfie a reporter durante conferenza stampa

    Breve siparietto durante la conferenza stampa del presidente Volodymyr Zelensky a Kiev. Nel bel mezzo dell’incontro coi giornalisti di tutto il mondo per l’anniversario della guerra, un reporter azero prima di porre la sua domanda ha chiesto al leader ucraino di potersi fare un selfie con il lui.
    “E’ per mio figlio”, si è giustificato il giornalista avanzando la richiesta, alla quale Zelensky ha risposto con un sorriso prima di alzarsi, invitare il reporter sul palco e concedere la foto. Il giornalista azero ha poi formulato una domanda sulle relazioni dell’Ucraina con l’Azerbaigian, facendo ripartire la conferenza stampa.    

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    Milleproroghe, riserve del Colle C'è l'ok ma sui balneari si cambi

       Mattarella promulga il Milleproroghe con riserve, sottolineando la necessità dell’iniziativa di governo e Parlamento per correggere le norme sui balneari.
       Sulle concessioni demaniali “è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nella lettera ai presidenti delle Camere dopo la promulgazione del decreto Milleproroghe. E rileva “una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell’art. 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile”.
       Per il capo dello Stato, “sarà infatti necessario assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l’uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito”. Quindi prosegue: “Rilevo, infine, che l’articolo 1-bis, commi 1-6, come si evince dalle quantificazioni della stessa relazione tecnica, reca una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile”.
       “Il testo del decreto-legge contiene, in seguito all’esame parlamentare, 205 commi aggiuntivi rispetto ai 149 originari”. Lo sottolinea la lettera della Presidenza della Repubblica che accompagna la promulgazione del decreto milleproghe. “È del tutto evidente – si legge nel testo – come, trattandosi di provvedimenti che, per loro natura, attengono ad ‘ambiti materiali diversi ed eterogenei’, quando se ne smarrisce la ratio unificatrice, rappresentata dall’esigenza regolatoria di carattere temporale, si trasformano in decreti-legge omnibus del tutto disomogenei, vale a dire in meri contenitori dei più disparati interventi normativi”.
       “Ho apprezzato l’iniziativa” della premier “in dialogo con i Presidenti delle Camere, sottolineando l’abuso della decretazione d’urgenza”. Lo dice la lettera del Colle che accompagna la promulgazione del milleproghe. “Come ha osservato il Presidente del Consiglio un’inversione di tendenza potrà aversi con il recupero di un’adeguata capacità di programmazione legislativa da parte del Governo e di una corrispondente attitudine del Parlamento a consentire l’approvazione in tempi ragionevoli” dei ddl. Rispetto a ciò “auspico piena collaborazione istituzionale e invito tutte le forze politiche a valutarla con senso di responsabilità”.
    Nella lettera con la quale il Colle ha accompagnato la firma del decreto milleproroghe oltre al nodo dei balneari un rilievo, sulla copertura, riguarda anche le norme introdotte in Senato sul potenziamento del ruolo direttivo e del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato. “Rilevo – si legge nella lettera del Colle – che l’articolo 1-bis, commi 1-6, come si evince dalle quantificazioni della stessa relazione tecnica, reca una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell’art. 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile”. L’articolo dispone – tra l’altro – l’integrale scorrimento della graduatoria del concorso interno per 436 vice commissari del ruolo direttivo della Polizia di Stato indetto nel 2019 e della graduatoria del concorso per mille sostituti commissari indetto nel 2020. Si prevede poi l’ampliamento della qualifica di vice ispettore nella misura massima di ulteriori 1.356 unità utilizzando la graduatoria dei candidati idonei nell’ambito del concorso interno per 1.141 posti per vice ispettore. Viene poi fissato al 2028, in luogo del 2027, l’anno in cui bandire il secondo dei due concorsi straordinari per titoli ed esami per la qualifica di ispettore superiore, riservato al personale del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato e viene aumento il numero dei posti messi a concorso per entrambi i concorsi.

    LE REAZONI POLITICHE
    Le riserve del Colle danno la stura all’attacco da parte dell’opposizione nei confronti di Governo e maggioranza. Difende il provvedimento, invece,il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
    “Il richiamo del presidente della Repubblica su alcuni aspetti del decreto milleproroghe, in particolare sulla questione della proroga su balneari, conferma una volta di più la confusione e l’inadeguatezza di governo e maggioranza. Ora si scusino e tornino in Parlamento abbandonando la consueta arroganza e aprendo un vero confronto con l’opposizione. Il Pd non si è mai sottratto al lavoro per individuare una corretta soluzione”. È quanto si legge in una nota del gruppo dei deputati Pd.
    “Le riserve espresse dal presidente della Repubblica Mattarella in sede di promulgazione del Milleproroghe dimostrano ancora una volta che le bugie raccontate dalla Meloni e da tutto il Centrodestra hanno le gambe cortissime”. Così in una nota il senatore Mario Turco, vicepresidente M5s.
    “Ottomila chilometri di costa, poco più di cento milioni di canoni a fronte di un giro d’affari di 7 miliardi. Ecco l'”Italia beach party” in nome del quale è stato varato da Governo e maggioranza il provvedimento fuori dalle leggi che ha richiamato l’intervento di Sergio Mattarella”. Così Marco Grimaldi, vicepresidente del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. 
    “La lettera del Presidente Mattarella certifica l’ennesimo pasticcio di governo e maggioranza.. Quella misura, purtroppo, non risolve i problemi delle imprese, mette in discussione la realizzazione del PNRR e rischia di far pagare al Paese un conto salato con l’avvio di una procedura di infrazione”. Così Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd.
    “Dal Presidente della Repubblica Mattarella arriva una severa e puntuale lezione alla maggioranza e al governo. Il ‘Milleproroghe”, con il trucco e con gli emendamenti inseriti nella fase parlamentare per soddisfare imbarazzanti promesse elettorali, sarebbe stato da rispedire in Parlamento, ma ciò avrebbe fatto decadere il decreto”. Così in una nota Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione
    “Le riserve del Presidente Mattarella sulla norma cosiddetta ‘balneari’, che alimenta l’incertezza giuridica di tante piccole imprese del settore senza risolvere alcun problema e che, in aggiunta, espone a possibili infrazioni il nostro Paese confermano la bontà delle posizioni assunte dal Partito Democratico alla Camera e al Senato su questa tematica”. Lo dice il senatore del Pd Antonio Nicita.
    “L’arbitro Mattarella ha tirato fuori il cartellino giallo per risparmiarci il cartellino rosso della Corte di Giustizia europea pronta ad aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per l’ennesima proroga nella messa a gara delle concessioni demaniali”. Lo dichiara Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione.

