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    Comunali: Udine va al ballottaggio,sfida tra Fontanini e De Toni

    (ANSA) – UDINE, 04 APR – Udine va al ballottaggio. Il 16 e il
    17 aprile gli elettori del capoluogo friulano saranno richiamati
    alle urne per scegliere il sindaco. La sfida sarà tra il
    sindaco uscente Pietro Fontanini e Alberto Felice De Toni.   
    A scrutinio ultimato – secondo i dati diffusi dal servizio
    elettorale regionale – Fontanini ha ottenuto 19.524 preferenze,
    pari al 46,25% dei voti validi. De Toni ha ottenuto 16.762 voti,
    pari al 39,7%.   
    Pietro Fontanini è appoggiato dalle liste Fontanini sindaco,
    Identità civica, Lega Fvg per Salvini premier, Fratelli d’Italia
    con Giorgia Meloni, Unione di Centro; Alberto Felice De Toni è
    invece sostenuto dalle liste Partito Democratico, Azione-Italia
    Viva, Renew Europe, De Toni sindaco e Alleanza Verdi e Sinistra.   
    A Udine la corsa alla carica di primo cittadino era a 4:
    Ivano Marchiol – sostenuto dalle liste Spazio Udine – Ivano
    Marchiol sindaco, Movimento 5 stelle, Udine Città Futura – ha
    ottenuto 3.903 voti pari al 9,24% delle preferenze e Stefano
    Salmè – appoggiato dalla lista Liberi Elettori Io amo Udine –
    2.029 voti, pari al 4,81%. (ANSA).   

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    Meloni,complimenti Fedriga,premiato buongoverno centrodestra

    (ANSA) – ROMA, 03 APR – “Congratulazioni a Massimiliano
    Fedriga, riconfermato presidente della Regione Friuli Venezia
    Giulia. Ha lavorato molto bene in questi anni, insieme a tutta
    la coalizione, e sono certa continuerà a farlo. Una vittoria che
    premia il modello amministrativo e il buongoverno del
    centrodestra e che ci sprona a fare sempre meglio”. Così la
    presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Fb commentando
    l’esito delle elezioni in Friuli Venezia Giulia. (ANSA).   

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    Meloni: Su via Rasella 'sgrammaticatura istituzionale che La Russa ha risolto da solo'

    Quella su Via Rasella “è stata una sgrammaticatura istituzionale che La Russa ha risolto da solo”: così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti al Vinitaly a Verona. “Ha chiesto scusa – ha aggiunto, riferendosi alle precisazioni fatte dal presidente del Senato – mi pare che la polemica sia chiusa. L’ha risolta lui”.  
    Sulla partecipazione dei ministri alle celebrazioni del 25 aprile “non credo di doverglielo chiedere io”: così la premier ha risposto alle domande dei cronisti. “Queste – ha aggiunto – sono tutte valutazioni un po’ curiose, che fate voi”.
    “La Russa io penso si debba dimettere: non ha le caratteristiche per fare il Presidente del Senato”, ha detto a Vicenza Carlo Calenda, leader di Azione, nel corso di un evento elettorale a sostegno del candidato sindaco del Pd, Giacomo Possamai. “Esiste il merito delle questioni – ha precisato Calenda – e si può fare opposizione con civiltà: si capirà questa cosa prima o poi nel Paese dei guelfi e dei ghibellini?”, ha concluso.

