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    La maggioranza ritira l'emendamento sullo stop ai ballottaggi nei Comuni

    E’ stato ritirato l’emendamento della maggioranza per modificare l’elezione dei sindaci nei Comuni con più di 15 mila abitanti e che di fatto avrebbe cancellato il ballottaggio. A dirlo all’ANSA è il senatore di Forza Italia, Adriano Paroli, uno dei tre firmatari insieme a Lega e FdI. La modifica – proposta da FI, FdI e Lega, al disegno di legge sul quorum di validità delle elezioni comunali, che è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato – è stata duramente contestata dalle opposizioni, che l’hanno definita un “colpo di mano”.
    L’emendamento della maggioranza al disegno di legge sul computo dei votanti per la validità delle elezioni comunali secondo le opposzioni portava di fatto a “un golpe” perché cancellerebbe il ballottaggio nei Comuni con più di 15 mila abitanti. Pd, M5s, Terzo polo e Avs hanno chiesto perciò la convocazione d’urgenza della Giunta per il regolamento perché “garantisca la corretta interpretazione del regolamento”, ha spiegato il senatore del Pd, Andrea Giorgis, a nome delle opposizioni. Il ddl è all’esame della commissione Affari costituzionali e dovrebbe passare in Aula, per via della procedura d’urgenza.
    Dopo la tensione scoppiata in commissione Affari costituzionali da parte delle opposizioni che hanno chiesto il ritiro dell’emendamento contestato, i gruppi Pd, M5s, Terzo polo e Avs hanno deciso di non votare il parere. Poi hanno sospeso i lavori sul ddl perché nel frattempo l’Aula sta per votare il disegno di legge Sisma. “Subito dopo torniamo in commissione e staremo qui finché è necessario”, ha detto Ivan Scalfarotto, senatore di Italia viva che fa parte della commissione.   

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    Amnesty, '525 persone uccise in Iran dall'inizio delle proteste'

        Amnesty International lancia l’allarme: in Iran sono state uccise 525 persone dall’inizio delle proteste scoppiate il 13 settembre scorso a seguito dell’arresto, e poi della morte, di Mahsa (Zhina) Amini, una ragazza di 22 anni di origini curde. Tra le vittime delle proteste ci sono anche 71 bambini.
        Masha Amini era stata fermata dalla polizia morale, accusata di non indossare in modo corretto il velo obbligatorio. Da quel momento, donne e uomini sono scesi in strada per manifestare al grido di ‘Donna, Vita, Libertà’, e dichiarare la loro aperta opposizione al regime dell’ayatollah Ali Khamenei, che punisce qualsiasi atto ritenuto “offensivo” per la pubblica decenza con la reclusione da dieci giorni a due mesi oppure con 74 frustate.
        Le proteste proseguono nonostante la brutale repressione che ha portato anche all’arresto di 19 mila persone, secondo Amnesty International. L’organizzazione denuncia gravissime violazioni dei diritti umani, come i processi farsa che hanno portato alla morte del manifestante Mohsen Shekari, condannato con l’accusa di “inimicizia contro Dio”, e di un altro giovane, Majidreza Rahanvard, impiccato pochi giorni dopo. Il timore di Amnesty è che altri rischino l’esecuzione, considerate le migliaia di rinvii a giudizio disposti finora. “Proprio questo – spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – è il momento in cui la solidarietà internazionale risulta cruciale. È fondamentale che tutti ci uniamo intorno alla lotta di migliaia di donne e di uomini che stanno rischiando la vita per costruire un futuro di diritti e libertà”.
        Con queste parole Noury lancia la campagna “Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”, invitando i sostenitori dell’ong a incentivare il lascito solidale, uno strumento che risulta fondamentale dal momento che, spiegano, “l’Organizzazione non accetta fondi da governi, istituzioni né grandi aziende, ma vive delle donazioni provenienti da persone comuni”.    

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    Meloni, l'ideologia gender andrà a discapito delle donne

     “Oggi si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo. Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile. Tutto questo andrà a discapito delle donne? Credo proprio di sì: oggi per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza. Le donne sono le prime vittime dell’ideologia gender. La pensano così anche molte femministe”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una intervista a Grazia, in edicola domani. 
    A una donna che sta per abortire “direi di provare a darsi una possibilità, che non è sola, che lo Stato le darà gli strumenti necessari per non negare a se stessa la gioia di crescere suo figlio, di metterlo al mondo nelle migliori condizioni possibili”, ha affermato la premier che ha parlato anche dell’utero in affitto.
    “È la legge italiana a dire che questa pratica non è lecita, non io – ha sottolineato -. Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà. L’utero in affitto è la schiavitù del terzo millennio e non mi rassegnerò mai all’idea che possa essere l’esito di secoli di lotte per i diritti delle donne”.
    “Sono d’accordo con la Meloni sul fatto che dare la possibilità ad un uomo di dichiararsi donna, al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne. Concordo con il fatto che non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne , ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità”. Così la presidente di Arcilesbica Cristina Gramolini commentando le parole della premier Giorgia Meloni. 
     “Penso anche che l’ideologia gender è giusta – ha sottolineato Gramolini – giusta quando dice che si è uomini e donne nel tempo in modi diversi, che non è naturale la maschilità e la femminilità, mentre è naturale il corpo femminile e maschile. I ruoli sessuali sono storici, i corpi sono naturali”. 
       

