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    Pnrr:Tajani, per Fi si raggiungeranno gli obiettivi fondamentali

    (ANSA) – ANCONA, 01 APR – “Forza Italia è convinta che si
    raggiungeranno gli obiettivi fondamentali” del Pnrr. Lo ha detto
    il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ad
    Ancona, a margine di un’iniziativa a sostegno del candidato
    sindaco del centrodestra Daniele Silvetti. “Abbiamo sempre
    chiesto flessibilità alla Commssione europea – ha ricordato .-
    perché il Recovery Plan, ‘padre’ del Pnrr, è nato in piena
    crisi coronavirus, non sapevamo allora come sarebbero andate a
    finire le cose, dopo c’è stata la crisi della guerra in
    Ucraina”. “Bisogna essere flessibili – ha ribadito -, poter
    apportare alcuni cambiamenti necessari senza stravolgere il
    progetto. La Commissione europea, attraverso il commissario
    Gentiloni, è disponibile a discutere. Forza Italia è ottimista
    sulla possibilità di concludere positivamente questa
    trattativa”. (ANSA).   

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    La Russa: Tajani, fascismo morto nel 1945, Resistenza è di tutti

    (ANSA) – ANCONA, 01 APR – “Non è questo il momento di fare
    dibattiti storici. Il fascismo è morto nel 1945. la Resistenza,
    la lotta contro gli invasori, la liberazione dell’Italia è un
    patrimonio di tutti. Il resto lo lasciamo agli storici”. Lo ha
    detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a
    margine di una manifestazione elettorale ad Ancona, ai
    giornalisti che gli chiedevano un commento sulle frasi del
    presidente del Senato La Russa sull’attentato di via Rasella Di
    quella fase storica “sono stati protagonisti i nostri militari,
    i partigiani cattolici, liberali, repubblicani, monarchici e
    anche anche quelli di sinistra”. “Non c’è da politicizzare la
    Resistenza né in un senso né nell’altro – ha ribadito – perché
    la liberazione dell’Italia è un patrimonio di tutti”. (ANSA).   

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    La Russa: “Ho sbagliato a non dire 'soldati nazisti gli uccisi'”

    “Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa. E ha aggiunto: “Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso”. 

    Agenzia ANSA

    ‘Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS’. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ira dell’Anpi: ‘Parole indegne’. Schlein: ‘Inaccettabile’. M5s: ci vogliono distrarre. Calenda: è inadeguato (ANSA)

    “Ignazio La Russa dovrebbe avere lui la coscienza delle dimissioni da Presidente del Senato dopo le sue parole su via Rasella perché è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre”: così il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo ha risposto alla domanda di Radio Popolare sulla possibile richiesta di sue dimissioni da parte dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani.
    Attacca la segretaria del Pd Elly Schlein: “Non bastano le scuse – dice all’iniziativa del Domani – perché quotidianamente sentiamo affermazioni gravissime da persone che ricoprono cariche importanti. Ieri non solo sono arrivate su via Rasella con l’intento di riscrivere la storia: ma abbiamo sentito parlare di donne come forni, frigoriferi, che sono anche modi per evitare le domande che le opposizioni stanno facendo”. 

    La Russa-Via Rasella, Conte: ‘Spesso si lascia andare a revisionismi raffazzonati’

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    Il Brennero da 25 anni senza sbarra di confine

    (ANSA) – BOLZANO, 01 APR – Al Brennero da un quarto di
    secolo, grazie a Schengen, non esiste più la sbarra di confine.   
    Oggi il 25/o anniversario è stato ricordato al valico dai
    governatori Arno Kompatscher (Alto Adige) e Anton Mattle
    (Tirolo) e dai loro predecessori Luis Durnwalder e Wendelin
    Weingartner.   
    “L’accordo di Schengen – ha ricordato oggi Kompatscher – ha
    avvicinato nuovamente la provincia di Bolzano e l’Austria. Sulla
    strada dell’unificazione europea, l’abolizione dei controlli
    alle frontiere è stato un passo importante per noi. Grazie alla
    nostra eterogeneità culturale e linguistica, ci consideriamo un
    ponte tra l’area culturale ed economica tedesco-austriaca e
    quella italiana. L’Euregio offre il quadro appropriato per
    espandere ulteriormente la cooperazione in questo senso tra i
    Paesi, creando una sorta di piccola Europa nell’Europa”.   
    Il suo predecessore Durnwalder ha quindi dichiarato: “È
    stato importante che l’Austria e l’Alto Adige non si siano mai
    lasciati dividere nonostante questa barriera di confine e
    abbiano trovato una nuova e moderna forma di cooperazione
    transfrontaliera con la fondazione dell’Euregio Tirolo-Alto
    Adige-Trentino. Anche se la divisione del Tirolo rimarrà sempre
    un’ingiustizia, il nostro sguardo è orientato verso il futuro”.   
    “Soprattutto al Brennero – ha aggiunto il capitano tirolese
    Mattle – l’idea unificante dell’Europa è diventata molto più
    tangibile ed allo stesso tempo le linee di demarcazione sono
    passate in secondo piano”.   
    Al valico ha preso la parola anche Weingartner: “Quando con
    Luis Durnwalder ho tolto la sbarra di confine tra Tirolo ed Alto
    Adige, siamo riusciti a rendere più invisibile l’ingiusto
    confine del Brennero. Per me è stato un momento molto sentito.   
    Il Tirolo e l’Alto Adige, insieme al Trentino, con un totale di
    1,8 milioni di abitanti, sono molto più tangibili in un’Europa
    ricca di diversità”, ha concluso.   
    Per il segretario Svp Philipp Achammer, l’abolizione dei
    controlli di frontiera “contribuiscono in qualche misura alla
    guarigione delle ferite” del passato. (ANSA).   

