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    Governo in trasferta a Cutro, tensione sul decreto migranti

    Un unico decreto, “recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”: è denominato così il provvedimento sui migranti inserito nell’aggiornamento dell’ordine del giorno del preconsiglio, che si riunirà in mattinata alle 8.30, in vista del Consiglio dei ministri previsto nel pomeriggio a Cutro. 

    Agenzia ANSA

    Pugno di ferro contro i trafficanti di uomini, espulsioni più efficaci, semplificazione delle procedure per chi vuole entrare legalmente in Italia, estensione del decreto flussi. (ANSA)

    Porta tutto il governo in trasferta a Cutro. Per chiudere con le polemiche e dare un segnale “concreto” che per l’esecutivo è una priorità, un dovere “morale”, quello di evitare altre tragedie del mare come quella di dieci giorni fa davanti alle coste calabresi. Giorgia Meloni ha scelto di “metterci la faccia”, prepara un gesto “simbolico” per rendere omaggio alle oltre 70 vittime del naufragio, e punta tutto sulla stretta sui “trafficanti”. Mentre in parallelo porta avanti la partita con l’Europa sulla quale sembra poter contare su un alleato inedito, l’olandese Mark Rutte, che si dice pronto ad agire in “tandem” con la collega italiana, tanto da preparare anche un viaggio in Africa insieme. Ma è a Roma, prima che a Bruxelles, che si addensano le potenziali insidie. La premier deve fare i conti con il malcontento della Lega, che da giorni non rinuncia a quelle che per Fratelli d’Italia altro non sono che provocazioni, a partire dal pressing sulle proposte di ripristino dei decreti sicurezza firmati da Salvini all’epoca del governo gialloverde (e già due volte, si fa notare, bocciati dal Colle). In mattinata la sfida si fa esplicita, con il capogruppo leghista Riccardo Molinari che dà appuntamento a Fratelli d’Italia in commissione: “Vedremo – dice chiaramente – se Fdi li voterà o no”.

    La Guardia Costiera salva 38 migranti a Lampedusa

    Ma non è questo il tempo, e quei decreti sono figli di un’altra stagione, il ragionamento che si fa nel partito della premier, che di fatto ha avocato a sé la gestione del dossier immigrazione. Meloni vorrebbe tenere le carte coperte fino al Cdm, che si terrà a metà pomeriggio nella cittadina del crotonese, preceduto da una vigilia di polemiche sul trasferimento delle salme. Punta all’effetto sorpresa, tanto da non prevedere inizialmente di far passare il nuovo decreto – o più provvedimenti, ancora è in discussione – dalla riunione preparatoria del preconsiglio. Una scelta che non sarebbe piaciuta affatto alla Lega – non possiamo, il ragionamento, arrivare in Cdm senza avere visto i testi. Tant’è che la riunione dei tecnici slitta, lasciando qualche altra ora agli uffici per affinare le misure. Che guarderanno anche all’accoglienza, con interventi sui centri ma anche con un ampliamento dei flussi e una “forte” semplificazione delle procedure per chi chiede l’ingresso regolare in Italia.
    La scelta del governo, il più di destra della storia d’Italia, potrebbe spiazzare anche il Pd, che nel frattempo sottoscrive la proposta di legge di iniziativa popolare – a prima firma di Riccardo Magi – per chiedere di superare la legge Bossi-Fini allargando la possibilità di permessi di soggiorno. L’esatto contrario di quello che vorrebbe la Lega che anzi, come fa Matteo Salvini, sposa la filosofia di Rishi Sunak e rilancia sui social le politiche migratorie del primo ministro inglese che puntano, in particolare, a non concedere l’asilo a chi abbia fatto ingresso irregolare nel Regno Unito. A Palazzo Chigi non preoccupa, per il momento, la tensione che si è alzata in Parlamento. I rapporti tra Salvini e Meloni, è la linea, sono “ottimi” e “concreti”. La premier è convinta di spuntarla sull’alleato che ha mal digerito il commissariamento di fatto del “suo” ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Al Viminale, in effetti, rimandano a piazza Colonna per avere lumi sulle misure. Saranno riviste fino all’ultimo. E di sicuro ci sarà un inasprimento delle pene per i trafficanti: le parole di Papa Francesco hanno fatto breccia nell’esecutivo che da giorni non parla più di scafisti proprio per spostare l’accento dal respingimento al salvataggio di quelle vite messe in pericolo da chi specula sulla tratta di esseri umani. Ci dovrebbe essere, quindi, l’introduzione di una nuova aggravante in caso di morte dei migranti. Ma anche, facendo leva sugli accordi già in essere con diversi Paesi, in particolare del Nord Africa, una semplificazione normativa e burocratica per chi chiede di entrare legalmente, l’implementazione dei corridoi umanitari e un ampliamento dei flussi.

