in

Morto in carcere l’oppositore russo Alexei Navalny. L’Ue condanna il Cremlino “unico responsabile”

Bruxelles – E’ morto oggi (16 febbraio) in carcere in Russia Alexei Navalny, considerato il principale oppositore del presidente russo, Vladimir Putin, dopo quasi tre anni di detenzione. La notizia è stata diffusa nella mattinata di venerdì dal servizio penitenziario russo, secondo cui Navalny sarebbe morto dopo essersi sentito male durante una passeggiata, nella colonia detentiva a nord del Circolo Polare Artico dove stava scontando una lunga pena.

Il nome di Navalny, 47 anni, era diventato celebre in occidente per il tentativo fallito del Cremlino di avvelenarlo ad agosto 2020. Era detenuto in Russia da gennaio 2021, arrestato appena dopo essere tornato nel suo Paese dalla Germania. A Berlino era rimasto per mesi per ricevere le cure necessarie dopo aver subito un avvelenamento attribuibile, secondo varie inchieste, ai servizi di sicurezza russi. Lo scorso agosto condannato a scontare altri 19 anni di carcere.

Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, Navalny non aveva problemi di salute e non c’erano richieste mediche avanzate dai suoi parenti prima dell’incidente. Il servizio penitenziario ha fatto sapere inoltre che “sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi. I medici dell’ambulanza hanno constatato la morte del condannato”.

Mentre ancora le cause della morte non sono state accertate, da Bruxelles risuonano messaggi di cordoglio e contemporanea condanna. “Navalny ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l’estremo sacrificio”, commenta su X (ex Twitter) il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, incolpando senza mezze misure “il regime russo” come “l’unico responsabile di questa tragica morte. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia. E a coloro che lottano per la democrazia in tutto il mondo nelle condizioni più buie. I combattenti muoiono. Ma la lotta per la libertà non finisce mai”.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è detta “profondamente turbata e rattristata dalla notizia. Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo”. E la morte di Navalny “è un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime. Uniamoci nella nostra lotta per salvaguardare la libertà e la sicurezza di coloro che osano opporsi all’autocrazia”.

In una nota congiunta con l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, von der Leyen ha anche ricordato che Navalny è stato “lentamente assassinato dal presidente Putin e dal suo regime, che non temono altro che il dissenso del proprio popolo”. I due leader hanno garantito il loro impegno a non risparmiare “alcuno sforzo per chiedere conto alla leadership politica e alle autorità russe. Chiediamo alle autorità russe di stabilire tutti i fatti riguardanti la morte di Navalny. La Russia deve rilasciare immediatamente tutti gli altri prigionieri politici. A farle eco la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, che su X scrive che il “mondo ha perso un combattente il cui coraggio risuonerà attraverso le generazioni. Inorridito dalla morte del vincitore del Premio Sakharov Alexei Navalny. La Russia gli ha tolto la libertà e la vita, ma non la sua dignità. La sua lotta per la democrazia continua a vivere. I nostri pensieri sono con sua moglie e i suoi figli”.

Non solo i vertici comunitari. Dagli eurodeputati ai commissari, tutta o quasi Bruxelles si muove con parole di solidarietà nei confronti dell’attivista anticorruzione e principale oppositore al regime di Putin in Russia. Nel 2021 era stato insignito dal Parlamento europeo del Premio Sakharov 2021 per la libertà di pensiero, alla cui cerimonia di assegnazione non aveva preso parte perché già incarcerato in Russia. “Una notizia terribile ma prevedibile: era stato trasferito in una cella di punizione a metà dicembre e le sue condizioni erano critiche. È l’ennesimo crimine di Putin, per il quale la condanna della comunità internazionale deve essere più netta e ferma che mai”, commenta su X l’eurodeputato e capodelegazione Pd, Brando Benifei.

Non solo da Bruxelles parole di commiato per l’attivista russo. Da Parigi il presidente francese Emmanuel Macron, rende “omaggio alla memoria di Alexeï Navalny, alla sua dedizione, al suo coraggio”, ricordando che nella “Russia odierna gli spiriti liberi vengono mandati nei Gulag e condannati a morte. Rabbia e indignazione”. Da Berlino il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto “profondamente rattristato dalla morte di Alexei Navalny. Si è battuto per la democrazia e la libertà in Russia e, a quanto pare, ha pagato con la vita il suo coraggio. Questa terribile notizia mostra ancora una volta come è cambiata la Russia e che tipo di regime è al potere a Mosca”.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


Tagcloud:

INTERVISTA / Spajić: “Il Montenegro investe su Ue e Nato. La presenza cinese non ci preoccupa più”

Mar Rosso, l’operazione navale Ue Aspides è ai blocchi di partenza. Il “comando strategico” in Grecia, la guida delle operazioni all’Italia