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    Sindaci: “Pronti a disobbedire sulle trascrizioni”

    Sindaci ancora all’attacco per la trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali: ora si dicono pronti a disobbedire. Lo hanno fatto da più sedi e in varie forme con Anci e Ali, forti anche dell’altolà del Parlamento europeo alla circolare del ministro Piantedosi per bloccare le trascrizioni, mentre tra gli esponenti di Governo e Parlamento si registrano posizioni sul tema di Carlo Nordio e Ignazio La Russa. Mentre è duro l’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani sulla maternità surrogata: “Non si può sfruttare la donna: non è una macchinetta delle sigarette.    L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto. Al Parlamento Ue rispondo che le regole si scrivono in Italia”.    Tutti temi complessi sui quali i primi cittadini italiani erano entrati dal problema delle trascrizioni all’anagrafe. Aveva cominciato in tv Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, stamani rivendicando di averle “sempre fatte le trascrizioni” e promettendo disobbedienza. “Se sarà necessario disobbedire, procederemo con le trascrizioni – ha detto – perché non interessa dove è nato il bambino, né come è nato. Se risiede nella mia città mi interessa come vive, che abbia gli stessi diritti degli altri. La trascrizione permette a quel bambino di avere gli stessi diritti” degli altri.
    A Pisa, al congresso nazionale di Ali sulle autonomie, altro grande raggruppamento di enti locali (riconfermato alla presidenza il sindaco pesarese Matteo Ricci), altri primi cittadini sono intervenuti sulla questione dopo aver discusso anche di Pnrr. Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, ha rilanciato l’invito del 12 maggio nella sua città per dare pressione. “C’è un vuoto normativo da colmare che riguarda lo status giuridico delle coppie omogenitoriali”, ha detto, “la proposta dei sindaci non sposa nessuna parte, nessun disegno di legge” tuttavia “abbiamo chiesto come amministratori di legiferare su questa materia e di farlo anche spingendoci più avanti, andando a chiedere il matrimonio egualitario” perché “rendere possibile l’adozione piena alle coppie a prescindere dall’orientamento sessuale è questione che risolve il tema”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri non vuole fare a “braccio di ferro col Governo” ma “se i sindaci pongono un problema al ministro dell’Interno e al Governo non si capisce per quale motivo un altro ministro dica che non c’è nulla discutere. Noi – ha concluso – vogliamo aiutare il Governo a non fare cose sbagliate che non fanno bene ai bambini” e “neppure vogliamo che “l’Italia diventi come Polonia o Ungheria”.   
    Il ministro della Giustizia Carlo Nordio rimanda tale “questione complessa” alle Camere, sede dove va affrontata, dice, “senza emotività” e “con razionalità”, “sono questioni che vanno risolte in Parlamento, non è il ministro della Giustizia che se occupa”. Nordio osserva che “il vecchio principio secondo cui ‘mater semper certa est, pater numquam’, oggi è capovolto.    Oggi il padre è sempre certo perché c’è la prova del Dna mentre la madre può essere incerta se l’ovulo appartiene a ‘Tizia’ e l’utero appartiene a ‘Caia’, sposata con ‘Sempronio’: è un procedere veloce della tecnica che vede la legge sempre in ritardo, è giusto fare leggi ma senza emotività”.   
    Il presidente del Senato Ignazio La Russa si dice “combattuto” da molti dubbi sull’adozione di bambini da parte di coppie omosex, ricorda la complessità dell’istituto dell’adozione e delle graduatorie (“le coppie gay come sarebbero in graduatoria?”) e comunque pensa che “piuttosto che all’orfanotrofio non ho difficoltà a immaginare un bambino ad una coppia gay, meglio così che senza genitori”, “anche se – osserva – per un bambino non è la stessa cosa avere due papà o due mamme, anziché una mamma e un papà”.    

