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Spagna e Irlanda chiedono una verifica degli impegni sui diritti umani previsti dall’accordo di associazione Ue-Israele

Bruxelles – In una lettera recapitata direttamente alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, i governi di Spagna e Irlanda chiedono di fare luce “con urgenza” sugli obblighi previsti dall’Accordo di associazione Ue-Israele in materia di diritti umani. Perché “considerata la diffusa preoccupazione per le possibili violazioni del diritto internazionale umanitario” a Gaza, per i due premier, Pedro Sanchez e Leo Varadkar, potrebbe esserci margine per rivedere la relazione privilegiata con Tel Aviv.

Nel clima di crescente pressione internazionale nei confronti di Israele perché metta fine alle devastanti operazioni militari nella Striscia di Gaza, i due governi europei che dal 7 ottobre si sono mostrati maggiormente sensibili alle sofferenze palestinesi hanno deciso di rompere gli indugi e mettere sul piatto uno strumento che l’Ue potrebbe usare per fare leva su Tel Aviv. Perché l’Accordo di Associazione, in vigore dal 2000, prevede una serie di agevolazioni commerciali che per l’economia di Israele – per cui l’Ue è il primo partner commerciale – sono di vitale importanza.

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez (a destra) e il premier irlandese, Leo Varadkar (Photo by Thomas COEX / AFP)

Ma gli accordi di Associazione stipulati dall’Ue nel mondo, non solo quello con Israele, si fondano sui valori comuni condivisi di democrazia e rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali. Il momento scelto da Sanchez e Varadkar è pregnante, perché “l’ampliamento dell’operazione militare israeliana nell’area di Rafah rappresenta una minaccia grave e imminente che la comunità internazionale deve affrontare con urgenza”.

Dopo aver ricordato le 28 mila vittime dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza, i 67 mila feriti e lo sfollamento forzato di quasi 2 milioni di persone, Spagna e Irlanda hanno ricordato inoltre a von der Leyen – che dopo un iniziale supporto infervorato per la causa israeliana ha diminuito progressivamente le proprie uscite sul conflitto – che la Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato a Israele di adottare “misure provvisorie per impedire che vengano commessi atti di genocidio” e azioni “immediate ed efficaci per assicurare servizi di base e assistenza umanitaria urgentemente necessari a Gaza”. Dove le Nazioni Unite stimano che il 90 per cento della popolazione si trovi già in una situazione di grave insicurezza alimentare, con il serio rischio di carestia.

Niente di più distante dal rischio di catastrofe umanitaria che provocherebbe “l’imminente minaccia di operazioni militari israeliane a Rafah”. Per tutte queste ragioni, il governo socialista spagnolo e quello di centro-destra irlandese hanno chiesto alla Commissione europea di “verificare con urgenza se Israele stia rispettando i suoi obblighi, anche nell’ambito dell’Accordo di associazione Ue-Israele, che fa del rispetto dei diritti umani e dei principi democratici un elemento essenziale delle relazioni”. E di proporre al Consiglio eventuali “misure appropriate da prendere in considerazione“.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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