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    Il caso Cottarelli scuote il Pd, l’allarme dei moderati

    ”Ringrazio Carlo Cottarelli, ho letto le sue attestazioni di stima, che ricambio, posso dire che gli auguro molta fortuna con questa nuova iniziativa accademica”. È la risposta che il segretario del Partito Democratico Elly Schlein dà ai giornalisti che le chiedono un commento sulle dimissioni presentate da senatore di Carlo Cottarelli. Schlein ha partecipato oggi ad un incontro politico al cineteatro Corallo di Torre del Greco (Napoli) per sostenere la candidatura a sindaco di Luigi Mennella, che si presenta alle elezioni di domenica con una coalizione composta da undici liste, tra le quali Pd e M5S: ”Anche da questo ruolo – conclude Elly Schlein – Cottarelli darà un contributo importante per il futuro del Paese. Sicuramente continueremo a sentirci e a collaborare”.
    “Penso che il PD sia ancora quel soggetto che trae la sua forza dal suo essere plurale. Per questo, se sono dispiaciuto per le dimissioni di Cottarelli e le rispetto, nel leggere le sue motivazioni trovo un limite – afferma Lorenzo Guerini -. La nostra comunità è fondata sul dialogo e sulla ricerca di sintesi, parole antica purtroppo vituperata nell’oggi della politica, tra culture e sensibilità diverse che si riconoscono in un medesimo profilo progressista e riformatore. Se una di queste voci si spegnesse o abbandonasse il campo, il PD sarebbe un’altra cosa, non sarebbe più il PD. Le sue parole però evidenziano un disagio politico. Che sarebbe sbagliato sottovalutare o verso le quali mostrare indifferenza. Le uscite di questi giorni, certamente diverse tra loro, sono motivo di preoccupazione per me e penso preoccupino anche chi ha la responsabilità della guida della nostra comunità”.

    Agenzia ANSA

    ‘Grande stima ma dissento su diversi temi’ ‘Mi dimetto da senatore in settimana’ ‘Dirigerò un programma dell’Università cattolica nelle Superiori. ‘In Parlamento estrema conflittualità. Ho avuto offerte ma non è giusto cambiare partito’ (ANSA)

    L’addio di Carlo Cottarelli al Parlamento e al Pd “non è un bel segnale. Posso dire che conoscendo Cottarelli un po’ me lo aspettavo, perché lui si sente di appartenere a una linea liberale e progressista che evidentemente non vede rappresentata”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Ma soprattutto perché in questo momento sembra emergere poco e trovare poco spazio per le sue competenze e la sua voglia di portare contributo sulle logiche più economiche di politica industriale – ha aggiunto -. Mi dispiace e mi auguro che non ci siano altre uscite perché in questo momento non servono. Conoscendolo personalmente non è una cosa che mi ha sorpreso”.

    Agenzia ANSA

    A Milano è stata nelle giunte di Pisapia e Sala (ANSA)

    “Il Pd di Elly Schlein perde pezzi. Dopo Marcucci, Fioroni, Chinnici, Borghi oggi è il turno di Cottarelli. Per chi segue le nostre Enews da tempo queste scelte non sono una sorpresa. Io dico che è solo l’inizio. Diamo tempo al tempo e il quadro politico di questo Paese cambierà profondamente”, scrive Matteo Renzi nella sua e-news.
    “Pur rispettando la decisione del senatore Cottarelli e rammaricandomene, non posso condividere una scelta di abbandono. Il Pd è nato e vive dell’incontro tra culture e sensibilità diverse e deve essere responsabilità di ognuno concorrere con le proprie convinzioni alla coesione e all’unità del Pd. Ed è compito del gruppo dirigente assicurare che ognuno si senta pienamente parte del partito”, ha dichiarato Piero Fassino, deputato del Pd.

