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Groenlandia, il primo ministro Nielsen parla all’Eurocamera: “L’Unione è un’amica leale”

Dall’inviato a Strasburgo – Dall’estremo nord al Parlamento europeo di Strasburgo. Jens-Frederik Nielsen, 34 anni, primo ministro della Groenlandia. La prima volta di un discorso alle istituzioni europee per un politico groenlandese è un successo. “La Groenlandia ha bisogno dell’Unione Europea, e l’Unione Europea ha bisogno della Groenlandia” ricorda il premier tra gli applausi dell’aula.

Dallo scranno principale, Nielsen parla senza giacca né cravatta. Addosso una felpa, o meglio un anorak tipico delle popolazioni inuit. L’indumento è di colore blu sulle stesse tonalità della bandiera dell’Unione. La scelta cromatica non è solo simbolica. Davanti ai 720 europarlamentari le sue parole hanno una linea chiara: collaborazione. Un’apertura, però, solo verso chi – ricorda il primo ministro – “condivide i nostri valori”.

Gli amici europei

La Groenlandia è formalmente parte del Regno di Danimarca, ma dal 2009 gode di autonomia ampliata e non fa parte della Comunità Europea. Questo, però, non toglie nulla alle buone relazioni tra le due entità. “L’Unione è stata un’amica leale e ci è rimasta accanto nei momenti in cui ne avevamo più bisogno”, ricorda Nielsen. Il futuro non può essere da meno: “Possiamo sviluppare partenariati in settori decisivi che porteranno benefici sia a noi che a voi”, afferma il primo ministro.

Al di là della fraterna amicizia che esiste tra la popolazione artica e gli europei, la sua presenza a Strasburgo ha ragioni strategiche. “Siamo molto felici che nel prossimo piano economico quinquennale presentato dalla Commissione – continua il groenlandese – siano presenti fondi per 530 milioni dedicati alla nostra terra”. La proposta è quella, per stessa ammissione di Nielsen, di “sostenere lo sviluppo delle risorse minerarie in Groenlandia, creando al contempo catene di valore per la transizione verde nell’UE”.

L’accordo è possibile perché sotto il suolo inuit si trovano materie prime preziose. L’isola artica, infatti, possiede 24 delle 34 terre rare critiche individuate dall’UE. Questi minerali sono perfetti per la creazione di batterie a ioni di litio, componenti elettronici e magneti, tutti elementi fondamentali per l’economia green.

Soldi, foche e minerali

L’occasione per l’Unione Europea è interessante. Sotto questi auspici, la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, in conferenza stampa ribadisce: “Spero che incontri come questo non avvengano soltanto durante la Presidenza (del Consiglio Europeo, ndr) danese. Vorremmo più spesso la Groenlandia ai nostri tavoli”.

La partnership sembra vantaggiosa per tutti. Il primo ministro non vuole però svendere le sue terre e, per questo, tra le righe chiede qualcosa in cambio. Sicuro delle sue ragioni, suggerisce davanti ai 720 eurodeputati di modificare le norme del regolamento sulla commercializzazione di prodotti derivati da foche. “Il divieto generale di immettere sul mercato dell’UE prodotti derivati da foche – ha lamentato Nielsen – ha avuto gravi conseguenze negative, causando un forte calo nella produzione interna e nelle esportazioni delle nostre pelli di foca. Questa pesca fa parte della nostra cultura e del nostro sostentamento”.

Jens-Frederik Nielsen e Roberta Metsola

L’intrigo artico

In un discorso che parla di amicizia e fratellanza rimane sullo sfondo la questione americana. Le minacce di Trump di annessione risalgono solo a pochi mesi fa. Nielsen non ne parla e liquida la questione: «Abbiamo ottime relazioni da tantissimi anni con loro».

Gli interessi a stelle e strisce sull’isola non si possono però ignorare. Per fare un esempio, l’azienda Critical Metals si è insediata nel giacimento minerario di Qaqortoq nel sud del Paese, uno dei più significativi al mondo. All’epoca dell’assegnazione dell’area, il 2024, la pressione danese e statunitense è stata decisiva. La Cina, nonostante il manifesto interesse, è stata esclusa.

L’intrigo artico, insomma, è solo all’inizio. Tra riscaldamento globale, che aumenta i terreni sfruttabili, e rotte artiche per navi cargo, gli occhi delle superpotenze guardano verso nord. Nielsen, con il suo anorak blu, strizza l’occhio a tutti, cercando di fare gli interessi del, sempre meno solitario, popolo inuit.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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