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    Papa, notte tranquilla al Gemelli, tutto pronto per dimissioni

    (ANSA) – ROMA, 01 APR – Anche la notte scorsa è stata
    “tranquilla” per Papa Francesco al policlinico Gemelli, lo fanno
    sapere all’ANSA fonti vicine al decimo piano dove il Papa è
    ricoverato da mercoledì scorso. Tutto è pronto al nosocomio
    romano per le sue dimissioni e il rientro in Vaticano è previsto
    per la tarda mattinata.   
    Il dispositivo di sicurezza per proteggere il suo rientro a
    Casa Santa Marta è già predisposto. (ANSA).   

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    ChatGpt, OpenAi ha sospeso il servizio in Italia

    (ANSA) – ROMA, 01 APR – OpenAi ha sospeso l’accesso al
    servizio ChatGpt in Italia, dopo lo stop del Garante della
    privacy al software d’intelligenza artificiale sviluppato
    dall’organizzazione di ricerca con sede negli Stati Uniti.   
    OpenAi ha dichiarato di aver disabilitato ChatGpt per gli utenti
    in Italia su richiesta del Garante. Il sito internet
    dell’applicazione risulta al momento irraggiungibile dal nostro
    Paese. Un avviso sulla pagina web chat.openai.com. afferma che
    “il proprietario del sito potrebbe aver impostato restrizioni
    che impediscono agli utenti di accedere”.   
    “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati personali nella
    formazione dei nostri sistemi di intelligenza artificiale come
    ChatGpt, perché vogliamo che la nostra intelligenza artificiale
    impari a conoscere il mondo, non i privati”, spiega OpenAi.   
    “Riteniamo inoltre che la regolamentazione dell’Ai sia
    necessaria. Speriamo quindi di poter lavorare al più presto
    stretto contatto con il Garante per spiegare come i nostri
    sistemi siano costruiti e utilizzati”, aggiunge l’organizzazione
    di ricerca sull’intelligenza artificiale. (ANSA).   

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    Corte dei conti condanna Enzo Bianco, incandidabile per 10 anni

    (ANSA) – CATANIA, 31 MAR – La sezione giurisdizionale
    d’Appello della Corte dei Conti della Sicilia, accogliendo
    parzialmente il ricorso della Procura generale, ha dichiarato
    Enzo Bianco incandidabile per i prossimi 10 anni e imposto il
    divieto per lo stesso periodo a ricoprire cariche in enti
    vigilati o partecipati di Enti pubblici.   
    La sentenza, pubblicata dal sito lasicilia.it, riguarda
    indagini erariali avviate dalla Procura di Catania, su indagini
    della Guardia di finanza, sul dissesto finanziario del Comune di
    capoluogo etneo. Secondo quanto appreso la decisione è stata
    adottata in serata. L’ex sindaco aveva annunciato la sua
    candidatura a primo cittadino per le prossime amministrative
    alla guida di una coalizione civica senza partiti.   
    Per Bianco, condannato a un risarcimento danni di quasi
    39mila euro, è stata disposta l’incandidabilità, per “un periodo
    di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di
    provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro
    dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee
    e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento
    europeo” e il divieto, per lo stesso periodo, “di ricoprire la
    carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna
    carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici”.   
    Il provvedimento riguarda anche i componenti la giunta in
    carica tra il 2013 e il 2018. Per loro è stato imposto il
    divieto di ricoprire, per un periodo di dieci anni, “incarichi
    di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di
    rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni e
    organismi pubblici e privati”.   
    Sono gli ex assessori Luigi Bosco, Rosario D’Agata, Giuseppe
    Girlando, Orazio Antonio Licandro, Salvatore Di Salvo, Marco
    Consoli Magnano di San Lio, Angelo Villari e Valentina Odette
    Scialfa Chinnici. La Corte ha inoltre disposto il divieto a
    Calogero Cittadino, Natale Strano, Fabio Sciuto, Francesco
    Battaglia e Massimiliano Carmelo Lo Certo di “essere nominati
    per sei anni nel collegio dei revisori degli enti locali e degli
    enti e organismi agli stessi riconducibili”. (ANSA).