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    Senato in festa per il 75mo anniversario. Meloni: “Ricordare le nostre radici”

    Con l’Inno d’Europa, l’Inno alla Gioia tratto dal quarto movimento della Nona sinfonia di Beethoven, si è chiusa la celebrazione del 75° anniversario della prima seduta del Senato della Repubblica (8 maggio 1948). Il presidente Ignazio La Russa ha brevemente preso la parola ed ha “ringraziato calorosamente il presidente Mattarella”, salutato da un lungo applauso dei presenti, così come era avvenuto all’inizio della cerimonia, al suo ingresso in Aula.
    “Celebrare oggi questa giornata vuol dire ricordare le nostre radici, la nostra Costituzione e il ruolo fondamentale che svolge il Senato repubblicano a presidio della democrazia e in rappresentanza del popolo sovrano”, scrive su twitter la premier Giorgia Meloni che in mattinata ha preso parte alla cerimonia. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Palazzo Madama, ha partecipato alle iniziative. L’inno di Mameli cantato da Gianni Morandi ha aperto le celebrazioni. 

    Senato, Morandi canta l’Inno di Mameli a Palazzo Madama

    Aula del Senato gremita per celebrare il ricordo della prima seduta della Camera alta del Parlamento, avvenuta l’8 maggio 1948, 75 anni fa. Oltre al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla premier Giorgia Meloni (seduti accanto), ci sono numerosi ministri – tra gli altri Antonio Tajani, Raffaele Fitto, Luca Ciriani, Gennaro Sangiuliano, Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto, Daniela Santanché, Eugenia Roccella – i capigruppo parlamentari, i senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre, gli ex presidenti della Camera, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. Quest’ultimo è seduto accanto al leader di Italia viva ed ex premier, Matteo Renzi. Presente anche Silvana Sciarra, presidente della Corte costituzionale e Amir Ohana, presidente della Knesset israeliana. Durante l’esecuzione dell’inno di Mameli da parte di Gianni Morandi, sia la premier sia la senatrice Segre hanno cantato.

    Agenzia ANSA

    “Un francobollo per celebrare i 75 anni dalla prima seduta a suffragio universale del Senato della Repubblica. Una data importante per il nostro Paese ricca di valori come libertà, democrazia, indipendenza e rinascita. L’Italia riparte anche dalla sua storia”. (ANSA)

    Applausi, qualche timido battimano a tempo, in molti a cantare sottovoce: è l’effetto Gianni Morandi nell’Aula del Senato, invitato dal presidente Ignazio La Russa. Al termine del mini-concerto (la scelta cade sui suoi brani più famosi, compresa l’ultima canzone con cui ha vinto Sanremo lo scorso anno, ‘Apri tutte le porte’), il cantante si è avvicinato ai banchi per stringere la mano al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla premier, Giorgia Meloni. Un abbraccio invece con il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. E poi selfie e autografi nella sala Garibaldi (il transatlatico di Palazzo Madama) alla fine dell’esibizione (anche con il ministro Daniela Santanché). Nel corso dell’esibizione qualche senatore più coraggioso, come Dario Damiani, ha accennato anche un ballo, durante ‘Fatti mandare dalla mamma’ che Morandi ha cantato su richiesta, come ha rivelato lui stesso, di La Russa. Anche la premier ha canticchiato alcune canzoni, soprattutto Caruso, il tributo di Morandi all’amico Lucio Dalla. Guido Crosetto è stato avvistato a cantare ‘C’era un ragazzo’ mentre Matteo Renzi ha accompagnato l’esibizione cantando e suonando virtualmente la batteria sul banco del Senato. “Ci ha fatto ricordare i bei tempi”, ha commentato un senatore con una collega più giovane alla fine del concerto.

    Senato, il concerto di Gianni Morandi nell’Aula di Palazzo Madama

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    Meloni, celebrare il Senato per ricordare le nostre radici

    (ANSA) – ROMA, 08 MAG – “75 anni fa la prima seduta del
    Senato della Repubblica. Celebrare oggi questa giornata vuol
    dire ricordare le nostre radici, la nostra Costituzione e il
    ruolo fondamentale che svolge il Senato repubblicano a presidio
    della democrazia e in rappresentanza del popolo sovrano”. Lo
    scrive su twitter la premier Giorgia Meloni che in mattinata ha
    preso parte alla cerimonia in Senato per il settantacinquesimo
    anniversario della prima seduta di palazzo Madama. (ANSA).   