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    Stretta scafisti e accoglienza, ecco piano governo

     Pugno di ferro contro i trafficanti di uomini, espulsioni più efficaci, semplificazione delle procedure per chi vuole entrare legalmente in Italia, estensione del decreto flussi. E’ un pacchetto ‘double face’ quello che il Governo varerà nel Cdm a Cutro: rigore nel contrasto degli arrivi irregolari e accoglienza verso la migrazione attraverso canali legali, che saranno potenziati. Ecco le principali misure del provvedimento (ma potrebbe essere anche più decreti) sulle quali ci saranno limature fino all’ultimo momento, dopo il confronto di ieri tra il leader leghista Matteo Salvini, assertore della linea dura, e la premier Giorgia Meloni, impegnata a trovare un punto di equilibrio che tenga compatta la sua maggioranza.    STRETTA SU SCAFISTI – Nell’informativa alle Camere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha attribuito agli scafisti ed ai trafficanti le responsabilità del naufragio. Al momento i fermati devono rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa di 15mila euro per ogni persona trasportata. Sono già previste delle aggravanti, ma ora si punta ad introdurne una specifica che scatterebbe se il trasporto finisse in tragedia, cioè con vittime, come accaduto a Cutro.    Nel mirino non c’è solo chi guida ai barconi ma anche le reti criminali che gestiscono il traffico.    ESPULSIONI E RIMPATRI – Sono soltanto poche migliaia i rimpatri fatti ogni anno degli immigrati irregolari. Un dato che i vari titolari del Viminale non sono mai riusciti a scalfire e che sconta lo scoglio del necessario accordo del Paese di provenienza delle persone da allontanare. Ora, se uno straniero viene rintracciato in uno status di irregolarità, nella maggior parte dei casi gli si consegna un foglio di via con l’invito (mai raccolto) a lasciare il territorio nazionale. Il Governo punta a rendere effettive le espulsioni, con l’ok dei Paesi di origine, fermo restando che questi ultimi devono essere ‘sicuri’: chi viene rimpatriato non deve cioè finire in una zona di guerra o rischiare trattamenti disumani.    IMPULSO A FLUSSI REGOLARI – L’esecutivo intende intervenire con lo strumento del decreto flussi, che sarà allargato e reso pluriennale. Con l’ultimo sono stati già programmati circa 83mila ingressi regolari per motivi di lavoro. Ci saranno ora numeri più alti per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo. Ci sono da 300 a 500mila posti disponibili, secondo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. L’idea è poi quella di assegnare quote privilegiate ai Paesi che collaborano più efficacemente nel contrastare le partenze di migranti irregolari e nell’accettare i rimpatri.    INGRESSI PIU’ SEMPLICI – Ci sarà anche una semplificazione normativa e degli adempimenti burocratici necessari per chi chiede di entrare legalmente in Italia. Potrebbero essere mobilitati gli uffici diplomatici per l’esame del domande in loco, con la collaborazione dei Paesi, in particolare quelli del Nordafrica, con cui Roma ha già accordi.    CORRIDOI UMANITARI – Il Governo punta inoltre a dare un’accelerata ai corridoi umanitari. Dal suo insediamento, sono già 617 le persone arrivate in Italia attraverso questo canale, “un numero mai registrato in un così breve lasso di tempo”, ha sottolineato Piantedosi. E nel primo semestre dell’anno c’è un impegno – in collaborazione con la commissione europea – ad accogliere altre 1.481 persone. Disponibilità anche ad aderire alle evacuazioni umanitarie e ai programmi di reinsediamento.    PIU’ FONDI PER CENTRI – Nel pacchetto troveranno spazio, infine, stanziamenti ai Comuni per migliorare la rete dei centri di accoglienza, strutture che frequentemente non si trovano in condizioni ottimali.     