    Via Rasella, uno studente risponde in versi alle parole di La Russa

    Anpi, La Russa mette davanti a istituzioni la fiamma MsiIl presidente del Senato per le sue dichiarazioni su via Rasella “non ha chiesto scusa. Lo ha fatto in modo pretestuoso, accusando chi ha commentato in malafede. La verità è che La Russa ha mantenuto la mentalità del dirigente di partito, non è adeguato nel ruolo di rappresentante delle istituzioni”. Così il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, in un’intervista a La Stampa, commenta le dichiarazioni del presidente del Senato sui fatti di via Rasella. Il fatto che fin dall’inizio del suo incarico, La Russa ha chiarito che non avrebbe smesso di dire quello che pensa “vuol dire che non è il presidente di tutti gli italiani, mette davanti alle istituzioni la fiamma eterna del Msi il cui segretario aderì alla Repubblica di Salò”, sottolinea Pagliarulo. E in merito alla decisione di non invitare La Russa alla manifestazione del 25 aprile a Milano, precisa: “A Milano quest’anno il comitato antifascista ha deciso di non invitare i rappresentanti delle istituzioni. È una scelta effettuata dal comitato permanente antifascista di Milano prima delle dichiarazioni di La Russa. Immagino che abbia contato anche questo elemento. Dopo le dichiarazioni, però, si è rivelata la scelta giusta: la presenza del presidente del Senato sarebbe stata del tutto inopportuna”. Quello di quest’anno, spiega il presidente dell’Anpi, “sarà un 25 aprile di lotta e di festa. Il nostro obiettivo è l’opposto di quello del presidente del Senato. Con le sue parole lui ha cercato di dividere gli italiani. Quelle che pronuncerò io tenderanno a unire”.

    Via Rasella, il partigiano: ‘La Russa ha offeso chi diede la vita per l’Italia’

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    Fonti governo, rimoduliamo Pnrr ma senza rinunciare ai fondi

    “Stiamo lavorando per rimodulare il piano” ma l’idea di “rinunciare a parte dei fondi” non è sul tavolo. Lo spiegano fonti di governo a proposito dell’ipotesi, lanciata dal leghista Riccardo Molinari, di rinunciare a parte dei fondi a prestito del Pnrr. “Stiamo lavorando per risolvere le criticità”, sottolineando le stesse fonti, ribadendo che il Piano va “rimodulato”, eliminando i progetti che non possono essere portati a termine entro il 2026 ma “lo spazio che si libera” sarà utilizzato “su altri progetti per i quali i finanziamenti possono essere spesi entro giugno 2026”.
    “Spostare i fondi, chiedere rinvii, cambiare i progetti – è quanto scritto sul profilo social del Pd -: sul Pnrr nel Governo Meloni e nella maggioranza è caos totale. Basta scaricabarile, basta ritardi: il ministro Fitto venga subito in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo. Il Pd c’è, pretendiamo risposte”.
    Ok Ue ad aiuti Roma da 450 milioni a idrogeno greenVia libera della Commissione Ue a uno schema italiano da 450 milioni di euro per sostenere la produzione integrata di idrogeno ed elettricità rinnovabili nelle aree industriali dismesse. La misura è finanziata nell’ambito del Piano nazionale di riprese e resilienza (Pnrr). Gli aiuti, evidenzia Bruxelles, hanno l’obiettivo di favorire la transizione verso un’economia a emissioni zero, in linea con il Green Deal europeo. Il regime è stato approvato secondo le norme del quadro temporaneo Ue di crisi sugli aiuti di Stato per sostenere l’economia e le imprese europee nella transizione verde.
    Il sostegno pubblico stanziato dall’Italia assumerà la forma di sovvenzioni dirette a copertura dei costi di investimento, con un importo massimo di aiuto per progetto di 20 milioni di euro da stanziare entro il 31 dicembre 2025. I progetti saranno selezionati attraverso una procedura di offerta competitiva “aperta, chiara, trasparente e non discriminatoria”. Nella sua analisi, la Commissione europea ha riscontrato che il regime italiano è conforme alle condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato, ed “è necessaria, adeguata e proporzionata per accelerare la transizione verde e facilitare lo sviluppo di determinate attività economiche, che sono importanti per l’attuazione del RePower EU Plan e Green Deal Industrial Plan”. “Questo regime da 450 milioni di euro consentirà all’Italia di accelerare lo sviluppo di capacità di idrogeno rinnovabile, in linea con la strategia dell’Ue sull’idrogeno”, ha sottolineato la vicepresidente Ue, Margrethe Vestager, aggiungendo che “la misura aiuterà l’Italia anche a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili importati, in linea con il piano RePowerEu, garantendo al contempo che eventuali distorsioni della concorrenza siano ridotte al minimo”.

