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    Terzo Polo: Calenda, mi presento segretario e lo guido io

    (ANSA) – ROMA, 09 MAR – “Per ora” il partito unico che
    nascerà dalla fusione di Azione e Iv “lo guido io: mi presento
    come segretario”. Renzi? “E’ coerente: ha fatto un passo
    indietro. Non è negli organi della Federazione, fa altro. Da
    persona molto intelligente dà un contributo molto importante”.   
    Lo ha detto Carlo Calenda a Agorà su Rai 3.   
    “Sul nome – ha poi aggiunto – ci dobbiamo lavorare” perchè
    “il nome è importante”. Il leader di Azione ha infine spiegato
    che “al momento il partito lo guido io con Elena Bonetti”, ma
    “se ci saranno donne che si vogliono candidare sarà un processo
    aperto e competitivo”. (ANSA).   

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    Renzi, Terzo Polo avanza con tempi proposti da Calenda

    (ANSA) – ROMA, 09 MAR – “Il progetto del Terzo Polo avanza.   
    Oggi come Italia Viva confermeremo l’impegno verso il partito
    unico nei tempi proposti da Calenda e daremo i nostri
    suggerimenti perché il processo sia il più aperto e inclusivo
    possibile”. Lo scrive nella sua E-News il leader di Italia viva,
    Matteo Renzi aggiungendo che “nel frattempo lavoriamo insieme
    sulle proposte e sulle idee, non solo in Parlamento. Oggi ad
    esempio alle 18, al teatro Eliseo, facciamo una iniziativa
    condivisa sui temi della sanità. Passo dopo passo, giorno dopo
    giorno, evento dopo evento la casa dei riformisti prende forma”.   
    (ANSA).   

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    Bersani, ritornare nel Pd? Sì, se nuovo inizio. Ma da militante

    (ANSA) – ROMA, 09 MAR – “Elly Schlein mi sta convincendo, il
    problema è quali sono i passi da fare adesso. Voglio essere
    sicuro che l’allargamento continui. Ci vuole un meccanismo per
    ridarci l’apertura, un partito può stare insieme se ognuno può
    far valere le proprie idee. E poi la costruzione del campo:
    continuo a predicare che il Pd non deve percepirsi come punto di
    equilibrio del sistema. Il Pd deve essere attivo per costruire
    un’alternativa. Se così fosse entrerei nel Pd, ma da militante”.   
    Lo dice, ospite di Non stop News, su RTL 102.5, Pierluigi
    Bersani.   
    “Elly Schlein – prosegue – rilancia il tesseramento. Siamo
    sicuri che nei circoli in Italia del Pd se uno bussa alla porta
    venga accolto? In questi anni si è creato un meccanismo di
    chiusura. C’era un partito che faceva fatica a guardare fuori da
    sé”, conclude. (ANSA).   

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    Antoniozzi ripresenta ddl Meloni contro pedopornografia

    (ANSA) – ROMA, 09 MAR – Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo
    di Fratelli d’Italia alla Camera, ha ripresentato il ddl Meloni
    che evita qualsiasi possibilità di patteggiamento connessa ai
    reati di pedopornografia andando a modificare l’articolo 444
    comma 1 bis del codice di procedura penale.   
    “La presidente Meloni – ricorda Antoniozzi – presentò il ddl
    nel 2013, anche in seguito alla petizione online promossa
    dall’associazione Peter Pan, presieduta dal giornalista Mario
    Campanella, che raccolse dodicimila firme. Il ddl che io copio
    integralmente – aggiunge – ricevette l’adesione di importanti
    figure come Don Fortunato Di Noto, il sacerdote siciliano in
    prima fila contro la pedofilia. Chiedo a tutte le forze
    politiche presenti in Parlamento di approvarlo brevemente perché
    difende ancora di più i nostri bambini e spero vivamente –
    conclude – che si registri unità di intenti, poiché a livello di
    impatto emotivo i reati pedopornografici non sono dissimili da
    quelli mafiosi”. (ANSA).   

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    Governo in trasferta a Cutro, tensione sul decreto migranti

    Un unico decreto, “recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”: è denominato così il provvedimento sui migranti inserito nell’aggiornamento dell’ordine del giorno del preconsiglio, che si riunirà in mattinata alle 8.30, in vista del Consiglio dei ministri previsto nel pomeriggio a Cutro. 