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    Rocca da Meloni a Palazzo Chigi, giunta entro venerdì

    Il nuovo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, è a Palazzo Chigi, per incontrare la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Rocca ha confermato che la formazione della sua giunta è prevista “entro venerdì”.
    “Terrò la delega alla Sanità”, ha detto Rocca, dopo l’incontro.
    “Incontrerò i coordinatori regionali” dei partiti della coalizione “e, come da impegni, venerdì annuncerò la giunta”, ha aggiunto il nuovo presidente della Regione Lazio. Sono stati trovati gli equilibri per la formazione della giunta? “Non era tanto questione di equilibri – ha risposto Rocca -, ho condiviso con lei le mie idee su come lavorare insieme per raggiungere il miglior risultato possibile. Sono molto sereno, c’è grande serenità, grande voglia di fare, si parte tranquillamente”.

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    Migranti: governo studia dl, da stretta ai trafficanti ad accoglienza

    Un decreto legge, o forse più provvedimenti, che avranno al centro una stretta contro i trafficanti ma anche il potenziamento dell’accoglienza. In vista del Consiglio dei ministri a Cutro il governo, secondo quanto si apprende, sta mettendo a punto un pacchetto di misure che passeranno anche per una “forte semplificazione” delle procedure per chi vuole entrare regolarmente in Italia.
    La stretta sui trafficanti, viene spiegato, sarà il cuore degli interventi che potrebbero contemplare anche una nuova aggravante in caso di morte dei migranti, come accaduto nella tragedia di Cutro. Altro punto in discussione quello delle espulsioni da rendere “più efficaci”, ferma restando l’analisi dei requisiti e dei Paesi in cui andrebbero rimpatriati i migranti, che devono essere “sicuri”.
    Le semplificazioni normative e burocratiche per chi chiede di entrare legalmente si stanno studiando anche insieme ai Paesi, in particolare del Nord Africa, con cui l’Italia ha già accordi. Sul tavolo anche l’implementazione dei corridoi umanitari e un nuovo intervento “temporale e di estensione” dei flussi oltre a misure per migliorare l’accoglienza nei centri. 

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    Cybersicurezza: Mantovano, domani in Cdm nomina direttore

    Sarà nominato dal Consiglio dei ministri in programma domani a Cutro il nuovo direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, dopo le dimissioni di Roberto Baldoni. Lo ha confermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, lasciando Palazzo Chigi per recarsi all’audizione al Copasir. A chi gli domandava se il nuovo direttore sarà il prefetto Bruno Frattasi, Mantovano ha risposto solo dicendo: “Rispettiamo il Parlamento, sto andando al Copasir”.

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    Guterres, Onu pronta a mediare per la smilitarizzazione di Zaporizhzhia

       Le Nazioni Unite sono pronte a offrire i loro buoni uffici come mediatori nella smilitarizzazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha dichiarato il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, durante una conferenza stampa con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev, secondo quanto riportato da Ukrinform.
        “La sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia è fondamentale. Credo che sarebbe importante anche una possibile mediazione per cercare la completa smilitarizzazione dell’area, garantendo al contempo che la centrale possa tornare a funzionare normalmente. Le Nazioni Unite sono pronte a offrire i loro buoni uffici”, ha dichiarato Guterres. 
       Da parte sua, Zelensky ha detto che con Guterres “abbiamo discusso su come fermare il ricatto nucleare della Russia e ripristinare la sicurezza di tutte le centrali nucleari ucraine, che è stata violata dalla Russia, in particolare la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia. La centralenucleare di Zaporizhzhia deve tornare sotto il pieno controllo dell’Ucraina: è una questione di sicurezza globale, non solo di sicurezza ucraina”.
       Le autorità filorusse di Energodar, dove è situata la  centrale nucleare di Zaporizhzhia, in mano ai russi, hanno denunciato che le forze ucraine hanno attaccato oggi con i droni la cittadina, sottolineando però che l’attività nella centrale continua normalmente.  L’amministrazione comunale, citata dall’agenzia Ria Novosti, ha parlato di un “atto terroristico contro la popolazione civile di Energodar”, aggiungendo che gli ucraini hanno impiegato munizioni incendiarie, provocando un incendio in un’area di quattro ettari sulla sponda sud del bacino della diga di Kakhovka,  dove sorge la città. La sponda nord, dove è situata Nikopol, è sotto il controllo delle forze di Kiev. Le fiamme si sono sprigionate lungo la linea elettrica che rifornisce la città.