    “È giunta l’annunciata riflessione del Presidente Mattarella sulla discussa vicenda delle concessioni balneari. Doverosi l’attenzione e l’approfondimento sulle considerazioni del Presidente della Repubblica”. Così il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Il dibattito – aggiunge – risente di sentenze del Consiglio di Stato, basate purtroppo su presupposti opinabili. Infatti le spiagge italiane non sono una ‘risorsa scarsa’ e ci sono quindi ampi spazi per nuove imprese e per una corretta concorrenza, non lesiva di investimenti, valore e continuità di imprese legittimamente esistenti. La mappatura lo dimostrerà agevolmente”.

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    Dallo smart working ai balneari, il Milleproroghe

       Dalla proroga dello smart working a quella dei dehors, da quella per le ricette elettroniche a quella per le agevolazioni per la prima casa, fino alle assunzioni, moltissime, nella pubblica amministrazione grazie all’allungamento dei tempi dei concorsi. E al caso balneari. Il decreto Milleproroghe nasce come provvedimento già di per sè poco uniforme e si è trasformato nel corso dell’iter parlamentare nell’omnibus disomogeneo su cui ha puntato il dito Sergio Mattarella.
        * BALNEARI. La norma contestata è proprio quella sulle concessioni balneari: sono state prorogate di un altro anno, fino al 31 dicembre 2024, che può arrivare fino al 31 dicembre 2025 per i Comuni che sono alle prese con un contenzioso in essere o con “difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa”. Inoltre, viene prorogato fino a luglio 2023 il termine per la cosiddetta ‘mappatura’, entro il quale cioè andrà adottato il “sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici”.
        * SMART WORKING. Viene peralro prorogato fino alla fine di giugno anche il termine per lo smart working senza accorso aziendale. Nel privato riguarderà sia i lavoratori fragili che quelli con figli under 14, mentre nel pubblico solo i fragili.
        * RICETTA ELETTRONICA. Nella sanità, il testo originale del dl già prevedeva l’estensione dell’uso della ricetta elettronica fino alla fine del 2023. In sede di conversione in legge il termine è stato ulteriormente portato al 31 dicembre 2024. E’ stato inoltre assorbito il dl, approvato separatamente, che proroga il payback da parte delle aziende di dispositivi medici fino a fine aprile di quest’anno.
        * DEHORS E BIRRA. Sempre il Parlamento ha approvato anche l’ennesima proroga, in questo caso fino a dicembre 2023, della possibilità di dehors liberi, come previsto ormai da un paio d’anni nell’ambito delle misure per il contenimento del Covid, e l’estensione a tutto il 2023 delle accise agevolate per la birra artigianale.
        * SUPERBONUS. Una piccola novità riguarda infine anche il Superbonus, oggetto di continui mutamenti normativi: tempo fino al 31 marzo per comunicare alle Entrate sconto in fattura o cessione del credito per le spese sostenute nel 2022 sia per condomini che per unifamiliari, ma anche per la trasmissione dei dati delle spese sostenute nel 2022 per interventi solo però nei condomini.    

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    Sindacato Balneari difende l'esecutivo: “La questione è nata nel 2009”

        “Apprezziamo e condividiamo il monito del Presidente Matteralla per una nuova legge in materia che coniughi l’esigenza di una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei balneari. È quello che, il Sib ha sempre chiesto e ribadito: anche recentemente. E’ indispensabile una discussione seria e non strumentale sulle problematiche degli imprenditori balneari italiani”. Così Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio.    “Caso emblematico dell’uso strumentale è Angelo Bonelli – ha precisato Capacchione – che ci rinfaccia canoni che lui ha determinato con la Finanziaria del 2007 (legge 296/2006): a quei tempi, infatti, era il capogruppo di uno dei partiti di governo.  La questione balneare non è sorta adesso, ma nel 2009. Da allora si sono succeduti sette governi di ogni schieramento. Nessun politico può ergersi a giudice. Invece di utilizzare la questione balneare per mettere in difficoltà il governo di turno si impegnino tutti per una soluzione strutturale e definitiva come del resto recentemente dichiarato anche dal Presidente Meloni “.