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    Mattarella al Papa, ha indicato la strada per un orizzonte di pace

    “La Comunità Internazionale guarda con vivo interesse al Suo operato e alle Sue parole, che tracciano la strada maestra per assicurare all’umanità un orizzonte di pace e di autentico sviluppo. Il Suo magistero, teso all’eliminazione delle disuguaglianze e al sostegno alle frange più vulnerabili delle nostre società, ha segnato profondamente questo decennio e sono certo che continuerà a rappresentare un punto di riferimento per i governi, per le organizzazioni internazionali e per moltitudini di credenti e non credenti”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio a Sua Santità Papa Francesco.”La lieta ricorrenza del decennale del Pontificato mi offre la graditissima opportunità di formulare, a nome della Repubblica Italiana e mio personale, sentiti voti augurali – scrive Mattarella – uniti a sentimenti di riconoscenza per la fondamentale opera della Santità Vostra al servizio della Chiesa cattolica in Italia e nel mondo. La Sua azione pastorale ha ribadito la centralità della persona – con i suoi inalienabili diritti e i suoi altrettanto ineludibili doveri e responsabilità – per la salvaguardia del pianeta, casa comune dell’umanità tutta. Le encicliche ‘Laudato sì’ e ‘Fratelli tutti’ rappresentano pietre miliari di un cammino che nel ‘Documento sulla fratellanza umana’ trova nuove, concrete e promettenti prospettive di comprensione reciproca e feconda collaborazione”. “La Sua costante sollecitudine nei confronti dell’Italia e di quanti vivono nel nostro Paese è altamente apprezzata dalla nostra comunità nazionale, che guarda con speranza al Primate d’Italia e ai Suoi numerosi viaggi in grandi città e in realtà più piccole ma non per questo meno importanti. Di questo impegno Le sono personalmente molto grato. Con tali sentimenti mi unisco a tutti gli italiani che in questo fausto giorno desiderano unirsi alla Santità Vostra per augurarLe ancora molti anni di fecondo magistero”, conclude il capo dello Stato.

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    Serbia-Kosovo: Michel, 'bene intesa, avanti con l'attuazione'

    “Congratulazioni per l’accordo raggiunto ieri sera a Ohrid nel dialogo facilitato dall’Ue.  L’accordo sulla via della normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia e il suo allegato sono importanti per la pace, la stabilità e la prosperità per l’intera regione dei Balcani Occidentali. L’implementazione è ora fondamentale”. Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, salutando l’intesa raggiunta ieri in tarda serata a Ohrid, in Macedonia del Nord, tra il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il premier del Kosovo, Albin Kurti, con la mediazione dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell. 

    Agenzia ANSA

    Aleksandar VucicDodici ore di negoziati per trovare un bandolo della matassa lunga quasi un quarto di secolo e per arrivare, annunciato dall’Ue in nottata, ad una faticosissima intesa. (ANSA)