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    Bagarre in aula a Milano sui figli delle coppie gay

    (ANSA) – MILANO, 03 APR – È scoppiata la bagarre in Consiglio
    comunale a Milano sul tema dei diritti dei figli delle coppie
    dello stesso sesso, con maggioranza di centrosinistra e
    opposizione di centrodestra divisi sul tema che hanno alzato i
    toni in diverse occasioni durante gli interventi liberi.   
    Il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo ha preso
    la parola per replicare ad un fatto personale ma quando ha
    iniziato il suo intervento ha attaccato il sindaco di Milano,
    Giuseppe Sala, da poco arrivato in aula, sul tema dei figli
    delle coppie gay. “Qui si sta parlando da un’ora e mezza di temi
    rilevanti per la città ma lei è arrivato solo adesso – ha detto
    Truppo al sindaco -, invece che venire in Consiglio comunale va
    a Bruxelles e in televisione a parlare di queste cose”. Il
    sindaco a quel punto non ha replicato ma si è alzato e ha
    lasciato l’aula dicendo mentre se ne andava a Truppo, “rispetto
    delle regole, rispetto delle regole”. Questo perché il
    capogruppo di Fratelli d’Italia nel suo intervento avrebbe
    dovuto replicare ad un fatto personale e invece ha parlato di
    altro.   
    Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Matteo Forte ha
    urlato più volte al microfono, riferito al sindaco, “Schettino
    torni a bordo”. Mentre la Lega ha chiesto la sospensione dei
    lavori del Consiglio fino al ritorno in aula del sindaco, ma la
    proposta è stata bocciata. (ANSA).   

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    Fvg: Moretuzzo, faremo la nostra parte all'opposizione

    (ANSA) – TRIESTE, 03 APR – “È una vittoria netta da parte di
    Massimiliano Fedriga, che ho chiamato poco fa per i complimenti
    e soprattutto per gli auguri di buon lavoro, è chiaro che la
    partita per noi era complicata fin dall’inizio, abbiamo comunque
    accolto la sfida mettendoci tutto l’impegno e la passione
    possibile”. Sono le prime parole del candidato presidente
    regionale del centrosinistra Massimo Moretuzzo, precisando che
    la campagna è stata “molto intensa e breve”.   
    Abbiamo avuto “la percezione di un crescendo, ma
    evidentemente non è stato sufficiente, non siamo stati
    abbastanza bravi per convincere la maggioranza degli elettori e
    delle elettrici. Siamo convinti anche che i temi che abbiamo
    posto durante la campagna elettorale rimangano lì: la questione
    della sanità da gestire in modo diverso, la transizione
    ecologica ed energetica, un Friuli al centro dell’Europa. Faremo
    la nostra parte sui banchi dell’opposizione, senza toni gridati,
    come in campagna elettorale, ma in modo fermo e netto, perché
    crediamo sia indispensabile davvero fare grandi passi in avanti
    in Friuli Venezia Giulia”. E sulla colazione spiega di essere
    “orgoglioso: abbiamo fatto un lavoro importante, partito dalla
    condivisone di tanti temi e linguaggi nei cinque anni della
    passata legislatura. Di positivo ritengo sia iniziato un
    percorso che proseguirà nei prossimi mesi”. (ANSA).   