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    Cristina Tajani, chi è l’ex assessora che subentra a Cottarelli

       Assessora a Milano per dieci anni nelle giunte di centrosinistra, prima con quella di Giuliano Pisapia e poi con quella di Beppe Sala, ex presidente e ad di Anpal servizi e adesso senatrice. Sarà Cristina Tajani, nata a Terlizzi in provincia di Bari nel 1978, a prendere il posto di Carlo Cottarelli nel gruppo del Pd al Senato, appena saranno formalizzate le dimissioni da senatore dell’economista. L’ex assessora a Milano risulta infatti la prima dei non eletti.    Cristina Tajani è arrivata dalla Puglia a Milano per studiare Economia alla Bocconi, dove si è laureata nel 2003. La sua formazione professionale è legata ai temi delle Politiche del lavoro, su cui è stata anche ricercatrice. La sua avventura politica nasce nel segno della sinistra arancione che nel 2011, con Giuliano Pisapia a guidare una coalizione ampia di centrosinistra, vince le elezioni amministrative a Milano strappando la città al centrodestra. In quella giunta Cristina Tajani, che in quegli anni militava in Sel il partito di Nichi Vendola che come lei è di Terlizzi, diventa assessora al Lavoro, Commercio e Moda. Un’esperienza che ripeterà dopo cinque anni sostenendo la corsa a sindaco di Giuseppe Sala. Un sostegno che causerà la spaccatura con quella parte della sinistra in cui aveva militato. Così nel 2016 si è candidata di nuovo ma con la lista civica di Beppe Sala, risultando la prima eletta. Sala le conferma poi anche l’incarico in giunta con le deleghe per le politiche del Lavoro, commercio e moda.    Dopo il primo mandato di Sala, Cristina Tajani ha poi deciso di non ricandidarsi e nel 2022 è stata nominata presidente e ad di Anpal servizi. Un incarico durato poco, solo 8 mesi, a causa del cambio di governo.    

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    Cile, la destra trionfa nel voto per la Costituente

       Il Partito Repubblicano del Cile, schieramento ultra conservatore guidato dall’ex candidato alla presidenza José Antonio Kast, è risultato il grande trionfatore delle elezioni tenute domenica per la scelta dei 50 membri del Consiglio Costituzionale. Con oltre il 95% dei seggi scrutati i repubblicani di Kast, ammiratore confesso della dittatura di Pinochet, ottengono il 35,4% delle preferenze mentre la coalizione di centro destra Chile Seguro ottiene il 21,1%.
        In questo modo l’organo incaricato di redigere una nuova Costituzione in sostituzione di quella vigente che risale proprio alla dittatura militare, avrà almeno 33 seggi in mano alla destra, 22 dei quali del partito di Kast. Si tratta dello scenario più temuto dalla coalizione di governo del progressista Gabriel Boric, arrivato alla presidenza poco più di un anno fa con l’illusione di guidare la transizione verso un sistema costituzionale di tipo progressista e che rimane invece letteralmente in balia delle destre per quanto riguarda la programmazione del futuro istituzionale del Paese.
        Con il 28,4% delle preferenze che gli vaglono soli 17 seggi, Boric nella nuova Costituente non avrà infatti neanche il potere minimo di veto per arginare un testo che andrà con ogni probabilità in senso opposto a quello da lui immaginato.  Ad uscire letteralmente annichilito da queste elezioni è inoltre il centro sinistra di ‘Todo por Chile’, l’ex ‘concertazione’ di Michelle Bachelet, che pur con l’8,9% delle preferenze non è riuscito a ottenere nessun seggio nel Consiglio Costituzionale. 
        Boric ha accettato pubblicamente il risultato delle elezioni. “La democrazia si rafforza con maggior democrazia, una volta di più il Paese ha dimostrato di poter dirimere le sue differenze nelle urne”, ha affermato il presidente, che ha tuttavia ammonito i vincitori a non commettere lo stesso errore compiuto dalla prima assemblea Costituente eletta sulla scia delle proteste sociali del 2019 e dominata dalla sinistra.
        “Il processo precedente ha fallito perché non abbiamo saputo ascoltare chi pensa diversamente”, ha detto in riferimento alla successiva bocciatura del testo elaborato da quella Costituente al referendum di settembre del 2022.
         Da parte sua, Kast ha dichiarato che con il voto di domencia “Il Cile ha sconfitto un governo fallimentare che è stato incapace di affrontare la crisi della sicurezza, migratoria, economica e sociale”. “Ci aspetta una grande responsabilità”, ha aggiunto, in riferimento alla guida del processo costituente che si aprirà a partire dall’insediamento del Consiglio. “Continueremo ad amare profondamente la nostra patria e ad agire con umiltà,responsabilità e impegno verso il Cile”, ha quindi affermato nelle sue prime dichiarazioni dopo la chiusura del voto.
       E Luis Silva, il consigliere eletto con il maggior numero di preferenze nelle fila repubblicane, ha detto che il suo partito non boicotterà il processo costituente avviato con le proteste sociali del 2019. “Non boicotteremo il processo costituente, i cileni hanno la nostra parola, ma non rinunceremo ai nostri principi”, ha dichiarato. Il Partito Repubblicano disporrà da solo dei voti necessari per opporre il diritto di veto a qualsiasi proposta nel Consiglio Costituente ma, ha spiegato Silva, “apporteremo moderazione a un processo che non abbiamo mai voluto”, ha quindi aggiunto, precisando che “si tratta di partire dalla base dell’attuale Costituzione, che è buona, e di fare miglioramenti”.
       Con il 99,44% dei seggi scrutinati, il Servizio elettorale cileno riferisce che un totale di 12.415.729 persone sono andate a votare per l’elezionedel Consiglio costituzionale. Si tratta del secondo processo elettorale con l’afflusso più alto della storia.    Il voto di era obbligatorio, e rispettoall’ultima elezione con questo requisito, che è stata il plebiscito del 4 settembre 2022, sono stati 613.010 in meno quelli che si sono recati alle urne. Le elezioni di ieri segnano anche un forte aumento delle schede nulle e bianche. In 2.108.028 (16,98%) hanno espresso un votoconsiderato non valido, molto più alto dei 200.881 dello scorso plebiscito. Coloro che hanno consegnato scheda bianca sono invece stati565.497 (4,55%), contro i 77.340 dell’ultimo iter elettorale.