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    Israele: scontri a Tel Aviv, 39 arresti e 11 feriti

    (ANSA) – TEL AVIV, 01 MAR – Sono circa 40 i manifestanti
    arrestati oggi dalla polizia durante gli scontri a Tel Aviv per
    la protesta contro la riforma giudiziaria presentata dal governo
    di destra di Benyamin Netanyahu. Lo ha fatto sapere la polizia
    stessa che durante gli scontri ha usato granate assordanti,
    getti d’acqua e agenti a cavallo.   
    La prova di forza della polizia è stata lodata dal
    controverso ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir
    che ha fatto pressione per l’intervento contro quelli che ha
    definito “anarchici”. Secondo l’ospedale Ichilov di Tel Aviv –
    citato dai media – sono 11 le persone curate al Pronto Soccorso
    per ferite subite durante la protesta. (ANSA).   

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    Stampa moldava, 'il leader ceceno Kadyrov è stato avvelenato'

       Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, luogotenente di Vladimir Putin in Ucraina, sarebbe stato avvelenato e per questo motivo non sarebbe stato presente al discorso del presidente russo sullo stato della nazione. Lo scrive la testata moldava Timpul, ma per ora non ci sono altre conferme.
      Secondo il giornalista kazako Azat Maitanov, Kadyrov, 46 anni,  ha gravi problemi di salute, forse ai reni. Il leader ceceno, secondo altre fonti, non si fida dei medici russi e  si sarebbe rivolto ad un nefrolologo arrivato a Grozny dagli Emirati Arabi Uniti. Nei giorni scorsi Kadyrov ha detto che il comandante delle forze cecene in Ucraina Apty Alaudinov è stato avvelenato con una lettera impregnata da un agente tossico. 

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    Schlein a Piantedosi, sue parole vergognose, si dimetta

    (ANSA) – ROMA, 01 MAR – Le parole del ministro Piantedosi sui
    migranti “sono apparse a tutta Italia indegne, disumane e
    inadeguate al ruolo ricoperto”. Lo ha detto la neosegretaria del
    Pd Elly Schlein rivolgendosi al titolare degli Interni in
    Commissione Affari costituzionali della Camera, commentando le
    affermazioni dello stesso Piantedosi sull’assenza di senso di
    responsabilità dei migranti che si imbarcano con i figli.   
    “Attendiamo fiduciosi – ha aggiunto – le indagini della
    magistratura (sul naufragio di migranti a Cutro ndr), ma dal
    punto di vista politico mi unisco alle voce dei colleghi che mi
    hanno preceduto e che suggeriscono le sue dimissioni e dalla
    presidente Giorgia Meloni una profonda riflessione, anche sul
    ministro Salvini e sul ministro Giorgetti”. (ANSA).   

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    Meloni,bambini hanno diritto al meglio, una madre e un padre

    (ANSA) – ROMA, 01 MAR – “Ho avuto la fortuna di avere una
    madre e una famiglia che non mi hanno mai fatto mancare nulla,
    ma non posso dire che l’assenza di mio padre non abbia pesato
    nella mia vita. L’ho capito pienamente quando lui è morto, e mi
    sono resa conto della profondità della sofferenza che il suo
    vuoto aveva creato in me. Non conosco nessuno che rinuncerebbe a
    uno dei propri genitori o che sceglierebbe di essere cresciuto
    solo dal padre o dalla madre. I bambini hanno il diritto di
    avere il massimo: una mamma e un papà”. Così la presidente del
    Consiglio Giorgia Meloni in una intervista al settimanale Grazie
    in edicola da domani in occasione della Festa della donna,
    rispondendo alla direttrice Silvia Grilli che chiede se sia
    “importante per il bene dei figli avere sia un padre sia una
    madre? È importante per il bene dei figli che i genitori siano
    di sesso opposto?”, come riporta una nota (ANSA).   

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    Emendamento Costa reintroduce reati per reddito cittadinanza

    (ANSA) – ROMA, 01 MAR – Il responsabile Giustizia di Azione,
    Enrico Costa, ha presentato un emendamento al ddl sulla
    procedibilità d’ufficio che consentirebbe di evitare il colpo di
    spugna sulle violazioni del reddito di cittadinanza, che si
    potrebbe determinare con l’abolizione del reddito prevista dal 1
    gennaio 2024. La proposta di modifica è stata depositata al
    provvedimento sulla procedibilità d’ufficio e l’arresto in
    flagranza, che rivede di fatto la riforma Cartabia, e che è ora
    all’esame della Commissione Giustizia della Camera. (ANSA).