    “Speriamo che il diavolo non si nasconda nei dettagli e che l’intesa concordata ma non firmata non sia un altro inganno balcanico! Diversamente si tratterebbe di un traguardo storico che annuncerebbe una tanto attesa primavera nei rapporti tra le due maggiori nazioni balcaniche, Albania e Serbia”. Lo scrive in un tweet il premier albanese, Edi Rama, salutando l’accordo raggiunto ieri sera a Ohrid sulla normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina. Rama si congratula “sinceramente con i quattro protagonisti al tavolo di Ohrid”, auspicando che presto “l’accordo non firmato si trasformi in una nuova realtà irreversibile tra Kosovo e Serbia, albanesi e serbi, Balcani occidentali e Ue”.
    Vucic, non firmo accordi con la cosiddetta Repubblica del Kosovo – Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto che nell’incontro di ieri a Ohrid con il premier kosovaro Albin Kurti, così come in qualsiasi altro luogo, ha ribadito le linee rosse della Serbia che riguardano il no al riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo e alla sua ammissione all’Onu. “Lo dico anche oggi, che nessuno può imporre un obbligo legale alla Serbia. Per questo non abbiamo firmato nè quello che la Ue definisce un accordo nè l’allegato. La Serbia è pronta a lavorare all’attuazione fino alle linee rosse”, ha detto Vucic in una conferenza stampa a Belgrado all’indomani della maratona negoziale di ieri nella cittadina macedone, conclusasi in tarda serata.
    La Serbia, ha osservato Vucic, è uno stato legalmente riconosciuto a livello internazionale, e per questo non intende concludere accordi legali internazionali con la cosiddetta Repubblica del Kosovo. “Non ho firmato poichè non voglio approvare accordi legali internazionali con il Kosovo. Sto attento a ogni parola che pronuncio. E’ difficile dimostrare l’esistenza di un accordo senza alcuna firma, ma io ovunque sottolineo inequivocabilmente le linee rosse della Serbia che si riferiscono in tutta chiarezza al non riconoscimento del Kosovo”, ha affermato il presidente.
    I colloqui di ieri, ha detto, come in tutte le altre occasioni, non sono stati facili poichè le due parti hanno quasi sempre interessi opposti. Le parti tuttavia, ha aggiunto, hanno constatato che l’accordo e il suo allegato diventeranno parte costitutiva del processo di adesione alla Ue. “Noi non dipenderemo più dalla buona volontà di Pristina, e questo è un cambiamento positivo nel quadro negoziale, bensì da quello che saremo in grado di fare”, ha affermato Vucic sottolineando come la parte kosovara si sia impegnata ad attivarsi concretamente per la creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo. Nel suo intervento Vucic ha letto il testo dell’allegato, osservando come Serbia e Kosovo si impegnino con esso ad attuare tutti gli obblighi previsti. Nei prossimi giorni, ha aggiunto, avrà consultazioni con i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per concordare la linea d’azione. “Ora sappiamo che da quello che riusciremo fare dipenderà il nostro percorso europeo”, ha detto Vucic, 

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    Cpi, Putin può essere processato come i nazisti

    All’indomani dalla clamorosa decisione di spiccare un mandato d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin e per la commissaria Maria Alekseyevna Lvova-Belova con l’accusa di deportazione illegale di bimbi ucraini, è il procuratore capo della Corte penale internazionale in persona, Karim Khan, a precisare quello che in molti in queste ore si sono chiesti, ovvero se quella decisione può davvero concretizzarsi in qualcosa di più che un ‘segnale’ pur forte ma astratto: ebbene Khan ha ricordato i processi storici contro i criminali di guerra nazisti, l’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e l’ex leader liberiano Charles Taylor, portandoli come esempi di figure apparentemente intoccabili che hanno dovuto affrontare la giustizia. Il procuratore ha argomentato così, parlando con la Cnn, la sua convinzione che Putin possa essere effettivamente processato nonostante Mosca sostenga di non essere soggetta alle decisioni della Corte dell’Aja.    Parole, quelle di Khan, che hanno fatto reagire Mosca con una pesante accusa: la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova, si è infatti scagliata contro il procuratore del Cpi rievocando, sul suo canale Telegram, una vicenda che riguarda il fratello di Khan, Imran Ahmad Khan, un ex deputato conservatore che è stato rilasciato lo scorso 23 febbraio da una prigione in Gran Bretagna dopo avere scontato, sostiene Mosca, solo la metà di una condanna a 18 mesi di reclusione per avere molestato un ragazzo minorenne. “Il 17 marzo, tre settimane dopo il rilascio del fratello pedofilo – afferma Zakharova – Karim Khan emette un ordine d’arresto non solo per Putin, ma anche Maria Llova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini in Russia, cioè una persona che protegge i bambini da gente come il fratello del procuratore. Non si vergognano più di niente”.    Però non basta, o non basta più: le reazioni all’annuncio del Tribunale dell’Aja arrivano a valanga sui social e continuano anche quelle ufficiali. Il presidente Usa Joe Biden sostiene che Putin ha chiaramente commesso dei crimini di guerra e che quindi il mandato di arresto della Corte penale internazionale nei suoi confronti è giustificato. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accolto con favore la decisione: nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro giapponese Fumio Kishida a Tokyo, ha dichiarato che la decisione della Corte penale internazionale ha dimostrato che “nessuno è al di sopra della legge”. “La Corte penale internazionale è l’istituzione giusta per indagare sui crimini di guerra. Il fatto è che nessuno è al di sopra della legge ed è quello che sta diventando chiaro in questo momento”, ha affermato il cancelliere tedesco. Un ‘fatto storico’ appunto, perchè pur essendo la Russia tra le principali nazioni a non aver firmato il trattato che ha istituito la Cpi, il presidente russo è però adesso il primo capo di Stato di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il quale è stato spiccato un mandato d’arresto, come ha sottolineato lo stesso Khan.    Intanto da Kiev -che plaude alla decisione del Cpi – arriva il fermo appello della vice primo ministro alla consegna immediata da parte di Mosca della lista dei minori ucraini deportati: “di tutti gli orfani e i bambini privati ;;;;delle cure parentali che il 24 febbraio 2022 erano cittadini ucraini, fino all’età di 18 anni inclusi; di quelli che si trovano ora nel territorio temporaneamente occupato territori dell’Ucraina; di quelli che sono stati temporaneamente portati via dal territorio occupato dell’Ucraina verso il territorio russo”, scrive sul suo profilo Facebook la vicepremier ucraina e ministra per il reinserimento dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk, fornendo anche l’indirizzo mail ufficiale del governo al quale inviare gli elenchi. (ANSA).   