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    Renzi, siamo per il sindaco d’Italia e superare il bicameralismo

    (ANSA) – ROMA, 08 MAG – “Domani a Palazzo Chigi Giorgia
    Meloni incontrerà i rappresentanti dei partiti e dei gruppi
    parlamentari per consultare le forze politiche sulle riforme
    costituzionali. Italia Viva sarà presente con Lella Paita e
    Maria Elena Boschi. Le nostre idee sono semplici e chiare:
    sindaco d’Italia e superamento del Bicameralismo perfetto.   
    Abbiamo le carte in regola per dirlo forte e chiaro. Facciamo un
    piccolo passo in più, giusto per ricordare la storia e provare a
    scrivere il futuro”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news.   
    (ANSA).   

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    Ciriani, con un no preventivo sulle riforme avanti da soli

    (ANSA) – ROMA, 08 MAG – “Noi non ci impicchiamo ad una
    soluzione imponendola agli altri. Sulla formula si può ragionare
    ma l’importante è che ci sia la volontà di collaborare. Siamo
    disponibili al confronto. Se ci fosse un no preventivo che non
    ci lascia andare avanti dovremmo procedere da soli, ma non è
    questo il nostro obiettivo”. Lo afferma il ministro per i
    Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a Sky Tg24. (ANSA).   

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    Sala, sulla sicurezza mai nascosto la polvere sotto il tappeto

    (ANSA) – MILANO, 08 MAG – “Non penso che Fontana si riferisse
    a me, io ho tutto meno che nascosto la polvere sotto il tappeto.   
    La mia campagna elettorale è stata impostata anche
    sull’assunzione di nuovi vigili, una cosa che stiamo facendo”.   
    Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine
    dell’inaugurazione della Mind Innovation Week, commentando le
    parole del governatore lombardo Attilio Fontana sulla sicurezza
    in città.   
    “Non ho capito invece se dal governo stanno arrivando più
    persone, io la mia parte l’ho fatta. Quindi aspettiamo mercoledì
    il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi”, ha aggiunto Sala.   
    “Quello che ho chiesto dall’inizio è un equivalente fra lo
    sforzo che stiamo facendo noi per aggiungere nuovi vigili e un
    uguale ammontare di poliziotti e carabinieri, e non mi pare che
    questo stia avvenendo”, ha concluso. (ANSA).