(ANSA) – ROMA, 27 GIU – “Basta con la panna nella carbonara”,
“No al cappuccino con la pasta”, “Mettere il pollo sulla pasta è
un crimine in Italia”: con questi slogan alcuni “attivisti della
pastasciutta” si sono dati appuntamento a fontana di Trevi, nel
cuore di Roma, per protestare contro quelle che definiscono
abitudini “sbagliate” dei turisti.
Nelle ultime settimane è cominciata una piccola rivolta di
alcuni ristoratori romani che, dal vivo o sulle pagine web, si
sono rifiutati di “stravolgere i piatti tipici della cucina
italiana”. Hanno scritto post sulle proprie pagine internet
nelle quali riferivano che nei loro locali non sarebbero stati
mai più serviti cappuccini a cena. Alle proteste dei ristoratori
hanno fatto seguito anche quelle di alcuni puristi della cucina
italiana e operatori del turismo che hanno postato sulle loro
pagine social una sorta di decalogo su come si mangia italiano.
E proprio in questa cornice si è mosso Nicolas Calia, che –
armato di cartelli – è venuto da Salemi, Sicilia, fino a Roma
per esprimere il suo dissenso sul maltrattamento della cucina
mediterranea. Calia, che su Instagram ha una pagina che si
chiama Visit Sicily, ha guidato una protesta a fontana di Trevi
mostrando in mezzo ad una folla di turisti gli slogan contro lo
stravolgimento delle ricette tradizionali. “Io vivo a New York e
assisto ogni giorno alle rivisitazioni della cucina italiana,
non posso accettare di vederle anche qua in Italia”, dice
spiegando che cosa lo ha spinto a protestare. (ANSA).
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