    Agenzia ANSA

    Pugno di ferro contro i trafficanti di uomini, espulsioni più efficaci, semplificazione delle procedure per chi vuole entrare legalmente in Italia, estensione del decreto flussi. (ANSA)

    Porta tutto il governo in trasferta a Cutro. Per chiudere con le polemiche e dare un segnale “concreto” che per l’esecutivo è una priorità, un dovere “morale”, quello di evitare altre tragedie del mare come quella di dieci giorni fa davanti alle coste calabresi. Giorgia Meloni ha scelto di “metterci la faccia”, prepara un gesto “simbolico” per rendere omaggio alle oltre 70 vittime del naufragio, e punta tutto sulla stretta sui “trafficanti”. Mentre in parallelo porta avanti la partita con l’Europa sulla quale sembra poter contare su un alleato inedito, l’olandese Mark Rutte, che si dice pronto ad agire in “tandem” con la collega italiana, tanto da preparare anche un viaggio in Africa insieme. Ma è a Roma, prima che a Bruxelles, che si addensano le potenziali insidie. La premier deve fare i conti con il malcontento della Lega, che da giorni non rinuncia a quelle che per Fratelli d’Italia altro non sono che provocazioni, a partire dal pressing sulle proposte di ripristino dei decreti sicurezza firmati da Salvini all’epoca del governo gialloverde (e già due volte, si fa notare, bocciati dal Colle). In mattinata la sfida si fa esplicita, con il capogruppo leghista Riccardo Molinari che dà appuntamento a Fratelli d’Italia in commissione: “Vedremo – dice chiaramente – se Fdi li voterà o no”.

    La Guardia Costiera salva 38 migranti a Lampedusa

    Ma non è questo il tempo, e quei decreti sono figli di un’altra stagione, il ragionamento che si fa nel partito della premier, che di fatto ha avocato a sé la gestione del dossier immigrazione. Meloni vorrebbe tenere le carte coperte fino al Cdm, che si terrà a metà pomeriggio nella cittadina del crotonese, preceduto da una vigilia di polemiche sul trasferimento delle salme. Punta all’effetto sorpresa, tanto da non prevedere inizialmente di far passare il nuovo decreto – o più provvedimenti, ancora è in discussione – dalla riunione preparatoria del preconsiglio. Una scelta che non sarebbe piaciuta affatto alla Lega – non possiamo, il ragionamento, arrivare in Cdm senza avere visto i testi. Tant’è che la riunione dei tecnici slitta, lasciando qualche altra ora agli uffici per affinare le misure. Che guarderanno anche all’accoglienza, con interventi sui centri ma anche con un ampliamento dei flussi e una “forte” semplificazione delle procedure per chi chiede l’ingresso regolare in Italia.
    La scelta del governo, il più di destra della storia d’Italia, potrebbe spiazzare anche il Pd, che nel frattempo sottoscrive la proposta di legge di iniziativa popolare – a prima firma di Riccardo Magi – per chiedere di superare la legge Bossi-Fini allargando la possibilità di permessi di soggiorno. L’esatto contrario di quello che vorrebbe la Lega che anzi, come fa Matteo Salvini, sposa la filosofia di Rishi Sunak e rilancia sui social le politiche migratorie del primo ministro inglese che puntano, in particolare, a non concedere l’asilo a chi abbia fatto ingresso irregolare nel Regno Unito. A Palazzo Chigi non preoccupa, per il momento, la tensione che si è alzata in Parlamento. I rapporti tra Salvini e Meloni, è la linea, sono “ottimi” e “concreti”. La premier è convinta di spuntarla sull’alleato che ha mal digerito il commissariamento di fatto del “suo” ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Al Viminale, in effetti, rimandano a piazza Colonna per avere lumi sulle misure. Saranno riviste fino all’ultimo. E di sicuro ci sarà un inasprimento delle pene per i trafficanti: le parole di Papa Francesco hanno fatto breccia nell’esecutivo che da giorni non parla più di scafisti proprio per spostare l’accento dal respingimento al salvataggio di quelle vite messe in pericolo da chi specula sulla tratta di esseri umani. Ci dovrebbe essere, quindi, l’introduzione di una nuova aggravante in caso di morte dei migranti. Ma anche, facendo leva sugli accordi già in essere con diversi Paesi, in particolare del Nord Africa, una semplificazione normativa e burocratica per chi chiede di entrare legalmente, l’implementazione dei corridoi umanitari e un ampliamento dei flussi.