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    Meloni, i papà sono una ricchezza insostituibile

     “Ai sacrifici che fate per dare il massimo ai vostri figli, a come sapete tornare bambini quando giocate con loro, allo sguardo forte e rassicurante che sapete mantenere anche quando la vita vi mette di fronte alle prove difficili.    Per questo, e per tanto, tanto altro, auguri a tutti i papà. E ad Andrea, così meraviglioso con la nostra Ginevra. Siete una ricchezza insostituibile”. Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della ricorrenza di San Giuseppe e quindi della festa del papà su Facebook, postando anche un’immagine che la ritrae mentre osserva una fotografia di famiglia.   

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    Kiev, ieri sono stati respinti 83 attacchi russi

     Le forze ucraine hanno respinto ieri 83 attacchi russi in cinque città: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev nel suo aggiornamento quotidiano della situazione al fronte. Lo riporta il Kyiv Independent.
    Le truppe russe stanno cercando di catturare la totalità delle regioni di Donetsk e Lugansk, nell’Ucraina orientale, e ieri hanno lanciato offensive vicino alle città di Lyman, Bakhmut, Avdiivka, Marinka e Shakhtarsk. Durante gli attacchi, i russi hanno lanciato 11 missili, quattro dei quali avevano come obiettivo infrastrutture civili a Zaporizhzhia. Le forze di Mosca hanno inoltre condotto 16 raid aerei ed hanno sparato un centinaio di razzi con sistemi a lancio multiplo.
    Da parte sua, l’Aeronautica militare ucraina ha condotto 10 attacchi contro zone ad alta concentrazione di soldati russi ed ha abbattuto un drone Shahed-136 di fabbricazione iraniana.   

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    Dalla pornostar alle elezioni, le inchieste su Trump