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    Calenda, senza gas polo industriale del Sulcis non ha futuro

    (ANSA) – PORTOSCUSO, 08 MAR – “Non esiste sviluppo economico
    senza gas, risorse e fabbriche”. Ne è convinto l’ex ministro
    dello Sviluppo economico Carlo Calenda, oggi in visita agli
    stabilimenti di Sider Alloys ed Eurallumina nel polo industriale
    di Portovesme, nel Sulcis. Il leader di Azione era già stato
    all’ex Alcoa durante la sua guida al Mise. “Rivedere gli operai
    con cui avevamo rimesso a posto la situazione e vedere la
    fusione dell’alluminio per me è stato un momento commovente –
    ricorda – E tuttavia oggi vengo in questo sito, l’unico rimasto
    in cui si produce alluminio primario, in un contesto totalmente
    differente, surreale, vergognoso e ignobile”.   
    “Questo è un polo tenuto perfettamente in ordine dagli operai
    e dalla proprietà – sottolinea Calenda – con un progetto di
    sviluppo da 300 milioni per trasformarlo totalmente a gas,
    eppure il presidente Solinas si è assunto da solo la
    responsabilità di bloccare l’arrivo di una nave di
    rigassificazione che comporterebbe la rinascita industriale di
    questo territorio. Lo sta facendo per ragioni oscure ma nel
    frattempo mette a rischio non solo posti di lavoro, ma un intero
    settore strategico italiano”. Il senatore del Terzo Polo fa
    quindi appello a tutte le forze politiche per trovare una
    soluzione alla tante vertenze del Sulcis, annunciando un suo
    intervento diretto con la premier Giorgia Meloni.   
    “Stiamo combattendo non per tenere un’impresa, ma per
    mandarla via, è un paradosso italiano – denuncia ancora Calenda
    parlando della Sider Alloys – qui ci sono tutte le condizioni
    per andare avanti ma chiacchieriamo di navi di rigassificazione
    mentre l’Olanda ne ha comprate tre e la Germania cinque. Non
    esiste sviluppo economico senza gas, risorse e fabbriche, eppure
    il presidente Solinas con il suo comportamento individuale sta
    ostacolando tutto questo. E’ uno spreco: oggi avere una fabbrica
    che produce alluminio primario è un vantaggio competitivo
    enorme, eppure questa non viene considerata di interesse
    nazionale da gente che non ha mai lavorato”. (ANSA).   

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    Sicurezza ciclisti,al via esame proposta di legge in commissione

    (ANSA) – ROMA, 08 MAR – Al via in commissione Trasporti della
    Camera l’esame della proposta di legge a prima firma del
    deputato Dem Mauro Berruto per introdurre l’obbligo della
    distanza pari a un metro e mezzo per le automobili che
    sorpassano i ciclisti. La pdl era stata depositata a
    Montecitorio l’8 novembre scorso ed è tornata alle cronache in
    particolare dopo la tragica morte di Davide Rebellin. La
    relatrice è la Dem Ouidad Bakkali che oggi ha svolto la sua
    relazione. “Mi auguro che l’iter sia rapido” sottolinea Berruto.   
    “Si tratta – osserva – di un cambio di paradigma culturale: la
    strada è di tutti, non solo degli automobilisti”. (ANSA).