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    Stretta scafisti e accoglienza, ecco piano governo

     Pugno di ferro contro i trafficanti di uomini, espulsioni più efficaci, semplificazione delle procedure per chi vuole entrare legalmente in Italia, estensione del decreto flussi. E’ un pacchetto ‘double face’ quello che il Governo varerà nel Cdm a Cutro: rigore nel contrasto degli arrivi irregolari e accoglienza verso la migrazione attraverso canali legali, che saranno potenziati. Ecco le principali misure del provvedimento (ma potrebbe essere anche più decreti) sulle quali ci saranno limature fino all’ultimo momento, dopo il confronto di ieri tra il leader leghista Matteo Salvini, assertore della linea dura, e la premier Giorgia Meloni, impegnata a trovare un punto di equilibrio che tenga compatta la sua maggioranza.    STRETTA SU SCAFISTI – Nell’informativa alle Camere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha attribuito agli scafisti ed ai trafficanti le responsabilità del naufragio. Al momento i fermati devono rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa di 15mila euro per ogni persona trasportata. Sono già previste delle aggravanti, ma ora si punta ad introdurne una specifica che scatterebbe se il trasporto finisse in tragedia, cioè con vittime, come accaduto a Cutro.    Nel mirino non c’è solo chi guida ai barconi ma anche le reti criminali che gestiscono il traffico.    ESPULSIONI E RIMPATRI – Sono soltanto poche migliaia i rimpatri fatti ogni anno degli immigrati irregolari. Un dato che i vari titolari del Viminale non sono mai riusciti a scalfire e che sconta lo scoglio del necessario accordo del Paese di provenienza delle persone da allontanare. Ora, se uno straniero viene rintracciato in uno status di irregolarità, nella maggior parte dei casi gli si consegna un foglio di via con l’invito (mai raccolto) a lasciare il territorio nazionale. Il Governo punta a rendere effettive le espulsioni, con l’ok dei Paesi di origine, fermo restando che questi ultimi devono essere ‘sicuri’: chi viene rimpatriato non deve cioè finire in una zona di guerra o rischiare trattamenti disumani.    IMPULSO A FLUSSI REGOLARI – L’esecutivo intende intervenire con lo strumento del decreto flussi, che sarà allargato e reso pluriennale. Con l’ultimo sono stati già programmati circa 83mila ingressi regolari per motivi di lavoro. Ci saranno ora numeri più alti per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo. Ci sono da 300 a 500mila posti disponibili, secondo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. L’idea è poi quella di assegnare quote privilegiate ai Paesi che collaborano più efficacemente nel contrastare le partenze di migranti irregolari e nell’accettare i rimpatri.    INGRESSI PIU’ SEMPLICI – Ci sarà anche una semplificazione normativa e degli adempimenti burocratici necessari per chi chiede di entrare legalmente in Italia. Potrebbero essere mobilitati gli uffici diplomatici per l’esame del domande in loco, con la collaborazione dei Paesi, in particolare quelli del Nordafrica, con cui Roma ha già accordi.    CORRIDOI UMANITARI – Il Governo punta inoltre a dare un’accelerata ai corridoi umanitari. Dal suo insediamento, sono già 617 le persone arrivate in Italia attraverso questo canale, “un numero mai registrato in un così breve lasso di tempo”, ha sottolineato Piantedosi. E nel primo semestre dell’anno c’è un impegno – in collaborazione con la commissione europea – ad accogliere altre 1.481 persone. Disponibilità anche ad aderire alle evacuazioni umanitarie e ai programmi di reinsediamento.    PIU’ FONDI PER CENTRI – Nel pacchetto troveranno spazio, infine, stanziamenti ai Comuni per migliorare la rete dei centri di accoglienza, strutture che frequentemente non si trovano in condizioni ottimali.