     Si stringe il cerchio su Donald Trump. L’ex presidente potrebbe essere incriminato martedì prossimo per il pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels per comprare il suo silenzio sulla loro relazione. Ma quella di Stephanie Clifford – questo il vero nome di Daniels – è solo una delle molto indagini avviate contro l’ex presidente.
    Fra le inchieste ci sono infatti quella della Georgia sulle interferenze elettorali, quelle sui documenti riservati trovati a Mar-a-Lago e sul 6 gennaio.
    * LA PORNOSTAR: L’ufficio del procuratore di New York indaga da tempo sui presunti fondi illegali di Trump a Stormy Daniels in cambio del silenzio sulla loro relazione, ed è pronto – secondo indiscrezioni – a incriminarlo. Ad accusare il tycoon di essere al corrente del pagamento è stato Michael Cohen, il suo ex fixer. Cohen avrebbe materialmente pagato a Daniels 130.000 dollari per il silenzio sulla sua relazione con Trump e sarebbe stato poi rimborsato da Trump mentre era alla Casa Bianca. Alle autorita’ di New York Cohen ha confessato che l’ex presidente sapeva tutto e lo rimborsava mensilmente con finti pagamenti per spese legali, in violazione delle norme sul finanziamento della campagne elettorali.
    * L’INCHIESTA CIVILE SUGLI ASSET GONFIATI: Le autorità di New York accusano Trump di aver mentito a banche e assicurazioni gonfiando il valore dei suoi asset di miliardi di dollari. E puntano a vietare ai Trump – l’ex presidente e i tre figli Donald Jr, Eric e Ivanka – la guida di qualsiasi azienda a New York.    * LA GEORGIA INDAGA SULLE INTERFERENZE SUL VOTO: Un gran giurì speciale ha da poco concluso le inchieste sulle possibili interferenze di Trump e dei suoi alleati alle elezioni del 2020.    Il rapporto finale del gran giurì è ancora riservato, ma secondo indiscrezioni sono state raccomandate incriminazioni nei confronti di almeno dieci persone.
    * LE CARTE RISERVATE A MAR-A-LAGO: Il Dipartimento di Giustizia ha nominato il procuratore speciale Jack Smith per condurre l’indagine penale su come Trump ha gestito i documenti classificati una volta uscito dalla Casa Bianca. Diverse carte riservate sono state trovate nella sua abitazione in Florida nel corso di una perquisizione dell’Fbi.   
    * LE INCHIESTE SUL 6 GENNAIO: La commissione di indagine sull’assalto al Congresso ha concluso che Trump e i suoi hanno partecipato a un piano per capovolgere le elezioni del 2020. Il procuratore speciale Smith sta conducendo la sua indagine sui presunti tentativi di Trump di capovolgere l’esito del voto.      

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    Figli coppie gay, Schlein: 'Pronta legge per il Parlamento'

    (ANSA) – MILANO, 18 MAR – “Ci stiamo già muovendo e c’è qui
    anche Alessandro Zan per portare avanti anche in Parlamento le
    aspettative che sono emerse dalla piazza. Cioè di poter vedere
    riconosciuto per legge il diritto delle coppie omogenitoriali”.   
    Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein al termine della
    manifestazione di Milano per protestare contro lo stop imposto
    alle trascrizioni dei figli delle coppie dello stesso sesso..   
    “Con una legge preparata e scritta insieme alle associazioni,
    alle famiglie arcobaleno e alla rete Lenford. Saremo al loro
    fianco come in piazza anche in Parlamento”.   
    La società, ha aggiunto Schlein, “si rende conto che contro
    questi bambini e bambine crudelmente si sono scagliati coloro
    che oggi governano il paese, ma sono bimbi come tutti e vanno
    già nelle nostre scuole, stanno crescendo nelle nostre comunità.   
    Non c’è alcuna ragione di negare il loro riconoscimento, il loro
    diritto all’esistenza in questa comunità. Andremo avanti anche
    in Parlamento con questa legge e lo faremo in tutti i luoghi
    dove sarà necessario”. (ANSA).   

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    Piantedosi, controlli rafforzati a Roma, Milano e Napoli

    (ANSA) – ROMA, 18 MAR – Intensificare le attività di
    controllo nelle zone adiacenti alle stazioni ferroviarie di
    Roma, Napoli e Milano. È l’indicazione contenuta in una
    direttiva inviata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi,
    ai prefetti delle tre città per assicurare “una presenza
    rafforzata e visibile delle Forze di polizia” ed offrire “una
    più efficace risposta al bisogno di protezione in zone dove la
    percezione di insicurezza è molto diffusa”. (ANSA).