Bruxelles – Vietare a tutti i russi di entrare in Europa in ogni circostanza con i visti non è una buona idea. “Ci sono tanti cittadini russi che vogliono fuggire dal regime di Putin e le nostre porte non possono essere chiuse a loro”. Se pur riconoscendo la necessità di avere una politica “più selettiva” nel contesto drammatico dell’invasione dell’Ucraina , il capo della diplomazia europea Josep Borrell sembra chiudere all’idea promossa da un gruppo di Paesi vicini geograficamente alla Russia – i baltici in primis (Estonia, Lettonia, Lituania), poi anche Polonia e Finlandia – di impedire con un approccio coordinato a livello europeo ai turisti russi di entrare nell’area di libera circolazione Schengen, per rafforzare l’effetto sanzionatorio contro Mosca.
Banning all Russians from entering Europe in all circumstances is not a good idea.
There are many Russians who want to flee from the Putin regime and our doors cannot be closed to them.
— European External Action Service – EEAS 🇪🇺 (@eu_eeas) August 22, 2022
Borrell chiude anche se non sarà così semplice scoraggiare l’idea. Di propria iniziativa la scorsa settimana l’Estonia ha chiuso il suo confine a oltre 500mila cittadini russi con visti già rilasciati dall’Ue e ha intenzione di trascinare il tema la prossima settimana nella riunione dei ministri degli esteri dell’UE, riuniti nell’informale formato Gymnich (il 31 agosto), come confermato oggi dalla portavoce dell’Esecutivo comunitario Dana Spinant nel corso del briefing quotidiano con la stampa.
Al momento tutti i cittadini russi che non sono soggetti alle sanzioni internazionali possono attraversare la frontiera con in mano un visto (valido per 90 giorni) rilasciato da un qualsiasi Paese dell’area Schengen, che conta in tutto 26 Paesi: 22 dell’Unione europea (Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia) a cui si aggiungono quattro Paesi extra Ue, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Nel corso del briefing quotidiano con la stampa la portavoce per gli Affari interni Anitta Hipper ha ricordato che sono gli Stati a rilasciare i “propri visti sulla base di norme nazionali e ci sono sempre casi in cui possono essere rilasciati, come a dissidenti politici, giornalisti e per questioni umanitarie”. Ad opporsi all’introduzione del divieto a livello europeo anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz affermando che i russi dovrebbero essere in grado di fuggire dal loro paese d’origine se non sono d’accordo con la politica del Cremlino.