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    Pnrr: sussidi, prestiti e tappe

    Una corsa a tappe che ha preso il via nel 2021 e da portare a compimento entro l’estate del 2026 per riuscire a usare tutti i 191,5 miliardi di euro portati in dote dal Recovery fund, ripartiti in 69 miliardi di sovvenzioni e 122,5 miliardi di prestiti. Nel mezzo, per l’Italia ci sono 525 obiettivi (tra milestone e target) da centrare, 190 misure tra riforme e investimenti da mettere a terra, e una rivoluzione verde e digitale tutta da plasmare.
    Di seguito le scadenze del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la roadmap per il prossimo futuro:
    * LE RISORSE GIA’ OTTENUTE – Fino a qui, Roma ha ricevuto da Bruxelles quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel piano: i primi 24,9 miliardi sono stati erogati ad agosto 2021 in forma di pre-finanziamento – pari al 13% del totale -, suddivisi in 9 miliardi a fondo perduto e 15,9 di prestiti. La prima rata da 21 miliardi è poi arrivata ad aprile 2022, distribuita in 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti. Un importo di egual misura e identica ripartizione è stato incassato a dicembre 2022 per la seconda tranche.
    * LA TERZA TRANCHE – ‘Sub iudice’ ormai da più di un mese rispetto al consueto cronoprogramma Ue, la richiesta di pagamento della terza rata vale 19 miliardi di euro, dei quali 10 a fondo perduto e 9 in prestiti. In queste settimane la task force sul Pnrr della Commissione europea sta passando in rassegna 55 obiettivi e traguardi che l’Italia era chiamata a raggiungere nel secondo semestre del 2022, dalla riforma della concorrenza a quella della giustizia, fino agli investimenti in cybersicurezza, energie rinnovabili, reti, ferrovie, ricerca, turismo. La valutazione, prevista inizialmente entro la fine di febbraio, è ora attesa entro aprile. Nel mirino dei rilievi dei tecnici Ue vi sono in particolare le norme sulle concessioni aeroportuali, le reti di teleriscaldamento e due progetti all’interno dei Piani Urbani Integrati, vale a dire la riqualificazione dello stadio di Firenze e della creazione del Bosco dello Sport a Venezia.
    * LA REVISIONE DEL PIANO – Il 30 aprile scocca un’altra scadenza: il governo è tenuto a presentare il Pnrr rivisto e integrato con il nuovo capitolo energetico del RePowerEu, da dove arriveranno nuove sovvenzioni da 2,7 miliardi.
    * LA QUARTA RATA – Nel frattempo, l’Italia deve correre per assicurarsi la quarta tranche da 16 miliardi, ripartiti in 1,9 miliardi di sovvenzioni e 14,1 di prestiti. Si tratta di raggiungere 20 milestones e 7 target, completando come prima cosa l’attuazione della riforma della giustizia civile e penale, il codice per gli appalti e la riforma del pubblico impiego.

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    Fvg: affluenza definitiva al 45,26%, in calo

    (ANSA) – TRIESTE, 03 APR – L’affluenza definitiva per
    l’elezione del
    presidente della Regione e del Consiglio regionale del Friuli
    Venezia Giulia è di 502.203 votanti su 1.109.395 iscritti, pari
    al 45,26 per cento.   
    Alla Circoscrizione di Trieste hanno votato 85.782 persone su
    211.162 iscritti (40,62
    per cento), a quella di Gorizia 53.664 votanti su 117.975
    iscritti (45,48 per cento), alla Circoscrizione di Udine 200.381
    votanti su 410.423 iscritti (48,82 per cento, la più alta
    percentuale ma in città si votava anche per il Comune; alla
    Circoscrizione di Tolmezzo 34.780 votanti su 80.827 iscritti
    (43,03 per cento); Circoscrizione di Pordenone 127.596 votanti
    su 289.008 iscritti (44,14 per cento). I dati vengono forniti
    dal Servizio elettorale della Regione.   
    L’affluenza è in calo rispetto a cinque anni fa: alla
    precedente tornata elettorale, alla chiusura delle urne aveva
    votato il 49,65% degli aventi diritto. Allora si votava in
    un’unica giornata. (ANSA).