Bruxelles –E’ crisi diplomatica tra Italia e Russia, con il governo di Roma che richiama l’ambasciatore russo dopo che il capo dello Stato Sergio Mattarella è finito in una lista nera del Cremlino dove sono elencati funzionari occidentali “russofobi”. Un’iniziativa cui segue unanime condanna del mondo politico nostrano.
La narrativa russa e la propaganda putiniana passano anche per la compilazione di liste di personalità e profili non graditi allo zar come che quella fa infuriare le autorità italiane. L’ultimo elenco delle personalità non gradite al Cremlino colpisce quanti sono accusati di usare un linguaggio “odioso” e “russofobo” nelle loro apparizioni pubbliche, incluso il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, appunto.
Lo scorso 24 luglio, il nome dell’inquilino del Quirinale è stato inserito nella lista di proscrizione del Cremlino insieme a quelli del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del responsabile della Difesa Guido Crosetto, scatenando le reazioni bipartisan della politica italiana.
La premier Giorgia Meloni ha derubricato l’accaduto come “l’ennesima operazione di propaganda” russa, mentre oggi (30 luglio) il titolare della Farnesina ha convocato l’ambasciatore della Federazione a Roma, definendo la mossa “una provocazione contro la Repubblica e il popolo italiano“. Per Nicola Zingaretti, capopattuglia del Partito democratico all’Eurocamera di Strasburgo, si tratta di “un atto grave e inaccettabile” che configura “un attacco ai valori democratici e alle istituzioni che difendiamo con fermezza”.
All’origine dell’iscrizione in questo elenco c’è un passaggio del discorso tenuto dal capo dello Stato lo scorso 5 febbraio all’università di Aix-Marseille. Nell’accettare un’onorificenza honoris causa, Mattarella ha ricordato come negli anni Trenta del Novecento si sia assistito ad “un progressivo sfaldarsi dell’ordine internazionale, che mise in discussione i principi cardine della convivenza pacifica, a cominciare dalla sovranità di ciascuna nazione nelle frontiere riconosciute“.
Sottolineando come le “guerre di conquista” scaturite dal “criterio della dominazione” furono al centro del “progetto del Terzo Reich in Europa“, il presidente ha dichiarato che “l’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura“. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, alzò la voce nei giorni successivi, bollando le osservazioni di Mattarella come “invenzioni blasfeme” e minacciando non meglio specificate “conseguenze”.
Nella lista sono menzionati anche il suo omologo francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, e il Segretario generale della Nato Mark Rutte.